Passi per condividere la fede
Il tesoro
Poche parole hanno avuto un impatto tanto profondo sul mondo come l’ultimo messaggio di Gesù ai suoi discepoli prima di ascendere al cielo. Per tre anni e mezzo essi avevano osservato e ascoltato Gesù mentre guariva i malati, risuscitava i morti, proclamava il regno dei cieli e viveva e predicava la verità e l’amore di Dio. Poi, riferisce la Bibbia, Gesù trascorse altri quaranta giorni con i suoi seguaci dopo la sua risurrezione, preparandoli ulteriormente a portare avanti ciò che aveva iniziato (Atti 1:3).
Prima di ascendere al cielo, Gesù affidò loro quello che è diventato noto come il Grande Mandato: «Andate in tutto il mondo e predicate la buona novella» – il messaggio dell’amore e della salvezza di Dio in Gesù – «a tutti, ovunque» (Marco 16:15).
In risposta, «essi andarono a predicare dappertutto, mentre il Signore operava con loro e confermava il messaggio con i segni che l’accompagnavano» (Marco 16:20). Con la sua risurrezione, i suoi discepoli furono incaricati di andare ovunque e insegnare a tutti che Gesù era la via, la verità e la vita (Giovanni 14:6) e che il messaggio evangelico che insegnava poteva rendere liberi tutti gli uomini (Giovanni 8:31-32).
Gesù chiede ai suoi seguaci di oggi di fare la stessa cosa e portare agli altri la buona novella del Vangelo e di contribuire a raggiungere l’obiettivo del suo regno: la trasformazione delle loro vite con il suo messaggio. Lui continua ad operare attraverso i suoi seguaci di oggi per raggiungere un mondo perduto e solo. Non è necessario avere una chiamata speciale per proclamare il Vangelo: a tutti viene chiesto di partecipare alla missione divina di portare la salvezza nel mondo.
«L’amore di Cristo ci costringe, perché siamo convinti che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti; e che egli è morto per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro» (2 Corinzi 5:14-15).
Se ti senti inadeguato per questo compito, Lui ha promesso nella sua Parola: «Se mi chiederete qualcosa nel mio nome, io lo farò» (Giovanni 14:14) e: «Qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo ciò che gli è gradito» (1 Giovanni 3:22).
Il dovere di ogni cristiano
Una volta che confessiamo Gesù come nostro Signore e Salvatore, diventiamo parte della sua missione di salvezza nel mondo. Ogni persona ha bisogno dell’opportunità di conoscere Gesù e ricevere l’amore di Dio per il mondo, e noi siamo uno dei mezzi principali che Lui ha scelto per farsi conoscere. Dio vuole salvare il mondo intero (Giovanni 3:16), ma per farlo ha bisogno di noi per parlare agli altri del suo amore e della sua verità e diffondere il suo messaggio della salvezza.
Come scrisse l’apostolo Paolo: «Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?» (Romani 10:13-14).
Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi» (Giovanni 20:21), e chiede anche ai suoi seguaci di oggi di portare il suo messaggio e il suo amore a quelli che cercano la verità e il significato e lo scopo della vita.
La Bibbia con le scarpe
L’evangelista americano Dwight L. Moody (1837-1899) una volta disse: «La predicazione di cui questo mondo ha più bisogno sta nei sermoni fatti da scarpe che camminano con Gesù Cristo». Le persone hanno bisogno di ascoltare il Vangelo e di sentirselo spiegato, ma hanno anche bisogno di vedere l’esempio di qualcuno che lo vive. Le parole sono essenziali, ma per essere più efficaci la nostra testimonianza deve andare oltre le parole ed essere un esempio vivente di una vita trasformata.
Il nostro compito è condividere il messaggio. Solo lo Spirito Santo può operare nel cuore delle persone per aiutarle a decidere di ricevere Gesù e il suo dono della salvezza eterna. Tuttavia, per comprendere l’amore di Dio e il suo potere di trasformare le vite, e per credere che ciò possa accadere anche a loro, molti hanno bisogno di vedere come Lui ha operato nella vita di altre persone.
Nel corso della storia, l’esempio di come i cristiani si prendevano cura dei poveri e dei malati e i loro gesti di bontà e compassione sono stati una testimonianza molto forte che ha condotto le persone a Cristo. Quando chi condivide il Vangelo mostra sincera preoccupazione, gentilezza e comprensione ed è compassionevole e premuroso, testimonia alle persone l’amore trasformatore di Dio e il suo amore per loro.
Come cristiani nati di nuovo, dobbiamo avere amore e compassione per tutti – giovani o anziani, ricchi o poveri, amici o nemici – “a tutti, dappertutto”. Non dobbiamo giudicare le persone dal loro aspetto o dalla loro personalità (Giovanni 7:24). La Bibbia insegna che il Signore guarda al cuore delle persone, non al loro aspetto esteriore, e noi dovremmo fare altrettanto (1 Samuele 16:7). E mentre condividiamo liberamente il messaggio di Dio con gli altri, il suo Spirito ci condurrà a quelli che cercano la verità, che hanno bisogno dell’amore di Dio e sono aperti al Vangelo.
Come iniziare
Il modo in cui inizi la tua testimonianza varierà a seconda di quanto conosci quella persona, delle circostanze immediate, se le hai già parlato in precedenza del Signore o di questioni spirituali, e così via. Probabilmente molte di quelle a cui testimonierai sono persone che conosci, come familiari e amici stretti, colleghi di lavoro, compagni di studio, vicini di casa o altri conoscenti. Puoi iniziare chiedendo al Signore di guidarti su come dare loro una testimonianza per avvicinarli alla fede.
Portare il discorso su argomenti spirituali o sulle grandi domande della vita può essere difficile a volte, ma spesso nel corso del dialogo l’altra persona dice qualcosa che può essere usato come trampolino per guidare la conversazione. Oppure puoi introdurre nella conversazione argomenti più profondi ponendo domande come: «Secondo te, qual è lo scopo della vita?» – «Come pensi abbia avuto inizio il mondo?» – «Ti sei mai chiesto cosa succede dopo la morte?»
Un altro modo per introdurre il Vangelo è raccontare la tua esperienza personale della salvezza. Il modo in cui la tua vita si è trasformata può essere uno degli argomenti più convincenti che tu possa presentare. L’apostolo Paolo era un testimone straordinario e, quando venne portato davanti a governatori, magistrati o udienze ostili, colse l’occasione per parlare loro della verità, iniziando con la sua testimonianza personale: «Questo è ciò che è successo a me» (Atti 22:3-21; Filippesi 1:12-14).
Per alcune persone, questa è la testimonianza più convincente. Potresti usare tutta la retorica più raffinata e offrire argomenti convincenti sull’esistenza di Dio e sul modo in cui Lui opera nel mondo, ma loro non ti ascolterebbero comunque. Quando però racconti la tua esperienza personale di come ti sei avvicinato a Cristo e di come Lui ha trasformato la tua vita e ti ha dato pace, speranza e risposte alle tue domande più profonde, allora avrai la loro attenzione.
Puoi raccontare agli altri la storia di come il suo amore ha trasformato la tua vita e, vedendo la tua gioia e la tua pace, potrebbero essere spinte a volerne sapere di più su Dio.
Utilizzare la Bibbia
Se le persone devono crescere spiritualmente, è importante condividere con loro dei passi della Bibbia. Gesù disse che le sue parole sono «spirito e vita» (Giovanni 6:63), e l’apostolo Paolo disse che «la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Dio» (Romani 10:17). La Parola di Dio è il seme vivificante della fede e in definitiva la fede delle persone deve essere fondata sulla Parola di Dio.
Un modo per incoraggiare le persone a leggere la Bibbia è dare loro un Nuovo Testamento o un Vangelo di Giovanni. Alcune delle persone a cui testimoni potrebbero essere già credenti e la tua testimonianza servirà a incoraggiarle a crescere nella fede, a comprendere gli insegnamenti e i principi biblici e ad avere un rapporto più stretto con il Signore.
Per illustrare efficacemente dei versetti o dei passi della Bibbia, è importante che tu stesso la conosca. I credenti di Berea nel libro degli Atti ne sono un buon esempio, poiché «accolsero la parola con grande entusiasmo, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano davvero così» (Atti 17:10-11). Più studi e assorbi tu stesso la Parola, più strumenti avrai a disposizione per portare a termine il tuo compito.
Gesù insegnò che «la bocca parla dalla pienezza del cuore» (Matteo 12:34). Siamo esortati a essere sempre «pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi, ma con dolcezza e rispetto» (1 Pietro 3:15). Se siamo fedeli nello studio della sua Parola, il suo Spirito ce la rammenterà quando ne avremo bisogno (Giovanni 14:26).
Anche i volantini sul Vangelo e altre pubblicazioni cristiane sono un modo importante per condividere un messaggio con persone alle quali non hai il tempo o l’opportunità di testimoniare personalmente in modo approfondito. Ci sono molte storie su come un volantino ha toccato una persona e cambiato la sua vita. Non sottovalutare il potere del messaggio stampato!
Quattro passi per testimoniare personalmente
1. Fai domande: è importante dimostrare interesse per le persone a cui testimoni, dimostrare che tieni a loro e che consideri importante ciò che hanno da dire. Se non fai domande, sarà difficile capire da dove vengono o come relazionarti meglio con loro.
Puoi fare qualche domanda sulla loro situazione, sul lavoro, sulla famiglia, sulle loro credenze religiose e così via. Quando manifesti interesse e preoccupazione per loro, scoprirai che in molti casi si confideranno con te ed esprimeranno le difficoltà, i problemi e le domande che hanno.
2. Ascolta le risposte: spesso ciò di cui le persone hanno bisogno è di qualcuno che le ascolti e le comprenda, qualcuno a cui raccontare i propri problemi. Per essere un testimone efficace, è importante mettersi nei loro panni e immedesimarsi con loro. Mentre ascolti, puoi chiedere al Signore di aiutarti a vederle come le vede Lui e di mostrarti il modo migliore per raggiungerle con il suo amore.
Sebbene sia naturale essere impazienti di fornire risposte ai problemi e alle domande delle persone quando per te quelle risposte sono chiare, è importante non farlo prematuramente. Ascoltare – ascoltare davvero – trasmette non solo il tuo amore, ma anche l’amore del Signore per quella persona. Ascoltare è una capacità che può essere coltivata e inizia con il desiderio sincero di comprendere gli altri per amarli e aiutarli meglio.
3. Condividi la buona novella: una volta che le persone hanno avuto la possibilità di sfogarsi e tu hai compreso i loro problemi e le loro esigenze, sei nella posizione di condividere con loro la buona novella del Vangelo. Puoi parlare loro del Salvatore che è venuto sulla terra ed è morto sulla croce per il perdono dei nostri peccati, affinché tutti quelli che lo ricevono possano diventare figli di Dio.
Anche se non sono pronte ad accogliere Gesù in quel momento, puoi offrirti di pregare per loro e per qualsiasi difficoltà stiano affrontando. Scoprirai che le persone che si trovano in punti diversi del loro percorso verso la fede apprezzano le tue preghiere e questo le aiuta a capire quanto tu, e in ultima analisi Dio, le ami e ti prendi cura di loro.
4. Condurre qualcuno alla salvezza: sia che le persone siano pronte a fare una preghiera di salvezza con te o a pregare da sole in un secondo momento, è importante che comprendano che Dio le ama e desidera concedere loro il dono della salvezza eterna. «Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna» (Giovanni 3:16). Per ricevere questo dono, è importante che comprendano quanto segue:
Siamo tutti peccatori bisognosi del perdono di Dio. La Bibbia ci insegna che «tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio» (Romani 3:23). «Le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere il suo volto da voi» (Isaia 59:2). Tutti sono separati da Dio prima di venire a Cristo, perché tutti commettono errori e sono privi della gloria di Dio: è quello che la Bibbia chiama peccato. Per ricevere il dono della salvezza di Dio, dobbiamo prima riconoscere che siamo peccatori bisognosi di un Salvatore.
Gesù è morto sulla croce per la nostra salvezza. Quando Gesù è morto sulla croce, ha pagato il prezzo dei nostri peccati e ha fatto in modo che potessimo ricongiungerci a Dio. «[Gesù] ha portato i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, affinché noi, morti al peccato, vivessimo per la giustizia» (1 Pietro 2:24). La sua morte sulla croce è stata un’espressione dell’amore di Dio per ogni persona. «Ma Dio dimostra il suo amore per noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Romani 5:8).
Gesù è risorto dai morti. Gesù è morto sulla croce per i nostri peccati, ma non solo, è anche risorto dai morti ed è asceso al cielo. «Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture» (1 Corinzi 15:3-4). La risurrezione di Gesù è una parte importante della nostra confessione di fede per la salvezza. «Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato» (Romani 10:9-10).
La salvezza è un dono. La salvezza non può essere guadagnata con le buone opere, è un dono di Dio. «Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non è in virtù di opere» (Efesini 2:8-9). La Bibbia ci insegna che «il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore» (Romani 6:23). Dio non vuole che nessuno muoia e Gesù dice: «Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui» (Apocalisse 3:20).
Non esiste una preghiera di salvezza prestabilita o ufficiale che le persone possano recitare per invitare Gesù nella loro vita e nel loro cuore e riceverlo come loro Signore e Salvatore. Possono pregare con parole proprie o recitare una preghiera scritta. Di seguito è riportato un esempio della preghiera per la salvezza:
Caro Gesù, credo che sei il Figlio di Dio e che sei morto sulla croce per me affinché, attraverso il tuo sacrificio, io possa vivere per sempre con Te in cielo. Ti chiedo di perdonare i miei peccati e apro a Te il mio cuore e la mia vita. Ti prego, riempimi del tuo Spirito Santo e aiutami a vivere in modo da glorificarti. Guida la mia vita e aiutami a studiare la tua Parola nella Bibbia. Ti prego nel tuo nome. Amen.
Ogni volta che uno rinasce nel regno di Dio, diventa figlio di Dio. «A tutti quelli che lo hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome» (Giovanni 1:12). Gesù insegnò che «c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede» (Luca 15:10). Tutto il cielo gioisce per quell’unica anima perduta che è stata ritrovata e salvata, più che per le novantanove che sono già al sicuro a casa (Luca 15:7).
Ognuno di noi faccia la propria parte per condividere la buona novella del Vangelo e aiutare gli altri a ricevere la salvezza mediante la fede in Cristo.
Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 10 novembre 2025.