Vivere un cristianesimo anticonformista e controculturale
Compilazione
In una cultura che mette una grande enfasi sul piacere, il lusso, il guadagno finanziario, l’automiglioramento e i beni materiali, sarà sempre più anticulturale per i cristiani lavorare con diligenza, vivere con semplicità, dare fino al sacrificio, aiutare in maniera costruttiva e investire nell’eternità. […]
Quando si parla di controculturale! In un mondo in cui tutto ruota intorno a te stesso – proteggi te stesso, promuovi te stesso, conforta te stesso e prenditi cura di te stesso – Gesù dice: “Crocifiggi te stesso. Accantona ogni autoconservazione per vivere glorificando Dio, qualsiasi cosa ciò significhi nella cultura che ti circonda”. —David Platt
Cambiare la cultura
Gesù non venne per dar forma a un esercito ribelle di contestatori della cultura; ma mise sottosopra sia la cultura che le norme culturali e continua a farlo anche oggi. Per le folle che si radunavano nel primo secolo, la saggezza del rabbino di Nazareth era diversa dagli altri. Insegnava con autorità, ma sconcertava i suoi aspiranti discepoli con parole secondo le quali i primi dovevano essere gli ultimi e le prostitute e gli esattori delle tasse entravano in cielo prima degli esperti di religione.
Per le folle del secolo presente, questo insegnante continua ad annunciare un messaggio radicale. Amare il prossimo è un comandamento che va contro la maggior parte delle norme culturali; amare i nemici lo è ancora di più. L’intero Sermone sul Monte era ed è la predica più controculturale che sia mai stata fatta. —Jill Carattini
Modernità e convinzione
Non fraintendetemi, anch’io voglio che la chiesa sia moderna, ma non voglio che rispecchi interamente la cultura odierna per raggiungere lo scopo. Ci sono due modi di essere moderni. Uno è accettare le priorità del mondo intorno a noi fino a che il nostro messaggio comincia a suonare come tutti gli altri messaggi diffusi all’interno della cultura. L’altro è prendere una posizione anticonformista e presentare un’argomentazione sul perché il punto di vista cristiano sia superiore.
È la scelta che abbiamo noi come leader della chiesa: fare uno sforzo costante per assomigliare di più alla cultura attuale, o farlo per guidare la cultura verso qualcosa di meglio. Concentrare la chiesa sui desideri del singolo partecipante, o presentare ripetutamente l’argomentazione per una vita cristiana sottomessa e altruista. Per questo i leader della chiesa moderni devono diventare degli eccellenti argomentatori.
Possiamo senz’altro usare il linguaggio, le immagini e la musica che sono familiari nella cultura, ma il nostro messaggio non può scendere a compromessi. Non possiamo arrenderci a un edonismo egoista. […] Possiamo cercare di essere moderni accarezzando la nostra natura egoista, oppure possiamo diventare moderni sul serio argomentando per ciò in cui crediamo, anche se è altruisticamente controculturale. —J. Warner Wallace
Espressioni pubbliche di fede
Quella di Daniele è una storia di fede straordinaria in Dio, vissuta al culmine del potere esecutivo in piena vista del pubblico. Racconta avvenimenti cruciali nella vita di quattro amici – Daniele, Anania, Misael e Azaria – nati in Medioriente, nel piccolo stato di Giuda, circa duemilacinquecento anni fa. […] Ciò che rende notevole la storia della loro fede è che non continuarono semplicemente a praticare la devozione privata a Dio che avevano sviluppato in patria; mantennero una testimonianza pubblica di alto profilo in una società pluralistica che era diventata sempre più ostile alla loro fede. Per questo la loro storia offre un messaggio così forte a noi oggi.
Nella società occidentale contemporanea forti correnti di pluralismo e secolarismo, rinforzate da un politicamente corretto paralizzante, spingono sempre di più ai margini le espressioni di fede in Dio, confinandola alla sfera privata. Sta diventando sempre meno accettato menzionare Dio in pubblico, tanto meno confessare di credere in qualcosa di unico e assoluto, come l’unicità di Gesù Cristo come Figlio di Dio e Salvatore. La società tollera la pratica della fede cristiana nelle devozioni private e nei servizi religiosi, ma disapprova sempre di più le sue testimonianze pubbliche. Per l’uomo relativista e secolare la testimonianza pubblica della fede in Dio sa troppo di proselitismo ed estremismo fondamentalista. Di conseguenza la vede sempre di più come una minaccia per la stabilità sociale e la libertà umana.
La storia di Daniele e dei suoi amici è un appello accorato alla nostra generazione perché abbia coraggio; perché non si perda d’animo e non permetta che la manifestazione della nostra fede venga diluita ed espulsa dallo spazio pubblico e resa debole e inefficace. La loro storia ci fa anche notare che probabilmente questo obiettivo non verrà raggiunto senza pagarne il prezzo. —John Lennox
*
Dobbiamo renderci conto che il nostro obiettivo non è rendere più facile il seguire Gesù. Il messaggio del vangelo deve per forza essere controculturale e offensivo per il cuore dell’uomo. —Ed Stetzer
*
Che aspetto avrebbe la nostra cultura, se noi cristiani fossimo pronti a condurre la nostra vita di seguaci di Gesù Cristo come se facessimo effettivamente sul serio? Se dimostrassimo ogni giorno la nostra volontà di schierarci dalla parte di Cristo a dispetto di ogni conseguenza? […] La trasformazione culturale deve iniziare da una trasformazione personale, e questo succederà solo quando la gente vedrà com’è il Vangelo quando viene vissuto. Ciò di cui hanno bisogno il nostro paese, la nostra cultura e il nostro mondo è di cristiani disposti a dimostrare a qualsiasi prezzo com’è fatta la loro convinzione. —Andy Bannister
Difendere la verità
Come vediamo dalla storia, molti profeti subirono opposizione e persecuzione; ma salvarono molte anime, risvegliarono molta gente e preservarono la verità, il vangelo e la salvezza. Per questo siete qui questa sera, perché qualcuno ha lottato e ha difeso la verità! Dagli antichi profeti fino a Martin Lutero, Savonarola, John Knox e Tyndale, che diedero la vita perché voi poteste avere la verità. Come risultato di ciò, oggi voi siete qui ad ascoltare la verità di Dio e questo libro [la Bibbia] è stato conservato. E poiché siamo disposti a dare la vita per la verità di Dio, qualcuno ne sentirà parlare, la riceverà e la porterà avanti quando noi saremo morti!
Per ogni goccia di sangue che spargiamo, Dio susciterà altri dieci cristiani perché continuino a predicare! Lode a Dio! Perché il sangue dei martiri è il seme della chiesa, come disse una volta un grande martire. A convertire Roma al cristianesimo non furono soltanto le parole dei cristiani, ma il modo in cui vissero e il modo in cui morirono! Allora la gente si rese conto che avevano una vera fede. Non è mai esistito sistema più grande di quello che combatterono loro, ma alla fine il sistema fu sconfitto.
Preghiamo e chiediamo a Dio di aiutarci ad avere il coraggio di predicare un messaggio che potrebbe anche non essere popolare, che potrebbe anche essere difficile da predicare, un messaggio che molti potrebbero anche non accettare. —David Brandt Berg
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 26 febbraio 2019.
Articoli recenti
- Non solo Adamo ed Eva
- Dio abita nelle lodi del suo popolo
- Conforto quando una persona cara si spegne
- È così perché Dio ha detto così
- Perseveranza nella preghiera
- Il ricco e Lazzaro
- Parole e gesti di bontà e apprezzamento
- La Parola duratura di Dio: la Bibbia
- Una delusione? O la sua chiamata?
- Trattenersi dall’ira (Salmo 37:8)