Un tocco di tenerezza
Compilazione
Vivete di amore e d’accordo, con reciproca comprensione, pieni d’amore fraterno, buona disposizione d’animo e umiltà. —1 Pietro 3,8[1]
*
Tutti hanno bisogno d’incoraggiamento! La maggior parte delle persone prova qualche forma di complesso d’inferiorità e tende a scoraggiarsi un po’. quindi l’incoraggiamento è molto importante! Abbiamo tutti bisogno dell’incoraggiamento degli altri, tuttavia per la maggior parte ci dimentichiamo troppo spesso di esprimere apprezzamento e conforto nei riguardi degli altri.
Il Signore sa che l’incoraggiamento è molto importante. “Tutte le cose buone, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri”.[2] Dobbiamo applicare questo concetto a chi ci sta intorno e cercare di ricordare costantemente a noi stessi di pensare agli altri e lodarli per le loro buone qualità, le cose buone, come il Signore fa con noi! Amen? —David Brandt Berg
Il padre dimentica
Ascolta, figlio mio, ti dico queste cose mentre dormi, con la guancia appoggiata a una mano e i tuoi riccioli biondi appiccicati alla tua fronte sudata. Sono entrato furtivamente nella tua cameretta. Solo qualche minuto fa, mentre ero seduto a leggere il giornale in biblioteca, sono stato sommerso da un’ondata soffocante di rimorso. Mi sono avvicinato al tuo letto sentendomi in colpa.
Ecco a cosa stavo pensando: mi ero arrabbiato con te. Ti ho sgridato mentre ti preparavi per andare a scuola perché ti sei limitato a sfregarti la faccia con un asciugamano. Ti ho rimproverato per non aver spazzolato le scarpe. Ti ho richiamato con rabbia quando hai buttato per terra alcune delle tue cose.
Anche a colazione ho trovato qualcosa per cui rimproverarti. Hai rovesciato qualcosa. Hai mandato giù in fretta il cibo. Hai messo i gomiti sul tavolo. Hai spalmato troppo burro sul pane. Quando sei uscito per giocare e io sono andato a prendere il treno, ti sei voltato, mi hai salutato con la mano e hai gridato: “Ciao, papà!” Ho aggrottato la fronte e ti ho risposto: “Raddrizza le spalle!”
Poi è ricominciato tutto nel tardo pomeriggio. Mentre scendevo la strada ti ho intravisto mentre giocavi a biglie in ginocchio. Avevi dei buchi nei pantaloni. Ti ho umiliato davanti ai tuoi amici facendoti marciare verso casa davanti a me. I pantaloni costano e se dovessi comprarli tu, staresti più attento! Immaginati un padre che fa una cosa simile!
Ti ricordi, un po’ più tardi, quando leggevo in libreria e sei entrato timidamente, con uno sguardo un po’ ferito? Quando ho dato un’occhiata da dietro il giornale, spazientito per la tua interruzione, hai esitato sulla soglia. “Cosa vuoi?” ho detto con asprezza.
Non hai detto niente, ma ti sei precipitato di corsa, mi hai abbracciato e baciato; le tue piccole braccia mi hanno stretto con un affetto che Dio aveva fatto sbocciare nel tuo cuore e che nemmeno la mia trascuratezza aveva fatto appassire. Poi te ne sei andato e ho sentito i tuoi passi su per le scale.
Be’, figlio mio, un momento dopo mi è scivolato dalle mani il giornale e ho provato un senso di paura orribile e nauseante. In che cosa mi ha trasformato l’abitudine? Quell’abitudine di cercare colpe, di sgridare – era il mio modo di ricompensarti per essere soltanto un bambino. Non è che non ti voglia bene; è che mi aspettavo troppo dalla gioventù. Ti stavo misurando con il metro dei miei anni.
C’è così tanto di buono, bello e sincero nel tuo carattere. Il tuo piccolo cuore è grande come l’alba che sorge dietro le colline. Lo hai dimostrato con il tuo impulso spontaneo di entrare di corsa per augurarmi la buonanotte. Questa sera non c’è niente di più importante. Mi sono avvicinato al tuo letto nel buio e mi sono inginocchiato qui, pieno di vergogna!
È una debole redenzione; so che non capiresti queste cose se te le dicessi mentre sei sveglio. Domani però sarò un vero papà! Sarò tuo amico, soffrirò quando soffrirai e riderò quando riderai. Quando dalla mia bocca staranno per uscire parole impazienti, mi morderò la lingua. Continuerò a dire, come in un rituale: “È solo un ragazzo – un bambino!”
Temo di averti considerato un uomo. Tuttavia, come ti vedo adesso, figlio mio, stanco e accucciato nel tuo lettino, ti vedo ancora come quando eri piccolo. Solo ieri stavi in braccio a tua madre, con il capo appoggiato sulla sua spalla. Ti ho chiesto troppo, troppo. —W. Livingston Larned[3]
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Ma il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo. Contro tali cose non vi è legge. —Galati 5,22–23[4]
Una preghiera per amore e misericordia
Abbiamo bisogno di te, Gesù! Dolce, amorevole Gesù, che hai pianto per la moltitudine. Eri così esausto, tuttavia hai visto la moltitudine, hai avuto compassione di loro e li hai guariti. Esausto com’eri, non hai indurito il tuo cuore! Ti sei mantenuto dolce, calmo e umile. Hai pianto più e più volte per loro. Hai pianto per la durezza del loro cuore. È quello che ti ha addolorato di più: la durezza del loro cuore, perfino di quelli che avresti raccolto tra le tue braccia. Non volevi vederli soffrire e hai pianto per loro.
Aiutaci a non indurirci. Abbiamo fretta e il sistema più facile è quello di indurire il nostro cuore. Non troviamo il tempo di ammorbidirci, scioglierci e amare gli altri. Aiutaci, o Dio, a non indurirci!
Hai avuto così tanto da dire contro la durezza dei cuori.[5] Aiutaci a non giudicare gli altri con durezza, Signore. Io faccio così tanti sbagli e non voglio essere giudicato con durezza, così non mi è difficile avere misericordia. Sei tanto buono con me, Signore, mentre io sono stato un tale peccatore e un tale fiasco; quindi capisco che solo Tu puoi aiutarmi a essere misericordioso, paziente, buono e gentile.
Dovremmo mettere un braccio attorno alle spalle degli altri e incoraggiarli, ispirarli e fargli vedere che abbiamo fede in loro.
A volte abbiamo troppa fretta. È come spazientirsi con un bebè. Quanti anni ci vogliono perché cresca e i genitori gli insegnino e lo addestrino — anni di amore e pazienza.
Aiutaci ad avere pazienza. Aiutaci ad avere amore. Aiutaci a essere disposti a trovare il tempo necessario.
Se qualcosa va fatto, sei Tu a doverlo fare, Signore! Dobbiamo aspettare te e sapere che Tu lo farai! Non per potenza né per forza, ma per il tuo Spirito.[6] Ti chiediamo di insegnarci pazienza e fede — e questo richiede tempo. —David Brandt Berg[7]
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Se dunque vi è qualche consolazione in Cristo, qualche conforto d’amore, qualche comunione di Spirito, qualche tenerezza e compassione, rendete perfetta la mia gioia, avendo uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente. —Filippesi 2,1-2
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Dove sta la vera forza
Siamo abituati a pensare alla forza in opposizione alla gentilezza, alla dolcezza, alla tenerezza. Tuttavia non è sempre vero. Durante la Prima Guerra Mondiale i piloti inglesi fecero una scoperta sorprendente, cioè che spessi strati di seta fermavano lo shrapnel a bassa velocità meglio dell’acciaio. Così si avvolgevano il capo di seta e sopra quella indossavano degli elmetti di cuoio da equitazione.
Gli scienziati non sono ancora sicuri di cosa dia alla seta la sua forza, ma è vero che in certe situazioni la seta soffice, gentile e tenera può dimostrarsi più forte dell’acciaio freddo e duro.
Gesù ci ha dimostrato che lo stesso vale anche per il carattere dell’uomo… quella gentilezza, quella dolcezza, un cuore tenero verso gli altri, sono tutte qualità che hanno una grande forza! —Da storiesforpreaching.com[8]
Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 15 settembre 2015.
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