Trovare il coraggio
Compilazione
Se consideriamo tutte le cose di cui potremmo avere paura, ci possiamo rendere conto in fretta del perché non temete, in una forma o l’altra, è uno dei comandi più ripetuti nelle Scritture. Messo in maniera positiva, Dio ci dice di farci coraggio ed essere forti.1
Ma come possiamo diventare coraggiosi?
La paura spesso è la nostra reazione naturale. Non dobbiamo pensare a tutti i nostri motivi per avere paura; la paura arriva senza essere invitata. Essere forti e coraggiosi, invece, non ci viene naturale. Spesso dobbiamo pensare a vari motivi per cui dovremmo vincere le nostre paure con il coraggio. Dio ci dice di farci coraggio perché non è una cosa che viene spontaneamente; dobbiamo combattere per averlo. Confrontati da timori da tutte le parti, e anche da dentro, il coraggio dobbiamo afferrarlo. […]
In altre parole, il coraggio è alimentato dalla fede nella suprema realtà: ciò che promette al suo popolo. Dobbiamo essere incoraggiati dalle promesse divine di perdonare tutti i nostri peccati,2 di non abbandonarci mai,3 di far spuntare la luce nelle nostre tenebre,4 di fornirci tutto ciò di cui abbiamo veramente bisogno,5 di darci una via d’uscita da ogni tentazione,6 di risolvere tutte le cose, anche le peggiori, per il nostro bene,7 di farci sconfiggere anche i nostri peggiori nemici,8 di faci vivere, anche se morremo,9 di asciugare un giorno ogni nostra lacrima10 e di darci abbondanza di gioia e delizie in eterno alla sua presenza — a causa della sua presenza.11 E tantissime altre promesse simili.
Dato che il coraggio è alimentato dalla fede e avere fede vuol dire credere nelle promesse divine […] e credere a tutto ciò che Dio promette di essere per noi in Gesù,12 il coraggio biblico nasce direttamente dall’appropriazione di quelle promesse. Dobbiamo farci coraggio.
È esattamente ciò che stava facendo Davide quando, di fronte a una pericolosa opposizione, scrisse: “Sono certo che vedrò la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore; sii forte, il tuo cuore si rinfranchi; spera nel Signore!”13[…] Basandosi su ciò che credeva,14 esortò se stesso a “rinfrancare il suo cuore”, di farsi coraggio.15 Per fede, resistette alla tentazione di sopravvalutare ciò che lo minacciava e di sottovalutare la potenza o la volontà di Dio di mantenere le sue promesse. Rinfrancare il suo cuore voleva dire imporsi di credere alle promesse di Dio.
Il coraggio è sempre alimentato dalla fede, dalla fede nel bene supremo del vero Dio e di tutto ciò che promette di essere per noi in Gesù. Il coraggio, quindi, bisogna farselo; dobbiamo aggrapparci alle vere promesse fatte dal Dio vero, così che, dopo aver compiuto ogni cosa, potremo resistere nel giorno malvagio.16 Succeda quel che succeda, sappiamo che “vedremo la bontà del Signore nella terra [eterna] dei viventi”.17 —Jon Bloom18
Fatevi coraggio
Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me; nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”. —Giovanni 16,33
Non esiste un solo essere umano vivo su questa terra che non conosca dei problemi. I momenti difficili arrivano inaspettatamente, spesso rimangono indefinitamente e i ricordi dolorosi che producono mettono radici profonde nel cuore e nella mente di tanti cristiani: “nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”.
Questo versetto consolante si trova in una sezione più ampia del Vangelo di Giovanni. I capitoli dal 13 al 17 compongono quello che i teologi chiamano “Discorso d’addio”. Sono le ultime parole di Gesù, parole di rassicurazione, di conforto e di incoraggiamento per i suoi discepoli nella sala di sopra prima che fosse tradito, arrestato e crocifisso. […]
In questo versetto vediamo due realtà certe: 1) i seguaci di Gesù soffriranno una grande angoscia e, 2) Gesù ha già conquistato la vittoria. Non voleva che i suoi discepoli avessero l’impressione sbagliata che il loro ministero futuro sarebbe stato pieno di agi e conforti; e non vuole che nemmeno noi lo pensiamo.
Seguire Cristo è difficile e ci saranno opposizioni. Tuttavia, la realtà della vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, grazie alla sua stessa morte e risurrezione, provvede pace e coraggio. […] Entrando nel nostro mondo e soffrendo al nostro fianco, Gesù offre una speranza sicura che trascende il dolore e la sofferenza momentanei che questo mondo causa ai suoi seguaci.
Perciò non siamo noi a dover vincere il mondo, perché Gesù l’ha già fatto. Fornisce ai suoi figli un futuro sicuro — “una viva speranza per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti” e “per un’eredità incorruttibile, incontaminata e immarcescibile, conservata nei cieli per voi”.19 È a causa di questa realtà che possiamo “farci coraggio” ed “essere incoraggiati”. […]
Un modo adatto per rispondere alle parole di Gesù in Giovanni 16,33 è di chiederci: “In che cosa spero io?”
Proverbi 13,12 dice: “La speranza insoddisfatta fa languire il cuore, ma il desiderio realizzato è un albero di vita”. È possibile che i problemi e le prove facciano languire il nostro cuore perché riponiamo la nostra speranza in ciò che non soddisfa: un lavoro, una relazione, una posizione? Cristo ci chiede, non di riporre la nostra speranza in cose temporanee e incerte, ma nella sua vittoria eterna sul peccato e sulla morte, ottenuta sulla croce del Calvario. […] Se la nostra speranza è Cristo, potete stare tranquilli che nessun problema o nessuna prova di questa vita vi toglierà quella speranza. […]
Ci viene detto di farci coraggio, non per le nostre capacità o la nostra forza di volontà, ma nell’opera compiuta da Gesù. —Aaron Berry20
Il coraggio della mansuetudine
Il mio dizionario biblico definisce la mansuetudine come “un atteggiamento di umiltà nei confronti di Dio e di cortesia nei confronti degli uomini, partendo dal riconoscimento che Dio è in controllo delle cose”. È forza e coraggio sotto controllo, unito a bontà.
Questo tipo di mansuetudine vuol dire avere fede e pace, perché sapete che Dio è in controllo. Potete avere una natura mite e tranquilla, perché siete pieni di fede. Avete la presenza del Signore, avete le sue istruzioni e avete la sicurezza che sistemerà le cose, per quanto la situazione possa essere incredibilmente confusa o disperata.
Avete fede e quindi vi fidate. Avete uno spirito calmo. Siete miti, perché non cercate di trovare freneticamente una soluzione con le vostre sole forze. Non contate sui vostri talenti, sulla vostra saggezza e sul vostro carisma, ma sul Signore; e quella calma si manifesta agli altri come la presenza del Signore in voi. Potete farvi coraggio a causa di quella mansuetudine, quella calma dello spirito che genera fede e fiducia nell’affidabile premura di Dio nei vostri confronti. —Peter Amsterdam
Il coraggio di essere gentili
In un pomeriggio di sole, circa settant’anni fa, una bambina stava osservando insieme ai suoi amici un gruppo di uomini che giocavano a calcio dietro una rete metallica bordata di filo spinato. I bambini erano coinvolti dall’eccitazione del gioco e dalla bravura dei giocatori. Improvvisamente un calcio spedì la palla in un arco sopra la rete, facendola cadere vicino ai bambini.
«Sarebbe bello avere un pallone per giocare», disse uno dei ragazzi. «Teniamolo».
Ma la bambina non fu d’accordo. «Non è giusto tenerla», insistette, ributtando la palla oltre la rete.
Questo gesto di cortesia e onestà ebbe luogo nel cuore della Germania agli inizi degli anni ‘40, durante la Seconda Guerra Mondiale. I giocatori erano prigionieri di guerra inglesi, internati in un campo alla periferia della città. Alcuni degli amici della bambina brontolarono. Dopotutto i giocatori erano prigionieri, perché dovevano avere un pallone, mentre i bambini non l’avevano?
La cortesia richiede premurosità, tempo ed energia. Richiede anche coraggio. Richiede il coraggio di difendere da soli un argomento e di dare anche quando uno non ha molto. Il coraggio di dire di no all’indifferenza, di agire secondo ciò che uno sa essere giusto, specialmente quando la scelta giusta sembra così ovvia che «certamente qualcun altro con più tempo e risorse la noterà e farà qualcosa al riguardo».
Nella cortesia c’è forza di carattere — la forza morale e mentale di intervenire, di dare, di credere, di perseverare, di essere fedeli alle proprie convinzioni, anche quando vuol dire affrontare delle sfide o pagare un prezzo. Sono questi gli atti di cortesia che lasciano un’impressione duratura.
Sono passati oltre tre quarti di secolo, ma forse ci sono ancora dei sopravvissuti alla scena di quell’estate. Forse si ricorderanno di mia nonna, la bambina che restituì il pallone. —Avi Rue
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 16 novembre 2021.
1 Daniele 10,19.
2 1 Giovanni 1,9.
3 Ebrei 13,5.
4 Salmi 112,4.
5 Filippesi 4,19.
6 1 Corinzi 10,13.
7 Romani 8,28.
8 Romani 16,20.
9 Giovanni11,25.
10 Apocalisse 21,4.
11 Salmi16,11.
12 2 Corinzi 1,20.
13 Salmi27,13–14.
14 Salmi27,13.
15 Salmi27,14.
16 Efesini 6,13.
17 Salmi27,13.
18 https://www.desiringgod.org/articles/let-your-heart-take-courage.
19 1 Pietro 1,3–4.
20 https://www.crosswalk.com/faith/bible-study/jesus-promise-in-this-word-you-will-have-trouble-john-1633.html.
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