Trovare e definire la bellezza
Compilazione
La bellezza sta nell’occhio di chi guarda? La risposta è sì — e no. La bellezza comporta sia elementi soggettivi che oggettivi, sia gusto che verità, e per questo spesso crea qualche confusione. La capacità di percepire la bellezza non comporta una specie di “senso” che può essere coltivato e addestrato, oppure distorto e soffocato. […] In un mondo imperfetto possiamo perdere il nostro gusto per la bellezza a causa di disattenzione, narcisismo e sofferenza. Possiamo perfino sviluppare un senso per ciò che in realtà è brutto.
Sostanzialmente, la bellezza si basa sulla natura stessa di Dio, la Persona supremamente bella,1 poi sulla sua creazione, che rispecchia le sue belle intenzioni e la sua arte.2 L’ordine della creazione è splendidamente diverso nella sua bellezza, creando uno spazio per una vasta gamma di preferenze e gusti legittimi per vari e diversi aspetti della sua bellezza.3
Ci sono profondi collegamenti tra bontà, verità e bellezza (p.e. la bontà è una specie di bellezza morale4). Il significato completo della parola ebraica shalom trasmette una ricca immagine biblica: più che la semplice “pace”, shalom è l’unione e lo sviluppo di verità, bontà e bellezza in una vita prospera e completa.
Tuttavia, la rottura della shalom come risultato della caduta nel peccato ha introdotto la bruttezza nel mondo. Il male non è soltanto falso e cattivo, ma brutto (per esempio, la pornografia è una brutta distorsione del bellissimo contesto della sessualità creata da Dio). Perciò le nostre esperienze della bellezza sono spesso distorte e perfino pericolose quando la adoriamo al posto di Dio.5
Ognuno di noi ha bisogno di bellezza nella vita, nei rapporti nel lavoro e nel culto. Siamo fatti per averla e la desideriamo. La nostra sete di bellezza è un’espressione del nostro fondamentale desiderio umano di shalom, più fondamentalmente di shalom con Dio.6[…]
La bellezza del mondo punta il dito alla natura dell’Artista Divino di cui è opera. E la fondamentale aspirazione umana alla bellezza, alla shalom, è una sete che non può essere soddisfatta in questo mondo imperfetto. È un indizio che siamo stati fatti per qualcosa di più di questa vita.7 —David A. Horner
Una prospettiva cristiana della bellezza
I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento dichiara l’opera delle sue mani.8 La creazione parla di un Dio che ama la bellezza nei colori, nelle azioni e nell’ordine.
Come prima cosa, vediamo la bellezza nei colori della natura. Un tramonto rosa e arancione, dei fiori selvatici in boccio e il piumaggio degli uccelli tropicali rivelano l’amore di Dio per i colori. Dio avrebbe potuto creare un mondo in bianco e nero o avrebbe potuto darci occhi daltonici. Spargere bei colori nel mondo è opera della grazia divina.
Seconda cosa, troviamo la bellezza anche nelle azioni della creazione. Pensa al volo aggraziato di un aquila. Lasciati conquistare dai balzi aggraziati di un cervo, dalla maestosità di una cascata o dal profumo piacevole della pioggia primaverile. Dio ha creato bellezza in ogni manifestazione della natura.
Da ultimo, si può apprezzare la bellezza solo in confronto a Dio stesso. Il teologo Wayne Grudem dice: “La bellezza di Dio è l’attributo divino per il quale Lui è la somma di ogni qualità desiderabile”.
Il salmista disse: “Una cosa ho chiesto al Signore, e quella ricerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore, e meditare nel suo tempio”.9 E anche: “Splendore e maestà sono davanti a lui forza e bellezza sono nel suo santuario”.10
Ma come possiamo confrontare l’infinita bellezza di Dio con la bellezza che troviamo in un mondo imperfetto? Come possiamo valutare se un’opera d’arte si avvicina al carattere divino della bellezza? La risposta sta nel collegamento tra verità, bellezza e bontà.
La vera bellezza si trova solo dove si ama la verità. La vera bellezza si trova solo dove si apprezza la bontà. Nella valutazione di Dio, la bellezza estetica non può manifestarsi in un quadro al fianco del male o della falsità. Un dipinto può raffigurare il male, ma non può comunicare che il male è buono. […]
In conclusione, al di qua del cielo non penseremo mai nel modo giusto alla bellezza, né produrremo sempre bellezza nella nostra vita e nel nostro lavoro. Tuttavia dobbiamo andare avanti con una mente cristiana rinnovata e rifiutare di conciliarci con il mondo. Dobbiamo desiderare l’estetica celeste, perché “da Sion, perfetta in bellezza, Dio è apparso nel suo fulgore”.11 Per la gloria di Dio, possa la bellezza di Dio in Cristo santificare la nostra visione, i nostri desideri e la nostra vita. —Scott Lamb12
Cosa dice la Bibbia sulla bellezza
Che la bellezza sia un concetto individuale è chiaro a tutti. Tuttavia molti non si rendono conto che anche Dio ha un suo concetto della bellezza. Nessuno lo definisce per Lui. Se una persona è bella per Dio, rientra nel concetto divino della bellezza.
Per esempio, Dio non usa mai l’aspetto fisico esteriore di una persona per stabilire la sua bellezza. Quando il profeta Samuele esaminò i figli di Isai alla ricerca del nuovo re d’Israele, rimase colpito dall’aspetto di Eliab. Dio però gli disse: “Non badare al suo aspetto né alla sua statura, perché io l’ho scartato; infatti il Signore non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell’uomo: l’uomo guarda all’apparenza, ma il Signore guarda al cuore”.13 Dio non è assolutamente impressionato dell’aspetto esteriore di una persona. Dio guarda la bellezza interiore, la bellezza del cuore.
Dio non usa mai l’origine o la cultura di una persona come criterio della bellezza. Le persone di una cultura non vedono quasi mai la bellezza nelle persone di una cultura diversa. Solo una rivelazione divina poteva convincere Pietro a entrare nella casa di un Gentile e predicargli il Vangelo.14 Ci volle un angelo per mettere insieme Pietro l’Ebreo e Cornelio il Gentile. Solo un segno divino convince i testimoni ebrei che i Gentili avevano indubbiamente il diritto a essere figli di Dio. Quando Pietro disse “In verità io comprendo che Dio non usa alcuna parzialità”,15 stava dicendo: “Finalmente capisco”. Pietro si rese conto che a Dio non interessa l’origine o la cultura di una persona. Dio accetta felicemente chi lo onora e gli ubbidisce. Il suo concetto di bellezza è diverso, perché ignora le preferenze e i pregiudizi culturali. […]
Che cosa è bello agli occhi di Dio? […] Le beatitudini rivelano alcuni dei parametri divini per la bellezza. La consapevolezza della propria povertà nello spirito, il dispiacere per la malvagità, la fame e sete di giustizia, la misericordia, la purezza di spirito e l’adoperarsi per la pace sono tutte qualità della bellezza. Anche nelle epistole si mettono in risalto le virtù apprezzate da Dio: mantenere viva la fede mentre si sopportano difficoltà materiali, controllare la lingua, sopportare danni personali per proteggere l’influenza della chiesa, sacrificarsi per il bene degli altri e vivere secondo le proprie convinzioni cristiane nonostante il ridicolo. Tutte queste cose sono belle per Dio. —Da gotquestions.org16
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 22 ottobre 2019.
1 Salmi 27,4.
2 Genesi 1; Salmi 50,2.
3 Ecclesiaste 3,11.
4 Filippesi 4,8.
5 Genesi 3,6; Romani 1,21–25.
6 Romani 5,1.
7 Ecclesiaste 3,11.
8 Salmi 19,1.
9 Salmi 27,4 NR.
10 Salmi 96,6.
11 Salmi 50,2 NR.
12 http://mbcpathway.com/2005/12/23/article32446-htm.
13 1 Samuele 16,7 NR.
14 Atti 10.
15 Atti 10,34.
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