Soci di Dio
Compilazione
Dato che Io sono il Creatore di tutto ciò che esiste e che tu sei fatto a mia immagine, hai dentro di te un tesoro di energia creativa. Sforzati di vedere le circostanze da una prospettiva nuova, con il desiderio di collaborare con Me mentre creo cose nuove dentro di te — e attraverso di te. Anche se sono il Signore dell’universo, desidero lavorare in società con te. Consentendo a questa avventura sacra, diventerai fino in fondo la persona che ti ho destinato a essere.1 —Gesù
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La preghiera è una grande iniziativa imprenditoriale congiunta tra il Creatore e le sue creature. In preghiera uniamo le nostre forze a quelle del Dio dell’universo per realizzare la sua volontà nel nostro mondo. Ci chiede di inoltrare la richiesta, poi Lui replica con una risposta. […]
Se tutto ciò è vero, allora […] le preghiere fatte con potenza sono un partenariato. […] Dio è trascendente, sufficiente e onnipotente, non dipende da noi per alcuna cosa. Ma ci invita a diventare suoi partner. Da parte nostra è un privilegio lavorare in tandem con Dio per realizzare la sua volontà sulla terra, in un partenariato costruito sulla sua grazia.
A noi, che siamo deboli e peccatori, è concesso il privilegio di una comunicazione diretta e costante con il Padre, per riuscire a comprendere la sua volontà, conoscerlo più intimamente e quindi chiedergli le cose che Lui adora fare per noi.
Le preghiere fatte con forza spingono Dio a rispondere. Sì, la preghiera è una conversazione […] ma è anche qualcosa di più. Ha una vera potenza — e l’ha perché Dio sceglie di agire in risposta a ciò che gli chiediamo.
Non che la preghiera sia una formula segreta o un incantesimo, è solo che esiste un Dio reale e vivo che risponde alle nostre richieste. Si fa vedere. E quando si fa vedere succedono cose soprannaturali. Succedono cose celesti qui sulla terra, quando preghiamo in sintonia con la volontà divina, perché Dio ha semplicemente scelto di operare la sua volontà in questo modo. […]
Mi vengono i brividi quando qualcuno dice qualcosa come: “Alcuni di voi possono dare, altri possono andare; e se tu non puoi fare né l’uno né l’altro, il minimo che puoi fare è pregare”. Il minimo è pregare? No, il massimo che puoi fare è pregare!
La preghiera è un ministero, come sfamare i poveri, predicare il vangelo e consigliare chi ha il cuore rotto. La preghiera è un procedimento attivo in cui ci si unisce ai piani di Dio, nella potenza di Dio, per realizzare la volontà di Dio. […]
Ecco la grande domanda: vuoi far parte dell’iniziativa imprenditoriale più grande dell’intera creazione, per realizzare cose celesti sulla terra in tandem con il Creatore dell’universo?
Allora il piano è semplice. Prega, Chiedi. Irrompi nella sala del trono celeste con in mano la tua richiesta.
Unisciti alla grande iniziativa imprenditoriale e diventa socio del Dio che ha promesso di ascoltare e di rispondere. —Brandon Cox2
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Dio vuole essere un collaboratore attivo nella nostra vita e merita senz’altro di esserlo. Più collaboriamo con Lui, più vantaggi ne ricaviamo.
Un elemento essenziale di questa collaborazione è l’essere disponibili a Lui e per Lui. A Lui nel senso di essere sensibili a quando vuole comunicare con noi ed essere disposti ad ascoltare quello che vuole dirci. Per Lui nel senso di essere a sua disposizione come agenti del suo proposito nella vita degli altri, facendo da tramite per la sua comunicazione con chi non ha ancora un rapporto con Lui.
La nostra disponibilità spirituale e pratica conferma al Signore che lo riteniamo un partner a pieno titolo nella nostra vita e che vogliamo il suo coinvolgimento in tutto ciò che facciamo. —Peter Amsterdam
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Durante la guerra civile americana, Abraham Lincoln partecipò a una colazione di preghiera con un gruppo di ministri ecclesiastici. Lincoln non era un cristiano praticante, ma era un uomo con una fede profonda, anche se a volte non convenzionale. A un certo punto, uno dei ministri disse: “Sig. Presidente, preghiamo che Dio sia dalla nostra parte”. La risposa di Lincoln indicò una visione molto più grande: “No, signori, preghiamo di essere noi dalla parte di Dio”.
Lincoln rammentò a quegli ecclesiastici che la religione non è uno strumento per far fare a Dio ciò che vogliamo noi, ma un invito a renderci disponibili a essere e a fare ciò che vuole Dio. —Da storiesforpreaching.com 3
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Siamo collaboratori di Dio. Questo si applica a ogni settore della vita, preghiera compresa. Questa è la risposta a una domanda che ci facciamo spontaneamente quando riflettiamo sulle frasi espresse da Gesù in Matteo 6. Disse che non dobbiamo continuare a pregare con ripetizioni inutili come i pagani, perché nostro Padre sa di cosa abbiamo bisogno ancora prima di chiederglielo.4
La domanda allora è: perché pregare? La risposta è semplice e confortante. Per sua grazia, Dio ha scelto di concederci il privilegio di essere suoi soci, sia nel campo fisico sia in quello spirituale della nostra vita. Mediante la preghiera collaboriamo con Lui per sconfiggere le potenze del male e contribuire alla realizzazione dei suoi propositi amorevoli per il mondo. Soci di Dio: che privilegio! Che incentivo alla preghiera! —Herbert Vander Lugt5
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Anche se Dio conosce ogni nostro bisogno,
alle sue azioni vuole che partecipiamo;
rivolgendoci l’invito alla preghiera,
alla sua opera vuole che ci associamo.
—D. De Haan
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 28 maggio 2019.
1 Sarah Young, Jesus Lives (Nashville: Thomas Nelson, 2009).
2 https://pastors.com/powerfulprayers/
3 http://storiesforpreaching.com/category/sermonillustrations/gods-sovereignty. Fonte: questo è un aneddoto ampiamente diffuso e trovato su internet; è citato anche in vari studi. Non ho potuto confermarne l’autenticità storica.
4 Matteo 6,7–8.
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