Ragionevole servizio
di Peter Amsterdam
In un periodo particolarmente affaccendato, una modifica nel mio modo di vedere le cose ha cambiato in meglio il mio atteggiamento. A quel tempo avevo una quantità enorme di lavoro da fare. Ero piuttosto stanco, quasi esausto, a essere onesti; ma mi sono reso conto di una cosa: “Be’ cosa posso aspettarmi?” Ci stavamo occupando di alcuni grandi progetti, di ognuno dei quali il Signore aveva confermato la necessità all’epoca, quindi ovviamente c’era molto da fare. Il versetto che mi era venuto in mente era: “Vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio”.1
Mi sono reso conto ancora una volta che le lunghe ore di lavoro e la stanchezza facevano parte del mio ragionevole servizio, parte del presentarmi come sacrificio vivente davanti al Signore. È il morire ogni giorno di cui parla Paolo in 1 Corinzi: “Io muoio ogni giorno”.2
Questo mi ha fatto pensare ad alcuni grandi uomini e donne di Dio, i nostri progenitori nella fede, e a ciò che diedero e sopportarono nel corso della loro vita. Abbiamo tutti le nostre battaglie e le nostre prove, che sono molto difficili e faticose. Affrontiamo situazioni molto impegnative, o che comportano dolori e sacrifici che ci costano molto personalmente. Sono sicuro che abbiamo avuto tutti dei momenti in cui ci siamo sentiti tanto stanchi da pensare di non poter andare avanti.
Ma quando si pensa a quello che dovettero sopportare alcuni dei grandi personaggi di Dio, persone come Amy Carmichael, David Livingstone, William Carey, Hudson Taylor e tanti altri, fin troppi da nominare, si cominciano a vedere le difficoltà della vita in un contesto differente. Molti di loro hanno perso alcuni dei loro figli, il marito o la moglie sul campo di missione, hanno sofferto ripetutamente di cattiva salute; molti hanno sofferto la solitudine, alcuni hanno lottato contro la depressione, hanno dovuto lavorare anno dopo anno senza vedere molti risultati.
È un aiuto sapere che non siamo soli. “Anche noi dunque, essendo circondati da un così gran numero di testimoni, deposto ogni peso e il peccato che ci sta sempre attorno allettandoci, corriamo con perseveranza la gara che ci è posta davanti”.3 Questi uomini e queste donne di Dio possono ben capire molte delle cose che ognuno di noi sopporta ogni giorno. Combatterono molte battaglie spirituali e fisiche.
Penso che molti di noi probabilmente guardino questi grandi personaggi e pensino: “Be’, io sono in tutta un’altra categoria dalla loro”. Ma questi grandi uomini e donne del passato fanno parte della nostra “eredità spirituale”.
Questi grandi personaggi del passato possono ispirarci; possiamo imparare molto dal loro atteggiamento e dai loro punti di vista riguardo alla vita che conducevano per il Signore. Dovevano avere la visione celeste e ciò dava loro la fede di sopportare i sacrifici fisici e spirituali, molto reali, che facevano per seguire la volontà del Signore.
Il versetto che viene subito dopo “presentate i vostri corpi quale sacrificio vivente” è: “Siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente”.4 Questo si applica molto bene al dover avere la prospettiva giusta delle difficoltà che affrontiamo e dei sacrifici che facciamo per il Signore e per gli altri. Avere la prospettiva giusta, realistica ma anche positiva e piena di lode, può fare una differenza enorme.
Quando la vostra prospettiva si è rinnovata ed è di nuovo in linea con quella del Signore, trasforma letteralmente la vostra vita. Così ogni volta che siete tentati di pensare che la vita sia troppo difficile, o le battaglie troppo pesanti, o che il lavoro sia troppo duro, può essere utile vedere le sfide da questa prospettiva; può aiutarvi a vedere le cose in maniera più positiva.
Anni fa, quando me la prendevo per qualcosa e mi lamentavo di questo e di quello, mia moglie mi faceva quella che chiamavo “la predica della prigione” e diceva: “Se pensi che le cose siano difficili per te, immagina soltanto come doveva essere per quei missionari del passato che furono buttati in prigione e dovettero soffrire per tanti anni. Allora vedresti che in confronto ai loro problemi, i tuoi non sono poi così difficili”. Be, quando me lo diceva, non mi piaceva, ma ecco che dopo tutti questi anni finalmente sto cominciando a capire.
Capire quello che gli altri hanno sofferto, i sacrifici che hanno fatto, la vita difficile che hanno avuto e l’impatto che la loro forza e la loro perseveranza hanno avuto sul mondo — non solo quello dei loro giorni, ma anche a quello di oggi, grazie alla loro presa di posizione per fede — mi è servito a mettere nella prospettiva giusta la mia vita e il mio lavoro. Anzi, mi ha aiutato ad affrontare i miei doveri con più gioia, rendendomi conto che è lavorando sodo e facendo qualsiasi lavoro necessario, che si fanno progressi e si ottengono le vittorie.
Quando lavoro sodo o faccio qualcosa di particolarmente difficile per me, quando devo fare qualche passo in più, quando devo fare qualche attività che mi sembra banale, sto svolgendo il mio “ragionevole servizio” — il “sacrificio vivente” di cui parla Paolo in questi versetti. Quando collego il significato in questo modo, cambia il mio modo di pensare al lavoro duro e ai momenti difficili. Li vedo molto più positivamente e ciò mi ha aiutato ad avere un atteggiamento più positivo.
L’apostolo Paolo ha decisamente sperimentato un sacco di prove e angustie al servizio del Signore. Ha detto:
Tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato un giorno e una notte negli abissi marini. Spesso in viaggio, in pericolo sui fiumi, in pericolo per i briganti, in pericolo da parte dei miei connazionali, in pericolo da parte degli stranieri, in pericolo nelle città, in pericolo nei deserti, in pericolo sul mare, in pericolo tra falsi fratelli; in fatiche e in pene; spesse volte in veglie, nella fame e nella sete, spesse volte nei digiuni, nel freddo e nella nudità. Oltre a tutto il resto, sono assillato ogni giorno dalle preoccupazioni che mi vengono da tutte le chiese.5
Ma in tutte le sue esperienze, le privazioni fisiche, le battaglie e le tribolazioni spirituali, Paolo ha tenuto lo sguardo fisso alla visione celeste. Anche quando racconta le cose come stavano— “siamo stati molto provati, oltre le nostre forze, tanto da farci disperare perfino della vita” — riassume la situazione con un’esclamazione di lode, una dichiarazione di fede: “Egli ci ha liberati e ci libererà da un così gran pericolo di morte, e abbiamo la speranza che ci libererà ancora”.6
Sono sicuro che Paolo ha dovuto fare la scelta consapevole di avere una prospettiva positiva e di vedere con fede e lode i sacrifici e il prezzo di servire Gesù. Sentite alcune delle altre cose che dice.
Ma io non ne tengo alcun conto e la mia propria vita non mi è cara, pur di terminare con gioia il mio corso.7
Ci vantiamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce perseveranza, la perseveranza esperienza e l'esperienza speranza. Or la speranza non confonde, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo.8
Io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non sono affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi.9
Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà l'afflizione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada? Come sta scritto: «Per amor tuo siamo tutto il giorno messi a morte; siamo stati reputati come pecore da macello». Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati. Infatti io sono persuaso che né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future, né altezze né profondità, né alcun'altra creatura potrà separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.10
Sono ripieno di consolazione e sovrabbondo di gioia in mezzo a tutta la nostra afflizione.11
Perciò noi non ci perdiamo d'animo; ma, anche se il nostro uomo esteriore va in rovina, pure quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria; mentre abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.12
Ma Egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza è portata a compimento nella debolezza». Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. Perciò io mi diletto nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle avversità per amore di Cristo, perché quando io sono debole, allora sono forte.13
E io molto volentieri spenderò e sacrificherò me stesso per voi.14
Questi sono versetti molto espressivi. Servono davvero a darci una prospettiva nuova del nostro “ragionevole servizio” e “sacrificio vivente”. È bene ricordarci che la nostra vita di discepoli comporta lavoro duro, qualche difficoltà, una guerra spirituale e dei sacrifici. Quando succede non dovremmo sorprenderci o chiederci cosa c’è che non va. È una cosa normale.
Grazie al cielo la nostra vita per il Signore non è fatta solo di sacrifici; la maggior parte delle volte le cose non vanno tanto male. C’è molto lavoro e ci sono difficoltà e ostacoli, ma se abbiamo l’atteggiamento giusto, allora possiamo vedere che abbiamo anche molte benedizioni e molti benefici. Possiamo lodare il Signore per la grazia che ci dà quando dobbiamo lavorare duro e fare sacrifici; e possiamo approfittare delle promesse della sua Parola per affrontare le prove dignitosamente, rendendoci conto che molti grandi personaggi ci sono passati prima di noi e hanno fatto la stessa cosa per il loro Signore e Salvatore. Siamo in buona compagnia!
1 Romani 12,1 LND.
2 1 Corinzi 15,31.
3 Ebrei 12,1.
4 Romani 12,2.
5 2 Corinzi 11,25–28 NR.
6 2 Corinzi 1,8,10 NR.
7 Atti 20,24.
8 Romani 5,3–5.
9 Romani 8,18.
10 Romani 8,35–39.
11 2 Corinzi 7,4.
12 2 Corinzi 4,16–18.
13 2 Corinzi 12,9–10.
14 2 Corinzi 12,15 NR.
Titolo originale: Reasonable Service
Pubblicato originariamente nel Novembre 2008.
Aggiornato e ripubblicato in Inglese il 4 Marzo 2013.
Letto in Inglese da Simon Peterson.
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