Poveri in spirito e beati
Compilazione
Matteo 5:3 dice: “Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli”. Vi siete mai chiesti cosa significhi? A prima vista, potrebbe sembrare che indichi persone tristi o scoraggiate. Ma se guardiamo più da vicino, significa molto di più. Mi piace confrontare le varie versioni della Parola e, quando leggo la NLT1, questo versetto assume una luce un po’ più chiara: “Dio benedice coloro che sono poveri e si rendono conto di avere bisogno di Lui, perché il Regno dei cieli appartiene a loro”. […]
Non credo che intendesse per forza deboli nel corpo. Quelle circostanze potrebbero spingerci a riconoscere meglio il nostro bisogno di Lui, se pensiamo alla “spina nella carne” di Paolo (2 Corinzi 12) o alla “donna con la perdita di sangue” (Luca 8:43-48). Non credo nemmeno che si riferisse solo alle limitazioni finanziarie, anche se, anche qui, quando non siamo in grado di provvedere ai bisogni materiali, a volte vediamo più chiaramente il bisogno che abbiamo di Lui. Ma la verità è che queste situazioni sono troppo facili.
Gesù vuole che accettiamo con umiltà il fatto che da soli non siamo sufficienti. Semplicemente non siamo abbastanza. Ma cerchiamo di esserlo. Cerchiamo con tutte le nostre forze di essere autosufficienti e indipendenti, perché a volte crediamo alla menzogna che siano queste le cose che ci rendono forti. Queste, però, sono le vie del mondo, non del Regno dei Cieli. […]
Solo alcuni versetti dopo, Gesù chiama “beati” quelli che piangono e sono perseguitati. Sono cose difficili che nessuno vorrebbe né chiamerebbe “benedizioni” nel nostro contesto di nazioni avanzate. Quando Gesù disse ai suoi che sarebbero stati “beati” nelle varie circostanze elencate nelle Beatitudini, non era perché avrebbero meritato una benedizione o ne sarebbero stati degni, ma perché nel sentire, cercare, dare e sperimentare queste cose scomode e difficili, Lui sarebbe stato con loro. Lui da solo è la benedizione! […]
Se esamini la tua vita, pensa alle volte in cui il Signore ha fatto ciò che aveva detto che avrebbe fatto. Le volte in cui ti ha sostenuto quando non potevi stare in piedi da solo. Quando ha provveduto quando nessun altro poteva farlo. Forse anche quando non ha fatto ciò che speravi ma ti ha aiutato a sopravvivere, anche in mezzo a un grande dolore. […]
Non siamo in grado di farcela con le nostre forze. Non abbiamo tutte le risposte. Ma Lui ce l’ha. Ci precede e ci segue (Deuteronomio 31:8). Ci guida come un pastore e ci porta vicino al suo cuore (Isaia 40:11). Sa di cosa abbiamo bisogno più di quel che ne sappiamo noi (Matteo 6:8).
Soprattutto, abbiamo bisogno di Lui. Prego che oggi vi uniate a me nel dirgli che avete bisogno di Lui, non per un minuto o un’ora, ma sempre. —Maggie Cooper[2
Beati gli umili
Una volta chiesero a Billy Graham che cosa intendesse Gesù quando disse che dovevamo essere poveri in spirito e non sforzarci di essere ricchi in spirito. Graham rispose brillantemente con quanto segue:
Cosa intendeva dire? Semplicemente questo: dobbiamo essere umili nello spirito. Se metti la parola “umile” al posto della parola “povero”, capirai cosa intendeva. In altre parole, quando ci avviciniamo a Dio, dobbiamo renderci conto del nostro peccato, del vuoto e della povertà spirituale che c’è in noi. Non dobbiamo essere presuntuosi o orgogliosi, pensando di non avere bisogno di Dio. Se lo siamo, Dio non può benedirci. La Bibbia dice: “Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili” (Giacomo 4:6).
In questo contesto, “beato” indica l’esaltazione celeste, spirituale, piuttosto che la felicità o la prosperità terrena. In ebraico, “povero” indica sia i poveri materiali che i fedeli tra il popolo di Dio. I poveri in spirito sono coloro che hanno il cuore dei poveri, lo stesso atteggiamento dei poveri e sono totalmente dipendenti da Dio.
Ciò si ricollega alle parole di Cristo in Matteo 23:12: “Chiunque si innalzerà sarà abbassato e chiunque si abbasserà sarà innalzato”. —Christianity.com[3
La benedizione del sentirsi dipendenti
Diversi episodi nei Vangeli ci danno una buona immagine del tipo di persone che hanno fatto colpo su Gesù. Una vedova che mise i suoi ultimi spiccioli nella cassa delle offerte. Un esattore delle tasse disonesto, così angosciato da arrampicarsi su un albero per vedere meglio Gesù. Un bambino senza nome e senza descrizione. Una donna con una serie di cinque matrimoni infelici. Un mendicante cieco. Un’adultera. Un uomo con la lebbra. La forza, il bell’aspetto, le conoscenze e l’istinto competitivo possono portare una persona al successo in una società come la nostra, ma queste stesse qualità possono bloccare l’ingresso nel regno dei cieli.
Dipendenza, dolore, pentimento, desiderio di cambiare: queste sono le porte del regno di Dio. “Beati i poveri in spirito”, disse Gesù. Un commentario lo traduce con “beati i disperati”. Non avendo altro a cui rivolgersi, i disperati possono rivolgersi a Gesù, l’unico che può offrire la liberazione che desiderano.
Gesù credeva davvero che una persona povera in spirito o afflitta o perseguitata o affamata e assetata di giustizia avesse un “vantaggio” particolare rispetto a tutti noi. Forse, solo forse, la persona disperata invocherà aiuto da Dio. In quel caso, quella persona è veramente beata. Gli studiosi cattolici hanno coniato l’espressione “opzione preferenziale di Dio per i poveri” per descrivere un fenomeno che hanno riscontrato sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento: la parzialità di Dio verso i poveri e gli svantaggiati.
Perché Dio dovrebbe scegliere i poveri per un’attenzione speciale rispetto a qualsiasi altro gruppo? […] La dipendenza, l’umiltà, la semplicità, la cooperazione e la fiducia sono qualità molto apprezzate nella vita spirituale, ma estremamente elusive per le persone che vivono negli agi. Ci possono essere altre vie per arrivare a Dio, ma sono difficili – difficili come per un cammello infilarsi nella cruna di un ago. Nel Grande Capovolgimento del Regno di Dio, i santi benestanti sono molto rari. […]
Il regno di Dio ribalta la situazione. I poveri, gli affamati, i piangenti e gli oppressi sono veramente beati. Non a causa delle loro misere condizioni, ovviamente – Gesù ha trascorso gran parte della sua vita cercando di porre rimedio a queste miserie. Piuttosto, sono benedetti per il loro vantaggio innato rispetto a chi è più agiato e autosufficiente. Le persone ricche, belle e di successo possono vivere facendo affidamento sui loro talenti naturali. Le persone prive di tali vantaggi naturali, quindi non qualificate per il successo nel regno di questo mondo, potrebbero rivolgersi a Dio nel momento del bisogno. Gli esseri umani non ammettono facilmente la propria disperazione. Quando lo fanno, il regno dei cieli si avvicina. —Philip Yancey4
La vita nel Regno di Dio
Quando Gesù si sedette a parlare alla gente, diede loro una visione di come sarebbe stata la vita nel Regno di Dio. Era molto diverso da quello che tutti avevano pensato fino ad allora. Prese tutti i comandamenti dell’Antico Testamento, li approfondì e li rese più adatti a ciò che accade realmente dentro di noi.
Ma è molto interessante il modo in cui inizia: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”, e la parola “povero in spirito” è in realtà una parola che indica un mendicante per strada. Il senso è quello di uno che non ha nulla e lo sa.
Quello che dice è che la via per entrare nel regno dei cieli è sapere di non avere nulla, ma purtroppo la maggior parte di noi non la pensa così. La maggior parte di noi pensa di avere qualcosa ed è questo che ci tiene lontani dal regno dei cieli: tutte quelle cose che pensiamo di avere.
Quello che Gesù ci chiede di fare è una cosa completamente diversa. Non è l’autosufficienza né il fare affidamento su di sé né il renderci presentabili così da poter far parte del regno di Dio ed essere seguaci di Cristo. In realtà è come dire: “Non c’è nulla in me che possa fare queste cose. Non posso seguire Cristo da solo. Non posso amare il mio prossimo. Non posso amare i miei nemici. Non posso mantenere la parola data”, tutte cose che si trovano nel sermone sul monte. L’ingresso si ottiene dicendo: “Non ho nulla. Per questo ho bisogno di Cristo”. —Barbara Juliani5
Cristo-sufficienza
Quando raggiungi la fine delle tue capacità umane, quando colpisci il muro dei tuoi limiti e ti rendi conto della piena portata della tua fragilità umana, è allora che arrivi alla piena consapevolezza che “agli uomini questo è impossibile” (Matteo 19:26). Ma il punto che sembra la fine di tutto ciò che ti è possibile è il punto dei grandi inizi. È il luogo dove tu finisci e Io inizio, dove “se puoi credere, tutto è possibile” (Marco 9:23).
Quello che può sembrare un momento di grande sconfitta per te non è un momento di fallimento totale o di sconforto e mancanza di speranza. È vero il contrario, perché la linea che segna i tuoi limiti è il punto in cui iniziano la mia potenza e la mia gloria. È lì che arrivi al monte santo, alla casa del tuo Dio, alla porta del Re dei re.
Sei tornato alla casa di tuo Padre e Lui, che ti ha visto arrivare da lontano, ora corre ad accoglierti a braccia aperte, con grande gioia ed esultanza. È il punto in cui sei finalmente giunto alla fine di te stesso, ti sei riconosciuto incapace e ti sei rivolto a Me, cercando la mia presenza. Riconoscendo la tua povertà spirituale, benefici del mio regno in tutta la sua abbondanza.
Quando scopri che non ce la puoi fare, che senza di me non puoi fare nulla, puoi superare i tuoi limiti e trovare la mia sufficienza. Un’anima che è giunta alla fine di se stessa, della sua resistenza e delle sue capacità umane e si rivolge a Me riceverà potenza dal mio Spirito e dalla mia presenza. —Gesù
Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 20 febbraio 2024.
1 Holy Bible, New Living Translation, copyright © 1996, 2004, 2015 Tyndale House Foundation.
2 https://www.biblestudytools.com/bible-study/topical-studies/what-does-it-mean-to-be-poor-in-spirit.html
3 https://www.christianity.com/jesus/life-of-jesus/teaching-and-messages/who-are-the-poor-in-spirit.html
4 Philip Yancey, The Jesus I Never Knew (Grand Rapids: Zondervan, 2008), 116–117.
5 https://www.crosswalk.com/video/video-q-a/what-does-blessed-are-the-poor-in-spirit-mean-matthew-5-3.html
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