Pensieri sul Re
Maria Fontaine
Una domanda che ci si potrebbe fare riguardo al dono divino della salvezza è perché Dio, che è onnipotente, dovette mandare sulla terra il suo amato Figlio perché morisse per noi, compiendo il più grande sacrificio di sempre. Non avrebbe potuto semplicemente perdonarci schioccando le dita e dicendo: “Fatto”? Perché non lo fece? Perché voleva che capissimo com’è fatto il suo amore illimitato e fino a che punto quell’amore si sarebbe spinto per noi. Gesù fu disposto ad aiutarci a imparare cos’è l’amore dando tutto Se stesso per noi.
Come avremmo potuto imparare a capire lo Spirito d’Amore di Dio, se non avessimo visto l’esempio di sofferenza e sacrificio datoci da Gesù, che confidò in suo Padre in ogni cosa? Allo stesso modo chiede a noi di camminare come ha fatto Lui, affrontando con coraggio quello che succede nella nostra vita, confidando che ci aiuterà a superarlo.
L’esempio più grande che possiamo dare è quello di avere fede anche in circostanze avverse, cosa che può motivare altri a fare lo stesso. Possono leggere l’esempio di Gesù nella Bibbia e nei libri che descrivono come i cristiani abbiano manifestato la loro fede e la loro fiducia in passato. Ma quando vedono i suoi figli, soggetti a tutte le stesse difficoltà che devono affrontare loro, dimostrare come la fede può essere messa in pratica oggi, possono capire molto meglio e desidereranno di avere anche loro la stessa fede.
Gesù ci chiede di essere un esempio di fiducia in alcune cose che a noi possono sembrare molto traumatiche, ma ci ha promesso di stare con noi per proteggerci in ogni situazione e di non darci più di quello che possiamo sopportare. Ha promesso di aprirci sempre una strada anche nei momenti peggiori.
Gesù capisce le nostre battaglie. Soffrì dolore, umiliazione, critiche, rabbia, antagonismo, gelosia, disprezzo e fu vittima di sospetti e bugie. Affrontò stanchezza, insonnia, fame, sete, freddo e malattia. Fu disprezzato, respinto, insultato, tradito, abbandonato, ostracizzato e alla fine torturato e condannato a morte.
Soffrì l’intera gamma di ciò che gli esseri umani possono subire. Con il suo esempio e i suoi insegnamenti ci insegnò ad affrontare le avversità e perfino a trovare gioia in mezzo ai guai. Ci offrì il modo di trovare la pace in mezzo a tutto e a trionfare. Scelse di dare e continuare a dare finché non gli rimase altro che il fragile filo della vita, poi diede anche quello, non per ricavarne gloria o lode, ma per la gioia di offrirci l’amore che Lui solo poteva darci. Ci ha detto:
“Come il Padre ha mandato me, così io mando voi”. —Giovanni 20:21
“Vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, anche voi amatevi gli uni gli altri”. —Giovanni 13:34
Gesù ha già pagato il prezzo più alto per la nostra salvezza. Ora ci dà la forza, mediante il suo Spirito Santo, di essere un esempio d’amore per gli altri. Ci prepara con amore per i compiti che ci aspettano. Il processo d’apprendimento nella vita spesso mette alla prova il nostro temperamento e ci insegna attraverso esperienze difficili, per benedirci con la comprensione, la convinzione e la compassione di cui abbiamo bisogno per aiutare gli altri. E promette che per ogni sacrificio fatto ne sarà valsa la pena.
“Io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non sono affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi”. —Romani 8:18
“Poiché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così per mezzo di Cristo abbonda pure la nostra consolazione”. —2 Corinzi 1:5
Leggete i seguenti pensieri di persone che hanno sofferto molto..
* * *
Devo chiedermi come potrei aspettarmi di conoscere Gesù nel modo in cui vuole essere conosciuto, se la mia vita rimane indenne da dolore e problemi. Come posso sperare di avere la minima conoscenza del cuore di Dio per questo pianeta malato, se non piango perché la sua malattia mi colpisce e mi spezza il cuore? Come posso riflettere la sua immagine, se non condivido le sue sofferenze? —Carolyn Custis James
Quanto ti senti più infelice, abbi fede che nel mondo ci sia qualcosa che puoi fare. Finché puoi lenire il dolore di un altro, la vita non è invano. —Helen Keller
Una delle realtà della sofferenza più interessanti è che il nostro dolore parla anche a chi ci sta vicino. Il mondo gravita intorno al paziente malato di cancro che ha speranza e pace. I presenti si meravigliano davanti ai genitori che si aggrappano al Buon Padre mentre seppelliscono loro figlio. I miei amici rimangono sorpresi quando posso minimizzare i commenti odiosi sulla mia disabilità [di non avere braccia] e rivolgere la mia attenzione a ciò che Dio dice di me. —Daniel Ritchie
Quando sei divorato dalla vocazione divina nella tua vita, tutto acquista un nuovo senso e un nuovo significato. Comincerai a vedere ogni aspetto della tua vita – compreso il tuo dolore – come un mezzo attraverso il quale Dio può operare per condurre altri a Sé. —Charles Stanley
“Nonostante pene, perdite e dolore, il nostro corso è sempre avanti; seminiamo sulle brulle pianure di Birmania, raccoglieremo sul monte Sion”. Se non fossi stato sicuro che ogni battaglia aggiuntiva era ordinata da amore e misericordia infinite, non sarei sopravvissuto al montare delle mie sofferenze”. —Adoniram Judson
Ero solito pensare che essere nato senza braccia fosse la cosa più orribile che potesse accadere a una persona. In Cristo, Lui mi ha aiutato a dire che la cosa peggiore e più dolorosa che mi è capitata, è allo stesso tempo la cosa migliore che mi sia capitata. —Daniel Ritchie
Un cristiano è una persona che condivide le sofferenze di Dio nel mondo. —Dietrich Bonhoeffer
Se non facciamo nulla per diffondere il regno di Dio, possiamo aspettarci le stesse cose che Cristo incontrò su quella strada: abuso, indifferenza, ingiustizia, incomprensione, problemi di qualche tipo. Accettalo. Perché no? Sei stato chiamato per questo (Vedi 1 Pietro 2:21). —Elisabeth Elliot
Il nostro dolore ci dà un pulpito. Allora la domanda diventa: cosa sto dicendo al mondo in mezzo al mio dolore? Lascia che la mia fede diventi il prodotto delle circostanze, oppure Dio è sempre buono, anche se le circostanze non lo sono? La portata del suo carattere e della sua grazia non cambiano con l’arrivo della sofferenza. Mentre confido in Dio, anche nel dolore, permetto alla mia vita di parlare di una speranza che si estende ben oltre ciò che possiamo vedere o toccare.
Abbiamo la difficile chiamata di 1 Pietro 1:6-7 che ci comanda di gioire quando siamo afflitti da molte prove. Perché gioiamo? ‘Affinché la prova della vostra fede […] risulti a lode, onore e gloria nella rivelazione di Gesù Cristo’. La nostra buona volontà di soffrire con gioia per la gloria di Dio dà una testimonianza che nessuno di noi potrebbe esprimere. Puntiamo a un Dio glorioso che offre tesori che né le tignole né la ruggine possono guastare (Matteo 6:19-20). —Daniel Ritchie
In 2 Corinzi 1:3-6 Paolo dice: ‘Benedetto sia Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre delle misericordie’. Dio non ci permette di fare esperienza del dolore perché ci fa crescere. Dio permette ai suoi figli di provare dolore perché può utilizzarlo per uno scopo. Permise a Giuseppe di passare oltre tredici anni in schiavitù e in prigione, affinché potesse salvare una nazione e il suo popolo. Permise alla prima chiesa di essere perseguitata affinché il vangelo si diffondesse fuori da Gerusalemme. Permise a Gesù di bere quel calice e di soffrire per la nostra salvezza. —Steven Furtick
Quando i cristiani soffrono, possono come Paolo farsi coraggio per il fatto che la loro vita testimonierà agli altri della potenza della Risurrezione, o mediante un gesto divino di liberazione o, più profondamente, mediante la manifestazione della loro sopportazione. In entrambi i casi siamo chiamati a confidare in Dio in mezzo alle afflizioni, con la fiducia che alla fine Dio ci libererà. Così facendo, la potenza di Dio si manifesterà nella nostra debolezza. —Scott Hafemann
Dio ci consola così che possiamo consolare altri. Dio ci offre misericordia affinché possiamo essere misericordiosi con gli altri. Dio sta incondizionatamente al nostro fianco nella nostra sofferenza così che non lasceremo gli altri da soli nella loro. —Anonimo
È bello quando la consolazione si diffonde in questo modo, e dovrebbe succedere più spesso nel corpo di Cristo. È dolce vedere le persone riscattare la propria sofferenza smettendo di guardare a se stessi per rivolgere lo sguardo a Dio e trovare forza, poi rivolgerlo verso gli altri per offrire la consolazione che Dio ha dato loro. —Dave Zuleger
Vogliamo evitare sofferenza, morte, peccato, cenere. Ma viviamo in un mondo rotto, schiacciato e strappato, un mondo che Dio stesso visitò per redimerlo. Riceviamo la vita che ha versato per noi e poi, grazie al grande privilegio di soffrire con Lui, versiamo noi stessi per gli altri. —Elisabeth Elliot
Cristo ci consola affinché possiamo condividere la sua consolazione con un mondo pieno di dolore. La nostra sofferenza produce un ministero di consolazione che possiamo utilizzare. La grazia che ci concede è destinata a essere espressa e non nascosta dal nostro silenzio. Mentre il nostro dolore grida a un mondo ferito, possa la nostra vita cantare sempre il fatto che Dio è magnifico anche quando le nostre circostanze non lo sono. —Daniel Ritchie
Quando le persone che vi osservano vi vedono rivendicare le mie promesse e le mie vittorie, sostenere che Io concluderò l’opera e in qualche modo vi aiuterò nonostante insuccessi e sconfitte apparenti, la loro fede ne viene rafforzata. Quando vi vedono cadere e sforzarvi, ma, nonostante ciò, continuare la lotta pur non avendo alcuna prova, sapendo che farò la mia parte fino in fondo, si rafforza in loro la fede di confidare in Me quando le cose vanno male per loro. —Gesù
Il Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, per mezzo della consolazione con cui noi stessi siamo da Dio consolati, possiamo consolare coloro che si trovano in qualsiasi afflizione. —2 Corinzi 1:3-4
Pubblicato originariamente nel maggio 2020.
Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 3 aprile 2023.
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