Parte di qualcosa di più grande
Compilazione
“Il nostro corpo è composto di molte parti, e tutte queste parti, anche se sono molte, formano un unico corpo; così è per il corpo di Cristo. Tutti noi credenti abbiamo ricevuto il battesimo di un unico corpo, e […] di un unico Spirito. [Dio] ha creato tutte le parti del nostro corpo, collocando ciascuna parte come meglio ha creduto. Tutti voi fate parte del corpo di Cristo e, individualmente, ognuno di voi è parte di questo corpo”. —1 Corinzi 12,12-13.18.271
Paolo spiegò ai Corinzi che, all’interno di un lavoro, ogni persona ha una sua parte da fare per il Signore e che tutto il merito non dovrebbe andare a un’unica persona. In fin dei conti, è il Signore che tocca la vita delle persone e le cambia in meglio; noi stiamo solo dando una mano per portarle a Lui. Forse la nostra parte è dire una parola gentile, fare un sorriso, passare loro un versetto o una citazione da leggere, oppure pregare con loro. Fatta la nostra parte, non sapremo mai davvero quanti altri hanno contribuito a incoraggiare o cambiare quella persona.
Paolo disse: “Il Signore ha dato a ciascuno il suo compito. Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere. Ora né chi pianta né chi annaffia è cosa alcuna, ma è Dio che fa crescere. Chi pianta e chi annaffia hanno lo stesso scopo, ma ciascuno riceverà il proprio premio secondo la sua fatica. Noi siamo infatti collaboratori al servizio di Dio”.2
“Collaboratori al servizio di Dio”. Mi piace. Mi aiuta a vedere in modo diverso gli altri cristiani. Invece di cavillare su differenze dottrinali o sulle varie denominazioni, io li vedo come collaboratori.
Ho anche deciso di non scoraggiarmi se non vedo i risultati delle mie fatiche, immediatamente o a lungo termine che sia. Lo lascio al Signore e alla sua tempistica. Ricordate, l’elogio che vogliamo ricevere dal Signore alla fine di tutto è: “Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”.3
Nel frattempo, godiamoci le piccole benedizioni e i piccoli successi che incontriamo, sapendo che siamo tutti una parte del grande piano di Dio. —Tina Kapp
Perché ci sono tante confessioni religiose?
“Tutti voi fate parte del corpo di Cristo e, individualmente, ognuno di voi è parte di questo corpo”. —1 Corinzi 12,274
Uno dei motivi per l’esistenza di così tante confessioni e denominazioni religiose è la differenza di personalità, passioni e talenti. Prendete un momento in considerazione i vari individui. Alcuni hanno una comunicazione migliore con Dio quando esercitano la loro mente o stanno in mezzo alla natura. Altri trovano la loro spiritualità mediante un’espressione creativa o artistica. Altri ancora sentono una connessione sacra o divina quando servono gli altri o aiutano chi soffre.
Anche se sono tutti mezzi ammirabili e validi per comunicare con Dio, non c’è da stupirsi che siano emerse varie chiese diverse e perfino intere denominazioni che rappresentano queste distinte personalità.
Un altro motivo ha a che fare con il ruolo della tradizione. Alcune persone apprezzano la struttura e il retaggio di un culto a Dio tramandato da molti secoli. Per questo possono sentirsi più a loro agio nelle chiese ortodosse, cattoliche, episcopali o luterane. Altri, invece, preferiscono esplorare modi nuovi e diversi di adorare Dio o praticare la loro fede; potrebbero sentirsi ingabbiati dai riti o dalle tradizioni. Quindi una chiesa aconfessionale potrebbe essere più adatta a loro.
Anche la cultura gioca un ruolo importante; persone di culture diverse praticano la loro fede in maniera caratteristica. Non dovremmo stupirci se le chiese in una cittadina inglese sono molto diverse da quelle di un villaggio africano colpito dalla guerra e dalla povertà. Di conseguenza, chiese e intere confessioni saranno molto diverse a seconda della loro collocazione geografica e dei valori religiosi delle persone. […]
Da ultimo, andrebbe notato che la mancanza di uniformità tra le confessioni cristiane non implica necessariamente una mancanza di unità. Indipendentemente da chiesa, denominazione, cultura o ubicazione geografica, ci sono alcuni principi centrali che uniscono praticamente tutti i cristiani.
I cristiani credono in un Dio trino – composto da Padre, Figlio e Spirito Santo. Credono che tutti gli esser umani siano dei peccatori e abbiano bisogno della grazia. Inoltre, i cristiani credono che solo Gesù – mediante la sua vita, morte e risurrezione – ci renda possibile ricevere il perdono e la grazia di Dio. I cristiani credono anche che la Bibbia riveli molto chiaramente queste verità spirituali.
Come ha scritto una volta un cristiano: “Nelle cose essenziali, unità; nelle cose non essenziali, libertà; in tutte le cose, carità”. —Norton Herbst5
Il nostro contributo
“Ci sono diversi tipi di servizio, ma lo stesso Signore. Ci sono diversi tipi di attività, ma lo stesso Dio che opera tutto in tutti”. —1 Corinzi 12,6-66
È molto importante che ogni cristiano che voglia condurre una vita gradevole al suo Creatore abbia una buona comprensione della volontà di Dio. È molto pratico per noi sapere cosa Dio vuole per la nostra vita.
Un cristiano chiede: “Quali sono i miei ordini? Quale dovrebbe essere il mio ruolo per contribuire alla fondazione del regno di Dio? Che cosa Dio vuole che io faccia con la mia vita?” È inconcepibile che un cristiano possa vivere molto tempo senza trovarsi ad affrontare queste domande coinvolgenti. —R. C. Sproul
La nostra vocazione
“A ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune”. —1 Corinzi 12,77
Il termine “vocazione” (dal latino “per chiamata”) si riferisce al modo particolare in cui Dio ha scelto di farti rientrare nel suo grande piano. Prima di mettersi in ginocchio davanti a cristo, a molte persone manca il senso di uno scopo che si può trovare solo nell’unione vitale con Dio.8 In altre parole, c’è una connessione tra ciò che è noto come la chiamata efficace di Dio e la sua chiamata a una vocazione. Quando Dio chiama un uomo o una donna in maniera efficace, cambiando il suo cuore, fa loro anche una chiamata per la vita; li arruola al suo servizio. […]
Vocazione vuol dire prendere i tuoi talenti e applicarli al posto che Dio ti ha dato nella vita. Nella vita di ognuno di noi questo posto varia, ma lo scopo è lo stesso: utilizzare i principi del regno di Dio in ogni settore della vita. Se le cose stanno così, la domanda logica successiva è: “Come trovo la mia vocazione?” […]
La nostra chiamata o vocazione principale è camminare rettamente davanti a Dio come cittadini del suo regno. I talenti che Dio ha dato in prestito a ognuno di noi sono rivolti a edificare il regno di Dio, non il nostro.9 —William Boekestein
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 12 marzo 2019.
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