Pace perfetta - parte 2
Maria Fontaine
La Bibbia insegna che Dio vuole darci la sua pace perfetta al posto di ansia, stress e paura. I principi biblici sono eterni. Il Signore ha richiamato la mia attenzione su un articolo che è quasi una specie di mini-corso su come ottenere e aumentare la pace che Dio ci offre. L’autore dell’articolo, J. R. Miller, prende in esame ogni passo nel processo di applicazione e sviluppo di questo dono meraviglioso nella nostra vita, come Gesù vuole che facciamo.
Nella prima parte di “Pace perfetta” avete letto la prima metà dell’articolo in cui Miller ha presentato l’introduzione e due punti: l’immagine della pace e il segreto della pace. Questo post include il resto del suo articolo.
* * *
(Adattato da “In perfetta pace”, di J. R. Miller, 1902,1 continuato)
La mente della pace
C’è un’altra parte del segreto della pace che è anch’essa importante da imparare. “Alla mente che riposa in te tu conservi una pace perfetta, perché confida in te” (Isaia 26:3). C’è qualcosa che dobbiamo fare noi. Indubbiamente Dio ha il potere di conservarci una pace perfetta. È onnipotente e la sua forza è una difesa e un rifugio per tutti quelli che si nascondono in Lui. Nemmeno Dio, però, può costringerci a sottometterci; siamo noi che dobbiamo arrenderci a Lui. Nemmeno l’onnipotenza ci radunerà a forza nel suo rifugio inespugnabile; dovremo offrirci volenterosamente nel giorno del suo potere (Salmi 110:3). Tutto quello che dobbiamo fare è riposare la mente in Lui. Questo significa confidare in Lui, rannicchiarci nel suo amore. Ricordiamo dov’era Giovanni, la notte dell’ultima cena del Signore con i suoi discepoli: rannicchiato sul petto di Gesù. Si adagiò in quel santo rifugio e riposò sull’amore infinito che batteva in quel petto. Giovanni confidava, semplicemente, e gli fu conservata una pace santa.
Si racconta la bella storia di una volta che Rudyard Kipling era gravemente ammalato. L’infermiera era seduta al suo capezzale durante una delle notti angoscianti in cui le condizioni del malato erano più critiche. Lo fissava con attenzione e notò che stava muovendo le labbra. SI chinò su di lui, pensando che volesse dirle qualcosa. Invece lo sentì sussurrare lievemente le parole della famosa preghiera infantile: “Ora mi sdraio a dormire”. Quella è la via della pace. La terra non offre alcun rifugio in cui sia possibile trovarla, ma in Dio anche il più debole la troverà.
“Il vostro cuore non sia turbato”, disse il Maestro, “credete in Dio e credete anche in me” (Giovanni 14:1)
Questa è la grande lezione della fede cristiana: “Credete”. “Nelle tue mani rimetto il mio spirito” (Salmi 31:5; Luca 23:36). “Alla mente che riposa in te tu conservi una pace perfetta, perché confida in te”. Che riposa in Te! Queste parole raccontano tutta la storia. Raffigurano un bimbo accucciato tra le braccia della madre, adagiato completamente su di lei. Non ha timori e niente lo disturba, perché l’amore della madre lo circonda. “Riposa” suggerisce anche il pensiero della continuità della fiducia e dell’affidamento. Una parte troppo grande della nostra fiducia è spezzettata, intermittente: ora cantiamo, ora piangiamo sgomenti. Se vogliamo avere una pace ininterrotta, dobbiamo avere una fiducia ininterrotta, una mente che riposa continuamente in Dio.
Il Dio della pace
Dio è forte, onnipotente. Non dobbiamo temere che la sua capacità di proteggerci possa venir meno. Non ci sarà mai un momento in cui non sarà in grado di sostenerci. Quando ci domandiamo: “Da dove mi verrà l’aiuto?” la risposta è: “Il mio aiuto viene dall’Eterno, che ha fatto i cieli e la terra” (Salmi 121:1). Chi ha fatto il mondo intero può certamente prendersi cura di una piccola vita umana e proteggerla dal pericolo.
Dio è saggio. Noi non siamo abbastanza saggi da gestire gli affari della nostra vita, nemmeno se avessimo il potere di modellare le cose come vorremmo. La nostra visione è limitata, circoscritta dagli orizzonti chiusi della vita. Non sappiamo quale sarà il risultato finale di questa o quella scelta. Spesso le cose di cui pensiamo d’aver bisogno e che riteniamo possano portarci felicità e cose buone non farebbero altro che causarci danno alla fine. Le cose che temiamo e da cui rifuggiamo, pensando che ci danneggeranno e ci faranno male, spesso ci portano grandi benedizioni. Non siamo abbastanza saggi da scegliere le nostre circostanze o di gestire i nostri affari. Solo Dio può farlo per noi.
Non solo Egli ha la forza, ma anche la conoscenza di noi, dei nostri bisogni e dei nostri pericoli. Sa tutto di noi: la nostra condizione, le nostre sofferenze, le nostre difficoltà, i nostri dolori, le piccole cose che ci tormentano e le grandi cose che potrebbero schiacciarci. I seguenti versi ci danno una lezione di fede.
I piccoli crucci taglienti
e le spine che afferrano e tormentano,
perché non portare tutto all’Aiutante
che non ti ha mai deluso?
Parlagli del tuo dolore,
raccontagli i tuoi desideri:
parlagli della tua perplessità
quando a malapena sai cosa fare.
Poi, lasciando la tua debolezza
a Lui ch’è divinamente forte,
dimentica d’aver sostenuto quel peso
e porta con te una canzone.
Dio è amore. La forza da sola non basterebbe. La forza non è sempre gentile. Un tiranno può essere forte, ma non vorremmo affidargli la nostra vita. Bramiamo affetto e tenerezza. Dio è amore. La sua gentilezza è infinita. Le mani cui siamo invitati ad affidare il nostro spirito sono mani ferite: ferite per salvarci. Il cuore su cui siamo invitati ad accoccolarci è il cuore che fu spezzato sulla croce per amor nostro. Non dobbiamo aver timore di affidare le nostre preoccupazioni e le nostre vite a una persona così.
Dio è eterno. L’amore umano è molto dolce. Le braccia protettive di una madre sono un luogo meravigliosamente tenero per un bambino. Un matrimonio amorevole è un rifugio gioioso per la coppia che ne è avvolta.
Tutto ciò che l’amore umano può fare, tutto ciò che il denaro può fare, tutto ciò che i talenti possono fare, serve a poco. Le braccia umane possono stringerci molto forte, tuttavia la loro stretta non può strapparci alla forza della malattia o alla mano fredda della morte. L’amore e la forza di Dio sono eterni. Niente può separarci da Lui (Romani 8:38-39). Una promessa dell’Antico Testamento dice: “Il Dio eterno è il tuo rifugio; e sotto di te stanno le braccia eterne” (Deuteronomio 33:27). Se ci appoggiamo al Dio eterno, niente può disturbarci, perché niente può disturbare Colui nel quale riposiamo. Se siamo trattenuti nella stretta delle braccia eterne, non dobbiamo temere di essere separati da quell’abbraccio.
Quelle braccia sono sempre sotto di noi. Non importa quanto affondiamo nella debolezza, nella fragilità, nel dolore, nella sofferenza; non potremo mai affondare sotto quelle braccia eterne. Non potremo cadere fuori dalla loro stretta. Le braccia eterne saranno sotto il figlio di Dio più debole e più in pericolo. La sofferenza è molto forte, ma lo stesso, eternamente, anche nel dolore più grande, queste braccia amorevoli sono sotto il sofferente. Poi, quando sopraggiungerà la morte e ogni sostegno terreno sotto di noi sarà svanito, quando ogni braccio umano mollerà la presa e ogni volto amorevole svanirà davanti ai nostri occhi e noi affonderemo in quelli che sembrano il buio e l’ombra della morte, cadremo soltanto nelle braccia eterne che stanno sotto di noi.
Nemmeno la parola “stanno” va trascurata: “Sotto di te stanno le braccia eterne”. È tra i meravigliosi verbi al presente nella Bibbia. A ogni credente fiducioso, a ognuno di loro in tutte le epoche, a te che oggi leggi queste parole e cerchi di imparare questa lezione, oltre a tutti quelli cui queste parole furono dette all’inizio, Dio dice: “In questo momento, in ogni momento, sotto di te stanno le braccia eterne”.
Il riposo della pace
“Alla mente che riposa in te”. Questo è l’ultimo segreto della pace. Il motivo per cui tanti di noi non trovano questa benedizione e sono turbati così spesso da piccole inezie come preoccupazioni, perdite o dolore, è perché la nostra mente non riposa in Dio. Siamo turbati da ogni piccola delusione, da ogni fallimento di un piano o di un’aspettativa, da ogni difficoltà nelle circostanze o nelle condizioni, da ogni banale perdita di denaro, come se i soldi fossero l’unica cosa su cui fare affidamento nella vita, come se di solo pane vivesse l’uomo. Un’indisposizione insignificante ci spaventa.
Le bazzecole più insignificanti della vita ci disturbano e ci fanno cadere in pietosi attacchi d’ansia, rovinandoci la giornata, oscurando l’azzurro del cielo e spegnendo le stelle. Il problema è che non confidiamo in Dio, che la nostra mente non riposa in Lui. Ecco cosa dobbiamo imparare: a riposare nel Signore, a essere silenziosi in Lui e a rimettere la nostra sorte a Lui.
Paolo lo esprime molto chiaramente in un passo in cui ci dice come trovare la pace. “Non angustiatevi di nulla” (Filippesi 4:6). Questa è la prima parte della lezione. “Nulla” significa veramente nulla. Senza eccezioni. Qualsiasi cosa succeda, non angustiatevi di nulla. Non cercate di dire che il vostro è un caso particolare e che avete un buon motivo per angustiarvi, anche se gli altri non hanno motivo per farlo. “Non angustiatevi di nulla”.
Che cosa faremo, allora, con le cose che normalmente ci farebbero angustiare? Perché cose del genere avvengono in ogni vita. Ecco la risposta: “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti” (Filippesi 4:6). Invece di portare da solo i tuoi problemi e le tue difficoltà, e preoccupartene, porta ansie e angustie a Dio, senza dimenticarti di unire lodi e ringraziamenti alle tue richieste. Toglitele completamente dalle mani e mettile in quelle di Dio, poi lasciale lì.
Sì, affidalo a Lui.
I gigli lo fanno
e crescono —
crescono con la pioggia,
crescono con la rugiada —
crescono, certo;
crescono al buio, nascosti nella notte;
crescono al sole, rivelati dalla luce;
continuamente crescono.
Sì, affidalo a Lui.
È più caro al suo cuore,
lo sai bene,
dei gigli che sbocciano
o dei fiori che nascono
sotto la neve.
Ogni tuo bisogno, se lo chiedi in preghiera,
affidalo a Lui, perché sei il suo protetto,
tu, proprio tu, lo sai bene.
La strada della pace
Risposare la mente in Dio suggerisce che siamo noi ad abbandonarci alla sua forza, nelle braccia del suo amore, e lì riposare senza timore, senza far domande. Ciò non significa che dobbiamo abbandonare i nostri compiti e i nostri doveri.
Sempre, in ogni esortazione a confidare in Dio, si presume e si sottintende l’obbedienza. “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia”, disse il Maestro. Quando lo facciamo, proseguì, non dobbiamo più stare in ansia, perché tutti i nostri bisogni saranno soddisfatti.
Se la nostra pace è turbata da qualche difficoltà o sofferenza improvvisa o da un problema soverchiante, Dio rimette teneramente nel nido chi ne è stato sbalzato fuori. Un giorno il presidente Lincoln camminava lungo una siepe e vide un uccellino che svolazzava nell’erba. Era caduto dal suo nido nei cespugli e non riusciva a tornarci. Il grand’uomo dal cuore gentile si fermò, raccolse il piccolo, cercò nella siepe fino a trovare il nido e rimise l’uccellino al suo posto. È ciò che Cristo cerca di fare ogni giorno nella vita di chi è stato sbalzato fuori dal nido della pace. Con mani infinitamente gentili ci aiuterà sempre a ritornare alla pace che per un po’ abbiamo perduto.
L’amore è la legge della vita spirituale. Non cominciamo a vivere in nessun senso apprezzabile finché non abbiamo imparato ad amare e servire gli altri. L’egoismo pone sempre degli ostacoli alla pace. La pace è la musica che la vita fa quando è in perfetta armonia; può succedere solo quando tutte le sue corde sono accordate in chiave d’amore.
La pace dona una tale benedizione al cuore ed è un tale ornamento della vita, che nessuno sarebbe disposto a perderla. Qualunque altra grazia Dio ci abbia conferito non dovremmo accontentarcene senza la pace, la più bella di tutte. Per quanto una persona possa avere un buon carattere, se non ha pace le manca l’attrattiva più bella di un ornamento spirituale. Il maestro è disposto a conferire al più umile di noi la più divina delle grazie: la pace, la sua pace beata.
Pubblicato originariamente nell’aprile 2020.
Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 19 giugno 2023.
Articoli recenti
- La miglior preparazione per il futuro
- Una piccola bimba tra le mie braccia
- Un Natale preso in prestito da tradizioni pagane?
- Perché abbiamo problemi?
- Siate forti nella gioia del Signore
- Un posto alla tavola del Padre
- Quando Dio non guarisce subito
- Il Giorno del Ringraziamento: un cuore pieno di gratitudine
- Vivi dove stanno i tuoi piedi
- Intercessione piena dello Spirito