Pace perfetta
Maria Fontaine
I principi biblici sono eterni, perché a prescindere dalla nostra età, dalle circostanze e dai tempi in cui viviamo, sono veri, oggi come sempre. La Bibbia dice che Dio vuole darci una pace perfetta al posto di ansia, stress e paura.
Il Signore ha richiamato la mia attenzione su un articolo che è quasi una specie di mini-corso su come ottenere e aumentare la pace che Dio ci offre. L’autore dell’articolo, J. R. Miller, prende in esame ogni passo nel processo di applicazione e sviluppo di questo dono meraviglioso nella nostra vita, come Gesù vuole che facciamo.
Sì, Gesù ci aiuterà quando lo invocheremo nei momenti di crisi, ma vuole anche aiutarci a vivere in modo da permettere alla sua pace di permeare la nostra vita ogni giorno. Per farlo, è necessario praticare il dono della pace. È una cosa che richiede tempo ed energia.
La vita di fede è piena di crisi e difficoltà, di successi e fallimenti. Comunque, in mezzo a tutto, quello che conta di più è imparare a confidare in Lui e trovare quella pace perfetta in qualsiasi situazione. Ho scoperto che più mi riempio il cuore e la mente della Parola di Dio, più mi diventa facile confidare in Lui, più pace trovo.
T’incoraggio a leggere il seguente articolo, che ho diviso in due articoli. Penso che ne varrà la pena. I brevi aneddoti, gli esempi e le poesie che contiene offrono delle illustrazioni sui vari passi che possiamo fare per continuare a crescere nella sua pace, che non si basa sulla speranza, ma sulla certezza che Lui è lì, pronto ad aiutarci e proteggerci.
Goditi questo articolo. Leggilo, studialo, mettilo in pratica e condividilo. Possa essere una benedizione per te in tutti i sensi.
* * *
Adattato da “In perfetta pace”, di J. R. Miller, 19021
“Pace perfetta!” È quello che vogliono tutti. È anche quello che Cristo ci offre nel suo vangelo. Tra le sue parole di commiato troviamo questo lascito: “Io vi lascio la pace, vi do la mia pace; io ve la do, non come la dà il mondo; il vostro cuore non sia turbato e non si spaventi” (Giovanni 14:27). Dopo il suo ritorno dalla tomba, in tre occasioni diede la stessa benedizione ai suoi discepoli: “Pace a voi” (Giovanni 20:19,21,26). La pace, quindi, è una parte del santo Vangelo, un elemento essenziale di una vita cristiana sincera e completa. Cristo desidera che abbiamo la pace. Se non l’abbiamo, ci siamo persi parte della benedizione di essere cristiani, parte della nostra eredità come figli di Dio. Non è un privilegio speciale riservato solo a pochi favoriti; è per tutti quelli che credono in Cristo e lo accettano.
Tuttavia, tutti i cristiani possiedono la pace? Tutti hanno accolto nel cuore e nella vita questa benedizione del Maestro? Quanti di noi oggi hanno veramente la pace di Cristo? Quanti di noi hanno vissuto nella pace di Cristo la settimana scorsa? Quando di noi vivono in una pace perfetta in tutte le circostanze e le esperienze delle nostre mutevoli vite?
Cosa c’è che non va? Il Vangelo non è quello che dice di essere? Le benedizioni che promette sono solo piacevoli sogni che non si realizzano mai, che non posso realizzarsi? La grazia non è in grado di aiutarci a raggiungere quella pace? La Bibbia è piena di grandi parole come riposo, gioia, pace, amore, speranza. Sono soltanto illusioni, oppure queste belle cose si possono ottenere? Di norma, i cristiani si aspettano di avere queste qualità divine nella loro vita nel mondo presente?
Possiamo dire con perfetta fiducia che queste parole non descrivono conquiste impossibili. Prendiamo la pace, per esempio: non è una visione beffarda che sfugge sempre a chi cerca di afferrarla e riporla nel proprio cuore. Non è come il raggio di sole che il bambino cerca di raccogliere dal terreno con le sue mani paffute, per vederselo scivolare tra le dita e sfuggire alla presa. Né è semplicemente un raggiungimento celeste per avere il quale dovremo aspettare fin dopo la morte. È uno stato nel quale ogni credente in Cristo può entrare qui sulla terra, nel quale può dimorare durante tutti i cambiamenti della vita.
Vale davvero la pena di riflettere sul significato di pace, nell’uso che le Scritture fanno della parola, e poi chiederci come possiamo ottenere quella benedizione. Troviamo questa parola in tutta la Bibbia. La vediamo nell’Antico Testamento, nella benedizione data dai sacerdoti: “L’Eterno rivolga il suo volto su di te e ti dia la pace” (Numeri 6,26). Qui la pace è offerta come un dono di Dio, una benedizione fatta cadere dal cielo sui cuori fiduciosi. In Giobbe, attraverso le parole di Elifaz di Teman, abbiamo l’esortazione: “Riconciliati, dunque, con Dio; avrai pace” (Giobbe 22,21).
Secondo queste parole, il modo di trovare la pace è riconciliarsi con Dio. È perché non siamo riconciliati con Lui che non troviamo riposo. I salmi parlano molto della pace. Per esempio: “I monti porteranno pace al popolo e i colli giustizia” (Salmi 72:3). I monti sopportano tempeste che battono furiosamente sui loro picchi. Giù alla loro base, allo stesso tempo, giacciono tranquille le valli, protette e in pace. Allo stesso modo Cristo affrontò le tempeste che esaurirono la loro furia su di Lui, mentre chi confida in Lui si accoccola al sicuro nel rifugio del suo amore.
Abbiamo una magnifica illustrazione di questo in due salmi che vengono uno dopo l’altro. Il salmo 22 è chiamato il Salmo della Croce. Racconta la storia della crocifissione. Le sue prime parole furono usate dal Redentore agonizzante in punto di morte. Il salmo è pieno delle esperienze del Calvario. Le tempeste spazzano violentemente la cima della montagna.
Il salmo 23, poi, si rannicchia serenamente all’ombra del ventiduesimo, come una valle tranquilla ai piedi del monte. Ci dà l’immagine di una pace perfetta. Vediamo il pastore che guida il suo gregge lungo le acque calme e le fa giacere in pascoli verdeggianti. Nemmeno nella valle profonda c’è oscurità, perché il pastore cammina con le sue pecore e tranquillizza tutte le loro paure. Questo dolce Salmo del Pastore non poteva trovarsi in altro punto che dopo il Salmo della Croce.
Anche i profeti parlano molto di pace. Specialmente in Isaia troviamo ripetutamente questa parola. Il Messia è predetto come Principe della Pace (Isaia 9:6). Più avanti ritorniamo all’ombra della croce e leggiamo che “il castigo per cui abbiamo la pace è su di Lui” (Isaia 53:5). La sicurezza e l’eternità della nostra pace ci vengono promesse nelle parole meravigliose che annunciano: “Anche se i monti si spostassero e i colli fossero rimossi, il mio amore non si allontanerà da te né il mio patto di pace sarà rimosso, dice l’Eterno, che ha compassione di te” (Isaia 54:10).
Ma è nel Nuovo Testamento che si rivela la pienezza meravigliosa del significato della pace. Questa parola risplende in ogni pagina. Gli angeli la cantarono alla nascita del Redentore: “Pace in terra” (Luca 2:14). Al termine del suo ministero Gesù disse ai suoi amici: “Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me; nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo” (Giovanni 16:33). La parola pace appare oltre ottanta volte nel Nuovo Testamento, per metà scritta da Paolo, quell’apostolo perseguitato e senza casa.
L’immagine della pace
Un artista cercò di raffigurare la pace. Sulla tela dipinse un mare agitato dalla tempesta, pieno di relitti, una scena di pericolo e terrore. In mezzo al mare dipinse un grande scoglio e su, in una fessura della roccia, una zona erbosa con dei fiori, in mezzo alla quale una colomba giaceva tranquilla nel suo nido. Troviamo questi stessi elementi – la roccia, la fessura, il rifugio dell’anima – nell’inno:
“Rocca eterna, spezzata per me,
lascia che mi nasconda in Te”.
Perché Gesù disse: “Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me; nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo” (Giovanni 16:33).
Non troviamo la pace del cristiano in una situazione in cui non esistono problemi: è una cosa che entra nel cuore e lo rende indipendente da ogni condizione esterna. Nelle rovine di molti castelli inglesi è possibile trovare un pozzo profondo che raggiunge le fondamenta. In quel modo l’acqua era disponibile in caso di assedio. Il nemico poteva impedire l’accesso ai fiumi che ordinariamente fornivano acqua agli abitanti del castello. Poteva bloccare le porte, così che nessuno potesse uscire a prendere acqua da qualche ruscello o sorgente esterna; ma i difensori entro le mura non si preoccupavano dell’assedio finché il pozzo nelle fondamenta forniva acqua fresca e pulita in abbondanza. Lo stesso vale per il cristiano nel cui cuore vive la pace divina. Non dipende da condizioni o circostanze esterne, perché porta dentro di sé il segreto della gioia, della speranza, della pace e della forza che gli appartengono.
È più che evidente che in questo mondo non possiamo sperare di vivere senza problemi. Una vita simile è impossibile. Né possiamo sperare in una vita priva di sofferenze. Amare vuol dire piangere a volte durante il nostro viaggio. La religione non ci ripara dal dolore; ma la pace che ci è promessa è un’esperienza che né difficoltà né dolore possono disturbare – è una cosa che trasforma il dolore in gioia.
Un turista scrive di aver trovato una sorgente d’acqua dolce vicino al mare, fresca come quella che si può trovare in mezzo alle rocce della montagna. Estrasse la sua tazza e bevve l’acqua che sgorgava dalla sabbia. Ben presto la marea risalì, coprendo la piccola sorgente con le sue acque salmastre e nascondendola per ore. Quando però le onde amare si ritirarono, la sorgente era di nuovo lì, dolce come sempre. Succede lo stesso con la pace di Dio nel cuore del credente. Vive in profondità. Nel giorno della gioia canta ed è felice. Poi sopraggiunge il dolore e la marea salata si riversa sulla vita, coprendola. Quando però il dolore passa, la pace del cuore rimane dolce e gioiosa come sempre.
Un gruppo di turisti viaggiava su una strada di campagna. Quando la carrozza giunse vicino a una casetta a un lato della strada, udirono cantare. Era una voce dolce e profonda, molto potente. I membri del gruppo ne rimasero affascinati e si fermarono ad ascoltare. Le note della canzone si fecero più chiare e più forti, poi una ragazza uscì dalla casetta, reggendo un cesto.
“Per favore, ci dica chi canta così melodiosamente in casa vostra”, chiese uno di loro.
“È mio zio Tim, signore”, rispose la ragazza. “La sua gamba è peggiorata e lui sta cantando per allontanare il dolore”.
“È una persona giovane? Riuscirà a superare il suo problema?” chiese lo stesso giovane.
“Oh, è invecchiato un po’ adesso, signore”, replicò la ragazza. “Il dottore dice che non migliorerà più in questo mondo, ma lui è così buono che ti fa piangere vederlo soffrire così tanto e sentirlo cantare in maniera tanto più dolce quanto più è forte il dolore”.
È quello che la pace di Dio ci aiuta a fare. Ispira “canti di gioia nella notte”. Mette la gioia nei nostri cuori quando ci troviamo nei guai più profondi. Trasforma per noi le spine in rose.
La vita della fede cristiana non è libera dal dolore, ma dal dolore nasce una grande benedizione. La corona di spine deve essere portata dagli amici del Maestro che lo seguono fedelmente, ma le spine sbocciano in bellissimi fiori quando la luce celestiale del mattino le tocca.
“Dio non ha promesso cieli sempre azzurri
e sentieri coperti di fiori ogni giorno della vita.
Dio non ha promesso sole senza pioggia,
gioia senza dolore, pace senza sofferenza.
Ma Dio ha promesso forza per il giorno
riposo dopo la fatica, luce sul nostro cammino,
grazia per le prove, soccorso dall’alto,
comprensione inesauribile, amore eterno”.
Il segreto della pace
“Alla mente che riposa inte Tu conservi una pace perfetta, perché confida in te” (Isaia 26:3). C’è musica in queste parole dell’antico profeta ebreo. Perché non possiamo avere questa musica nella nostra vita? Perché non abbiamo tutti questa pace perfetta nei nostri cuori? Perché perdiamo così facilmente la calma e la serenità dello spirito in mezzo alle distrazioni e ai problemi del mondo? Vediamo se riusciamo a imparare il segreto della pace che troviamo nelle parole del profeta. Il segreto consiste di due parti.
Una è che è Dio a conservarla, non noi. Non possiamo conservare la nostra pace. C’è una grande forza nell’autocontrollo e dovremmo cercare di averla. Non essere padroni della nostra vita vuol dire essere pateticamente deboli. Dovremmo imparare a controllare i nostri sentimenti, le nostre emozioni, i nostri appetiti, le nostre passioni, i nostri desideri, il nostro umore, le nostre parole. “Chi è lento all’ira val più di un forte guerriero, e chi domina il suo spirito val più di chi espugna una città” (Proverbi 16:32). Indubbiamente un perfetto autocontrollo ha molto a che fare con il mantenere un cuore saldo in mezzo al pericolo, calmo e tranquillo davanti a un problema improvviso. Questo non è il vero segreto dalla pace, però. Il nostro autocontrollo arriva solo fino a un certo punto. Uno potrebbe averlo e rimanere impassibile nelle esperienze più allarmanti, tuttavia non avere la pace di Dio.
“Come quieterò il mio cuore? Come lo terrò in silenzio?
Come impedirò che, tremulo, sussulti per notizie buone o cattive?
Come troverò soddisfazione, pace e riposo, come li conserverò,
avvolgendo ogni loro dolcezza sul mio petto inquieto?
Lo Spirito di Dio è calmo, mite, dolce e gentile;
quando la sua gloriosa, onnipotente volontà guida i mondi ai suoi piedi,
controllando le più piccole cose, Egli tiene sotto le sue ali
questo mio cuore tumultuoso e gli dona pace serena e divina”.
È il segreto della pace rivelato dall’antico profeta. Dio ci protegge. “Tu conservi una pace perfetta”. La Bibbia insegna la verità della protezione divina come fonte di ogni vera sicurezza e certezza. Nessun’altra protezione è veramente utile. Solo quando Dio è il nostro rifugio e la nostra forza possiamo dire: “Perciò noi non temeremo, anche se la terra si dovesse spostare e se i monti fossero gettati nel mezzo del mare” (Salmi 46:2).
È come nella storia del vecchio santo che desiderava come unico epitaffio sulla sua tomba la parola: “Protetto”. Quella parola conteneva l’intera storia della sua vita. In uno dei salmi leggiamo questa lezione spiegata per intero. “L’Eterno è colui che ti protegge”. “Colui che ti protegge non sonnecchierà. L’Eterno ti custodirà da ogni male; egli custodirà la tua vita” (Salmi 121:3,5,7). È Dio che ci protegge – è Dio l’unico che può proteggerci e conservarci una pace perfetta.
Solo Dio è eterno; è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Solo quando riposiamo in Dio e confidiamo in Lui possiamo avere una pace che non può essere turbata. “Confidate nell’Eterno per sempre, perché l’Eterno, sì l’Eterno, è la roccia eterna” (Isaia 26:4). Quando siamo avvolti nell’abbraccio del suo amore siamo al sicuro da ogni turbamento, poiché Lui è onnipotente. Il nostro rifugio è sicuro per sempre, poiché Lui va d’eternità in eternità.
Troviamo lo stesso insegnamento sulla protezione divina in un passo di una delle epistole di Paolo, nel quale ci confida anche il segreto della pace. “La pace di Dio […] custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù” (Filippesi 4:7). È un’immagine militare. Gli uomini dormono sicuri nelle loro tende nella notte più buia, in tempo di guerra, alla presenza del nemico, perché le sentinelle vegliano e proteggono nell’oscurità. La pace di Dio custodisce i nostri cuori e i nostri pensieri, così che nulla possa disturbarci o allarmarci. Nulla può disturbare Dio. Egli osserva senza paura le tempeste più feroci. Non è mai turbato da situazioni che a noi sembrano disastrose. La sua pace infinita ed eterna ci proteggerà e ci custodirà nel rifugio della sua calma e della sua quiete.
Questo fa parte del grande segreto della pace che stiamo cercando di imparare: “Tu conservi una pace perfetta”. È l’onnipotenza divina che ci protegge. È lo Spirito di Dio che stende le sue ali sopra le correnti tumultuose della vita e porta l’ordine in mezzo al caos. È il Figlio di Dio che si alza in piedi sulla barca, in mezzo alle tempeste scatenate, e li urge a stare calmi e in silenzio ai suoi piedi. È la grazia di Dio che entra nel cuore dell’incredulo e vi abita come un pozzo d’acqua viva che sgorga a vita eterna. Non possiamo comandare il nostro spirito e obbligarlo a entrare in uno stato di riposo, quando tutto intorno a noi ci sono sofferenze o pericoli. Solo Dio può conservarci la pace. Niente che non sia infinito ed eterno può essere un nascondiglio sicuro per una vita immortale.
Pubblicato originariamente nell’aprile 2020.
Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 12 giugno 2023.
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