Non arrenderti
Compilazione
Immaginatevi se Colombo non avesse spiegato le vele. Immaginatevi se Luigi Pasteur quando era alla ricerca di un vaccino contro la rabbia non avesse detto ai suoi assistenti esausti: “Continuate! L’importante è non abbandonare il progetto!”
Molte corse furono perse appena prima del traguardo. Molte navi naufragarono sugli scogli appena fuori del porto. Molte battaglie furono perse durante l’ultimo assalto.
Che speranze abbiamo di completare il percorso che abbiamo intrapreso? Dio è la nostra speranza. Egli ci aiuterà a seguire il percorso che ci ha indicato. Gesù è perfettamente in grado di salvarci.[1]
Ma non può salvarci se fuggiamo. Dobbiamo essere disposti a prendere posizione da qualche parte e confidare in Lui. Ci manderà i suoi rinforzi, ma qualcuno deve essere lì ad aspettare il loro arrivo. —Adattato da Fiumi nel deserto di L. B. Cowman
Fino a che punto lo vuoi?
Arrendersi è una delle cose più facili da fare. Dovrei saperlo. Ne sono un maestro. Se le università dessero lauree sulla resa, mi sarei potuto laureare con lode. Il problema è che ho lasciato la scuola.
E la scuola non è l’unica cosa che ho lasciato. Ho lasciato la mia prima moglie dopo un anno di matrimonio. Ho smesso di predicare tre anni dopo essere stato ordinato ministro. Mi hanno buttato fuori dai marines prima di terminare il mio periodo di servizio. Nei primi cinquant’anni della mia vita, l’unica cosa che ho portato a termine è stata una condanna in carcere. Avrei rinunciato anche a quella, se avessi potuto.
Ecco una poesia che mio padre mi citava sempre quando vedeva che non m’impegnavo al meglio. Era la sua filosofia di vita. Dice così:
Una volta cominciato,
fallo finché hai terminato.
Sia il lavoro grande o banale,
meglio non farlo che farlo male.
Il motivo per cui tanti di noi non ottengono il successo è che non lo vogliamo abbastanza intensamente. Non vogliamo quella laurea abbastanza da fare lo sforzo che ci vuole per laurearci. Non vogliamo entrare in quella squadra sportiva abbastanza da allenarci tutti i giorni. Non vogliamo eccellere nel nostro lavoro abbastanza da imparare tutto il possibile sulla nostra professione.
Purtroppo, la mediocrità non fiorisce solo nel mondo secolare. Prevale anche in molte delle nostre chiese. Ad alcuni di noi non interessa migliorare al massimo come Cristiani. […] Non leggiamo la Bibbia e non preghiamo.
Quando ero dipendente dalla droga, ero il miglior tossico possibile. Niente poteva impedirmi di trovare la droga che volevo. Per me la droga era più importante della mia famiglia, dei miei amici o della mia libertà. Un inverno a Chicago c’è stata una bufera di neve così intensa che auto e autobus non potevano muoversi. Mi sono fatto quasi cinque chilometri a piedi in più di mezzo metro di neve fino dal mio spacciatore, e altri cinque per tornare. Ecco fino a che punto volevo lo sballo.
Se ero così dedito a qualcosa che mi stava uccidendo, non dovrei esserlo ancora di più a Chi mi ha dato la vita!
Vuoi essere il miglior cristiano che si possa essere? Sì? Fino a che punto lo vuoi? —Burton Barr Jr
*
Winston Churchill impiegò tre anni a superare la terza media perché aveva difficoltà a imparare la grammatica inglese e la composizione. Sembra ironico pensare che anni dopo l’università di Oxford gli abbia chiesto di aprire l’anno accademico con un discorso. Si presentò con il suo solito materiale scenico: sigaro, bastone e bombetta.
Quando si avvicinò al podio, il pubblico si alzò in piedi per applaudirlo. Con dignità senza pari Churchill fece cenno alla folla di calmarsi e si fermò in piedi davanti ai suoi ammiratori. Dopo essersi tolto di bocca il sigaro e aver deposto con cura la bombetta sul podio, Churchill girò lo sguardo sul pubblico in attesa. La sua voce squillò con autorità, mentre gridava: “Non arrendetevi mai!” Passarono diversi secondi, poi si erse in punta di piedi e ripeté: “Non arrendetevi mai!” Le sue parole tuonarono nelle loro orecchie.
In mezzo a un silenzio assordante, Churchill raccolse la bombetta e il sigaro, si appoggiò al bastone e lasciò il podio. Il suo discorso inaugurale era terminato. —The Speaker’s Sourcebook II
Qualsiasi cosa tu faccia, non arrenderti
Spesso ho pensato di lasciar perdere tutto perché faccio tanti errori, ma mi rifiuto di cedere perché credo in Dio! So che devo ubbidirgli e non oso tirarmi indietro!
Che succederebbe se Dio si tirasse indietro ogni volta che il corpo dei credenti gli dà dei problemi? Saremmo tutti nei guai! Che succederebbe se Dio si tirasse indietro ogni volta che noi, il suo volto, siamo coperti di orribili chiazze, foruncoli, pustole, acne e così via? Siamo il solo volto che ha! Cosa succederebbe se si arrendesse solo perché a volte siamo brutti?
Deve andare avanti, anche se ci mettiamo nei pasticci e creiamo un sacco di problemi. Deve continuare a insegnare a ogni parte del suo corpo a essere coordinata, a funzionare bene e a operare armoniosamente e con grazia, invece che con movimenti bruschi, contorti e grotteschi. Deve continuare ad andare avanti, anche se a volte il suo corpo si comporta male nonostante quello che Lui gli dice di fare. Deve continuare a insegnarvi a camminare, anche se sembrate irrimediabilmente storpi – voi, il suo corpo.
Deve cercare di far funzionare in modo corretto tutti gli organi, anche quando ne abusate con il cibo sbagliato e con sostanze contaminanti. Questo è il tipo di corpo che Dio deve sopportare. Solo il suo amore, la sua grazia e la sua misericordia possono aiutarci, se abbiamo fede e ubbidiamo alla sua Parola, altrimenti non ce la faremo mai.
“Ma se no...”, dobbiamo continuare ugualmente a credere e a ubbidire. Come i tre figli di Dio gettati nella fornace ardente in Daniele 3, quando dissero: “Il nostro Dio è in grado di liberarci. Ma anche se non lo facesse, sappi che non adoreremo il tuo idolo!” Sembrava che fosse giunta la fine, perché furono davvero gettati in quella fornace così ardente da uccidere i loro stessi carnefici. Ma grazie alla loro fede e alla loro ubbidienza Dio fu con loro anche là dentro e ne uscirono senza avere addosso nemmeno l’odore del fumo!
Come Giobbe, che il diavolo, con il permesso di Dio, quasi distrusse, togliendogli famiglia, beni e per poco anche la vita. Giobbe però non si arrese, nemmeno quando sua moglie gli disse di “maledire Dio e morire”.[2] Continuò a credere e a ubbidire, coperto di piaghe dalla testa ai piedi, seduto su un cumulo di cenere a grattarsi via il pus e le croste con un coccio. E disse: “Mi uccida pure, continuerò a sperare in Lui!”[3] Puoi dire la stessa cosa?
Spero che tu non ti debba trovare nelle condizioni di Giobbe! Ma anche in quel caso, qualsiasi cosa tu faccia, non cedere! Continua ad andare avanti per Dio! Continua a credere e ubbidire nonostante tutto! Forse ne uscirai senza avere addosso nemmeno l’odore del fumo; forse avrai una famiglia più grande, maggiori ricchezze, una salute migliore e sarai più felice e più saggio che mai, come Giobbe, se resisterai un po’ più a lungo senza arrenderti, come fece lui.
Come il famoso John Paul Jones, capitano della marina americana, ferito in battaglia, con metà dei suoi uomini morti o in fin di vita e con la nave in fiamme e in procinto di affondare. Quando il nemico gli chiese se fosse pronto ad arrendersi, rispose gridando: “No! All’inferno! Non abbiamo nemmeno iniziato a combattere!” E finì per vincere.
Forse non hai ancora resistito fino al sangue come fece Gesù, fino al punto di morire sulla croce.[4] Ma anche se lo uccisero, risorse trionfante tre giorni dopo. Nemmeno la morte poté trattenerlo! —David Brandt Berg
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 26 luglio 2016
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