Nessuna condanna
Maria Fontaine
A volte possiamo essere colpiti molto forte da un senso di condanna, dalla sensazione di aver fallito alla grande — quando le cose sono difficili nel lavoro o nella vita personale, oppure quando ci troviamo in un circolo vizioso da cui sembra di non potersi liberare, o quando ci sentiamo di non fare progressi verso i nostri obiettivi nella vita. Alcuni hanno detto che la tattica preferita del diavolo contro i cristiani è lo scoraggiamento — e aggiungerei che la condanna viene subito dopo.
La parola “condanna” nella Bibbia viene da un termine greco che significa tra l’altro “sapere qualcosa contro”. Spesso ci sentiamo in colpa perché sappiamo qualcosa contro noi stessi; ci sentiamo cattivi, colpevoli, o pieni di rimorso per aver fatto qualcosa di sbagliato, o per lo meno pensiamo di averlo fatto. Spesso il problema sta proprio nel “pensare”, perché più ci si pensa peggio è, e si può arrivare fino a provare un profondo senso di scoraggiamento e disperazione.
Quando ci abbandoniamo al senso di condanna, di fatto annulliamo la nostra fede di chiedere al Signore la vittoria, perché ci sentiamo di non meritarla e quindi di non avere diritto di chiederla. Quando ci arrendiamo allo scoraggiamento e alla condanna, in effetti stiamo rinunciando alla nostra forza di lottare per la vittoria. Una volta che si è negli abissi della condanna, è molto difficile tirarsene fuori, perché il Nemico cerca di convincerci che quello è il posto giusto per noi.
Possiamo anche sentire la pressione di voler fare tutto ciò che il Signore ci chiede e il senso di fallimento per non essere in grado di farlo, insieme alla sensazione di deludere il Signore e gli altri perché non siamo all’altezza delle cose. Non dovremmo mai cessare di pregare.[1] Dovremmo lodare costantemente. [2] Dovremmo ringraziare per ogni cosa.[3] Dovremmo essere altruisti e amare il prossimo come noi stessi.[4] Dovremmo essere una luce posta sopra un monte e il sale della terra.[5] Dovremmo essere generosi e ospitali, dare a chi ci chiede, porgere l’altra guancia quando ci fanno un torto.[6] Ovviamente non avremo successo in ogni situazione e in ogni momento. Manchiamo quasi sempre l’obiettivo. Così, come facciamo a cambiare il nostro modo di pensare in queste cose?
Abbiamo un Dio meraviglioso. Ci consce molto bene e ci ama incondizionatamente. Non è lì con il metro e il blocco per gli appunti a controllare il nostro progresso; al contrario, si rallegra ogni volta che facciamo un passo per seguirlo e apprezza il nostro amore per Lui — tutto lì. Così, anche se avete lottato contro un senso di condanna o di fallimento, non preoccupatevi! Il Signore sa che non possiamo essere perfetti e che non lo saremo mai.
Questo mi ricorda la storia del sultano e di Satana. Quando Satana andò a svegliare il sultano perché facesse le sue preghiere, questi restò sorpreso che il diavolo volesse farlo pregare. Gliene chiese il motivo e all’inizio lui gli rispose con una sfilza di scuse. Quando il sultano insistette, il diavolo finalmente gli spiegò che se un giorno fosse rimasto addormentato e avesse omesso di pregare, si sarebbe pentito e sarebbe stato più umile. Se invece fosse stato perfetto in ogni punto della sua vita di preghiera e non avesse mai saltato un giorno, sarebbe diventato superbo e presuntuoso e sarebbe stato peggio per lui. Quindi possiamo ringraziare il Signore di non essere perfetti! La cosa ci mantiene umili e disperati davanti a Gesù e ci ricorda costantemente quanto abbiamo bisogno di Lui.
Il Signore sa che a volte scivoleremo e cadremo, sbaglieremo e falliremo; ma usa queste esperienze come trampolini per avvicinarci di più a Lui, permettendo alla sua potenza di arrivare a compimento nella nostra debolezza. Dio guarda il nostro cuore e quando vede che stiamo sinceramente cercando di compiacerlo, ci premia e ci benedice, anche se inciampiamo e cadiamo. Quindi, il Signore ci aiuti tutti a ricordare costantemente che siamo deboli e inetti e che deve essere Lui a fare le cose in noi. Deve essere tutto un miracolo della grazia di Dio. Perfino la nostra ubbidienza a Lui è un miracolo per il quale dobbiamo dargli tutta la gloria. Lode al Signore!
Quindi, ricordate: Il Signore sa che non siete perfetti. Non sarete mai in grado di rispettare completamente e in ogni caso i comandamenti che ha dato nella sua Parola. Ci dà degli obiettivi a cui mirare, ma sa che non rispetteremo i parametri della Parola in ogni campo e in ogni momento.
Gli obiettivi che ci ha dato sono celesti e noi siamo ancora umani, commetteremo errori e non saremo all’altezza. Se riuscirete a trattare i vostri errori nella maniera giusta — parlandone al Signore e lasciando che vi rendano umili e vi avvicinino ancora di più a Lui — allora anch’essi lavoreranno a vostro favore e vi renderanno più umili, saggi, disperati e quindi più utili al Signore.
Qualsiasi cosa facciate, non abbandonatevi ai sensi di colpa! Gesù non vi condanna, quindi non lasciate che sia il Nemico a farlo. Finché continuate ad andare avanti e ad affidare le vostre vie al Signore, non siete dei falliti. Finché continuate a lottare, state facendo progressi. Potete essere sicuri di fare progressi quando fate del vostro meglio per seguire Gesù, perché il Signore continuerà a guidarvi passo dopo passo lungo il cammino della sua volontà.
“Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù vi ha liberato dalla legge del peccato e della morte”. —Romani 8,1-2[7]
Vittoria sulla condanna
Gesù ha detto:
“Non è mia volontà che tu cada in condanna. È una cosa semplicissima. Io non ti condanno. Non osservo le tue colpe e le tue mancanze.
In alcuni casi, quando ti senti sotto condanna, è perché sai che avresti potuto fare qualcosa in maniera migliore. È vero che non sei perfetto — commetti errori — ma ti amo lo stesso e sono disposto ad aiutarti in qualsiasi campo sia necessario e a ignorare i tuoi sbagli quando vedo che stai sinceramente cercando di compiacermi.
Se ti sembra di non star facendo tutto quello che puoi, o che ci sono molti campi in cui hai veramente bisogno di migliorare, allora stabilisci di farlo e comincia a camminare in quella direzione. Affida a me qualsiasi area in cui ti sembra di dover crescere. Parlamene, ricevi le mie parole e miei consigli, poi fai del tuo meglio per metterli in pratica. Non è mia volontà che ti senti in colpa. Ci credi? Credendo alle mie parole otterrai la vittoria sopra la condanna”.
“La maggior parte della gente si sente inferiore. Pensa di non essere all’altezza e di essere un fallimento completo; la paura di fallire è la peggiore di tutte. La maggior parte delle persone deve sapere che, anche se sono vasi d’argilla, hanno la potenza dell’universo dentro di loro — lo Spirito Santo — e per questo possono essere delle vere dinamo!
Non guardo le vostre mancanze e i vostri insuccessi; guardo i progressi che state facendo. Guardo il terreno che avete guadagnato. Quello che conta sono i guadagni; le perdite sono trascurabili. È un buon sistema per calcolare il punteggio, no? Ma è molto difficile per la gente crederci. Quando sei tu a tenere il punteggio, vedi per lo più gli errori che hai fatto e quindi tratti te stesso con durezza. Devi ricordare che le sfide che ti presento sono degli obiettivi. Non mi aspetto che tu li raggiunga immediatamente, ma soltanto che cominci a fare tentativi, che cominci a pregare e a dedicare le tue energie al raggiungimento di questi obiettivi.
Quello che vedo quando vi guardo è il vostro grande amore e il vostro desiderio di fare la cosa giusta per me. Vi giudico dal vostro cuore e dal vostro amore per me e per gli altri, non dalla perfezione o dai risultati”.
“Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi”. —Romani 8,31-34
[1] 1 Tessalonicesi 5,17.
[2] Salmi 34,1.
[3] 1 Tessalonicesi 5,18.
[4] Giacomo 2,8.
[5] Matteo 5,13–14.
[6] 1 Pietro 4,9–10; Matteo 5,42.39.
[7] NR.
Titolo originale: No Condemnation. Tradotto da A. Maffioli e S. Marata.
Pubblicato originariamente nel gennaio 2000. Adattato e ripubblicato il 19 maggio 2014.
Letto in inglese da Irene Quiti Vera.
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