Liberi dal compararci agli altri
Compilazione
Compararci agli altri ci priva della nostra gioia e manipola la verità. È come dire: “Non sono idoneo a ciò che devo fare”. La verità è che Dio mi ha dato tutto ciò di cui ho bisogno per il compito di cui mi ha incaricato. La verità della sua parola dice che ci ha preparato per fare opere buone e che ogni cosa buona viene da lui. —Anonimo
*
È cominciato con uno sguardo innocente alla foto di un’amica su Instagram.
Che bella, questa foto di lei con suo marito, ho pensato.
Anch’io e mio marito dovremmo fare delle foto insieme.
Ho cliccato il cuoricino sullo schermo e ho scorso verso il basso.
Poi c’era l’annuncio di una nascita, seguito da un altro click e altri scorrimenti.
Poi sono arrivate foto di una casa nuova, piatti gourmet, un compleanno, l’intera famiglia; poi una serie infinita di immagini “perfette”. Inizialmente avevo in mente solo di postare una foto e poi disconnettermi dai social media.
Purtroppo, un semplice post è diventato un’ora di cliccare, scorrere e paragonare meccanicamente la mia vita con le immagini perfette di quella degli altri. Ero stata risucchiata di nuovo nel buco nero dei social, ossessionata dalle persone e dalla loro vita invece di concentrarmi sulla vita che Dio ha dato a me.
Penso che la stessa cosa sia successa anche a Rachele, una donna che incontriamo nella Genesi. Era coinvolta in una difficile relazione poligama con il marito Giacobbe e sua sorella Lea. [...] Anche se Giacobbe aveva lavorato sette anni per sposare Rachele, al momento di unirsi in matrimonio, il padre di lei, Labano, al suo posto gli diede Lea.
Quando Giacobbe scoprì di aver sposato la donna sbagliata, affrontò energicamente Labano per il suo inganno. Perciò Labano acconsentì a dargli Rachele in cambio di altri sette anni di lavoro. Questo creò una situazione controversa, in cui Rachele era amata e apprezzata e Lea no. Avendo compassione di Lea, Dio le fece avere dei figli. Rachele invece non era in grado di averne. [...]
Esaminando i commenti di Rachele in Genesi 40,1, possiamo vedere l’impatto che ciò aveva su di lei: “Quando Rachele vide che non dava figli a Giacobbe, diventò invidiosa di sua sorella e disse a Giacobbe: ‘Dammi dei figli altrimenti io muoio’”.
Sono parole forti, ma gelosia, invidia e paragoni possono produrre emozioni intense in tutti noi. Anche se i sentimenti di Rachele erano normali, naturali e perfino giustificati, il suo problema nel paragonarsi alla sorella finirono col togliere gioia alla sua vita. [...] Purtroppo, la gelosia e la comparazione le fecero trascorrere anni in competizione con la sorella. Si perse gran parte del tempo che avrebbe potuto passare a godersi la vita che Dio le aveva dato.
Comunque, neanche la vita di Lea era perfetta. [...] Anche se con la benedizione di avere avuto dei figli, dovette vivere sapendo di non essere la prima scelta di suo marito. In quel modo passò la vita all’ombra di Rachele.
Quando ci fissiamo sulla vita degli altri, non riusciamo a vedere il dolore che spesso è nascosto allo sguardo del pubblico, nascosto nel profondo del loro cuore. In qualche momento della vita tutti subiamo difficoltà nei rapporti, esperienze traumatiche, problemi finanziari e perdite insopportabili. Anche se è umano guardare gli altri e fare supposizioni sulla loro vita. Dobbiamo renderci conto che nessuna vita è priva di difficoltà.
Gesù è il nostro antidoto a comparazioni e gelosie. Fissare lo sguardo su di Lui ci aiuta ad ammettere la realtà che la nostra vita non ci appartiene. La nostra vita appartiene a Dio e Lui usa gioia e dolore per dipingere una bella immagine di Sé per l’umanità. È sia il Dio dei nostri momenti perfetti che quello di quelli più dolorosi. Concentrarci su di Lui ci dà la forza di vivere la vita che abbiamo, invece di restare invischiati nella trappola della comparazione.
Caro Dio, grazie per la vita che mi hai dato. Nel fare esperienza di gioia come di dolore, aiutami a fissare lo sguardo su Gesù e non sulla vita degli altri. Aiutami a confidare in Te e a credere che stai creando per me una vita che glorificherà chi sei. Nel nome di Gesù, amen. —Kia Stephens1
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Spesso ti giudichi in base a ciò che vedi nello specchio, anche se sai che quell’immagine è volubile e superficiale. Tendi a renderti schiava di come ti vedi attraverso gli occhi degli altri, esaminando rigorosamente le tue prestazioni e sentendoti quasi sempre insoddisfatta di ciò che hai detto o fatto.
“Schiava” è la parola adatta. Sei effettivamente una schiava quando cerchi di misurarti con una prospettiva che non è la mia. Stimare il tuo valore in base all’aspetto che hai ai tuoi occhi o a quelli degli altri è sempre una trappola. È come se tu stessi setacciando la sabbia in cerca d’oro e osservassi solo i granelli di sabbia che passano dal setaccio, ignorando le pepite preziose che ci rimangono dentro. L’oro rappresenta la parte eterna di te: la tua anima. È invisibile a tutti tranne che a Me, quello che progetta di passare l’eternità con te. Anche se invisibile, un’anima ben nutrita può effettivamente migliorare il tuo aspetto: quando trovi riposo nella certezza del mio Amore incessabile, il tuo viso risplende della Gioia della mia Presenza.
La mia approvazione nei tuoi confronti [...] si basa interamente sulla mia giustizia, che è tua per l’eternità. Quando ti guardi nello specchio, cerca di vederti come sei realmente: abbigliata nella giustizia perfetta, adorna di approvazione radiosa. —Gesù2
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Quando ti sforzi così tanto di rientrare in un certo tipo di bellezza, che ti si adatti o no, che sia realistico o no, stai rinunciando alla tua unicità. Uno dei tanti problemi del misurare te stesso con gli altri è che non sarai veramente felice. Forse avrai un senso di soddisfazione per aver cambiato qualcosa che non ti piaceva, o perché ti tieni al passo con l’ultima moda, ma quanto pensi che durerà?
Se quel che cerchi è la felicità, non la troverai in quel modo. Il bisogno costante di soddisfare gli standard di bellezza del mondo porta all’ossessione: prima la trasformazione fisica, poi il modellamento della tua personalità per adattarti al tuo nuovo io, poi i grandi sforzi per restare al passo ogni volta che una moda lascia il posto a una nuova.
Risparmiati un sacco di tempo, di problemi e di dolori. Sgombrati la mente dalla percezione che hanno gli altri di ciò che è attraente. Lascia da parte tutto ciò che hai pensato o visto o che ti è stato detto; chiedi a Dio di mostrarti le qualità o le caratteristiche che fanno di te una persona unica. Sottolinea quelle e raggiungerai il meglio, la parte davvero attraente di te. —Rivista Contatto
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Compararci con gli altri! Lo facciamo tutti, in un modo o nell’altro. Vogliamo essere migliori, più forti, più belli, più talentuosi. Fa parte della natura umana compararsi ed essere in competizione e per alcuni diventa un’abitudine profondamente radicata.
Non sempre compararsi è una cosa brutta. A volte è necessario osservare e analizzare le situazioni o le altre persone per imparare o per capire le cose; è una cosa positiva se ci aiuta a essere grati per le nostre benedizioni e ad avere una mentalità positiva. Quando però misuriamo le nostre esperienze, difficoltà o benedizioni rispetto a quelle degli altri, diventiamo negativi, critici o insoddisfatti ed è davvero una cosa brutta!
La gente fa paragoni per motivi diversi e in gradi diversi. Alcuni hanno un’unica “area problematica” che li infastidisce, per esempio un loro aspetto che non gradiscono. Altri sono comparatori cronici che lottano costantemente con la sensazione che gli altri hanno più talenti, più privilegi o un aspetto migliore, oppure qualcosa che loro vorrebbero. In qualunque caso, Gesù è capace di superare questa mentalità negativa che può privarci della nostra gioia e della nostra soddisfazione nella vita.
È importante capire che il Signore opera in ognuno di noi in maniera diversa. A volte ciò che va bene per una persona non va bene per un’altra, quindi non possiamo fare confronti e chiederci perché per alcuni le cose sembrano andare sempre bene, mentre per altri no. Il Signore è giusto e imparziale, ma soprattutto amorevole. Sa cosa è meglio per te e gli sta a cuore il tuo miglior interesse.
Siamo tutti una parte necessaria del magnifico e vasto piano globale di Dio. Dalla nostra prospettiva non possiamo vedere come rientriamo nel tessuto generale della vita e nell’equilibrio dell’universo, ma un giorno vedremo che tutto è perfetto. Allora capiremo i motivi per cui Dio ci ha fatti così come siamo e ne saremo grati.
Ha fatto ognuno diverso. Non esiste nessun altro al mondo che sia come te o come me. Ognuno di noi è una sua creazione unica, ci ama e ci ha fatti così per un buon motivo. È felice per come ci ha fatti e anche noi dovremmo esserne felici e grati. —Maria Fontaine
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 2 agosto 2022.
1 https://proverbs31.org/read/devotions/full-post/2021/05/10/avoiding-the-comparison-trap
2 Sarah Young, Jesus Lives (Thomas Nelson, 2009).
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