Le ricchezze più grandi
Compilazione
Da bambina mi piaceva andare a trovare mia nonna Sabina nella sua casetta in montagna. La zia Iota viveva alla porta accanto, così io e mia sorella passavamo le giornate con i nostri cugini a esplorare, nuotare nel fiume dietro alla proprietà, andare fino alla cascata, o arrampicarci sui monti della Mantigueira. Per una ragazza di città come me era il paradiso terrestre.
La loro famiglia non aveva molti beni materiali come la nostra. Una volta mia cugina Anette ha detto: «Forse non sono ricca di cose, ma sono ricca nel cuore e la nonna mi ha detto che quella è la cosa più importante!» Per me era un pensiero nuovo. C’erano altri tipi di ricchezza, oltre a quella materiale?
La prima volta che ho letto i Vangeli, una delle storie che mi hanno colpito di più è stata quella del mercante che aveva scoperto una perla preziosa e immediatamente aveva venduto tutto quello che aveva per comprarla (Vedi Matteo 13:45-46). Gesù spiegò che quella perla era il regno di Dio. Quando l’ho letto, ho sentito una fiamma nel mio cuore. Anch’io volevo quella perla!
Gesù ci insegnò: «Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore» (Matteo 6:19-21). Vivendo in una grande città sulla costa, capivo benissimo quel concetto.
Con l’età, sono arrivata a comprendere più chiaramente che le vere ricchezze non sono le cose della terra; sono gioia, pace, amore, bontà, fede e tutte le altre cose veramente preziose che Dio vuole darci ogni giorno. Noi abbiamo la parte più facile, semplicemente aprire il nostro cuore per ricevere i suoi doni. Se i nostri tesori sono in cielo, proveremo la gioia che Dio ci offre, adesso e nella vita a venire. —Rosane Pereira
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“Questa è la vita eterna, che conoscano te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che tu hai mandato” (Giovanni 17:3).
La vita non sta nelle cose. La vita è conoscere Gesù. Gesù raccontò una parabola: “La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: ‘Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?’ E disse: ‘Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all’anima mia: ‘Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti’. Ma Dio gli disse: ‘Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà? ’Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio” (Luca 12:16-21).
Non è una brutta cosa che “la campagna frutti abbondantemente”. Non è una brutta cosa che la tua attività prosperi. Non è una brutta cosa ricevere una promozione insieme a un aumento dello stipendio. Non è una brutta cosa quando aumenta il valore dei tuoi investimenti. Non è questo il male di cui parla questa parabola. L’uomo non viene chiamato stolto per essere un contadino efficiente. Dio sa che questo mondo imperfetto ha bisogno di contadini efficienti e attività redditizie.
Perché, allora, viene chiamato stolto? […]
Da come utilizzò l’accrescimento delle sue ricchezze, non diede indicazioni di essere ricco davanti a Dio. Continuò a costruire granai più grandi. Questo va benissimo, se immagazzini il grano per usarlo in modo da indicare che Dio è il tuo tesoro. Cosa dice il contadino, invece? Versetto 19: “Dirò all’anima mia: ‘Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti’”. L’uso che progetta di fare per le sue ricchezze dice una cosa sola. “Il mio tesoro è rilassarsi, mangiare, bere e divertirmi”. Quella è la mia vita — e le ricchezze nei miei granai la rendono possibile.
Cosa c’è di sbagliato in questo? Niente, se non esistono un Dio infinitamente prezioso e una risurrezione. Per questo in 1 Corinzi 15:32 Paolo disse: “Se i morti non risuscitano, mangiamo e beviamo, perché domani morremo”. Ma c’è un Dio e c’è una risurrezione. Quindi, quello che è sbagliato nel modo in cui quest’uomo gestisce le sue ricchezze è che non le usa in modo da indicare che valuta Dio più delle ricchezze.
Ecco il versetto chiave conclusivo che rende chiaramente il concetto (versetto 21): “Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio”. Cosa significa essere “ricchi davanti a Dio”? Il significato è reso chiaro dal contrasto: è l’opposto dell’ammucchiare tesori terreni. Essere ricchi davanti a Dio è l’opposto di trattare se stessi come se si fosse fatti per le cose e non per Dio. Essere ricchi davanti a Dio è l’opposto di comportarsi come se la vita consistesse nell’abbondanza dei propri beni, non nell’abbondanza del conoscere di Dio.
Essere ricchi davanti a Dio, quindi, è il cuore che viene attratto da Dio come nostra ricchezza. […]
Di nuovo, il problema non è che i campi dell’uomo fossero prosperati, ma che Dio smise di essere il suo tesoro supremo. Se Dio fosse stato il suo tesoro, cosa avrebbe fatto di diverso? Invece di dire “Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti”, avrebbe detto qualcosa come:
“Dio, tutto questo è tuo. Tu hai fatto prosperare i miei campi. Mostrami come esprimere con le mie ricchezze che il mio tesoro sei Tu, non le ricchezze. Ho già abbastanza. […] Voglio la piena benedizione del dare. Perché Tu mi hai insegnato, Signore, che “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (Vedi Atti 20:35). —John Piper1
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Il successo momentaneo spesso premia gli sforzi degli empi, ma nemmeno le loro conquiste più grandi possono offrire una soddisfazione completa. Era il tema di Salomone quando disse: “L’attesa dei giusti finirà in gioia, ma la speranza degli empi svanirà” (Proverbi 10:28). Se i peccatori privi di pentimento vedessero le loro conquiste più grandi alla luce dell’eternità, le troverebbero durature e preziose come bolle di sapone.
Lo studioso biblico del XIX secolo G. S. Bowers fece notare l’estrema futilità di un’ambizione che non è accompagnata dalla devozione a Dio, citando quattro potenti governanti del passato, e scrisse:
“Alessandro Magno non si sentì soddisfatto nemmeno dopo aver completamente soggiogato le nazioni. Pianse perché non c’erano altri mondi da conquistare e morì in giovane età in condizioni dissolute.
“Annibale, che riempì tre stai con gli anelli d’oro tolti ai cavalieri che aveva massacrato, commise suicidio bevendo del veleno. Pochi notarono la sua scomparsa e lui lasciò questa terra senza nessuno a rimpiangerlo.
“Giulio Cesare, con le vesti sporche del sangue di un milione di nemici, conquistò ottocento città, solo per essere pugnalato dai suoi migliori amici al momento del suo maggior trionfo.
“Napoleone, il temuto conquistatore, dopo essere stato il flagello dell’Europa, passò gli ultimi anni in esilio”.
Non c’è da stupirsi che Salomone abbia ammonito sulle misere prospettive di chiunque cerchi di arrivare al successo senza affidarsi a Dio. —H.G.B., OurDaily Bread2
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Le uniche cose che possiamo conservare sono quelle che diamo liberamente a Dio. Ciò che cerchiamo di tenere per noi stessi siamo semplicemente certi di perderlo.— C. S. Lewis
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Il denaro non ha mai reso nessuno felice, e mai lo farà. Più un uomo ha, più vuole. Invece di riempire un vuoto, lo crea. —Benjamin Franklin
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Se vuoi sentirti ricco, conta semplicemente le cose che hai che il denaro non può comprare. —Anonimo
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È l’ossessione delle ricchezze, che più che altro ci impedisce di vivere liberamente e nobilmente. —Bertrand Russell
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Il suo conto in banca non indica se un uomo è ricco o povero. È il cuore che rende ricco un uomo. Un uomo è ricco secondo quello che è, non secondo quello che ha. —Henry Ward Beecher (1813–1887)
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“La vita di uno non consiste nell’abbondanza delle cose che possiede” (Luca 12:15).
La vita, quella vera, non consiste nelle cose, perché le cose non possono dare vera soddisfazione. Possono soddisfare momentaneamente il corpo, ma non potranno mai soddisfare l’anima o lo spirito dell’uomo, che invoca da Dio Padre la gioia, la felicità e la soddisfazione eterna che solo Lui può dare.
“La vita”, dice Gesù. “è più delle cose”. È ciò che c’è dentro che conta veramente: amore, gioia e vera felicità nel cuore, serenità. Puoi avere le ricchezze più grandi se solo le chiedi. La cosa più preziosa che tu possa avere è Gesù, e Lui è la chiave di tutto il resto. (Vedi Romani 8:32.)
Qualunque cosa questa vita e questo mondo abbiano da offrire, dura solo un po'. La salvezza, invece, le anime vinte e il servizio per il Signore sono per sempre; sono eterni. “E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno” (1 Giovanni 2:17). “Poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne” (2 Corinzi 4:18).
Mosè stimava gli oltraggi di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto (Vedi Ebrei 11:26.) Guardava più in là dei suoi giorni, con tutti i loro problemi e le loro tentazioni, e vide Gesù. Teneva lo sguardo puntato sull’eternità e sulle sue grandi ricompense; stimò le ricchezze di Cristo più grandi di tutti i tesori d’Egitto, ai suoi tempi la nazione più ricca e potente della terra, di cui avrebbe potuto essere il faraone. (Vedi Ebrei 11:24-27.)
Dando tutto a Cristo, riceveremo molto di più. È un piccolo prezzo da pagare per tutto ciò che riceveremo in cambio! —David Brandt Berg
Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 28 novembre 2022.
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