L’amico di Dio
Compilazione
È interessante notare quello che Giacomo ha detto di Abraamo, il padre dei fedeli:
Giacomo 2,23: Così fu adempiuta la Scrittura che dice: «Abraamo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto come giustizia»; e fu chiamato amico di Dio.1
Notate come Giacomo attira l’attenzione sul fatto che Abraamo era chiamato l’amico di Dio. Il termine “amico” è piuttosto intimo e trasmette un senso di vicinanza, fiducia e condivisione.
Il punto degno di nota è che Abraamo era definito l’amico di Dio. A fare questa affermazione è il Dio grande, onnipotente, onnipresente e onnisciente. Non era una valutazione fatta da Abraamo del suo rapporto con Dio né ciò che lui pensava di Dio. Era un’affermazione fatta da Dio riguardo ad Abraamo.
Giacomo citava Isaia 41,8: “Ma tu, Israele, mio servo, Giacobbe che io ho scelto, progenie di Abrahamo, mio amico”.
I figli di Israele erano servi di Dio e discendenti di Abraamo, che era amico di Dio. Pensate un momento a come sono straordinarie queste parole e che rapporto straordinario descrivono! Considerate come un essere limitato, materiale e mortale era considerato un carissimo amico dal Dio onnipotente, immortale, onnisciente e supremo. Considerate anche che un uomo imperfetto, creato dalla polvere della terra, era visto dal Dio Creatore, fatto di spirito eterno, come una persona con cui poteva avere un’amicizia speciale, cordiale e duratura.
Tuttavia le parole mio amico rappresentano esattamente quello che Dio considerava Abraamo, il cui rapporto con Dio era un’amicizia sincera e profonda. […] Anche noi possiamo avere con Dio lo stesso tipo di amicizia che aveva Abraamo. Per farlo, però, dobbiamo come prima cosa esaminare cos’è che rende un’amicizia quello che è, così da poter essere chiamati anche noi, come Abraamo, amici di Dio. —Da Christian Churches of God2
Conversazioni con Dio
Gli amici hanno un ruolo importante nella vita della maggior parte delle persone. È naturale voler avere degli amici ed è anche naturale sentirsi tristi se non si hanno amici. Molti al mondo d’oggi provano una certa soddisfazione nell’avere un numero elevato di “amici” su Facebook.
Avere degli amici è sempre stato importante fin dall’inizio dei tempi. La Bibbia parla di amici e amicizie a partire dal libro della Genesi. In Esodo 33,11 dice che Dio parlava a Mosè come si parla a un amico. Mi sono chiesto spesso che tipo di conversazioni avessero. Poi c’era Abraamo, che in Isaia 41,8 viene chiamato l’amico di Dio perché aveva un rapporto confidenziale con Lui.
Gesù chiamò amici i suoi discepoli per via delle cose che aveva detto loro: “Vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre mio”.3 —Dan Ross
Amicizia con Gesù
Cosa significa dire che Gesù è tuo amico? Ancora più importante, cosa significa che Lui chiama noi suoi amici? […]
Essere amici di Gesù significa lasciare che sia Lui a definirci.4Gesù chiede ai discepoli: “Chi dite che Io sia?” È Pietro che risponde: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Un attimo dopo Gesù replica: “Tu sei Pietro, la roccia”. I veri amici contribuiscono a definirsi a vicenda. Nel dare e prendere di un rapporto sincero, come “il ferro affila il ferro”, il marchio di un vero amico diventa indelebile nell’anima dell’altro.
Essere amico di Gesù significa sentirgli dire: “Non temete”.5 I Vangeli sinottici ci dicono che i tre [Pietro, Giacomo e Giovanni] furono terrorizzati quando assistettero alla Trasfigurazione. Fu l’unica volta in cui alcuni dei suoi discepoli videro la rivelazione della sua gloria. Marco racconta che Pietro non sapeva cosa dire, tanto era spaventato. Matteo dice che alla fine Gesù disse ai tre: “Non temete”. Molto spesso, quando rivelava una nuova dimensione di Sé, Gesù dovette confortarli con quelle prole. Quando le loro reti si riempirono miracolosamente per la prima volta in Luca 5, Gesù disse: “Non temete, da ora in poi pescherete uomini”. Quando si avvicinò alla barca, camminando sull’acqua, li chiamò: “Sono Io, non temete”.6 È quello che dice anche alla donna alla tomba.7
Col tempo, se camminiamo abbastanza a lungo con Gesù come amico, Lui si rivelerà in modi più nuovi, profondi e a volte perfino spaventosi. “Non temete”, sussurra, “sono Io”. Se non dobbiamo aver paura di Dio, non dobbiamo aver paura di niente.
Quando Gesù è tuo amico, sei sicuro che nella tua vita c’è qualcuno che conosce la tua fragilità, le tue difficoltà e le tue ferite.8 Gesù non chiese mai a Pietro o a qualcuno degli altri di fare qualcosa o di andare da qualche parte dove non fosse andato anche Lui. Prima di chiamarli “pescatori di uomini”, Gesù dimostra come farlo pescandoli per primo. Prima di mandarli a divulgare la sua parola e a fare le sue opere, Gesù dedica un periodo intenso di tempo a prepararli. Non avrebbe detto loro di prendere la croce se non avesse prima dimostrato di essere deciso a precederli sul Golgota. […]
Non possiamo guadagnarci una dose maggiore del suo amore con il nostro buon comportamento. Proprio come non perdiamo il suo amore quando sbagliamo. Ci ama come siamo e non come dovremmo essere. Non cambiamo perché ci ami. Ci ama così che possiamo cambiare. “È la sua bontà che ci spinge al ravvedimento”.9 —Michael Card10
Conoscere, condividere e ascoltare
Qualcuno ha definito l’amicizia come il “conoscere il cuore di un'altra persona e condividere il proprio cuore con lei”. Condivamo il nostro cuore con le persone di cui ci fidiamo; ci fidiamo delle persone cui stiamo a cuore. Ci confidiamo con i nostri amici perché abbiamo fiducia che useranno quell’informazione per aiutarci, non per farci del male. A loro volta loro confidano in noi per lo stesso motivo.
Spesso chiamiamo Gesù nostro amico perché sappiamo che vuole ciò che è meglio per noi. Ci confidiamo con Lui perché confidiamo in Lui. Ma avete mai pensato che Gesù si confida con i suoi?
Gesù cominciò a chiamare i suoi discepoli amici invece di servitori perché aveva affidato loro tutto ciò che aveva udito da suo Padre.11 Gesù confidava che i discepoli avrebbero usato quelle informazioni per il bene del regno di suo Padre.
Anche se sappiamo che Gesù è nostro amico, possiamo dire di essere suoi amici? Lo ascoltiamo? Oppure vogliamo solo che sia Lui ad ascoltare noi? Vogliamo sapere cosa che c’è nel suo cuore? Oppure vogliamo soltanto dirgli ciò che abbiamo nel nostro? Per essere amici di Gesù dobbiamo stare a sentire quello che vuole farci sapere e poi usare quell’informazione per aiutare altri a diventare suoi amici.—Julie Ackerman Link12
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 28 aprile 2020.
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