La vita imbattibile
Compilazione
“Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?” —Romani 8,31 [1]
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Se siamo in Cristo, e predestinati a essere come Lui da un Dio onnipotente e sovrano, allora è semplicemente logico che Paolo chieda: “Chi sarà contro di noi?” In realtà tantissime cose possono essere contro di noi, ma con quale risultato? Paolo fa un’altra domanda: “Chi accuserà gli eletti di Dio?”[2] In realtà molte accuse e molte condanne possono essere rivolte contro di noi, ma con quale risultato?
La chiave della nostra sicurezza e della nostra serenità in un mondo in cui ci sono molte cose che lavorano contro di noi è la nostra dipendenza da Dio e la consapevolezza che in tutto quello che succede Lui opera per il bene. Se Dio è per noi, allora nessuno può essere contro di noi in maniera efficace, perché noi siamo nei piani di Dio e stiamo venendo plasmati a immagine di Cristo, il quale, con la sua morte, la sua sepoltura e la sua risurrezione ha già sconfitto qualsiasi cosa possa minacciarci, compresa la morte. Paolo scrive: “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?”[3] Dio non ci lascia impreparati né ci abbandona, ma ci dà Gesù, attraverso il quale siamo fortificati e sostenuti in ogni difficoltà.
Incontriamo tutti delle situazioni di tensione e conflitto, ma, se mi consentite la parafrasi, “se Dio è per noi, a chi può importare che ci sia qualcosa contro di noi?” Come Cristiani dobbiamo vivere con un atteggiamento del cuore che dice: “Se Dio è per me, allora sono al sicuro, qualsiasi cosa si metta contro di me”. La questione non sono i conflitti e le tensioni che possono introdursi nella nostra vita; questi sono una parte della vita che tutti dobbiamo affrontare. La questione riguarda la reazione che abbiamo nei loro confronti. Paolo dice: “Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi”.[4] La nostra reazione dovrebbe essere quella di una vittoria già conquistata. Perché? Perché Dio è in noi.
Poi Paolo chiede: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?”[5] Dice che no, “ in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori in Cristo”, perché “nessuna creatura potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore”.[6] È grazie a un rapporto d’amore con Gesù Cristo che ci mettiamo nelle mani di un Dio onnipotente e sovrano che ci ha dato la vita imbattibile che abbiamo in suo Figlio. —Charles Price
Sopravvivere alla delusione
È certo che la vita non si risolve sempre come immaginiamo noi. Quando succede, come possiamo sopravvivere alla delusione? Come possiamo superare quei momenti bui?
Spesso i momenti di delusione più grandi arrivano quando qualcuno ci delude, o per lo meno quando pensiamo che l’abbia fatto. Le persone possono lasciarci delle ferite profonde. A volte sanno quel che fanno, mentre altre volte stanno solo facendo del loro meglio con gli strumenti in loro possesso. In entrambi i casi, il grado di appagamento e felicità che proviamo nella vita non dipende dagli altri; dipende da Dio. Naturalmente, per certe cose facciamo affidamento su altre persone e fa male quando ci deludono; ma il successo o la gioia nella nostra vita non dovrebbe dipendere da loro. Non dobbiamo prolungare la sofferenza per quello che gli altri fanno o non fanno, perché alla fin fine la nostra ricompensa è nelle mani di Dio.
È una delusione enorme anche quando crediamo di aver sbagliato da qualche parte, magari a causa della nostra stessa trascuratezza o nonostante i nostri migliori sforzi. Oppure pensiamo di aver fallito quando in realtà non è così. E ci sediamo al buio, torturandoci. Il rammarico e il senso di colpa ci martellano l’anima come un maglio. “Se solo avessi…” “Se solo non avessi” “Perché non ho fatto…” È un peso che non possiamo e che non dobbiamo portare.
Anche quando dobbiamo subire le conseguenze delle scelte sbagliate che abbiamo fatto, Dio è sempre dalla nostra parte. “Se sono caduta, mi rialzerò; se sto seduta nelle tenebre, il Signore è la mia luce”.[7] È meraviglioso sapere che perfino nelle tenebre di nostra creazione Dio è sempre presente, come lo è la sua luce. Penso che sia proprio ciò che ce lo fa amare di più. La sua grazia. Ci rendiamo conto di come ce lo meritiamo poco e di come siamo lontani dalla sua gloria, tuttavia Lui ci ama e ci accetta lo stesso. Perfino quando siamo al massimo dei nostri fallimenti, Dio ne ricava del bene, purché ci rivolgiamo umilmente a Lui.
Commettiamo uno sbaglio quando ci aspettiamo troppo da noi stessi, dagli altri e dalla vita, mentre le nostre attese dovrebbero avere origine in Dio. Dio spesso permette che nella nostra vita accadano situazioni difficili per benedirci in qualche modo. Se siamo disposti ad ammettere quella possibilità in tutto quello che ci succede, evitiamo di sentirci devastati da persone e situazioni che finiranno per essere usate per la gloria di Dio. Se affidiamo le nostre delusioni a Dio e diciamo: “Sii la mia luce e guidami in mezzo a queste cose”, il suo lavoro si realizzerà più in fretta. […]
Ricorda che, per quanto i momenti di delusione possano essere bui, Dio è sempre la tua luce. Cammina nella luce che ti dà. —Stormie Omartian
Sogni nuovi
Tutti li abbiamo: piani che non si sono avverati come speravamo, preghiere che sembrano non essere arrivate più in alto del soffitto, sogni che s’infrangono mentre ci chiediamo cosa mai sia andato storto. Andiamo avanti, lasciandoci alle spalle sogni infranti e preghiere apparentemente inesaudite, che spesso però rimangono impressi nella nostra mente insieme a una domanda: Perché le cose non sono andate come avevo progettato, sperato o pregato?
Che cos’è in fondo un sogno infranto, se non l’idea di una strada, o una destinazione a cui pensavamo che la nostra vita fosse indirizzata, mentre invece siamo arrivati da un’altra parte? Abbiamo fatto una svolta da qualche parte dove la vita è sembrata cadere a pezzi, oppure abbiamo perso la strada e in qualche modo ci siamo sviati.
Esseri umani imperfetti che siamo, di solito pensiamo di aver fallito. Cominciamo a dare la colpa a noi stessi o agli altri e ci portiamo appresso un carico di insuccessi o delusioni, a volte per anni. Se diamo la colpa agli altri, può essere un carico pesante da portare; se non lo abbandoniamo e non perdoniamo, può corrompere e guastare così tanto la nostra vita, che lo stesso vivere diventa un’esperienza triste e faticosa.
Il modo in cui tendiamo a giudicare le cose “un successo” o “un fallimento” spesso è come guardare attraverso il buco della serratura. Guardiamo lì dentro e vediamo solo un barlume della realtà, che conferma una volta di più la triste accettazione del nostro fallimento. Se però potessimo vedere la nostra vita da una prospettiva più ampia e completa, apparirebbero tantissimi altri elementi, colori e punti luce; quell’immagine minuscola si trasformerebbe nel capolavoro meraviglioso che può essere in realtà, come probabilmente è agli occhi di Dio.
Se cerchiamo di comprendere pienamente Dio e il suo piano per la nostra vita, forzando le cose per adattarle alla nostra prospettiva limitata, non faremo che sentirci delusi di noi stessi e di Lui quando le cose non si evolveranno come avevamo sognato e sperato. Se però abbiamo la fede di dargli i frammenti dei nostri sogni spezzati e confidiamo che Lui ne farà ciò che ritiene meglio, scopriremo che i sogni possono essere aggiustati e ci renderemo conto che non tutto è perduto.
Come può avvenire? Quando avviene? Nel modo giusto e al momento che Lui ritiene giusto. Dio, che è solo amore, ha dei sogni per la nostra vita. Lui, che ha in mente il nostro miglior interesse, rimane lì in attesa, con il pennello in mano, pronto a dipingere e trasformare in realtà il suo sogno di una vita piena di sprazzi di luce e macchie di colore, di profondità e intensità. È un sogno che non s’infrangerà. Dobbiamo solo lasciarci andare e lasciare che Lui ne faccia qualcosa di bello. —Janet Kluck
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 7 febbraio 2017.
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