La speranza del paradiso
Compilazione
Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà, e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. —Gesù, in Giovanni 11,25-26[1]
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Quando soffri ingiustamente, tieniti stretto alla tua fede, affinché la tristezza del mondo non si stabilisca nel tuo cuore. La certezza di un mondo futuro migliore ti aiuterà a superare anche i giorni più bui.
Tieni gli occhi puntati sulla tua dimora eterna in cielo, quel luogo meraviglioso in cui sarai riunito con le persone che ami e dove tutto sarà amore, luce, gioia e felicità. Allora saprai che è valsa la pena di tutto, perché quel giorno ogni dolore sarà cancellato.
Se ti è difficile avere quel tipo di fede, chiedimi di aiutarti a vedere le cose come le vedo Io. Chiedimi di mostrarti cosa ho in serbo per te e per i tuoi cari in cielo, e lo farò. Lo faccio perché tu possa sentirti incoraggiato e trovare la forza di sopportare i problemi del presente. Non posso rivelarti tutto ciò che ho preparato per te, ma posso rivelartene una parte adesso.[2] Tieni lo sguardo puntato sul cielo e i guai di questo mondo sembreranno piccoli al confronto – perché lo sono davvero. —Gesù in profezia
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Il film Amistad racconta la storia di un gruppo di schiavi africani che prendono controllo della nave negriera su cui viaggiano ed esigono di essere riportati nelle loro terre natali. Il capitano invece li porta in un porto americano, dove saranno imprigionati.
Mentre aspettano il verdetto del giudice, uno degli uomini, Yamba, siede in un angolo della prigione sfogliando le pagine di una Bibbia.
Cinqué, il capo del loro gruppo, lo guarda e dice: “Non devi fingere di essere interessato a quella cosa. Nessuno ti vede tranne me”.
Dopo un breve momento, Yamba alza lo sguardo. “Non sto fingendo, sto cominciando a capirlo”, dice. Non sa leggere – l’inglese è una lingua ignota per lui – ma riesce a capire le figure.
Quando Cinqué si avvicina per vedere, Yamba gli spiega la storia nella loro lingua. “Il loro popolo ha sofferto più del nostro”, dice. Mostrando a Cinqué il disegno di alcuni ebrei attaccati da leoni, continua: “La loro vita era piena di sofferenze”.
Poi Yamba gira alcune pagine e indica il disegno di Gesù bambino, avvolto da un’aureola luminosa. “Poi è nato lui ed è cambiato tutto”.
Cinqué chiede: “Chi è?”
Yamba risponde che non lo sa, ma che il bambino deve essere speciale. Sfoglia i disegni di Gesù. Indica un disegno in cui Lui cavalca un asino, tra le lodi degli spettatori. Un cerchio dorato forma un’aureola intorno a Lui. “Dovunque va”, dice, “è seguito dal sole”.
Immagine dopo immagine, riemerge lo stesso tema. Gesù è avvolto dalla luce mentre guarisce la gente con le mani, mentre protegge una donna discriminata, mentre abbraccia dei bambini.
Ma non è la fine della storia. “È successo qualcosa. È stato catturato e accusato di qualche crimine”.
Cinqué scuote il capo e insiste: “Deve aver fatto qualcosa”.
E Yamba replica: “Perché? Cosa abbiamo fatto noi?… Vuoi vedere come l’hanno ucciso?”
Ora Yamba si emoziona molto. Cinqué gli ricorda: “È solo una storia, Yamba”.
Lui scuote il capo e protesta. La morte di quell’uomo era reale. “Guarda qui, però”, dice, “non finisce così. La sua gente tira giù il corpo da…” Yamba fa una pausa e disegna una croce nell’aria.
“L’hanno messo in una caverna. L’hanno avvolto in panni come facciamo noi. Pensavano che fosse morto, ma è apparso di nuovo davanti ai suoi… e ha parlato con loro. Poi, alla fine è salito in cielo”.
“È qui che va l’anima quando muori, in questo posto. È dove andremo noi quando ci uccideranno”. Accarezzando un disegno che raffigura il cielo, Yamba conclude: “Non sembra poi tanto male”. —Tratto da storiesforpreaching.com[3] (Nota: puoi vedere questa parte del film qui su YouTube in inglese.)
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Ma come sta scritto: «Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d'uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano». Dio però le ha rivelate a noi per mezzo del suo Spirito, perché lo Spirito investiga ogni cosa, anche le profondità di Dio. —1 Corinzi 2,9–10[4]
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Lo stesso Dio che ci ama e che ha creato noi, la vita, l’universo e il Paradiso di cui abbiamo appena letto, ha anche reso facilissimo a ciascuno di noi assicurarci un posto là. Tutto si riassume in un versetto molto semplice, ma molto importante, del Vangelo: “Infatti Dio ha tanto amato il mondo [cioè ciascuno di noi], che ha dato il suo Figlio unigenito [Gesù], affinché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna”.[5]
Dio ama tutti noi in modo molto speciale. Sa che il solo modo in cui potremo essere veramente felici e realizzati è vivere con Lui in eterno. Per renderlo possibile ha mandato suo Figlio Gesù a insegnarci a vivere con amore e a morire per noi. Gesù è il ponte tra questa vita e il Cielo.
E non pensare di essere troppo cattivo per andare in Cielo: Dio sa tutto quello che hai fatto o detto, o anche solo pensato, e ti ama lo stesso senza riserve. Il Cielo è pieno di peccatori: di persone che hanno fatto azioni cattive ma che hanno chiesto perdono a Dio. Tutto quello che Lui vuole è che tu gli chieda perdono e lo inviti a far parte della tua vita.
Vuoi essere sicuro di andare in Cielo? Se vuoi, ecco una preghiera semplice da fare: “Gesù, voglio conoscerti e vivere per sempre in Cielo. So di aver commesso errori e di aver fatto cose sbagliate e me ne dispiace. So di non meritarlo, ma accetto il tuo amore e ti chiedo di poter venire con Te in Cielo un giorno. Ti prego di entrare nella mia vita, di aiutarmi e darmi pace”.
Dio ha promesso di rispondere alla tua preghiera, così ora hai una casa in Cielo! Dio ti benedica con un’eternità stupenda e piena di soddisfazioni! Arrivederci là! —Basato su scritti di David Brandt Berg
Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 5aprile 2016.
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