La Risurrezione: il punto di svolta nella storia
Compilazione
Quale semplice essere umano potrebbe scegliere il luogo della sua morte? Quale mortale potrebbe (o vorrebbe) far sì che le autorità di un paese straniero lo condannino a una morte tremenda e straziante? Come potrebbe una persona indurre i suoi acerrimi nemici a pagare una somma specifica per tradirlo e a sbeffeggiarlo e schernirlo al momento della sua morte? O tanto meno far sì che un gruppo di soldati si giochino i suoi vestiti e gli perforino un fianco dopo la sua morte? O ispirare poi un ricco a seppellire il suo corpo nella propria tomba privata? Eppure Gesù di Nazareth adempì non solo queste, ma oltre trecento altre profezie specifiche sulla sua nascita, la sua vita, il suo operato, la sua morte e la sua risurrezione. Egli fu ed è veramente “unico” in ogni senso della parola.
Nessuno dei grandi leader religiosi riconosciuti — né Mosè, né Budda, né Confucio, né Maometto — ha mai affermato di essere Dio. È vero che alcuni di loro furono adorati come tali dai loro seguaci dopo la morte, ma nessuno ha mai personalmente affermato di essere una divinità ... tranne Gesù Cristo, il quale non solo ha affermato di essere il Figlio di Dio, la manifestazione di Dio in carne umana, ma ha persuaso gran parte del mondo che lo è.
Non c’è motivo di mettere in dubbio il fatto che, dopo la sua morte, il suo piccolo nucleo di seguaci demoralizzati si trasformò miracolosamente in un gruppo di testimoni che nemmeno tutte le persecuzioni dell’Impero Romano riuscirono a fermare. Erano abbattuti e scoraggiati. Il loro Signore era stato crocifisso crudelmente dai suoi nemici. Le loro speranze sembravano morte e i loro sogni infranti.
Eppure, tre giorni dopo la morte di Gesù, la loro fede si riaccese in modo così incredibile che nessuna forza su questa terra fu mai più in grado di spegnerla! Quel piccolo umile gruppo dei suoi primi discepoli continuò a portare al mondo intero la Buona Notizia che non solo Dio aveva mandato suo Figlio nel mondo per insegnarci la sua verità e mostrarci il suo amore, ma anche che Gesù aveva sofferto la morte per noi e poi era risorto, affinché noi che lo conosciamo e crediamo in Lui non dovessimo mai più temere la morte, perché siamo salvi e andremo in cielo, grazie a Gesù.
Il Nuovo Testamento ci dice anche che dopo la sua risurrezione Gesù apparve personalmente a più di cinquecento testimoni oculari.[1] Il potente messaggio che i suoi primi discepoli proclamarono coraggiosamente per tutto il mondo fu: “Dio l’ha risuscitato dai morti!”[2] —Da “Chi è Gesù”, LFI
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Il Cristianesimo primitivo era essenzialmente un movimento di “risurrezione”. […] Predicare la Risurrezione vuol dire annunciare il fatto che il mondo è un luogo diverso e che noi dobbiamo vivere in quella “diversità”. La Risurrezione non è soltanto un miracolo bizzarro che Dio fece una volta. Dobbiamo predicarla in maniera da affermare che è stato il punto di svolta nella storia del mondo. — N. T. Wright
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Credere nella risurrezione non è solo un’appendice della fede cristiana. È la fede cristiana. —George Carey, già vescovo di Canterbury
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Pensa! Dio ha mandato sulla terra suo Figlio, il Signore dei cieli, il padrone dell’universo, a diventare uno di noi. Miracolosamente concepito da una giovane, umile vergine di nome Maria, Gesù prese una forma umana come la nostra. Per questo fu Figlio dell’uomo, oltre che Figlio di Dio.
Gesù non si limitò ad assumere sembianze umane. Si conformò anche al nostro modo di vivere, alle nostre usanze, al nostro linguaggio, ai nostri costumi e alle nostre abitudini, per poterci comprendere meglio e per comunicare con noi all’umile livello della nostra comprensione umana. Divenne un cittadino di questo mondo, un membro dell’umanità, un uomo in carne ed ossa, per poterci comunicare il suo amore e dimostrare la sua compassione e la sua premura; per aiutarci a comprendere il suo messaggio.
Scese dal cielo per vivere come noi. Lavorò come noi, dovette dormire, mangiare e fare tutte le cose che dobbiamo fare noi. A volte si sentì stanco ed esausto, provò la fame e la sete, si sentì triste e scoraggiato. Divenne uno di noi. Come dice la Bibbia, “fu tentato in ogni cosa come siamo noi, però senza peccare”.[3]
Gesù trascorse la vita facendo del bene dovunque andasse. Nutrì gli affamati, guarì i malati, risollevò e confortò gli afflitti e gli infelici. Amò tutti, anche i più poveri e quelli che tutti gli altri disprezzavano.
Non costruì mai un edificio religioso, non fondò mai una confessione religiosa, non ebbe mai una congregazione formale. Andò semplicemente a incontrare le persone per strada, in riva al mare, nei mercati, dovunque fosse, e condivise il suo messaggio d’amore con tutti quelli che volevano ascoltarlo. Fece amicizia anche con i membri più reietti e disprezzati della società: gli esattori delle tasse, gli ubriachi, le prostitute e i peccatori.
La sua religione d’amore fu così semplice che disse: “Dovete diventare come bambini per riceverla”.[4]
Gesù avrebbe potuto evitare di morire sulla croce. Egli affermò: “Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra”.[5] Era il Figlio di Dio e tutta la potenza dell’universo era al suo comando, a sua disposizione. A chi lo catturò disse: “Tu non avresti alcun potere su di me se non ti fosse dato dal Padre mio. […] Potrei alzare un mignolo e migliaia di angeli mi libererebbero immediatamente dalle tue mani”.[6] Avrebbe potuto chiamare a raccolta tutte le forze celesti per distruggere i suoi nemici, conquistare Roma e il mondo intero. Invece scelse di dare la vita per te e per me.
Perché il Re dei re, il Signore dell’universo, Dio incarnato, accettò di farsi arrestare, accusare falsamente, processare, condannare, frustare, spogliare e inchiodare a una croce come un comune criminale? La risposta è semplice: perché ci ama.
Tre giorni dopo la sepoltura del suo corpo inanime, accadde qualcosa che sbalordì i suoi nemici e provò a tutti i suoi seguaci che Egli era realmente il Figlio di Dio: risorse dai morti, per sempre vittorioso sulla morte e sull’inferno!
Dopo la sua risurrezione apparve personalmente a centinaia dei suoi seguaci per incoraggiarli, rinfrancarli e confortarli. Disse loro che sarebbe tornato a vivere con il suo Padre celeste, ma sarebbe rimasto sempre con loro in spirito, per sempre vivo nei loro cuori. Inoltre fece ai suoi seguaci una bellissima promessa: “Tornerò”. Il Figlio dell’uomo “verrà nelle nuvole, con potenza e gran gloria”.[7] —David Brandt Berg
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Sul sottofondo della difficile situazione odierna, la tradizionale speranza cristiana della risurrezione assume una luce e un significato ancora maggiori. Dice all’uomo che dopotutto non è un orfano, ma è l’immagine personale del Dio Creatore dell’universo; né la sua vita è condannata alla fossa, perché attraverso la risurrezione escatologica può vivere alla presenza di Dio in eterno.
È una speranza meravigliosa; ma, naturalmente, una speranza che non si basa su dei fatti non è una speranza, ma una semplice illusione. Perché mai la speranza cristiana di una risurrezione escatologica dovrebbe apparire all’uomo moderno qualcosa di più di un pio desiderio? La risposta giace nel convincimento cristiano che un uomo fu anticipatamente risuscitato dai morti come nostro predecessore e come esempio della nostra risurrezione escatologica. Quell’uomo era Gesù, il Nazareno, e la sua risurrezione, basata sui fatti, costituisce il fondamento pratico su cui si basa la speranza cristiana. —William Lane Craig
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L’intero piano per il futuro ha la sua chiave nella risurrezione. —Billy Graham
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So che la risurrezione è un fatto e la faccenda del Watergate me lo dimostra. Come? Perché dodici uomini testimoniarono di aver visto Gesù risorto dai morti, poi proclamarono quella verità per quarant’anni, senza mai rinnegarla. Tutti furono picchiati, torturati, lapidati e incarcerati. Non avrebbero sopportato quelle cose se non fosse stata la verità. Nel caso Watergate furono implicati dodici degli uomini più potenti della terra — e non riuscirono a sostenere una bugia per più di tre settimane. Volete dirmi che dodici apostoli riuscirono a sostenere una bugia per quarant’anni? Assolutamente impossibile. —Charles Colson
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Vedete, dunque, la potenza della sua risurrezione: dimostra con certezza la fede che fu trasmessa una volta per sempre ai santi. Sostenuta da prove infallibili, diventa essa stessa la prova infallibile dell’autorità, della potenza e della gloria di Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio […] La potenza della risurrezione di nostro Signore è una potenza probante, […] una potenza giustificante, che vivifica e consola. —Charles Spurgeon
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Le benedizioni del Vangelo sono fatti sostanziali e non semplici opinioni teologiche. Poiché la risurrezione dai morti di Gesù Cristo nostro Signore fu un fatto chiaramente visibile, la potenza probante della risurrezione di Cristo è tale che, quando la vostra fede rimane priva di argomenti, potete trovare un’ancora salda nella certezza di questo fatto. Le correnti del dubbio potrebbero spingervi verso gli scogli della sfiducia; ma anche quando la vostra ancora non trova più un appiglio, può sempre far presa sul fatto certo della risurrezione di Cristo. Deve essere un fatto vero. Ci sono troppi testimoni perché possano essere stati ingannati. E la loro morte paziente per la fede ha dimostrato che non erano solo uomini onesti, ma anche uomini buoni che stimavano la Verità di Dio più della loro vita. Sappiamo che Gesù risorse dai morti; potremmo essere costretti a dubitare di qualsiasi altra cosa, ma non di questa. Potremmo essere sballottati nel mare davanti ad altre affermazioni, ma torniamo a riva e rimettiamo piede sulla terraferma con questa verità indiscutibile e fermamente stabilita: “Il Signore è veramente risorto”. —Charles H. Spurgeon
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Ci sono più prove della risurrezione di Gesù, che dell’esistenza di Giulio Cesare o della morte di Alessandro Magno all’età di trentatré anni. —Billy Graham
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Le argomentazioni storiche da sole non possono costringere nessuno a credere che Gesù risorse dai morti; ma sono notevolmente efficaci a eliminare il sottobosco in cui si sono nascosti vari tipi di scetticismo. L’affermazione che Gesù è risorto fisicamente spiega in maniera impareggiabile i dati storici al cuore del Cristianesimo primitivo. —N. T. Wright
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È a motivo della risurrezione dei morti che oggi vengo giudicato da voi. —L’apostolo Paolo, rivolgendosi al governatore Felice, Atti 24,21
[1] 1 Corinzi 15,6.
[2] Atti 13,30.
[3] Ebrei 4,15.
[4] Matteo 18,3.
[5] Matteo 28,18.
[6] Giovanni 19,11; Matteo 26,53.
[7] Giovanni 14,3; Luca 21,27.
Titolo originale: The Resurrection: The Turning Point in History.
Tradotto da A. Maffioli e S. Marata.
Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 14 aprile 2014.
Letto in Inglese da Simon Peterson.
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