La poesia di Dio
Compilazione
La Bibbia parla di due cose come di una poesia di Dio. La prima è in Romani 1,20: “Le sue qualità invisibili, […] si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue”. Il termine greco per “opere”, o “cose fatte, prodotte”, è poiemasin, da cui derivano le parole poema e poesia.
La seconda è in Efesini 2,8-10: “È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo”. Siamo “opera sua”. Secondo un’altra traduzione siamo il suo “capolavoro”, che poi è la stessa parola: poiema. […]
Questo dovrebbe indicarci che la nostra vita ebbe inizio soltanto perché Dio ci scelse da prima della fondazione del mondo. Dovrebbe significare che è Dio che dona stabilità alla nostra identità e ci sostiene anche in mezzo alle cose peggiori che questa vita può offrire. A causa di Dio possiamo essere sicuri di avere uno scopo. Se poi glielo permettiamo, Dio ci raffina e ci prepara per la vita — una vita priva di vergogna e sensi di colpa, una vita piena di amore, gioia, pace, pazienza, bontà, generosità, fedeltà, mansuetudine e autocontrollo.1
Proprio come la gente dovrebbe essere in grado di osservare l’universo e leggerlo come una poesia il cui autore deve essere stato Dio, dovrebbe anche poter vedere la vita di un seguitore di Dio e dire: “Ecco una poesia che deve essere stata scritta da Dio”; e: “Chiunque sia l’Autore di quella poesia, voglio che diventi anche l’Autore della mia vita”. […]
L’universo punta il dito verso Dio; ne sono convinto. La gente però sarà aperta a vederlo solo se potrà anche osservare la vita del popolo di Dio e vedere una vita rinata, una stabilità di carattere e d’identità, una profonda conoscenza di quello che siamo e una sensazione fiduciosa di essere stati disegnati per un grande scopo portatore di vita.
La tua vita è una dimostrazione dell’esistenza di Dio? Se vogliamo che la gente veda l’universo per la grande poesia che è, dobbiamo essere la poesia che siamo chiamati a essere. —Ravi Zacharias
Tu sei un poema epico
Tu sei un capolavoro, sei l’opera di Dio. Quando Paolo dice che sei “opera sua”, non pensare al tuo goffo progetto fatto in seconda media. Pensa all’Odissea, a Beowulf, alla Divina Commedia, al Paradiso Perduto… alle grandi opere di poesia epica. Il termine greco che Paolo scelse per questa frase è poiema, e quello che aveva in mente era un’opera di grande creatività. […]
Ciò che Paolo — e Dio attraverso Paolo — vuole farti capire è questo: tu sei un poema epico, un poiema a immagine di Dio, diventato carne e spirito. Il tuo poema contiene tutto il teatro tragico e umoristico di un’esistenza più reale e più colma di significato di quanto tu possa ancora comprendere. Se pensi di essere un’opera di prosa noiosa, non vedi ancora le cose come stanno realmente. […]
Il tuo piccolo essere insignificante è più splendido del sole e più affascinante di Orione. Perché il sole non può percepire la potenza del suo Creatore in tutta la sua gloria accecante, né può Orione percepire il genio del suo Creatore nella precisione del proprio percorso celeste. Tu però puoi farlo. Tu fai parte della frazione infinitesimale delle cose create cui è stato accordato il dono incredibile di poter percepire la potenza e il genio originale di Dio. E a te, solo a te, sono concesse la percezione e l’esperienza unica del grande poiema sacro di Dio. Ci sono alcuni versi che Dio mostrerà soltanto a te. Che tipo di essere sei, tu che sei così piccolo e debole e tuttavia dotato della capacità tanto meravigliosa di percepire e meravigliarti?
Questa non è una frase pacchiana da poster. È una realtà biblica.
No, non c’è niente di noioso in te e non c’è niente di noioso in quello che Dio ti ha dato da fare oggi. […] Quello che Dio ti ha dato, l’ha preparato apposta per te.2 Niente di ciò che fai oggi è privo d’importanza. Dio è estremamente interessato ai particolari più minuti. Non hai bisogno di una vocazione più meravigliosa; potresti avere solo bisogno di più forza per comprendere le meraviglie delle sue vie amorevoli nella tua vita.3
Oggi hai il privilegio inestimabile di leggere con tutto il tuo essere un verso o magari alcune righe del grande poiema di Dio, mentre allo stesso tempo sei un poiema che Dio reciterà per sempre e ricorderà sempre.
Dio è totalmente assorbito dalla sua epopea vivente e vuole che lo sia anche tu. —Jon Bloom4
Ci ha creato per Sé
“Non c’è nessuno che mi capisca veramente, nessuno a cui confidare quello che provo!” È il lamento che ognuno di noi emette a turno. Ci aggiriamo su una strada solitaria, qualunque sia o dovunque si trovi il nostro destino. Ogni cuore, misterioso anche per se stesso, deve vivere la sua vita interiore in solitudine. Ma perché? Perché abbiamo tutti questa brama profonda di essere capiti da qualcuno? Perché abbiamo questo desiderio intenso di condividere con altri le nostre gioie e i nostri trionfi, le nostre pene e le nostre sconfitte?
Dio, che ci ha fatto anime viventi, ha forse commesso un errore nel suo capolavoro, l’umanità? Ha lasciato qualche vuoto nella nostra composizione? Ha disposto per ogni altro tipo di fame nella vita: pane per la fame del corpo, conoscenze per la fame della mente, amore per la fame del cuore. Ha poi lasciato insoddisfatta l’anima? Ha lasciato inappagato questo desiderio di comprensione profonda e amicizia sincera?
Queste domande hanno una risposta. Questa mancanza che sentiamo, questa incompletezza, è il bisogno che la nostra anima prova di Dio. Egli sapeva che quando avremmo sentito la mancanza di comprensione umana avremmo cercato quella divina. Sapeva che questa stessa sensazione d’isolamento, di non essere capiti, ci avrebbe spinto a Lui.
Dio ci ha creato per Sé. Desidera il nostro amore. Ha messo sul tavolo del nostro cuore un segnaposto che dice: “Riservato a Me”. Vuole essere il primo in ogni cuore, perciò riserva a Se stesso la chiave segreta, la chiave che apre tutte le stanze del nostro cuore e benedice con pace e comprensione perfetta ogni anima solitaria che si avvicina a Lui.
Dio è la risposta, la soddisfazione. Saremo veramente soddisfatti solo quando Lui stesso avrà soddisfatto quel desiderio. Saremo completamente liberi dalla solitudine solo quando Lui riempirà la nostra vita.
L’apostolo Paolo scrisse: “Non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato”.5 Gesù ha provato come noi ogni nostro desiderio. Entrando nella nostra vita ci sazia completamente. La Parola di Dio dice che Lui è la parte che ci sazia.6 Soddisferà ogni desiderio del nostro cuore.
Dio è abbastanza grande da riempire ogni anima. È il compagno e l’amico ideale e perfetto. Il tuo Creatore è l’unico che possa riempire ogni parte della tua vita. —Virginia Brandt Berg
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 16 luglio 2019.
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