La Pasqua: ecco cosa rappresenta
Maria Fontaine
Una cosa incredibilmente preziosa come la vita di Gesù offerta in pagamento per i nostri peccati richiese un’immensa forza di spirito, profondità di carattere e intimità con il Padre per realizzare una missione tanto colossale – che era il suo obiettivo principale.
Nonostante ciò, mentre affrontava quello che era necessario per la salvezza dell’umanità, Gesù chiese che, se fosse stato possibile, il Padre allontanasse da Lui quel calice.[1] Che cos’era quel calice? Erano l’agonia e la grande sofferenza che avrebbe dovuto sopportare. Potremmo immaginare quel calice come se fosse pieno delle conseguenze dei peccati del mondo: tutto ciò che la giustizia di Dio aveva decretato come punizione per tutti i peccati commessi – passati, presenti e futuri. Come dice una parafrasi di 2 Corinzi 5,21: “Poiché Dio ha preso Cristo, privo di peccato, e ha rovesciato su di Lui la pena per i nostri peccati. In cambio, poi, ha rovesciato su di noi il dono puro della bontà divina”. Lui, che non aveva conosciuto peccato, portò il peso della punizione per le trasgressioni di tutto il mondo, per liberarci da esse.
Per amor nostro, Lui, che non aveva conosciuto peccato, soffrì per noi il prezzo del peccato e divenne una maledizione per noi, così da poter distruggere con la sua morte il potere che il peccato aveva su tutti quelli che si sarebbero rivolti a Lui.[2]
Il nostro intelletto umano, per brillante che sia, non riuscirà mai a capire completamente queste profonde verità spirituali. Comunque, le illustrazioni materiali di questi concetti, anche se insufficienti e “viste come in uno specchio in modo oscuro”, possono per lo meno aiutarci, dandocene una comprensione parziale e molto limitata. Che Gesù abbia ricevuto dentro di Sé i nostri peccati e le nostre malvagità, può essere paragonato simbolicamente a una malattia mortale che si diffonde nel corpo e s’infiltra nelle cellule. Il suo diventare peccato per noi fu come se prendesse su di Sé le conseguenze della morte.
La Bibbia dice che Gesù consegnò la sua anima alla morte e ci liberò con il suo sangue.[3] Il calice ora simboleggia la nuova vita ottenuta grazie al suo sangue versato per noi.[4] Il peccato, la morte, l’empietà e tutto ciò che è malvagio fu inghiottito dalla vittoria.[5] Tutto il male dell’umanità e tutti i peccati di tutti i tempi furono espiati. Le Scritture dicono: “Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me”. [6]
Colui che era vita e verità, che era la Parola incarnata, fu distrutto nella carne, ma il suo spirito non poté essere distrutto.[7] Ciò che fu distrutto, a favore di tutti quelli che chiedono aiuto a Gesù, furono il potere del peccato e della morte, lo spirito di questo mondo e le forze spirituali a essi legate. Il loro potere fu spezzato e sconfitto da Cristo a favore di chiunque volesse ricevere il suo sacrificio e il suo dono d’amore. Queste forze di Satana non hanno più potere né autorità sui figli di Dio, se non quelli che Gesù permette per uno scopo – per istruirci e rafforzarci, per far risplendere ancora di più la nostra testimonianza e per avvicinarci di più a Lui.
Ciò che Gesù fece con la sua morte e la sua risurrezione per donarci la salvezza è una cosa tanto misteriosa e al di là della nostra comprensione umana, che saremo in grado di comprenderla pienamente soltanto quando saremo liberati, passando dal mondo della carne a quello dello spirito – e forse nemmeno allora. Comunque, ogni volta che riflettiamo su ciò che Gesù fece per ognuno di noi – e per tutti noi –il nostro senso di stupore e venerazione si rinnova.
Che cosa significa in termini pratici per noi Cristiani questo amore illimitato? Che cosa ci dice? Che significato ha? Cosa vuol dire per noi personalmente?
Alcuni scrittori cristiani nel corso degli anni hanno cercato di spiegare in vari modi quello che la Pasqua rappresenta:
- una dimostrazione che la vita è essenzialmente spirituale e infinita;
- la rara bellezza di una vita nuova;
- la notizia di una grande vittoria e la rassicurazione di un grande trionfo;
- la dichiarazione che siamo figli immortali di Dio;
- il miracolo di Colui che è “uscito dalla tomba ed entrato nel mio cuore”;
- un fatto della storia, senza il quale la storia è priva di senso;
- la porta del santo sepolcro, il portale attraverso il quale entriamo nel regno di Dio;
- la discesa di Dio al livello umano e l’ascesa dell’uomo al livello divino, affinché diventiamo tutti figli di Dio;
- ciò che trasforma la chiesa da un museo a un ministero;
- una seconda opportunità;
- la sicurezza che la verità non muore, che non può essere distrutta;
- la prova suprema del Cristianesimo;
- il diritto di vivere nobilmente adesso perché vivremo in eterno;
- la consapevolezza di vivere in un mondo in cui Dio ha l’ultima parola.
La Pasqua rappresenta tutto ciò in cui consiste la nostra salvezza[8] – ed è qualcosa che vale la pena di festeggiare! La Pasqua rappresenta tutto ciò che è stato e sempre sarà possibile nella nostra vita, che ha ricevuto forza dalla risurrezione. Rappresenta:
- la libertà dalla condanna degli errori e degli insuccessi del passato;[9]
- la liberazione dalla paura della morte;[10]
- la garanzia della speranza in un futuro eterno in una dimora che Gesù è andato a preparare per noi;[11]
- l’alternativa a un’esistenza temporale in questo mondo, carica di peccato e piagata dalla sofferenza;[12]
- l’apertura della porta del cielo davanti a noi;
- i ciechi ricevono la vista;[13]
- uomini e donne comuni diventano re e regine;[14]
- un uomo salvato dall’annegamento;
- un ramo salvato dalle fiamme;[15]
- la potenza di predicare una buona notizia, fasciare quelli che hanno il cuore rotto, proclamare la libertà agli schiavi e l’apertura del carcere ai prigionieri; di dare un diadema invece della cenere, l'olio della gioia invece del lutto, il manto della lode invece di uno spirito abbattuto; [16]
- la capacità di muoversi a chi è paralizzato;[17]
- la terra che ritrova vita in primavera;
- la conoscenza che l’uomo può vivere in eterno;[18]
- la dimostrazione che qualcosa di meraviglioso può accadere anche quando ogni speranza sembra persa;
- il perdono completo;[19]
- la libertà dalla legge della morte;[20]
- la verità lasciata libera nel mondo; [21]
- il dardo tolto alla morte;[22]
- la garanzia che in cielo non ci sono malattie né dolori;[23]
- la promessa di una vita eterna insieme ai nostri cari;[24]
- la sicurezza di un futuro meraviglioso, nonostante le peggiori condizioni di questo mondo;
- la forza di superare qualsiasi impossibilità;[25]
- un potere divino di guarigione;[26]
- un modo di vivere, non solo una religione o un rito.[27]
Tutte queste impossibilità diventarono possibili, tutto il potenziale dell’universo si aprì quando Cristo ottenne il trionfo sopra la morte.
Vale la pena di continuare a esaminare la risurrezione e tutti i suoi risultati, dato che è in questo momento – uno dei più grandi della storia – che continuiamo a scoprire le meraviglie della Pasqua.
Come quella bambina, quando suo padre le chiese se conosceva il significato della Pasqua alzò le braccia al cielo e gridò: “Sorpresa!” E fu davvero una sorpresa! Una sorpresa per il peccato, una sorpresa per la morte! Una sorpresa per i discepoli in lutto! Gesù è vivo – e tutto il mondo è pieno dei miracoli della sua risurrezione!
Pubblicato originariamente in inglese nel marzo 2010.
Adattato e ripubblicato il 10 aprile 2017.
[1] Matteo 26,39.
[2] 2 Corinzi 5,21; Ebrei 2,14; Galati 3,13; 1 Pietro 2,24.
[3] Isaia 53,12.
[4] 1 Corinzi 11,25.
[5] 1 Corinzi 15,54.
[6] Galati 2,20; Romani 5,8–11, 6,6–11.
[7] Luca 23,46; 1 Pietro 3,18.
[8] Giovanni 11,25–26.
[9] Romani 8,1.
[10] Ebrei 2,14–15.
[11] Giovanni 14,2–3.
[12] Giovanni 16,33.
[13] 1 Pietro 2,9; Giovanni 9,25.
[14] Apocalisse 5,9–10.
[15] Zaccaria 3,2.
[16] Isaia 61,1.3.
[17] Matteo 11,5.
[18] 1 Giovanni 2,17.
[19] Isaia 1,18.
[20] Romani 8,2.
[21] Giovanni 1,17.
[22] 1 Corinzi 15,55.
[23] Apocalisse 21,4.
[24] Atti 16,31.
[25] Luca 1,37.
[26] Marco 16,17–18.
[27] Giovanni 10,10.
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