La nostra speranza in Gesù
Peter Amsterdam
“Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nel credere, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo”. —Romani 15,13
Leggendo i Vangeli, è chiaro che Gesù sapeva in anticipo che avrebbe sofferto e sarebbe stato ucciso; sapeva anche che sarebbe risorto dalla tomba.1 La fiducia di Gesù che sarebbe risorto viene chiamata in termini biblici “speranza”.
Oggi, quando usiamo la parola “speranza”, generalmente pensiamo ad essa in riferimento a qualcosa che uno vorrebbe veder succedere. Trasmette l’dea che uno non sa cosa succederà, ma desidera un certo risultato. Anche le Scritture a volte usano la parola “speranza” in questo senso, ma più spesso essa trasmette un significato diverso e molto più sostanziale. L’idea biblica della parola greca elpis, tradotta con speranza, è il “desiderio di qualcosa di buono e l’aspettativa di riceverlo”. Come spiega il Dictionary of the Later New Testament and Its Developments: “Il significato di “speranza” e delle parole ad essa affini nel Nuovo Testamento è radicalmente differente da quello della nostra parola speranza. Invece di esprimere il desiderio di un particolare risultato ancora incerto, nel Nuovo Testamento la speranza è per definizione caratterizzata dalla certezza”.2
L’aspettativa della speranza biblica è analoga alla certezza, perché è radicata nel fatto della risurrezione di Gesù. È la sua morte, seguita dalla sua risurrezione dai morti, a darci la certezza – la sicurezza – che anche noi un giorno risorgeremo. Perciò la nostra speranza, la nostra aspettativa, anche se in questo momento non è una realtà, è pur sempre una certezza. La nostra aspettativa di ottenere la promessa divina della salvezza, del perdono dei peccati e della vita eterna con Dio si basa sulle sue promesse.
Fede e speranza sono strettamente collegate, perché la certezza della speranza si basa sulla nostra fede in Dio. La speranza, in senso biblico, si riferisce al futuro, perché è la certezza che qualcosa che è stato promesso da Dio succederà. Forse non è ancora accaduto, ma siamo certi che accadrà. Per esempio, l’apostolo Paolo parla della grazia di Dio che ci insegna a condurre una vita pia in questa età presente, mentre stiamo “aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del grande Dio e Salvatore nostro, Gesù Cristo”.3 La speranza di cui si parla qui non fa riferimento a qualcosa che vorremmo succedesse; è la sicurezza di vedere qualcosa che ci aspettiamo, sapendo che Gesù apparirà in gloria.
Allo stesso modo in cui Gesù sapeva che sarebbe risorto, così anche noi Cristiani abbiamo la certezza che risorgeremo. Poiché abbiamo la certezza della speranza, abbiamo fiducia in Dio e nelle sue promesse. Sappiamo che le sue promesse sono vere, anche se non ne abbiamo ancora visto l’adempimento completo. Tra queste ci sono le promesse di perdono, salvezza e un’eternità con Dio.
Troviamo un esempio di persona con questa speranza nella descrizione biblica del patriarca Abraamo. Lui e sua moglie Sara avevano raggiunto la vecchiaia e lei aveva già superato l’età in cui poteva partorire, tuttavia Dio gli aveva detto che entro un anno Sara avrebbe messo al mondo un figlio. L’apostolo Paolo scrisse di lui: “Egli, sperando contro ogni speranza, credette per diventare padre di molte nazioni secondo ciò che gli era stato detto: «Così sarà la tua progenie». E, non essendo affatto debole nella fede, non riguardò al suo corpo già reso come morto (avendo egli quasi cent’anni), né al grembo già morto di Sara. Neppure dubitò per incredulità riguardo alla promessa di Dio, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che ciò che egli aveva promesso era anche potente da farlo”.4
Abraamo non vacillava nella sua speranza, nella sua fede, nella conoscenza certa che Dio avrebbe fatto ciò che aveva promesso. Non desiderava che quello che Dio aveva detto si avverasse; sapeva che si sarebbe avverato. È questo il significato di sperare in Dio.
La Parola di Dio è il fondamento della nostra fede e del risultato finale di quella fede. Paolo parlò della “speranza della vita eterna, promessa prima di tutte le età da Dio, che non può mentire”.5 Paolo parla di questa speranza della vita eterna come di qualcosa di già acquisito in futuro, una certezza promessa da Dio. Dato che Dio non può mentire, sappiamo senz’ombra di dubbio che saremo i beneficiari della promessa. Questa è la nostra speranza, la nostra certezza.
Quando vediamo la speranza dal punto di vista biblico, possiamo trovare la forza di sopportare le prove e le difficoltà della vita. A volte la strada della vita ci fa attraversare momenti difficili, ma quando abbiamo speranza, abbiamo la certezza che il Signore ci aiuterà a proseguire e che alla fine trionferemo – se non in questa vita, allora nella prossima. Basiamo la nostra speranza, la nostra certezza, sulle promesse di Dio. Possiamo sopportare le difficoltà nella consapevolezza che vivremo alla presenza del Signore in eterno. Abbiamo la convinzione che, qualsiasi cosa dobbiamo affrontare, per difficile e ardua possa essere, alla fine saremo sempre con il Signore.6
La nostra fede si basa sulla certezza della speranza, che le Scritture chiamano “un’ancora dell’anima, sicura e ferma”.[7 La consapevolezza che siamo salvi, che lo Spirito di Dio abita in noi, che Gesù si è sacrificato perché potessimo avere un rapporto con Dio, che Lui è presente nella nostra vita ogni giorno e che siamo sicuri di un’eternità con Lui – dovrebbe influenzare il nostro modo di pensare e sentire la vita. Avere questa speranza può mantenere la mente e il corpo concentrati sul Signore e sul nostro meraviglioso futuro con Lui. Tale speranza può darci il coraggio e la forza di restare positivi e pieni di lode in mezzo alle prove, alle difficoltà e agli alti e bassi della vita.
Quando ricordiamo a noi stessi quello che ci sta davanti – la certezza della nostra salvezza e delle benedizioni promesse per l’eternità – possiamo affrontare le sfide con coraggio, con la consapevolezza sicura che, qualunque sia il risultato, abbiamo la speranza di un futuro con Dio. Quando viviamo con questa speranza, sappiamo che il risultato nell’eternità sarà glorioso e quindi potremo affrontare meglio le difficoltà della vita.
Siamo meravigliosamente salvi e passeremo l’eternità in amore, gioia e pace con Dio. Avendo una simile speranza, siamo anche chiamati a condividere con gli altri quella speranza della gloria, a fare del nostro meglio per rappresentare Gesù davanti a loro, ad amarli come fa Lui e ad aiutarli umilmente a fare esperienza del suo amore e della sua premura attraverso di noi. Cerchiamo di vivere sempre consapevolmente con la speranza che abbiamo in Cristo, condividendola con altri, come Gesù l’ha condivisa con noi.8
“Benedetto sia il Dio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale nella sua grande misericordia ci ha rigenerati a una viva speranza per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per un’eredità incorruttibile, incontaminata e immarcescibile, conservata nei cieli per voi”. —1 Pietro 1,3-4
“E illumini gli occhi della vostra mente, affinché sappiate qual è la speranza della sua vocazione e quali sono le ricchezze della gloria della sua eredità tra i santi, e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo secondo l’efficacia della forza della sua potenza”. —Efesini 1,18-19.
Pubblicato originariamente nel novembre 2017.
Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 13 giugno 2022.
1 Luca 18,31–33.
2 Ralph P. Martin e Peter H. Davids, eds., “Hope” in Dictionary of the Later New Testament and Its Developments, electronic ed. (Downers Grove, IL: InterVarsity Press, 1997), 499–500.
3 Tito 2,13.
4 Romani 4,18–21 NIV.
5 Tito 1,2.
6 1 Tessalonicesi 4,17.
7 Ebrei 6,19 NR.
8 Alcuni punti di questo articolo sono estratti e riassunti dal libro Think, Act, Be Like Jesus, di Randy Frazee (Grand Rapids: Zondervan, 2014).
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