La nostra identità in Cristo
Compilazione
Alcune cose non cambiano mai – per esempio la domanda “Chi sono io?”. La ricerca del proprio io è un’esperienza universale, creata da Dio. Una cosa che però è cambiata nelle ultime due generazioni è dove si cercano le risposte. Per molti non è tanto una ricerca per trovare dei valori e degli scopi su cui basare la propria vita, quanto la ricerca di un’identità, di un’immagine, dando particolare risalto alla propria personalità.
Non si è mai data tanta importanza all’espressione della propria individualità come in questo mondo odierno condizionato dal commercio e dai media. Ho fatto una breve ricerca su Internet e ho trovato 153.000 siti che mi dicono in che modo posso esprimere la mia individualità — e per la maggior parte vendevano qualcosa. C’erano le scelte ovvie (abiti, acconciature, musica, diete, automobili) e quelle più estreme (tatuaggi e body-piercing). Pur di vendere ... La pubblicità propone gli oggetti più disparati, dalle melodie per i telefonini all’artigianato, alle lezioni di batteria, alle donazioni benefiche — tutti intesi come mezzi per esprimere se stessi. Ciò di cui i consumatori non sembrano rendersi conto è che nella loro ricerca di individualità finiscono con l’essere modelli di conformismo — cartelli pubblicitari viventi che reclamizzano le idee, i gusti, la creatività e il senso degli affari di altre persone.
Ciò che una volta era un rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta ora ci segue letteralmente dalla culla alla tomba. Una ditta di biglietti d’auguri dice: “La partecipazione di nascita del tuo bimbo deve esprimere in modo speciale la tua individualità”. Un’impresa di pompe funebri annuncia: “Prepararsi in anticipo significa poter esprimere la propria individualità anche in un servizio funebre”.
Aspetta un momento… Sono davvero quelle cose a costituire il tuo vero io? Oppure sono la tua personalità interiore, il tuo spirito e i valori che ti motivano e guidano le tue azioni a determinarlo? Per che cosa vuoi essere conosciuto e ricordato? Per l’immagine che proietti o per l’influenza positiva che hai sugli altri? Chi sei tu? —Keith Phillips
Chi sono io, secondo Dio?
Tutti vogliamo sapere chi siamo. Cerchiamo, investighiamo e tentiamo di “trovare noi stessi”. Molti di noi hanno fatto test della personalità e altre valutazioni. Apprendiamo che siamo un leone, un castoro, un idealista, un catalizzatore, un competitore, un autocrate, un comunicatore, a seconda del tipo di personalità.
Ma per utili che questi test della personalità possano essere, ti sei mai fermato a pensare: “Chi sono io, secondo Dio?”
In tutti i miei anni di vita cristiana non mi ero mai fatto questa domanda fino a poco tempo fa. Quello che ho scoperto è che Dio ha molte cose da dire su ciò che pensa di noi – la Bibbia ne è piena. Se potessimo riassumerlo in uno spazio breve, ecco come potrebbe essere.
Sei prezioso
Io sono il Creatore e tu sei la mia creatura. Ho soffiato nelle tue narici il soffio della vita.[1] Ti ho creato a mia immagine.[2] I miei occhi hanno visto il tuo corpo quando era ancora informe.[3] Ti ho intessuto nel grembo di tua madre.[4] Conosco il numero dei capelli sul tuo capo e prima che una parola sia sulla tua bocca, la conosco appieno.[5] Sei fatto in modo stupendo.[6] […]
Comunque, fin dall’inizio hai cambiato la verità su di Me per una menzogna. Hai adorato e servito le cose create invece di Me, il Creatore.[7] Hai peccato e sei privo della mia gloria.[8] […]
Nonostante ciò, a motivo del mio grande amore, ti ho dato il mio unico Figlio, affinché tutti quelli che credono in Lui non periscano, ma abbiano vita eterna.[9] Mentre eravate ancora peccatori Cristo è morto per voi. Mentre eravate ancora ostili nei miei confronti, siete stati riconciliati a Me mediante la morte di mio Figlio.[10] Non è il peccato ad avere l’ultima parola, ma la grazia.[11]
Ora, tutti quelli che invocano il nome di Gesù saranno salvati.[12] Voi che avete creduto siete nati di nuovo.[13] Vi ho adottato.[14] Siete figli di Dio e suoi eredi.[15] […]
Un giorno sarete cambiati, in un attimo, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba.[16] […] Sarete liberati dal vostro corpo di morte per mezzo di Gesù e abiterete con Me.[17] Io asciugherò ogni vostra lacrima e non ci sarà più la morte né cordoglio, né grido, né dolore.[18] [...] Entrerete nel mio riposo, erediterete il regno che ho preparato per voi e avrete gioie e delizie in abbondanza.[19]
Ma soprattutto, vedrete la mia faccia e dove sono Io sarete anche voi con Me.[20] —John Rinehart [21]
Giusti, santi e amati
Come puoi trovare te stesso, cercando la tua identità al di fuori di Cristo? Trovi te stesso aggrappandoti stretto a qualcosa, per timore di essere perso senza di essa? A volte, nella sua grazia, Dio lascia che ci venga tolta proprio la cosa che abbiamo più paura di perdere, per farci capire che abbiamo cercato la nostra identità in qualcosa di diverso da Lui. Quando poi ci fa maturare e arriviamo a comprendere che la nostra vera identità è in Lui, diventiamo liberi di gioire in Lui e glorificarlo per il modo speciale in cui ci ha creato.
Nella carne, ho talenti che sono pieni zeppi di orgoglio e imperfezione, ho desideri che spesso seguono la mia volontà più che quella di Dio e ho benedizioni che sono portata a tenermi strette invece di usarle per la gloria di Dio. Ma quella non è più la mia identità. Io sono giusta, santa, amata e capace di portare gloria a Cristo mediante i doni e le benedizioni che mi ha dato. Non per qualcosa che io abbia fatto, ma per grazia di Gesù Cristo.
Sia lodato Dio perché ci ama abbastanza da prendere i nostri cuori spezzati e ribelli e offrirci una nuova identità in Cristo, grazie al sacrificio di suo Figlio. Non accontentiamoci di niente che sia meno di questo. —Sarah Walton [22]
Riconciliati a Dio
Nella nostra nuova identità in Cristo non siamo più schiavi del peccato,[23] ma siamo riconciliati con Dio.[24] Questa nuova identità cambia completamente il nostro rapporto con Dio e le nostre famiglie, proprio come cambia il modo in cui vediamo il mondo. La nostra nuova identità in Cristo significa che abbiamo con Dio lo stesso rapporto che Cristo ha con Lui: siamo suoi figli. Dio ci ha adottato come figli. Possiamo chiamarlo “Abba! Padre!”[25] Siamo coeredi[26] e amici[27] di Cristo e questo rapporto è ancora più forte di quelli che abbiamo con le nostre famiglie terrene.[28] Invece di temere Dio come un giudice, abbiamo il grande privilegio di presentarci a Lui come a nostro Padre. Possiamo avvicinarci a Lui con sicurezza e chiedergli ciò di cui abbiamo bisogno.[29] Possiamo chiedergli la sua guida e la sua saggezza,[30] sapendo che nulla ci porterà via da Lui.[31] […]
Non siamo più cittadini del mondo, ma separati da esso.[32] Sappiamo di far parte di un regno celeste e governato da Dio. Le cose della terra non ci attirano più.[33] Non temiamo né diamo troppo peso alle sofferenze terrene o alle prove che affrontiamo,[34] né diamo importanza alle cose cui il mondo dà valore.[35] Perfino i nostri corpi e le nostre azioni riflettono il fatto che le nostre menti non sono più conformate a questo mondo,[36] ma sono diventate strumenti della giustizia di Dio.[37] E la nostra nuova prospettiva basata sul nuovo regno indica che ci rendiamo conto che il nostro nemico non è la gente intorno a noi ma le forze spirituali che cercano di impedire alla gente di conoscere Dio.[38] […]
Una delle benedizioni più grandi della nostra identità in Cristo è la grazia che riceviamo per poter raggiungere la maturità spirituale che riflette sinceramente la nostra nuova identità.[39] La nostra vita, alla luce della nostra identità in Cristo è completata da un Padre celeste, da una grande famiglia amorevole e dalla consapevolezza di essere cittadini di un altro regno e non di questa terra. —Da gotquestions.org [40]
In Cristo, Dio ci ha dato un’identità nuova
So che non è proprio così, ma a volte mi sembra che Dio mi ami di più quando tengo sotto controllo le mie emozioni più forti e di meno quando mi lasci un po’ andare. Ti senti mai così? Be’, Dio ha detto una cosa bellissima su Gesù, che m’incoraggia a questo riguardo: “Questo è il mio amato Figlio, nel quale mi sono compiaciuto”.[41] Ho scoperto una prospettiva nuova in questo versetto quando mi sono reso conto che in quel momento Gesù non era ancora andato sulla croce, non aveva fatto miracoli né guidato le masse. Dio amava suo Figlio e si compiaceva in Lui non in base a quello che aveva realizzato, ma semplicemente perché Gesù è suo Figlio. Il Padre stabilì e confermò l’identità di Gesù prima ancora che Gesù iniziasse il suo ministero. Gesù udì Dio, credette in Dio e rimase pieno del suo Spirito.
In Cristo, Dio ci ha dato una nuova identità;[42] ma al contrario di Cristo, noi tendiamo a dimenticarci chi siamo. Cerchiamo di riempire le nostre giornate e le nostre vite di attività e di prestazioni, sperando di compiacere gli altri e perfino Dio. La nostra umanità ci rende vulnerabili e bisognosi di rassicurazioni giornaliere. È un po’ come il fenomeno di essere sazi dopo una grande cena, solo per risvegliarci affamati la mattina dopo. La verità entra e ci sazia; ma le crepe, le fessure e le circostanze la prosciugarno, lasciando in noi un vuoto che può sgomentarci.
Quindi dobbiamo vivere momento per momento nella realtà della nostra identità, prima di buttarci in qualsiasi attività. Afferra la verità e falla entrare in profondità. Lasciala penetrare rapidamente e resisti al prosciugamento dovuto alle incombenze quotidiane. Ascolta Dio, che dice: “Tu sei la mia amata figlia; in te mi sono compiaciuto”. Compiaciuto per ciò che sei, non per ciò che fai. Compiaciuto a causa di un amore insondabile e incondizionato – non meritato ma semplicemente dato. —Lysa TerKeurst [43]
Tu sei il capolavoro di Dio[44]
Il suo amore perfetto non si basa sulla nostra perfezione o su qualsiasi altra cosa tranne Se stesso.[45] […] Dice che sei stato fatto in modo stupendo.[46] Dice che niente può separarti dal suo amore.[47] Non lasciare che il nemico ti derubi della tua identità. Sei un capolavoro di Dio. Credici! —Joyce Meyer [48]
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 13 giugno 2017.
[1] Genesi 2,7.
[2] Genesi 1,27.
[3] Salmi 139,16.
[4] Salmi 139,13.
[5] Matteo 10,30; Salmi 139,4.
[6] Salmi 139,14.
[7] Romani 1,25.
[8] Romani 3,23.
[9] Giovanni 3,16.
[10] Romani 5,8.10.
[11] Romani 5,20.
[12] Romani 10,13.
[13] 1 Pietro 1,3.
[14] Efesini 1,5.
[15] 1 Giovanni 3,2; Romani 8,16–17.
[16] 1 Corinzi 15,52.
[17] Romani 7,24–25; Giovanni 14,3.
[18] Apocalisse 21,3–4.
[19] Ebrei 4,9–11; Matteo 25,34; Salmi 16,11.
[20] Apocalisse 22,4; Giovanni 14,3.
[21] http://www.desiringgod.org/articles/what-god-thinks-about-you.
[22] http://unlockingthebible.org/four-ways-our-identity-in-christ-changes-our-lives.
[23] Romani 6,6.
[24] Romani 5,10.
[25] Romani 8,15–16.
[26] Galati 3,29.
[27] Giovanni 15,15.
[28] Matteo 10,35–37.
[29] Ebrei 4,16.
[30] Giacomo 1,5.
[31] Romani 8,38–39.
[32] 2 Corinzi 6,14–7,1.
[33] Colossesi 3,2.
[34] Colossesi 1,24; 1 Pietro 3,14; 4,12–14.
[35] 1 Timoteo 6,9–11.
[36] Romani 12,1–2.
[37] Romani 6,13.
[38] Efesini 6,12.
[39] Filippesi 1,6.
[40] https://gotquestions.org/identity-in-Christ.html.
[41] Matteo 3,17.
[42] Romani 6,4.
[43] Lysa TerKeurst, Unglued Devotional, 60 Days of Imperfect Progress (Thomas Nelson, 2012).
[44] Efesini 2,10.
[45] Vedi 1 Giovanni 4,8.
[46] Salmi 139,14.
[47] Romani 8,35.
[48] https://www.joycemeyer.org/articles/ea.aspx?article=finding_my_identity_in_christ.
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