La nascita di Gesù — parte 3
Peter Amsterdam
Alcuni mesi dopo essere tornata dalla sua visita a Elisabetta, Maria partì con Giuseppe per un viaggio a Betlemme. Ci viene spiegato che il motivo del viaggio era che Cesare Augusto aveva ordinato un censimento e quindi Giuseppe era obbligato ad andare a Betlemme, la sua dimora ancestrale, perché discendeva dalla casa e dalla stirpe di Re Davide.
Luca descrive come Giuseppe andò da Nazareth, in Galilea, fino a Betlemme, un villaggio della Giudea a una decina di chilometri da Gerusalemme, per essere registrato, e Maria lo accompagnò. Mentre erano a Betlemme, “giunse per lei il tempo del parto. Ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, e lo fasciò e lo pose a giacere in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo”.1
Nei campi intorno a Betlemme c’erano dei pastori che curavano le loro pecore. “Ed ecco, un angelo del Signore si presentò loro e la gloria del Signore risplendette intorno a loro, ed essi furono presi da grande paura. Ma l’angelo disse loro: ‘Non temete, perché vi annunzio una grande gioia che tutto il popolo avrà; poiché oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore. E questo vi servirà di segno: Voi troverete un bambino fasciato, coricato in una mangiatoia’”.2
Questa è la terza volta che appare un angelo ad annunciare ciò che Dio stava facendo col mandare Gesù nel mondo. La prima era stata a Zaccaria nel tempio, la seconda a Maria e adesso ai pastori. In questo caso, la gloria del Signore — lo splendore divino manifestato da una luce brillante — risplendette attorno ai pastori e, come nelle altre occasioni in cui era apparso un angelo, ci furono un certo timore iniziale e un’esortazione a non aver paura.
L’angelo porta la buona notizia di una grande gioia destinata a tutto il popolo, facendo eco alla promessa fatta ad Abraamo che “in te saranno benedette tutte le famiglie della terra”.3 L’angelo dice ai pastori che il bambino è nato a Betlemme, la città di Davide, collegandolo così a Re Davide e affermando che è il Messia, che è il significato del nome Cristo.4
Il messaggio dato dall’angelo fa eco alle parole di Isaia, che aveva predetto la nascita di questo bambino e chi e cosa sarebbe stato. “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l’impero, e sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace. Non ci sarà fine all’incremento del suo impero e pace sul trono di Davide e sul suo regno, per stabilirlo fermamente e rafforzarlo mediante il giudizio e la giustizia, ora e sempre”.5
Ci viene detto che “a un tratto si unì all’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio, dicendo: ‘Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini, su cui si posa il suo favore’”.6
Il segno dato ai pastori era che avrebbero trovato “un bambino fasciato, coricato in una mangiatoia”.7 Dopo la partenza degli angeli, andarono a Betlemme a cercare il bambino. Dopo averlo trovato, raccontarono a tutti quello che era successo e “tutti coloro che li udirono si meravigliarono”. Maria intanto meditava su queste cose e le serbava nel suo cuore.8
Maria e Giuseppe, fedeli a ciò che l’angelo aveva ordinato, chiamarono il loro nuovo bimbo “Gesù, il nome dato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo”.9 Secondo le usanze giudaiche dei loro giorni, Giuseppe e Maria fecero circoncidere il loro figlio otto giorni dopo la sua nascita e, dopo altri trentatré giorni, fecero un’offerta di purificazione per Maria al tempio, in accordo con le leggi di Mosè.10 Da queste azioni possiamo vedere che Maria e Giuseppe erano ebrei devoti che seguivano i comandamenti di Dio e che avrebbero istruito Gesù nelle vie della fede.
Mentre erano al tempio, Giuseppe e Maria incontrarono Simeone, che era “giusto e pio e aspettava la consolazione d’Israele; […] e gli era stato divinamente rivelato dallo Spirito Santo, che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore. […] E, come i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare a suo riguardo quanto prescriveva la legge, egli lo prese tra le braccia e benedisse Dio”.11
La preghiera di Simeone è il terzo inno di lode nella sezione introduttiva del Vangelo di Luca. Simeone dichiara: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza che Tu hai preparato davanti a tutti i popoli; luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”.12 Le sue parole affermano che la salvezza di Dio è per tutti i popoli, tutta l’umanità. Il suo riferimento a Gesù come luce echeggia ciò che era stato profetizzato da Zaccaria nel suo inno, “per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace”.13 Giuseppe e Maria si stupirono per le parole che Simeone diceva di loro figlio.14
Mentre Giuseppe e Maria sono ancora nel tempio, fanno un secondo incontro con una profetessa ottantaquattrenne di nome Anna. Anche se nel suo Vangelo Luca non riferisce le sue parole esatte, racconta che un uomo e una donna profetizzano entrambi su Gesù.15 Come vediamo nel Vangelo di Luca e nel libro degli Atti, spesso lui include delle donne come elementi essenziali della storia di Gesù e della prima chiesa.
Il racconto della nascita di Gesù fatto da Luca termina qui nel tempio, mentre Matteo descrive altri aspetti della nascita di Gesù, compresa la visita dei Magi:
“Dei magi dall’oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: ‘Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti per adorarlo’”.16
Non si sa da dove provenissero esattamente i Magi, ma ciò non è importante quanto il fatto che vennero da fuori Israele. Matteo, come Luca, indica che Dio fece una cosa nuova, sottolineando il fatto che alla nascita di Gesù i Gentili sono attirati dalla luce del Figlio di Dio.17
Mentre i Magi, che erano solo dei Gentili, erano venuti a rendere omaggio al “re dei Giudei” appena nato, Matteo fa notare che l’attuale re della Giudea, i sommi sacerdoti e gli scribi erano completamente all’oscuro della sua nascita. Per ovvi motivi, quando Erode udì che i saggi erano venuti a cercare un nuovo re, si preoccupò. Questo avveniva poco prima della sua morte, in un momento in cui tra i suoi figli c’era dissenso su chi dovesse essere il prossimo re. Avendo udito la notizia, Erode chiamò i sommi sacerdoti e gli scribi per sapere da loro dove sarebbe nato il Messia. Poi convocò segretamente i Magi e chiese loro quando avevano visto per la prima volta il segno della stella. Erode allora disse ai Magi di andare, trovare il bambino e poi informarlo del luogo esatto, così da poter andare anche lui ad adorare il nuovo re.
Quando i Magi arrivarono a Betlemme, trovarono la casa in cui vivevano Maria, Giuseppe e Gesù.
“Entrati nella casa, trovarono il bambino con Maria sua madre e, prostratisi, lo adorarono. Poi aperti i loro tesori, gli offrirono doni: oro, incenso e mirra”.18 Un punto interessante è che non è menzionato il numero dei Magi, anche se la tradizione sostiene che fossero in tre, dato che sono tre i doni elencati: oro, incenso e mirra.
I saggi, “avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”.19 Anche Giuseppe riceve in sogno la visita di un angelo che gli dice: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”.20 Giuseppe e la sua famiglia partirono di notte e arrivarono in Egitto, dove rimasero fino alla morte di Erode — molto probabilmente usando i regali dei Magi per finanziare il loro viaggio e le loro spese per il periodo in cui rimasero là.
Alla morte di Erode, Giuseppe fu nuovamente visitato in sogno da un angelo che gli diede delle istruzioni; questa volta era il momento di riportare la sua famiglia in Israele, cosa che fece. Ritornando e scoprendo che sulla Giudea regnava Archelao, fu di nuovo avvertito in sogno di non andarci, così si spostò a Nazareth, dove crebbe la sua famiglia.
Arrivando alla fine della storia della nascita di Gesù raccontata da Luca e Matteo, possiamo vedere come comincia a manifestarsi l’adempimento della promessa di Dio di mandare un Messia a redimere l’umanità. Poiché la sua promessa doveva adempirsi nel mondo, Dio scelse di entrare nel tempo e nel mondo materiale, come viene rivelato nei racconti della nascita. Dio mandò suo Figlio nel mondo affidandolo alle cure di due devoti credenti, lo protesse contro chi cercava di ucciderlo, adempì le profezie del Vecchio Testamento sul futuro Messia e preparò lo scenario per la salvezza e la riabilitazione da Lui promesse.
Il fatto che Dio entra nel mondo e vive in mezzo alle sue creature per riconciliare a Sé l’umanità mediante la propria morte e risurrezione è l’evento più importante della storia dell’umanità. I Vangeli ci raccontano che la vita di Gesù, dalla nascita alla morte e oltre, adempie le promesse di Dio e dimostra il suo grande amore per l’umanità nel permetterci di diventare suoi figli.
Pubblicato originariamente nel dicembre 2014.
Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 20 dicembre 2021.
1 Luca 2,6–7.
2 Luca 2,9–12.
3 Genesi 12,3.
4 Giovanni 1,41.
5 Isaia 9,6–7.
6 Luca 2,13–14.
7 Luca 2,12.
8 Luca 2,18–19.
9 Luca 2,21.
10 Leviticus 12,2–6.
11 Luca 2,25–28.
12 Luca 2,30–32.
13 Luca 1,78–79.
14 Luca 2,33.
15 Luca 2,36–38.
16 Matteo 2,1–2.
17 Raymond E. Brown, The Birth of the Messiah (New York: Doubleday, 1993), 459.
18 Matteo 2,11.
19 Matteo 2,12.
20 Matteo 2,13.
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