La nascita di Gesù — parte 2
Peter Amsterdam
Nel raccontare la storia della nascita di Gesù, il libro di Luca comincia narrando quella della nascita di Giovanni Battista, che è allo stesso tempo un parente di Gesù e il precursore del Messia. Luca presenta numerosi legami con il Vecchio Testamento, facendo il collegamento tra le promesse divine a Israele e il loro adempimento con la nascita di Gesù.
Apprendiamo di un sacerdote di nome Zaccaria, la cui moglie Elisabetta era una discendente di Aronne – il fratello di Mosè e primo sacerdote di Israele. Zaccaria ed Elisabetta “erano entrambi giusti agli occhi di Dio, camminando irreprensibili in tutti i comandamenti e le leggi del Signore. Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile, ed entrambi erano già avanzati in età”.1
In epoca biblica, la mancanza di figli era spesso vista come un segno della punizione divina e una fonte di vergogna.2 Comunque, la situazione di Zaccaria ed Elisabetta è un eco delle varie coppie di persone giuste nella storia d’Israele, che erano sterili, ma ebbero un figlio grazie all’intervento divino: Abraamo e Sara, Elkana e Anna, Isacco e Rebecca, Giacobbe e Rachele, e i genitori di Sansone.
Come sacerdote, Zaccaria svolgeva il suo servizio nel tempio due volte l’anno. Quell’anno, “secondo l’usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio del Signore per bruciare l’incenso”.3 Come parte della routine del tempio c’era l’offerta dell’incenso prima del sacrificio del mattino e dopo quello della sera. L’incenso veniva offerto nella parte del santuario nota come Luogo Santo, che in termini di santità era secondo solo al Luogo Santissimo, o Santo dei Santi. Per un sacerdote era un grande onore offrire questo sacrificio e ognuno poteva farlo solo una volta nella vita. La scelta del sacerdote per questo onore era tirata a sorte, quindi il sacerdote scelto era considerato prescelto da Dio.
L’altare dell’incenso era situato all’interno del santuario ed era separato dal Luogo Santissimo – il luogo dove si presumeva vivesse Dio – dal velo, una tenda molto spessa. Questa opportunità di offrire l’incenso, stando separato dal Santissimo solo dal velo, poneva Zaccaria più vicino alla presenza di Dio di quanto potesse arrivare qualsiasi altra persona, a eccezione del Sommo Sacerdote. Era un grande onore.4
Mentre Zaccaria era all’interno del Luogo Santo, “un angelo del Signore gli apparve, stando in piedi alla destra dell’altare dell’incenso. Al vederlo Zaccaria fu turbato e preso da paura”.5
L’angelo disse a Zaccaria: “Non temere, Zaccaria, perché la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio, al quale porrai nome Giovanni. Ed egli sarà per te motivo di gioia e di allegrezza, e molti si rallegreranno per la sua nascita. Perché egli sarà grande davanti al Signore”.6 Nel Vecchio Testamento, quando Dio dava il nome a un bambino, spesso era quello di qualcuno che aveva avuto qualche importanza nella storia della salvezza. Dicendo che molti si sarebbero rallegrati alla sua nascita e che sarebbe stato grande davanti al Signore rafforzava l’idea che avrebbe avuto un ruolo importante nel piano divino per la salvezza.
L’angelo spiega a Zaccaria un po’ del futuro del bambino. “Convertirà molti dei figli d’Israele al Signore, loro Dio. Ed andrà davanti a Lui nello spirito e potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto”.7
Il ruolo di Giovanni sarà quello di un profeta il cui compito è portare la nazione alla riconciliazione spirituale, volgendo molti al Signore. La sua venuta nello spirito di Elia fa eco alla promessa fatta da Dio quattrocento anni prima nel libro di Malachia:
“Ecco, io vi manderò Elia, il profeta, prima che venga il giorno grande e spaventevole dell’Eterno. Egli farà ritornare il cuore dei padri ai figli e il cuore dei figli ai padri, affinché non venga a colpire il paese di completo sterminio”.8
Lo scopo di Giovanni è preparare un popolo per la venuta del Signore, spingendolo al pentimento. Il periodo d’attesa del Messia, della liberazione, si sta avvicinando. A questo punto Zaccaria, mette in dubbio le parole dell’angelo: “Da che cosa conoscerò questo? Poiché io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni”.9 Questo dimostra l’incertezza di Zaccaria, così l’angelo gli risponde: “Io sono Gabriele che sto alla presenza di Dio, e sono stato mandato per parlarti e annunziarti queste buone novelle. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole che si adempiranno a loro tempo”.10
In segno di conferma, Gabriele dichiara che Zaccaria sarà muto, e probabilmente anche sordo, finché tutto ciò che gli è stato detto si sarà adempito.
Al termine della sua settimana di servizio, Zaccaria ritorna a casa e sappiamo che dopo qualche tempo sua moglie Elisabetta concepisce – proprio come aveva detto Gabriele. Rendendosi conto di essere incinta, Elisabetta reagisce con lode e gratitudine, dicendo:“Ecco cosa mi ha fatto il Signore, nei giorni in cui ha volto il suo sguardo su di me per rimuovere la mia vergogna tra gli uomini”.11 Possiamo immaginare la gioia che provò.
La storia poi si sposta di cinque mesi dal momento della visita dell’angelo Gabriele a Zaccaria. Ora Gabriele viene mandato nella regione della Galilea, a nord della Giudea, nel villaggio di Nazareth, per portare a Maria il messaggio che sarebbe diventata la madre del Messia.
Maria viene così a sapere che suo figlio “sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre; e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine”.12 Questa informazione e il titolo di Figlio dell’Altissimo furono probabilmente interpretati da Maria come un segno che suo figlio sarebbe diventato re d’Israele.13 Comunque, man mano che la vita di Gesù si manifesta, diventa chiaro che il suo ruolo è molto diverso da quello che ci si aspettava dal Messia ebraico. Scopriamo invece che è il Figlio di Dio.
Leggiamo che, poco dopo la visita di Gabriele, avendo deciso d’accettare di diventare miracolosamente la madre del Salvatore, “Maria si levò e si recò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda, ed entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta”.14
Quando l’angelo apparve a Zaccaria nel tempio di Gerusalemme, nel Luogo Santo, vicino al Luogo Santissimo. L’apparizione a Maria, invece, avvenne a Nazareth, in Galilea, lontano dal centro della fede ebraica. Dio stava facendo una cosa nuova e con il progredire della storia vedremo l’attenzione spostarsi dal tempio per passare al Figlio di Dio. Come dice Brown:
Se l’apparizione a Zaccaria, un sacerdote, avvenne nel tempio di Gerusalemme come segno di continuità con le istituzioni del Vecchio Testamento, l’incontro di Gabriele con Maria ha luogo a Nazareth, una cittadina priva di ogni attesa veterotestamentaria, come segno della novità assoluta di ciò che Dio sta facendo.15
Al suo arrivo, Maria salutò Elisabetta; e appena “Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le sobbalzò nel grembo, ed Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo, ed esclamò a gran voce, dicendo: ‘Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo grembo. E perché mi accade questo, che la madre del mio Signore venga a me? Poiché, ecco, appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, il bambino è sobbalzato di gioia nel mio grembo. Ora, beata è colei che ha creduto, perché le cose dettele da parte del Signore avranno compimento’”.16
Sentendo il saluto, il figlio di Elisabetta le si mosse nel grembo, facendola esclamare, per ispirazione dello Spirito Santo, una benedizione per Maria e per il bambino nel suo grembo. Anche se Elisabetta, è considerata superiore a Maria, ora prende la posizione di una serva, onorando la sua ospite e riconoscendo in lei la madre del mio Signore e chiamandola benedetta fra le donne, confermando il messaggio dato da Gabriele riguardante la posizione di favore di Maria.17
Maria risponde con un bellissimo inno di lode, conosciuto oggi come il Magnificat. “L’anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore, perché Egli ha avuto riguardo alla bassezza della sua serva; poiché ecco, d’ora in poi tutte le generazioni mi proclameranno beata, perché il Potente mi ha fatto cose grandi, e Santo è il suo nome! E la sua misericordia si estende di generazione in generazione verso coloro che lo temono. Egli ha operato potentemente col suo braccio; ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai loro troni ed ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati e ha rimandato i ricchi a mani vuote. Egli ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva dichiarato ai nostri padri, ad Abrahamo e alla sua progenie, per sempre”.18
Come altri inni di lode nei Salmi, anche questo ha tre parti: 1) un’introduzione di lode a Dio; 2) il corpo centrale dell’inno che indica i motivi della lode, che spesso inizia con “perché”; e 3) la conclusione.
Maria rimase da Elisabetta circa tre mesi, molto probabilmente per aiutarla nell’ultima parte della sua gravidanza. Queste due donne che ebbero un ruolo così importante nella storia della salvezza furono in grado d’essere di conforto e d’aiuto l’una per l’altra nei momenti prima della nascita dei loro figli. Molto probabilmente, il tempo passato con Elisabetta diede a Maria la forza per affrontare quello che l’aspettava a casa, quando avrebbe dovuto spiegare a Giuseppe che era incinta.
Pubblicato originariamente nel dicembre 2014.
Adatto e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 13 dicembre 2021.
1 Luca 1,6–7.
2 Vedi Genesi 29,31; 30,1, 22–23; 1 Samuele 1,5–6.
3 Luca 1,9.
4 Joel B. Green, The Gospel of Luke (Grand Rapids: William B. Eerdmans Publishing Company, 1997), 70.
5 Luca 1,11–12.
6 Luca 1,13–15.
7 Luca 1,16–17.
8 Malachia 4,5–6.
9 Luca 1,18.
10 Luca 1,19–20.
11 Luca 1,25.
12 Luca 1,32–33.
13 Green, The Gospel of Luke, 81, 60.
14 Luca 1,39–40.
15 Raymond E. Brown, The Birth of the Messiah (New York: Doubleday, 1993).
16 Luca 1,41–45.
17 Green, The Gospel of Luke, 81, 94.
18 Luca 1,46–55.
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