La gioia del Natale
Compilazione
Che cosa rappresenta per te il Natale? Per molti è la festa più grande dell’anno, un periodo in cui non devono andare a scuola o al lavoro e possono prendersi una vacanza. Per molti altri, naturalmente, la stagione natalizia rappresenta anche un sacco di lavoro – è un periodo movimentato sia per chi fa compere sia per i negozianti, quando tutti cercano freneticamente di trovare il regalo giusto per parenti, amici e conoscenti. Il Natale è anche un momento sentimentale in cui la gente tende a ricordare i Natali del passato festeggiati insieme alle persone care.
Ironicamente, il giorno di Natale di per sé si perde un po’ in mezzo ai giorni e alle settimane che lo precedono e lo seguono. Oggi molti biglietti d’auguri e molte decorazioni dicono semplicemente “Buone Feste”, senza far alcun cenno al Natale. Alberi di Natale, luci, regali, pupazzi di neve, campanelli, dolci ecc. fanno tutti parte di ciò che molti associano a questa festa, mentre il suo vero significato va perso.
Il Natale è molto di più che abeti, decorazioni, regali e feste. Se si mettono da parte queste distrazioni, si può davvero capire e apprezzare la vera bellezza e meraviglia del Natale. Si celebra il giorno in cui il Creatore dell’universo mandò suo Figlio Gesù — il suo più grande regalo al mondo — sotto forma di un bimbo debole e inerme. Con quel bambino venne un messaggio di amore, di speranza e di salvezza per tutta l’umanità.
Questo santo bambino nacque da un’umile ragazza che concepì miracolosamente. Anche se era destinato ad essere un re — anzi, il Re dei re — Egli non nacque in un palazzo sfarzoso, servito da prestigiosi membri della corte. Non fu accolto con lodi ed onori dalle autorità di quei giorni. Nacque invece in una stalla, tra un bue e un asino, per essere poi avvolto in umili panni e messo a dormire in una mangiatoia.
La sua nascita non fu salutata con grandi fanfare e riconoscimenti ufficiali da parte delle istituzioni e dei governi dell’uomo; ma quella notte, su una collina poco distante, dei comuni pastori furono colti da una grande meraviglia quando un angelo apparve loro e disse: “Io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore” (Luca 2:10-11).
Poi esplose su di loro una grande luce e una moltitudine di angeli riempì la notte con il loro canto e una dichiarazione celestiale: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Poiché oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore” (Luca 2:14, 11).
Gesù Cristo, è il regalo di Natale che Dio fa l mondo. Non è solo un profeta, un filosofo, un insegnante, un rabbino o un guru: è il Figlio di Dio.
Anche se molti grandi maestri hanno parlato e dato insegnamenti sull’amore e su Dio, Gesù è amore ed è Dio. È anche l’unico che potesse morire per i peccati del mondo. Egli stesso disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Auguro a tutti noi di poter vivere nella sua gioia questo Natale e sempre. —Rivista Contatto
La grande storia
Dalla sua umile nascita alla sua morte ignominiosa, il Re eccelso, sebbene irriconoscibile al suo stesso popolo, come era stato predetto, venne e si addossò la nostra esperienza umana per ricondurci al suo Regno. Che grande storia è il Natale!
Fin dall’alba dei tempi, Dio volle sempre vivere vicino alla sua creazione (Genesi 3:8) e, per fortuna, alla fine dei tempi lo farà (Apocalisse 21:4). A causa della disobbedienza della prima famiglia tutta l’umanità si allontanò da Dio (Genesi 3:22-23, Salmi 51:5).
Quando Dio svelò il suo piano per la redenzione, offrì gentilmente la sua prossimità a un popolo specifico per la sua missione mediante alcuni patti. Fu così con Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe e, più tardi, con la nazione di Israele. Gli ebrei capivano perfettamente che, se Dio non fosse stato in mezzo a loro, sarebbero morti. La famosa preghiera di Mosè perché Dio mostrasse la sua gloria rivelava questo sentimento (Esodo 33:12-18). La prossimità di Dio fu sempre motivo di grande festa per la nazione israelita, a differenza dei suoi vicini pagani (Esodo 13:21-22, Esodo 40:34-38).
Dalla sua umile nascita alla sua morte ignominiosa, il Re eccelso venne a portare la nostra esperienza umana per ricondurci al suo Regno.
Proprio per questo la nascita di Gesù è magnifica. Il Dio dell’universo non solo sceglie di redimerci di persona, ma usa anche i mezzi più inaspettati. Non ci salva da lontano, ma viene a condividere con noi tutta la nostra esperienza. Dio, che aveva parlato e si era rivelato solo attraverso pochi, ora ha scelto di abitare tra noi, e quindi il suo nome è davvero appropriato: Emmanuele (Matteo 1:23). Inoltre, questo nome non solo avrebbe ricordato al pubblico ebraico di Matteo che Dio risiedeva tra i loro discendenti nel tabernacolo e nel tempio, ma avrebbe anche alluso alla profezia di Isaia sulla nascita di un bambino il cui nome sarebbe stato Emmanuele (Isaia 7:14-17).
Israele agognava il suo Salvatore, che ora è apparso in mezzo alle tenebre. Le tenebre sono ancora oggi una malattia che ci affligge a causa dei nostri peccati e dei nostri dolori (Isaia 9:1-2, Matteo 4:15-16). Ma al contrario, le Scritture ci offrono una buona notizia: la luce è arrivata (Giovanni 1:9).
E poiché Dio ha operato per diversi millenni per portarci in dono suo Figlio, è bene comprendere in maniera corretta chi è Gesù e qual è la sua vera missione, per poterlo onorare giustamente. Cogli l’occasione, non aspettare oltre e unisci alla più grande storia mai raccontata. Rivolgiti a Gesù, il Re eccelso. —Daphne Byamukama1
La grazia del Natale
Padre Josef Mohr era il parroco della piccola chiesa di Arnsdorf, vicino a Salisburgo, in Austria. La congregazione, come il villaggio, era composta da gente semplice. Erano contadini e falegnami. C’era più povertà che ricchezza. Lavoravano molte ore e sopportavano inverni rigidi. Il Natale era una delle loro poche pause. Il parroco faceva del suo meglio per rendere speciale la funzione religiosa per il suo gregge.
Quell’anno, però, il 1818, ebbe un problema. L’organo era diventato inutilizzabile. Era vecchio. I topi avevano rosicchiato i mantici. La chiesa ne aveva bisogno di uno nuovo, ma non c’erano soldi. Padre Mohr andò dal suo organista, manifestando il proprio disappunto: “Dobbiamo avere qualcosa di speciale per la messa di mezzanotte”.
Cosa sarebbe stato il Natale senza musica? Il giorno prima della Vigilia di Natale, il padre fu chiamato per amministrare l’estrema unzione a una donna morente. Quando tornò ad Arnsdorf, era ormai tardi. La valle e il villaggio erano immersi nell’oscurità. Il sacerdote si fermò su un’altura che dominava la città. Gli eventi lo avevano reso triste: l’organo inutilizzabile, la morte di una parrocchiana, la notte fredda e il lungo viaggio.
Il suo cuore, come la valle, era perso nell’ombra. Ma poi vide la luce fioca di una casa lontana. Sullo sfondo nero della notte, brillava ancora più intensamente. Il sacerdote rifletté su quella luce, poi pensò tra sé e sé: doveva essere stata qualcosa di simile, quella notte silenziosa e santa a Betlemme.
Improvvisamente ispirato, corse a casa, si sedette alla scrivania e scrisse Stille Nacht, heilige Nacht:2
Notte silenziosa, notte sacra!
Tutto dorme, veglia in disparte
solo la santissima coppia
sul Bimbo grazioso dai capelli ricci
Dormi in pace celeste!
Dormi in pace celeste!
Notte silenziosa, notte sacra!
Prima ai pastori annunciato
con l’alleluia degli angeli
risuona forte vicino e lontano:
Cristo, il Salvatore è nato!
Cristo, il Salvatore è nato!
Al risveglio, la mattina seguente, portò il testo a Franz Gruber, il suo organista. In pochi istanti, Gruber concepì la melodia perfetta. Quando cantò la canzone a sua moglie, lei gli disse: “Tu ed io moriremo, ma questa canzone vivrà”.
E così è stato. Il Natale non è Natale senza questa canzone. Noi ne apprezziamo la promessa. Il mondo è ancora avvolto dall’ombra. La morte stende il suo sudario. La sfortuna zittisce l’organo. Eppure, qualunque cosa le generazioni portino, la luce di Gesù continua a risplendere.
Grazie a Dio per il Natale. Grazie a Dio è Natale. —Max Lucado3
Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 18 dicembre 2025.
1 Daphne Byamukama, “When Waiting for Christmas Was Over”, africa.thegospelcoalition.org, 25 dicembre 2022, https://africa.thegospelcoalition.org/article/when-waiting-for-christmas-was-over.
2 Parole dell’originale in Tedesco. La versione italiana, “Astro del ciel”, ha un testo diverso.
3 Max Lucado, “We Need Some Christmas This Christmas”, maxlucado.com, https://maxlucado.com/we-need-some-christmas-this-christmas.