Issare le nostre vele
Peter Amsterdam
Qualsiasi cosa vogliamo fare bene nella vita richiede uno sforzo. Le persone ai vertici del loro campo d’azione, qualunque esso sia, per lo più sono arrivati a quel punto perché hanno lavorato sodo. Lo stesso vale per i Cristiani che si sforzano di arrivare a essere più simili a Gesù e diventare le persone che Dio vuole che siano. Bisogna fare uno sforzo per sviluppare intenzionalmente e deliberatamente convinzioni, abitudini, atteggiamenti, pensieri e comportamenti devoti. Bisogna anche rinunciare volontariamente a convinzioni errate, abitudini dannose, atteggiamenti irriverenti, pensieri scorretti e comportamenti cattivi.
Nel Nuovo Testamento leggiamo più volte il concetto di “spogliarsi” o privarsi di alcuni aspetti della nostra vita – sia i pensieri e i sentimenti interiori sia le conseguenti azioni esteriori – che lottano contro il nostro essere a somiglianza di Cristo. Allo stesso tempo, dobbiamo “rivestirci” o aggiungere alla nostra vita le cose che sviluppano la nostra religiosità. L’idea di spogliarsi di qualcosa richiede chiaramente una decisione e un’azione. Lo stesso vale per l’indossare qualcosa. Vediamo alcuni passi del Nuovo Testamento su questo “spogliarsi”:
Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria. Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria. […] deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene. Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l’ha creato.1
Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo. Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria.2
Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta.3
Ecco alcuni passi riguardanti il rivestirsi:
Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza. Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell’amore che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori.4
[Imparando] a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità.5
Mettere in pratica i consigli di questi passi richiede uno sforzo. “Far morire”, “spogliarsi” e “rivestirsi” sono tutte azioni. Nessuna di queste cose avviene spontaneamente – che si tratti di rivestirsi di bontà, umiltà, pazienza e compassione, o sbarazzarsi di rabbia, malignità, avidità e desideri cattivi . Sono frutto di una vita trasformata, che riceve potenza dallo Spirito Santo quando seguiamo gli insegnamenti delle Scritture e applichiamo la nostra fede alla nostra vita. Hanno a che fare con la volontà di crescere spiritualmente e con lo sviluppo di un carattere cristiano; cose che, come qualsiasi tipo di addestramento, richiedono l’autodisciplina di fare certe cose in un certo modo. Una volta che una persona ha dedicato tempo ed energia a imparare, a rompere le vecchie abitudini e a crearne di nuove, “spogliarsi” delle cose negative e “rivestirsi” di quelle positive diventa più naturale, perché siamo gradualmente cambiati dallo Spirito Santo.
Naturalmente questa è una cosa che non possiamo fare da soli, senza l’aiuto o la grazia di Dio – è assolutamente certo che non possiamo. Ma non possiamo nemmeno aspettarci che lo Spirito Santo ci cambi senza alcuno sforzo o azione da parte nostra. Combattiamo il peccato durante tutta la vita e, anche se Dio ci perdona, dobbiamo sforzarci di evitarlo. Dobbiamo “far morire” e “deporre” le cose che allontanano dalla somiglianza a Cristo e “rivestirci” di un nuovo io, facendo del nostro meglio per vivere da quelle nuove creature che siamo diventati in Cristo.
Penso che la maggior parte di noi cerchi di farlo, con un moderato successo. Impegnarsi nello sforzo e nell’autodisciplina necessari per cercare volontariamente di diventare sempre più simili a Cristo, porta a una felicità, un rapporto con Dio, un senso di appagamento e una vita piena di gioia sempre più grandi.
Michael A. Zigarelli, uno scrittore cristiano, faceva notare che ogni Cristiano ha un ruolo vitale e attivo nella propria crescita spirituale. Alcuni credenti potrebbero avere obiezioni al concetto che l’individuo abbia un ruolo nella propria crescita spirituale, dicendo che è lo Spirito Santo che svolge l’opera di cambiarci e trasformarci nell’immagine di Cristo; che sono i frutti dello Spirito, non i nostri sforzi, che vediamo manifestarsi come qualità di un carattere cristiano. Senza dubbio c’è una verità in questo.
Zigarelli però scrive:
La concettualizzazione più completa del processo di crescita è che Dio ha un ruolo, ma anche noi ne abbiamo uno. L’interazione di questi ruoli è stato paragonato al compito di navigare da un posto all’altro con una barca a vela. Per portarla dal punto A al punto B, sono essenziali due punti: ci vuole del vento che soffi verso la nostra destinazione, e noi dobbiamo issare le vele in modo che colgano quel vento. Probabilmente potete immaginare l’analogia. Lo Spirito Santo di Dio è il vento, che cerca di spingerci gradualmente verso l’immagine di Cristo. Noi siamo i marinai che devono alzare le vele; dobbiamo cioè fare qualcosa che ci metta nella posizione di cogliere lo Spirito di Dio, in modo da farci spingere verso la destinazione desiderata.6
Se desideriamo una maggior somiglianza a Gesù nella nostra vita, dobbiamo “issare le vele”. Come possiamo farlo? Ci riusciremo in parte facendo cose che contribuiscono a sviluppare il nostro carattere cristiano e concentrandoci su atteggiamenti e azioni specifiche che aiutano le nostre vele a prendere il vento dello Spirito, che ci porterà a destinazione. In termini pratici, diventare simili a Cristo significa alterare alcuni aspetti del nostro carattere attuale – un cambiamento difficile. Sono necessarie volontà e disciplina. Per essere spinti dallo Spirito di Dio, comunque, vale davvero la pena di pagare qualsiasi prezzo.
È necessaria una seria opera di edificazione del nostro carattere per vivere gli insegnamenti di Gesù e del Nuovo Testamento. Ciò comporta la precisa volontà di vivere nel regno di Dio. Nei Vangeli, Gesù ci ha parlato del regno di Dio, a volte menzionato anche come regno dei cieli. Ci ha insegnato che il regno è allo stesso tempo futuro e presente. Vivere nel regno nel presente vuol dire che permettiamo a Dio di regnare nella nostra vita e governarla, riconoscendolo e onorandolo come nostro Creatore. Vuol dire cercare di vivere in modo da onorarlo e glorifichicarlo, facendo del nostro meglio per vivere secondo ciò che Lui dice nelle Scritture.
Per diventare più simili a Cristo, per condurre una vita più incentrata sul regno, dobbiamo fare uno sforzo per allineare la nostra vita, le nostre decisioni, le nostre azioni e il nostro spirito con Dio e la sua Parola. Farlo significa “spogliarci” di alcuni aspetti di noi stessi e del nostro carattere, “rivestendoci” di alcuni aspetti di una vita a somiglianza di Cristo. Significa coltivare i frutti dello Spirito Santo: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine e autocontrollo.7 Facendo la nostra parte per issare le nostre vele, diventiamo sempre più simili a Cristo.
Pubblicato originariamente nel febbraio 2016.
Adattato e ripubblicato sull’Ancora il 24 maggio 2021.
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