Insuccesso: una vittoria dalla sconfitta
Maria Fontaine
Il Signore non viene mai meno, anche quando a noi succede. Per quante volte tu l’abbia deluso, Lui non deluderà te. Ti aiuterà a venirne fuori. La cosa migliore da fare quando devi affrontare un insuccesso è tenere la mente puntata sul Signore. Confida in Lui. So che Dio ti aiuterà, perché stai pregando e anche noi stiamo pregando, e Lui risponde a tutte le preghiere. E soprattutto, “lo Spirito… intercede per i santi secondo il volere di Dio”. 1
E allora perché preoccuparti? Tutti quanti sbagliamo, prima o poi. Anzi, lo facciamo spesso. A volte ci confondiamo un po’ e il Nemico ci combatte, quindi non dovremmo sentirci in colpa per questo. Anzi, in un certo senso, dovremmo essere felici quando non riusciamo nelle cose. Se dobbiamo proprio sentire qualcosa, allora dovremmo sentirci felici, perché forse è proprio quello che il Signore voleva: che non avessimo successo. Riesci a vederla così? Il Signore probabilmente ci permette di sbagliare così non avremo un’opinione esagerata di noi stessi. Se non sbagliassi mai, potresti complimentarti con una bella pacca sulla spalla, ma l’insuccesso di rende più umile e più dipendente dal Signore.
“Tutte le cose cooperano al bene per chi ama il Signore”.2 Non dovresti sentirti in colpa, né preoccuparti per gli errori e gli insuccessi; dovresti avere l’atteggiamento opposto ed essere felice per il bene che può risultare dal tuo insuccesso. Puoi essere grato di non aver fatto uno sbaglio troppo grande e di non aver causato un problema irrimediabile. Oppure puoi essere grato che il Signore ti abbia scosso un po’ prima arrivare troppo in là; e anche di averne tratto qualche lezione. Oppure che il Signore non abbia permesso che ne venisse fuori qualche problema grande, drastico e catastrofico.
In effetti, probabilmente ha fatto più bene che male. Penso che dovremmo cercare di vedere gli insuccessi da un punto di vista positivo e di vedere il bene che ne è derivato. In un certo senso, è il nostro orgoglio che ci fa sentire così male quando sbagliamo. Non penso che sia soltanto orgoglio, perché ci dispiace sinceramente quando prendiamo le decisioni sbagliate, anche per i problemi o i danni cha causano. Ma come dice Paolo:
Avete dimenticato l’esortazione che si rivolge a voi come a figli: «Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non perderti d’animo quando sei da lui ripreso, perché il Signore corregge chi ama e flagella ogni figlio che gradisce». Se voi sostenete la correzione, Dio vi tratta come figli; qual è infatti il figlio che il padre non corregga? Ma se rimanete senza correzione, di cui tutti hanno avuta la parte loro, allora siete dei bastardi e non dei figli.
Inoltre ben abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo molto di più ora al Padre degli spiriti, per vivere? Costoro infatti ci corressero per pochi giorni, come sembrava loro bene, ma egli ci corregge per il nostro bene affinché siamo partecipi della sua santità. Ogni correzione infatti, sul momento, non sembra essere motivo di gioia, ma di tristezza; dopo però rende un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati esercitati per mezzo suo. —Ebrei 12,5-11
È come per i genitori con i figli: quanto ci si sente feriti o delusi quando i nostri figli commettono un errore? Ovviamente, ferisce un po’, ma ci aspettiamo che sbaglino e che si comportino male a volte, o che prendano le decisioni sbagliate; fa tutto parte del processo di crescita. Non rinunciamo ai nostri figli solo perché fanno qualcosa di sbagliato. Si sa che non sono perfetti. Fa parte della vita. Si dimentica la delusione iniziale, davanti alla felicità che si prova quando un figlio o una figlia impara la lezione e fa la cosa giusta. Ed è così che Dio vede noi, suoi figli; stiamo imparando ed è normale che commettiamo errori.
Naturalmente, non vogliamo neanche far del male agli altri, con i nostri errori, o deludere il Signore; ma quando il Signore vuole fare qualcosa per rompere il nostro orgoglio, a volte è un bene fare la cosa sbagliata o non centrare il bersaglio, perché allora ci rendiamo conto che è solo il Signore che opera attraverso di noi; così, quando abbiamo successo, potremo darne la gloria a Lui.
A volte deve lasciarci sbagliare per farci capire che è Lui a costruire i nostri successi. Quindi a volte deve lasciarci sbagliare per mantenerci umili.
L’orgoglio è un grande problema per molti di noi, ma il Signore conosce il tuo cuore e sa che non vuoi che diventi un problema; sa che stai pregando per cambiare, quindi risponde alle tue preghiere. Ovviamente non risponde sempre o non lo fa in maniera facile da capire come vorremmo, ma sa che cosa è meglio e lo farà, se glielo chiediamo, solo che lo farà nel modo che ritiene migliore.
Dobbiamo vedere gli insuccessi da un punto di vista positivo, cioè che il Signore non sta cercando di schiacciarci al suolo e lasciare che il Nemico ci cammini in testa, ma che in realtà ci sta onorando, insegnandoci queste lezioni e lasciando che accadano queste cose. Dovremo ringraziarlo sul serio. Magari proviamo dispiacere, ma dovremmo lodare il Signore, perché è meraviglioso che possiamo imparare queste lezioni. È perfino una benedizione poter sbagliare a volte, perché spesso otteniamo le nostre vittorie più grandi da quelle che sembrano sconfitte.
Così tieni lo sguardo alto e continua a vedere le cose positivamente. Forse il Signore ti ha permesso di sentirti un po’ confuso, solo per renderti umile. Egli lascia succedere queste cose perché vuole insegnarci lezioni più importanti e ricavare un trionfo maggiore.
Così, quello che sto cercando di dire è: sii contento. Rallegrati. Non devi preoccuparti né sentirti in colpa per i tuoi sbagli, perché, quando speriamo nel Signore e lo seguiamo, possono cooperare tutti al bene. Volevo solo incoraggiarti a vedere il lato positivo, quando ti trovi di fronte ad errori o insuccessi, perché confidando nel Signore, vedrai che i risultati positivi saranno più di quelli negativi.
Titolo originale: Failure—A Victory from Defeat.
Pubblicato originariamente nel febbraio 1985.
Aggiornato e ripubblicato in Inglese il 4 novembre 2013. Letto in Inglese da Irene Quiti Vera.
Versione italiana affissa il 7 dicembre 2013.
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