Il suicidio è un peccato imperdonabile?
David Brandt Berg
Il Signore dice che non esistono peccati imperdonabili tranne quello di resistere allo Spirito Santo. [1] Ho anche pensato che è possibile che Giuda sia stato salvato. Ovviamente era molto pentito e dispiaciuto, e non riusciva a vivere con la vergogna e l’umiliazione di sapere di aver tradito il suo Signore, così si tolse la vita.[2]
Anche il re Saul si è suicidato ed era un credente.[3] Uno dei motivi per cui si suicidò fu che sapeva di aver fallito e di non poter più affrontare la sconfitta e la vita, così decise di porre fine alla propria vita. In un certo senso è una sorta di auto-giudizio.
Credo che nessun peccato sia imperdonabile se non quello di rifiutare realmente il Signore e lo Spirito Santo. Il Signore stesso implica che ci sono peccati che possono essere perdonati non solo qui, ma anche nel mondo prossimo. In quello stesso brano dice che “la bestemmia contro lo Spirito Santo” — in altre parole, il rifiuto totale di Cristo e dello Spirito del Signore — “non sarà perdonata, né in questo mondo, né nel mondo a venire”.[4] Questo sembra implicare che ci siano peccati che saranno perdonati nel mondo a venire.
Poiché crediamo nella salvezza eterna — una volta salvi, sempre salvi, indipendentemente da ciò che accade — non puoi perdere il Signore o la sua salvezza. Anche se potresti smarrirti, perdere la strada o infrangere i suoi comandamenti, tuttavia, se credi veramente in Lui e non hai rifiutato Lui e lo Spirito Santo, per quanto riguarda la fede, sei ancora salvo.
La Chiesa cattolica crede che il suicidio sia un peccato mortale e che se si commette il suicidio si è condannati all’inferno, eternamente. Ci sono altre denominazioni che hanno un approccio più moderato, che penso sia supportato da una serie di versetti e di storie bibliche.
Il suicidio non è un peccato imperdonabile. C’è un solo peccato imperdonabile: rifiutare il Signore; non solo la sua volontà o il suo piano di vita, o anche i suoi comandamenti, ma rifiutarlo respingendo il suo Spirito Santo.
Guardate Paolo, che arrestò cristiani innocenti e li consegnò perché fossero uccisi.[5] O re Davide, che aveva ucciso Uria.[6] C’è anche l’esempio dei ladri sulla croce; sappiamo che uno di loro fu perdonato e il Signore gli disse perfino che non avrebbe dovuto subire alcuna punizione, che sarebbe andato con Lui in paradiso.[7]
Si rifà tutto alle dottrine di ciò che è perdonabile e di ciò che non lo è. Non credo che si possa trovare un posto nella Bibbia dove si insegna che il suicidio è imperdonabile. Gesù stesso disse che solo il peccato contro lo Spirito Santo lo era. Ciò significa indurire il cuore davanti allo Spirito di Dio, rifiutarsi di credere in Lui, essere contro di Lui, come gli scribi e i farisei che crocifissero Gesù. Indurirono il loro cuore fino alla fine, anche mentre soffriva sulla croce; lo maledissero, lo accusarono e resistettero al suo Spirito.[8] Anzi, come disse loro Stefano: “Voi resistete sempre allo Spirito Santo”.[9] Gesù disse che questo non sarebbe stato perdonato loro né in questa vita né nella prossima. Ma non trovo nessun luogo dove Egli includa qualche altro peccato che sia imperdonabile.
L’unico peccato imperdonabile è il rifiuto della fede in Gesù; il rifiuto e la resistenza allo stimolo del suo Santo Spirito a credere in Gesù e accettarlo. La Bibbia non dice da nessuna parte che il suicidio sia imperdonabile. È una posizione difficile da prendere, perché la Chiesa cattolica è irremovibile sul fatto che si vada all’inferno e si rimanga lì per sempre se si pone fine alla propria vita. Ma come si concilia questo con ciò che disse Gesù: che non c’è peccato che Dio non possa perdonare se non la resistenza al suo Spirito? Naturalmente, alcune persone pensano che se hanno resistito allo Spirito e alla volontà di Dio e si sono allontanate e sviate, hanno commesso il peccato contro lo Spirito Santo e sono perduti per sempre.
Che cosa vuol dire resistere allo Spirito Santo? I cristiani possono resistergli quasi ogni giorno in qualche cosa, ma Lui ci perdona. Se ci pentiamo, se ci dispiace, il Signore ci perdona. Solo la resistenza continua e totale allo Spirito Santo, allo Spirito di Dio, è imperdonabile, secondo quel che disse Gesù: “Non sarà perdonato, né in questo mondo, né nel prossimo”.[10]
Alcune persone sono depresse e oppresse al punto di pensare che la vita è troppo dura, così vogliono porre fine a tutto. Oppure, nel loro orgoglio, davanti alla sconfitta e all’umiliazione, pensano di non poter affrontare la vita e gli altri, quindi preferiscono uccidersi e affrontare Dio. Apparentemente non hanno abbastanza fede o forza per aggrapparsi un po’ più a lungo e confidare che il Signore li liberi a modo suo, così si prendono la vita — e la morte — nelle loro mani. Credo veramente che Dio li perdonerà e li giudicherà secondo la sua perfetta saggezza.
In molti casi, il suicidio è una cosa bruttissima e indubbiamente punibile, e Dio sarà il giudice. Penso che dipenda dalla persona, dalle circostanze e dalle condizioni. E dipende tutto dal Signore. In alcuni casi il suicidio potrebbe essere giustificabile, ma spesso ha molte scuse deboli, egoistiche e ingiustificabili. Ma anche se possono essere puniti per questo, possono comunque ricevere il perdono.
Ho sempre provato una certa simpatia per i poveretti che si suicidano; ho sperato e pregato che si salvassero, che avessero almeno fede nel Signore, anche se non sopportavano più la vita. Naturalmente penso che sia molto meglio sopportare qualunque cosa ci capiti di affrontare per il Signore, piuttosto che morire per mano propria. Ma non posso dire che il suicidio sia un peccato imperdonabile, perché ovviamente Gesù ha detto che tutti i peccati sono perdonabili, tranne quello di resistere sempre allo Spirito Santo.
Grazie a Dio per il suo amore! Il Signore è misericordioso e la sua misericordia dura da eternità a eternità. D’eternità in eternità.[11] Può ancora perdonare, anche nella vita successiva, qualunque cosa sia, purché lo amiate e crediate in Lui.
Dio vi benedica e vi aiuti a continuare a vivere per Gesù, presentando il vostro corpo in sacrificio vivente sull’altare del suo servizio quotidiano, dando la vostra vita per amore per Lui e per gli altri.[12]
Pubblicato originariamente in inglese nel febbraio 1992. Adattato e ripubblicato il 3 maggio 2018.
[1] Matteo 12,31–32.
[2] Matteo 27,3–5.
[3] 1 Samuele 31,4–5.
[4] Matteo 12,31–32.
[5] Atti 8,1–3.
[6] 2 Samuele 11,15; Salmi 89,30–34.
[7] Luca 23,43.
[8] Matteo 27,39–43.
[9] Atti 7,51.
[10] Matteo 12,32.
[11] Salmi 103,17.
[12] Romani 12,1.
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