Il rimedio di Dio contro la solitudine
Compilazione
Essere da soli e sentirsi soli sono due cose diverse. Si può essere da soli senza provare solitudine, e ci si può sentire soli in una stanza piena di persone. Questo senso di isolamento viene avvertito profondamente dalle persone sole. La parola ebraica tradotta come "desolato" o "solitario" nell’Antico Testamento significa "solo uno, unico; uno che è solitario, abbandonato, infelice." Non esiste tristezza più profonda dell’idea di essere soli al mondo, di non avere neanche un amico, che a nessuno importa di noi , che nessuno si preoccupa che ci possa accadere qualcosa, che a nessuno importerebbe se morissimo, che nessuno spargerà una lacrima sulla nostra tomba.
Nessuno ha sofferto la solitudine più intensamente di Davide. In una serie di invocazioni sincere e sentite a Dio, Davide grida nella sua solitudine e nella sua disperazione. Il suo stesso figlio si era sollevato contro di lui, gli uomini di Israele gli davano la caccia e fu costretto a fuggire dalla città, a lasciare la sua casa e la sua famiglia. Solo e afflitto,1 la sua unica risorsa fu quella di rivolgersi a Dio ed implorare la Sua misericordia e il Suo intervento,2 perché la sua unica speranza era riposta in Dio. […]
Qualunque sia la causa della solitudine, per il cristiano la cura è sempre la stessa, cioè la comunione consolatrice di Cristo. […] Egli è l’amico che "sta più attaccato di un fratello",3 che dà la vita per i Suoi amici4 e che ha promesso di non lasciarci né abbandonarci mai, ma di essere con noi fino alla fine dell’età presente.5 Possiamo trovare conforto nelle parole dell’antico inno: "Gli amici possono deludermi, i nemici assalirmi, ma Egli è con me fino alla fine. Alleluia, che Salvatore!" —GotQuestions.com6
*
Gesù, parlando in Giovanni 16,32, pronunciò queste parole. “Mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me”. Che parole meravigliose: “Non sono solo, perché il Padre è con me”.
Mi ha sorpreso leggere così tante lettere che parlano di solitudine. Molte di queste lettere parlano di due fardelli che pesano più di altri: malattia e solitudine. Il messaggio di oggi, però parla della solitudine: di perone che hanno tutto in abbondanza, hanno persone intorno a loro tuttavia a volte vivono in completa solitudine.
C’è la storia di un giovane in uno dei nostri hotel, che voleva togliersi la vita buttandosi da una finestra. Mentre si avvicinava a essa prese una Bibbia dei Gedeoni che era sul tavolo e che cadendo si aprì. Curioso di vedere cosa diceva la pagina in cui si era aperta, l’aprì e lesse questo stesso versetto: “Mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me”.
Sua moglie lo aveva lasciato e quel versetto sembrava un messaggio diretto specificamente a lui. Si sedette e lo lesse e rilesse più volte: “Mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me”. Provò il desiderio di saperne di più sul Padre, così lesse altri passi fino a tarda notte. Era successa una cosa meravigliosa; la sua vita e la sua anima furono entrambe miracolosamente salve.
Questo è un tipo di solitudine, quando i propri cari vengono portati via e la casa e il cuore sembrano vuoti. La solitudine, dopotutto, non ha molto a che fare con l’età avanzata, perché molti giovani si sentono terribilmente soli e pieni di nostalgia quando si trovano in mezzo a estranei, lontano da casa. Comunque c’è anche un tipo di solitudine nella vecchiaia, quando il compagno o la compagna di una vita se ne sono andati e tanti amici si sono spenti.
L’altro giorno ero in una lavanderia automatica e stavo cercando di scrivere una lettera, ma una signora anziana, molto ciarliera, si stava confidando con un’altra signora seduta al suo fianco e le raccontava la propria vita. Più tardi, quando lei se n’è andata, ho detto all’amica che era stata ad ascoltarla: “Alla sua amica ha fatto veramente piacere parlare con lei”. E lei ha risposto: Non è una mia amica. Non l’ho mai vista prima, ma sembrava terribilmente sola e ha detto che non aveva nessuno a cui parlare. Così ho pensato di fare qualcosa di buono e stare ad ascoltarla finché ha tirato fuori tutto quello che aveva dentro”. L’hai mai fatto per qualche persona sola?
La solitudine di cui parla Gesù in Giovanni 16,32 è quella della leadership e Lui ne conosceva bene il significato. La Parola di Dio dice: “Molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui”.7
C’è anche la solitudine dell’essere fraintesi. Ci sono molti altri tipi di solitudine che possono colpire quasi chiunque. In ogni cuore c’è il profondo desiderio di avere qualcuno che lo capisce, condivide i suoi interessi e l’aiuta con i suoi problemi, simpatizza con lui e condivide gioie e trionfi, sofferenze e sconfitte.
Poniamoci una domanda: perché c’è in noi questo profondo desiderio di essere compresi? Perché abbiamo questa intensa brama di qualcuno che ci capisca completamente? Ci facciamo queste domande perché è vero che nessun essere umano può capirci veramente. Nessun mortale può entrare nei recessi più profondi della mente, del cuore e dell’anima. C’è sempre una porta chiusa in cui nessuno può entrare tranne noi.
Se ciò è vero, Dio ha fatto qualche specie di errore, lasciando un simile vuoto nel nostro carattere? Ha provveduto a ogni altra fame nella vita. L’anima deve forse restare insoddisfatta, questo profondo desiderio di vera soddisfazione deve restare inappagato? Voglio dare una risposta a questo. Lasciala penetrare a fondo nel tuo cuore.
Dio sapeva che quando avresti trovato così insoddisfacenti l’amore e gli affetti umani avresti cercato Lui, perché Lui, Dio, è la risposta, la soddisfazione. Solo Lui può riempire un cuore desideroso. Non sarai mai soddisfatto senza di Lui; finché non avrà riempito la tua vita, non ti libererai mai della solitudine. Dio sapeva che questo senso d’isolamento e d’incomprensione, ti avrebbe spinto verso di Lui.
La Parola di Dio dice che Cristo è la porzione che ci basta, che appagherà ogni desiderio del tuo cuore.8 È vero! Milioni di persone oggi possono testimoniarlo. Dio è abbastanza grande e consistente da riempire la tua anima.
Lascialo entrare nel tuo cuore solitario, poi potrai dire, come Gesù: “Io non sono solo, perché il Padre è con me”. Virginia Brandt Berg
*
Sono più vicino a te di quanto tu possa osar credere, più vicino dell’aria che respiri. Di solito non sei consapevole di essere avvolta dall’aria, perché è invisibile e sempre a tua disposizione. Così anche la mia Presenza invisibile è un elemento costante della tua vita, ma spesso ometti di riconoscermi. Se tu potessi riconoscere sempre la mia Presenza, non ti sentiresti mai più sola.
Desidero profondamente che tu abbia un’esperienza costante della mia vicinanza e della pace e soddisfazione che porta. C’è una connessione stretta tra il sentirti sola e nel non avere consapevolezza della mia Presenza. È un problema vecchio: quando il patriarca Giacobbe si trovava in un luogo deserto, lontano dalla sua famiglia, era piuttosto consapevole del suo isolamento. Comunque lo avvolsi nella mia Presenza sotto forma di un sogno stupendo. Quando si svegliò, la sua reazione fu: “Certamente il Signore è in questo luogo, ed io non lo sapevo”.
La consapevolezza della mia Presenza persistente ti proteggerà dalla solitudine. Non solo sono costantemente con te, ma sono anche dentro di te: nei recessi più intimi del tuo cuore e della tua mente. La conoscenza che ho di te è perfetta ed è incorniciata da un Amore incondizionato.
Lascia che i sensi di solitudine ti ricordino il bisogno di cercare il mio Volto. Vieni a Me con il tuo vuoto tanto umano e la mia Presenza ti colmerà di una Vita completa. —Gesù9
*
C’è un mistero nel cuore umano:
sebbene circondati da un gran numero
di persone che ci amano e amiamo,
ognuno di noi è colpito, di tanto in tanto,
da un senso di profonda solitudine.
L’amico più caro è ignaro della nostra gioia,
non si accorge della nostra amarezza.
“Nessuno può davvero capirmi,
nessuno può entrare nei miei sentimenti”.
Tale è il grido di ognuno di noi.
Camminiamo su una via solitaria,
qualunque sia il nostro posto nella vita.
Ogni cuore, misterioso anche a se stesso,
deve condurre una vita interiore in solitudine.
E vuoi sapere perché questo succede?
Perché il Signore desidera il nostro amore.
In ogni cuore desidera il primo posto;
per questo tiene per Sé la chiave segreta
per aprire ogni sua stanza e benedire
con perfetta comprensione e pace santa
ogni anima solitaria che viene a Lui.
Quando la provi, questa solitudine è
la voce di Gesù che dice: “Vieni a Me”.
Ogni volta che ci sentiamo incompresi
è un invito a tornare ancora a Lui;
poiché solo Cristo può soddisfare l’anima
e chi cammina con Lui di giorno in giorno
non conoscerà mai una “via solitaria”.
E quando vieni meno sotto il peso di una croce
e dici: “Non posso portarla io da solo”,
tu dici il vero. Cristo ne ha permesso
un peso tanto grande che tornerai da Lui.
“L’uomo dei dolori” lo comprende bene.
In ogni cosa tentato, simpatizza con te.
Mai troppo, né troppo spesso, puoi avvicinarti a Lui.
Il Figlio di Dio ha una grazia infinita,
la sua presenza soddisfa l’anima solitaria,
e chi cammina con Lui di giorno in giorno
non conoscerà mai una “via solitaria”.
—Anonimo10
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 24 febbraio 2022.
1 Salmi 25,16.
2 Salmi 25,21.
3 Proverbi 18,24.
4 Giovanni 15,13–15.
5 Matteo 28,20.
6 https://www.gotquestions.org/Italiano/solitudine.html.
7 Giovanni 6,66.
8 Lamentazioni 3,24; Salmi 145,16.
9 Sarah Young, Jesus Lives (Thomas Nelson, 2009).
10 “A Solitary Way,” di anonimo. Pubblicato su Union Conference Record, Sydney, Australia, 1908.
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