Il piano eterno di Dio
Compilazione
La creazione divina più grande non sono le stelle lontane o le gole dei canyon; è il piano eterno di Dio per raggiungere i suoi figli. Dietro al modo in cui Lui ci cerca c’è la stessa genialità che sta dietro al ruotare delle stagioni e alle orbite dei pianeti. Il cielo e la terra non conoscono passione più grande di quella di Dio per te e per vederti tornare a Lui. Con mille sorprese sante ha reso chiara la sua fedeltà.
Noè la vide quando le nuvole si aprirono e apparve l’arcobaleno. Abramo la sentì quando appoggiò una mano sul ventre di Sara. Giacobbe la trovò in mezzo ai suoi fallimenti. Giuseppe ne fece esperienza in prigione. Il faraone la udì attraverso Mosè: “Lascia andare il mio popolo”.
Il faraone, però, rifiutò di farlo e di conseguenza ricevette una poltrona di prima fila nel teatro della devozione divina. L’acqua divenne sangue. Il giorno divenne notte. Arrivarono le cavallette. I bambini morirono. Il Mar Rosso si aprì. L’esercito egiziano annegò.
Ascoltate le parole di Mosè quando parlò agli Israeliti, raramente lette ma piene di passione:
Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te, dal giorno in cui DIO creò l’uomo sulla terra, e chiedi da un’estremità dei cieli all’altra se vi fu mai una cosa grande come questa o si è mai udita una cosa simile a questa. Vi fu mai alcun popolo che abbia udito la voce di DIO parlare di mezzo al fuoco, come l’hai udita tu, e sia rimasto in vita? O vi fu mai alcun DIO che abbia provato ad andare a prendere per sé una nazione di mezzo a un’altra nazione mediante prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e con braccio steso e con grandi terrori, come fece per voi l’Eterno, il vostro DIO, in Egitto sotto i vostri occhi? —Deuteronomio 4,32–34
Qual è il messaggio di Mosè? Dio cambierà il mondo per poterlo raggiungere. Dio è instancabile, inarrestabile. Rifiuta di fermarsi. […] Il Dio di Noè è il tuo Dio. La promessa fatta ad Abramo è fatta a te. La mano vista nel mondo del faraone si muove nel tuo. Dio è nel bel mezzo delle cose di questo mondo. Non ha messo la sua residenza in una galassia lontana. Non si è ritirato dalla storia. Non ha scelto di isolarsi su un trono in un castello di fuoco. Si è avvicinato. Si è coinvolto negli autobus, nei dolori e nei funerali dei nostri giorni.
Fu questo amore a cercare e seguire gli Israeliti. Fu questo amore a mandare i profeti. Fu questo amore a rivestirsi di carne umana e scendere nel canale uterino di Maria. Fu questo amore a camminare sui difficili sentieri della Galilea. […] E fu questo amore che Gesù descrisse quel suo ultimo martedì. Lo stesso amore che quel venerdì l’avrebbe portato alla croce. La croce, l’apice della storia. Tutto il passato puntava a essa e da essa tutto il futuro sarebbe dipeso. È il grande trionfo del cielo: Dio è sulla terra. —Max Lucado
*
“Le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili”.[1] I cieli continuano a raccontare la gloria di Dio; il firmamento continua ad annunciare l’opera delle sue mani. Ogni giorno continua a rivolgere parole all’altro; ogni notte continua a comunicare all’altra l’amore di chi ci invita a entrare nella storia della vita stessa. —Stuart McAllister [2]
Grazia meravigliosa
Il vangelo della grazia inizia e termina con il perdono. E la gente scrive canzoni con titoli come “Grazia meravigliosa” per un unico motivo: la grazia è la sola forza nell’universo abbastanza potente da spezzare le catene che riducono in schiavitù le generazioni. Solo la grazia può dissolvere la condanna. […]
Al centro delle parabole di Gesù che parlano della grazia si erge un Dio che prende l’iniziativa nei nostri confronti: un padre che soffre per amore e corre incontro al figliol prodigo; un re che cancella un debito troppo grande perché un servo possa rimborsarlo; un padrone che dà agli operai dell’ultima ora la stessa paga di quelli della prima ora; l’organizzatore di un banchetto che esce per le strade e lungo le siepi in cerca di ospiti immeritevoli.
Dio mandò in frantumi la legge inesorabile del peccato e della retribuzione, invadendo la terra, assorbendo il peggio che potessimo offrire – la crocifissione – e poi trasformando quel gesto crudele in un rimedio per la condizione umana. Il Calvario travolse l’ostacolo fra giustizia e perdono. Accettando sulla propria innocenza tutte le dure esigenze della giustizia, Gesù spezzò per sempre le catene della condanna. —Philip Yancey [3]
Nel suo nome
Dando istruzioni ai suoi discepoli, e quindi a tutti noi, di pregare nel suo nome, Gesù ci spiegava che siamo autorizzati a presentare le nostre petizioni a Dio con l’autorità che ci viene dal suo nome. Abbiamo il diritto di accostarci con piena fiducia al trono della grazia, perché siamo membri della famiglia di Dio, avendo accettato il sacrificio fatto da Gesù per i nostri peccati.
Anche se in tutto il Vecchio Testamento Dio parlò e interagì con individui specifici e fece miracoli stupefacenti per proteggere il suo popolo e provvedere a esso, in genere il popolo non aveva il livello di accesso diretto a Lui che abbiamo noi oggi. Non erano ancora i figli e le figlie di Dio per fede nel suo Figlio.[4] Non avevano lo stesso rapporto personale che possiamo avere noi oggi per esserci pienamente riconciliati a Dio ricevendo Gesù come nostro Salvatore e avendo dentro di noi il suo Spirito.[5]
Prima del nuovo patto stabilito dalla morte di Gesù sulla croce, i fedeli avevano accesso a Dio e alla redenzione dei peccati mediante il sistema dei sacrifici nel tempio. Dio dimorava nel Santissimo, la parte più interna del tempio, diviso dal resto dell’edificio da una spessa tenda. Solo il sommo sacerdote era autorizzato a entrare nel Santissimo, e solo una volta l’anno.
Alla morte di Gesù, il velo, questa tenda, si squarciò in due. Dal momento della sua morte e risurrezione e della discesa dello Spirito Santo, abbiamo il privilegio di accedere a Dio direttamente. —Peter Amsterdam
*
Avendo dunque, fratelli, piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne; avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. —Ebrei 10,19-22 CEI
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 29 novembre 2016.
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