Il messaggio della croce
Compilazione
”Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo. Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell'inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per riconciliarli entrambi con Dio in un corpo unico mediante la sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia”. —Efesini 2,13-161
È la morte di Gesù sulla croce, è lo spargimento del suo sangue, che ci purifica dal peccato e ci rende possibile la riconciliazione con Dio. Il quarto concetto, la riconciliazione, generalmente si riferisce alla fine delle ostilità tra due persone che hanno litigato. Significa riportare insieme persone separate o nemiche. Il peccato causa la separazione da Dio, ma la morte di Gesù ha rimosso la separazione e così ha cambiato il nostro rapporto con Dio. “Perché è piaciuto al Padre di far abitare in Lui tutta la pienezza, e, avendo fatta la pace per mezzo del sangue della sua croce, di riconciliare a sé, per mezzo di lui, tutte le cose, tanto quelle che sono sulla terra come quelle che sono nei cieli”.2
Il gesto di riconciliazione tra Dio e noi è compiuto da Lui, non da noi. Nel suo grande amore e nella sua misericordia, ci ha riconciliati a Sé. Anche se è un dono, anche se è gratuito, è costato molto a chi lo ha fatto. Diede suo Figlio che, nella tortura della morte sulla croce, prese su di Sé i peccati del mondo e soffrì la separazione da Dio al nostro posto.
La morte di Gesù fu un sacrificio vicario per noi. Il suo sangue fu sparso per la nostra salvezza. Egli pagò il prezzo del nostro riscatto, perché fossimo liberi; grazie a questo ci riconciliò con Dio. Siamo stati redenti dal sacrificio fatto da Dio con la morte di Gesù. Egli pagò sulla croce il prezzo dei nostri peccati, ma quanto gli costò portare le nostre trasgressioni e la nostra punizione?
Salire sulla croce costò molto a Cristo. Pagò il prezzo e subì la punizione del peccato per ognuno di noi. Il suo dolore e la sua agonia ci consentirono di ricevere il perdono del peccato, la libertà dalla punizione e la riconciliazione con Dio. È il dono più grande che si possa ricevere, è gratuito, è la vita eterna. E poiché abbiamo ricevuto questo dono — che non è costato niente a noi, ma molto a Cristo — Dio ci chiede di diventare suoi ambasciatori e di portare agli altri il suo messaggio di riconciliazione, implorandoli di riconciliarsi con Dio.
“Ora tutte le cose sono da Dio, che ci ha riconciliati a sé per mezzo di Gesù Cristo e ha dato a noi il ministero della riconciliazione, poiché Dio ha riconciliato il mondo con sé in Cristo, non imputando agli uomini i loro falli, ed ha posto in noi la parola della riconciliazione. Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; e noi vi esortiamo per amore di Cristo: Siate riconciliati con Dio”.3 —Peter Amsterdam
Vantarsi della croce
“Quanto a me, non sia mai che io mi vanti di altro che della croce del nostro Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato crocifisso e io sono stato crocifisso per il mondo”. —Galati 6,144
In fin dei conti, dice Paolo, è del punto centrale della sua religione che uno si vanta. Qual è il motivo per cui pensi di avere il giusto rapporto con Dio? Se [credi che] la croce sia solo lì per darti una mano, ma [pensi] di dover completare la tua salvezza con delle opere buone, allora in realtà sono le tue opere che fanno la differenza tra l’andare in cielo o no. Quindi, “ti vanti dalla tua carne”,5 dei tuoi stessi sforzi.
Se però comprendi il vangelo, ti “vanti” solo ed esclusivamente della croce. La nostra identità, l’immagine che abbiamo di noi stessi, si basa su ciò che ci dà un senso di dignità e di valore — ciò di cui ci vantiamo. Il vangelo ci porta a trarre vanto dalla croce di Gesù. Ciò significa che la nostra identità in Gesù è salda e sicura di sé — “ci vantiamo”, anche se umilmente, basandoci sulla profonda consapevolezza delle nostre imperfezioni e dei nostri bisogni.
Il vangelo può così riassumersi in una frase eccezionale: “Quanto a me, non sia mai che io mi vanti di altro che della croce del nostro Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato crocifisso e io sono stato crocifisso per il mondo”.6 Sono salvo solo ed esclusivamente a causa delle opere di Cristo, non delle mie. Io “non mi vanto”, non mi prendo il merito della mia posizione davanti a Dio, “di altro che della croce”; mi “vanto” di ciò che ha fatto Cristo. Vantarsi vuol dire esultare di gioia avendo profonda fiducia in qualcosa. Sapere di essere salvati solo dalle opere di Cristo ci dona una fiducia che ci fa “vantare” con gioia; non fiducia in noi stessi, ma fiducia in Cristo.
E se davvero mi vanto solo in Cristo, la mia vita fa uno stupefacente dietrofront. Il mondo è morto per me. […] Paolo dice ai cristiani che niente al mondo ha potere su di loro. Nota che non dice che il mondo è morto, ma che è morto per lui. Il vangelo ne distrugge il potere. Perché? Come per la mia giustificazione o la mia salvezza, se nel mondo non esiste niente di cui vantarmi, allora niente al mondo mi controlla — non esiste niente che io debba per forza avere. […]
A causa del vangelo di Cristo crocefisso — Paolo dice — non mi sento inferiore né intimidito da nessuno: la circoncisione non significa niente. E a causa del vangelo, non mi sento superiore né sprezzante nei confronti di nessuno: l’incirconcisione non significa niente. L’unica cosa che importa è che, mediante Cristo crocefisso, siamo diventati “una nuova creatura”.7 Il vangelo cambia il mio futuro, dandomi un posto nella perfetta ri-creazione di Cristo. E il vangelo cambia il mio presente, dandomi un’immagine completamente nuova di me stesso e un modo totalmente nuovo di relazionarmi con tutti. —Timothy Keller
L’offesa della croce
“Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad evangelizzare, non però con sapienza di parola, affinché la croce di Cristo non sia resa vana”. —1 Corinzi 1,17
Punto primo, la croce è offensiva a causa del tipo di persone che venivano appese a una croce: il peggio del peggio dei criminali nella società romana. Il fatto che il Dio dell’universo abbia avuto a che fare con un simile tipo di punizione era un’offesa. L’immagine di un uomo crocefisso rappresentava debolezza, vergogna e disgrazia. Che Cristo fosse stato crocefisso era una pietra d’inciampo per gli Ebrei e una follia per i Gentili.8
Secondo, la croce è offensiva perché smaschera la nostra condizione spirituale. La croce è umiliante per noi come uomini perché dimostra che non c’è assolutamente niente che possiamo fare per guadagnarci il favore di Dio. Dice che perfino le nostre opere buone sono come un abito sporco;9 e questo rivela anche che la natura umana non è buona ma è peccatrice. Questo rende offensiva la croce, il vangelo, perché nonostante i nostri migliori sforzi falliremo sempre e saremo perduti. C’è voluta la morte di Gesù sulla croce per avere un mezzo di giustificazione davanti a Dio. Senza la croce siamo indifesi e perduti nei nostri peccati.
Terzo, la croce è offensiva perché il suo messaggio è esclusivo. La croce afferma che il solo modo di essere giustificati davanti a Dio è mediante la morte di Gesù sulla croce. Non è concessa nessun’altra forma di perdono, quindi smetti di provare a ostentare la tua giustizia personale (l’abito sporco) Per l’umanità è offensivo affermare che Gesù è l’unica via di salvezza e il solo modo di restaurare il rapporto con Dio. […]
Senza la croce perderemmo una parte significativa del messaggio della salvezza che proclamiamo. L’offesa — lo scandalo, come afferma Paolo in Galati 5,11 — è destinata a durare sempre; perché il messaggio della croce è offensivo per tutti gli uomini in ogni luogo in tutto il corso della storia. E finché Cristo stesso non ritornerà e tutti gli occhi saranno spalancati, continuerà solo a essere offensiva per tutti quelli che periscono. —Matthew Boyd10
Il nocciolo del messaggio evangelico
“Il messaggio della croce è follia per quelli che periscono, ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio”. —1 Corinzi 1,18
Da quando il vangelo cominciò a essere predicato, il messaggio della croce è stato rifiutato come stupido o assurdo. Vediamo dei riferimenti allo scandalo della croce diverse volte in questo passo: “Infatti il messaggio della croce è follia per quelli che periscono” e “Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia”.11
Paolo dice che la croce era uno scandalo sia per gli Ebrei che per i Gentili (i non-ebrei).
Innanzitutto, l’idea di un “Messia crocifisso” era una sciocchezza per gli Ebrei. Nelle loro attese il Messia sarebbe dovuto venire per distruggere i Gentili. […] Gli Ebrei respingevano la croce perché non era quello che si aspettavano dal Messia. Ma anche in non-ebrei, come i Romani, pensavano fosse una sciocchezza. Potete immaginare la reazione di molti dei Romani. Roma aveva il culto del potere. Roma era il potere! Servivano un dio della guerra. Offrire loro il vangelo di un uomo il cui paese era sotto il loro dominio e il cui cosiddetto capo avevano inchiodato a una croce e ucciso era davvero una follia. […]
Nonostante la croce fosse una follia per il mondo, Paolo dice che al centro del messaggio cristiano c’è la croce di Gesù. In 1 Corinzi 1,23 dice: “Ma noi predichiamo Cristo crocifisso”. E nel versetto 18 chiama il vangelo “il messaggio della croce”.
Una delle cose essenziali che non dovremmo ignorare in questo passo è che la croce è talmente identificata con il vangelo qui, che Paolo chiama il messaggio cristiano “il messaggio della croce”. La croce è centrale per il Cristianesimo. È il cuore del vangelo. Il Cristianesimo ruota tutto intorno a ciò che Gesù fece sulla croce. È “il messaggio della croce”.
Non è il messaggio di come tutti possono essere guariti fisicamente; non è il messaggio di come la tua azienda può prosperare; non è il messaggio della “tua vita resa migliore adesso”, non è il messaggio di come puoi parlare in lingue; non è il messaggio del cambiamento sociale; non è il messaggio del sogno americano. È “il messaggio della croce”: Gesù Cristo venne a morire sulla croce per pagare il prezzo dei nostri peccati. È questo il messaggio centrale del Cristianesimo. “Parla tutto della croce!”
Non si può ignorare il messaggio della croce senza compromettere totalmente il Cristianesimo. Anzi, non esiste più un Cristianesimo senza la croce. […] Siccome la croce è una “follia” e una “pietra d’inciampo” per molti, alcuni hanno cercato di “appianare le cose” eliminando quella parte; ma è impossibile farlo senza distruggere il messaggio. Senza la croce, non è più il Cristianesimo. […] C’è una sola cosa che può salvare chiunque, e si tratta del messaggio della croce di Gesù Cristo. —Shawn Thomas12
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 30 marzo 2021.
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(The Message of the Cross — Italian)
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