Il figliuol prodigo
Compilazione
[Ci sono tre punti principali nella storia del figliuol prodigo in Luca 15.] Primo, c’era lo squallore del trovarsi perduto; secondo, c’era la natura del pentimento; poi, terzo, c’era il generoso entusiasmo del padre quando il figlio tornò a casa.
Cosa troverai quando tornerai a casa da Dio grazie a Gesù Cristo? […] Ecco cosa troverai, raccontato con sei [immagini] di come Dio accoglie un suo figlio.
Luca 15, versetto 20: Il figlio “si alzò e tornò da suo padre; ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide”. Dio non è così occupato con altre cose da non preoccuparsi per i suoi figli estraniati. Tutti i suoi affari sono in ordine e ben curati. È libero di occuparsi dei suoi figli. Prima che chiunque altro veda, Dio vede. Vede ogni fremito della tua anima.
Versetto 20: Quando lo vide da lontano, “ne ebbe compassione”. C’è qualcosa del genere in Dio Onnipotente. Alcuni di voi padri sanno cosa vuol dire avere un figlio che scappa di casa. Poi c’è la telefonata, un incontro e il diluvio di emozioni, di desiderio e di amore quando lo vedi camminare verso di te. È lo stesso per Dio, quando ti dirigi verso casa.
Versetto 20: “Corse”. Ecco qui un uomo di mezza età, proprietario di una proprietà considerevole, con servitori a sua disposizione. C’è un certo decoro da mantenere. Una certa dignità. Persone del genere non corrono. A meno di aver gettato al vento tutto quel decoro da mezz’età e aver ceduto alla immensa gioia del cuore. È così che si comporta Dio quando torni casa.
Versetto 20: “Gli si gettò al collo, lo baciò e ribaciò”. […] Immagina la persona nella tua vita che vuoi che torni a casa – a casa dal peccato, dall’allontanamento, dall’incredulità, dalla durezza di cuore – e come sarebbe vedere sul suo viso la devastazione e poi allargare le braccia, abbracciarla e baciarla. Devi sapere che Dio è così. Dio è puro, Dio è passionale. Non ti tiene a distanza. Gesù non doveva includere questi particolari vividi, emotivi. Lo ha fatto perché vuole che tu senta qualcosa qui, nel modo in cui Dio ti dà il benvenuto a casa.
Poi, nel versetto 22: “Il padre disse ai suoi servi: “Presto, portate qui la veste più bella, e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi”. Ecco l’accoglienza generosa del padre. La veste più bella. La veste di un figlio, non di uno schiavo. La veste di una piena reintegrazione nella famiglia, sontuosa, entusiasta e smisurata. È così il Padre quando torni casa.
Da ultimo, la festa. Versetto 23: “Portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa”. Dio è molto contento quando ritorni a casa. Quando Gesù accoglie pubblicani e peccatori e mangia con loro, è la felicità del Padre che raccoglie i suoi figli perduti.
Il vangelo è quasi troppo bello per essere vero, ma ecco cosa che senti, quando il Padre dice (versetto 24): “Questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato”. —John Piperi
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Gesù rivela un Dio che viene a cercarci, un Dio che lascia spazio alla nostra libertà anche quando costa la vita del Figlio, un Dio vulnerabile. Soprattutto, Gesù rivela un Dio che è amore. […]
Le storie che Gesù racconta sull’amore di Dio esprimono una nota di quasi disperazione. In Luca 15 racconta di una donna che cerca tutta la notte finché trova una moneta preziosa e di un pastore che cerca nel buio finché trova una pecora che si era smarrita. Ogni parabola si conclude con una scena di gioia, una festa che erompe nei cieli alla notizia di un altro peccatore tornato e ben accolto a casa. Finalmente, in un crescendo di emozioni, Gesù racconta la storia del figlio perduto, il prodigo che disprezza l’amore di suo padre e sperpera la sua eredità in un paese lontano.
Il sacerdote Henri Nouwen rimase seduto per molte ore nel museo dell’Hermitage a San Pietroburgo, in Russia, a meditare sul grande quadro di Rembrandt “Il ritorno del Figliol Prodigo”. Mentre fissava il dipinto, Nouwen vide qualcosa di nuovo nella parabola: il mistero che Gesù stesso divenne una specie di figliol prodigo per amor nostro —“Lasciò la casa del suo Padre celeste, venne in un paese straniero, diede via tutto ciò che aveva e ritornò alla casa del Padre dopo essere passato per la croce. Tutto questo Egli lo fece, non come figlio ribelle, ma come figlio ubbidiente, inviato per riportare a casa tutti i figli di Dio smarriti. […] Gesù è il figlio prodigo del Padre prodigo, che diede via tutto ciò che il Padre gli aveva affidato, affinché io potessi diventare come Lui e tornare con Lui alla casa del Padre”.
Siamo abituati a trovare un tranello in ogni promessa, ma le storie di grazia iperbolica raccontate da Gesù non includono tranelli, non hanno scappatoie che ci escludono dall’amore di Dio. [Quando noi “torniamo a casa”] da Dio, sembra essere la scoperta di una vita. Come fa notare Henri Nouwen: “Dio non gioisce perché i peccati del mondo sono stati risolti, non perché tutti i dolori e le sofferenze umane sono terminati. […] No, Dio gioisce perché uno dei suoi figli che si era perduto è stato ritrovato”. —Philip Yanceyii
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Non siamo stati tutti dei figli prodighi? Potresti essere una pecora smarrita o un figlio prodigo, ma Dio ti ama lo stesso e ha sempre una speranza per te, non importa quanto tu ti sia allontanato.
Il piano che Dio ha per te non fallirà. Sei suo figlio e prima o poi te ne renderai conto e ritornerai alla casa del Padre, correndo più in fretta che puoi. La salvezza dimostrerà di avere un’attrazione più forte di quella che può avere tutto il fango e la melma del porcile. Tornerai di corsa a casa, alla gioia dello Spirito Santo, al cibo, all’abbondanza, al calore e alla compagnia del focolare.
Non è mai troppo tardi. Anche se hai sperperato tutta la tua eredità il Padre continua ad amarti e ti accoglierà a braccia aperte. Ti attirerà a Sé al suo petto pieno d’amore, e ti darà una nuova veste di giustizia, un nuovo e splendido anello d’oro per una ricompensa che non meriti; disporrà davanti a te un banchetto per ringraziare e festeggiare che suo figlio, anche se era morto, ora è vivo ed è di nuovo a casa. Riesci a sentire la voce del Padre che ti chiama: “Per favore, torna a casa”? —David Brandt Berg
Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 5 marzo 2024.
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