I discepoli di Gesù
Peter Amsterdam
Nei Vangeli leggiamo che un certo punto Gesù lasciò il suo paese natio, Nazareth, per andare ad abitare a Capernaum, o Cafarnao.1 Capernaum era una cittadina sulla sponda nordoccidentale del Mare di Galilea, circa quattro chilometri a ovest del punto in cui il fiume Giordano entra nel lago. Si trovava sulla strada che dalla costa palestinese del Mediterraneo andava a Damasco. Trasferendosi dal lontano villaggio collinare di Nazareth alla più popolosa cittadina di Capernaum, sul lago, Gesù si trovava più vicino ad altri prosperi paesi sulla sponda del Lago di Gennesaret. Da qui si trovava in una posizione migliore per parlare, insegnare e assistere una gamma più vasta di persone, perché le cittadine ebraiche di Corazin, Betsaida e Magdala non erano molto lontane.
Fu a Capernaum che Gesù guarì la figlia di Iairo, un indemoniato, la suocera di Pietro, un paralitico, il servo del centurione e la donna con un flusso di sangue.2 Secondo il Vangelo di Matteo, Gesù raccontò molte parabole mentre era là, oltre a dare insegnamenti su umiltà, scandali e perdono.3 Insegnò nella sinagoga locale e fu proprio lì che disse che se i suoi seguaci non avessero mangiato la sua carne e bevuto il suo sangue non avrebbero avuto la vita — cosa che spinse molti di loro a non seguirlo più.4
Capernaum era il paese di parecchi dei discepoli di Gesù e fu lì che essi presero la decisione di seguirlo. I Vangeli sinottici raccontano la storia degli avvenimenti che portarono alle decisioni di Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni di diventare seguaci di Gesù. Il Vangelo di Giovanni parla di un incontro di Andrea e Pietro con Gesù nella zona in cui Giovanni Battista battezzava. Forse Giovanni stava descrivendo un incontro precedente, o forse era un esempio di come i discepoli cominciarono a seguire Gesù. A me sembrerebbe un incontro precedente, perché aggiunge altro contesto al fatto che abbiano lasciato immediatamente il loro lavoro per seguire la chiamata di Gesù. Se lo avevano già incontrato e avevano avuto qualche esperienza con Lui, diventa più plausibile che abbiano risposto immediatamente alla sua chiamata, invece di credere che abbiano immediatamente accettato di seguire un perfetto estraneo appena si era avvicinato e glielo aveva chiesto.
Nel Vangelo di Matteo la storia è raccontata come segue:
Mentre camminava lungo il mare della Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini». Ed essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. Passato oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni, suo fratello, i quali nella barca con Zebedeo, loro padre, rassettavano le reti; e li chiamò. Essi, lasciando subito la barca e il padre loro, lo seguirono.5
Fu così che Gesù invitò alcune persone a seguirlo, in modo simile a come i maestri ebrei (rabbini) avevano degli studenti (chiamati talmidim) che spesso viaggiavano con loro, vivevano con loro e li imitavano. Non imparavano soltanto da ciò che il loro maestro diceva, ma anche da quello che faceva. Il compito di questi seguaci era diventare il più possibile come il loro maestro.6 I talmidim, dopo aver scelto il loro maestro, si dedicavano allo studio intenso della legge e all’interpretazione datane dal maestro.
Anche se vi sono alcune somiglianze tra i tipici studenti ebrei e i discepoli di Gesù, c’erano anche alcune differenze. Mentre nel primo caso i discepoli non venivano scelti ma erano loro a cercare un maestro, quelli di Gesù furono chiamati personalmente da Lui; non furono loro a presentarsi, chiedendogli se potevano studiare sotto di Lui.
L’obiettivo di Gesù per i suoi discepoli non era che imparassero e trasmettessero i suoi insegnamenti della Legge, come accadeva con i rabbini ebrei. Li invitava a subire un processo di trasformazione. Venendo a Lui, imparando da Lui, restando alla sua presenza, con il tempo avrebbero imparato a diventare pescatori di uomini, cosa che avrebbe rappresentato una svolta radicale rispetto alla loro occupazione di pescatori.
La chiamata di Gesù non era priva di conseguenze. “Vieni e seguimi” voleva dire lasciarsi dietro alcune cose: le reti, le barche, il lavoro, i mezzi di sostentamento e, per Giacomo e Giovanni, il padre. Rispondere alla chiamata aveva un costo finanziario. Questi uomini non erano poveri. Erano occupati nella ditta di famiglia. Il costo non era soltanto finanziario. Oltre a lasciare il loro mezzo di sostentamento, Giacomo e Giovanni abbandonarono loro padre.
In altri punti dei Vangeli è chiaro che i discepoli mantennero i contatti con le loro famiglie e forse, fino a un certo punto, anche con la ditta di famiglia. Gesù e i suoi discepoli tornavano a Capernaum regolarmente.7 Pietro viveva in casa con sua moglie e sua suocera.8 L’apostolo Paolo scrisse che Pietro (Cefas) e altri apostoli viaggiavano con le loro mogli.9 La madre di Giacomo e Giovanni prese parte al ministero di Gesù ed era presente alla sua crocifissione.10
Anche se restarono in contatto con le loro famiglie, i discepoli ebbero un cambiamento enorme nel loro stile di vita. Tutta loro attenzione si concentrò sul far parte della comunità di Gesù, essere istruiti da Lui, assisterlo nel suo ministero e imparare a diventare pescatori di uomini. Passarono molto tempo lontano dalla famiglia, viaggiando per tutta la Galilea durante gli anni del suo ministero.
Anche se non sappiamo esattamente quanti fossero i discepoli che seguirono Gesù durante la sua vita, il Vangelo di Luca dice: “Il Signore ne designò altri settanta e li mandò a due a due davanti a sé, in ogni città e luogo dove Egli stava per recarsi”,11 quindi sappiamo che ce n’erano almeno altrettanti.
Più tardi, apprendiamo dai Vangeli che tra i seguaci di Gesù c’erano anche delle donne.12 Al momento della crocifissione di Gesù leggiamo che “vi erano pure delle donne che guardavano da lontano; fra di esse vi erano Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo il minore e di Iose e Salome, che lo seguivano e lo servivano quando era in Galilea; e ce n’erano molte altre che erano salite con Lui a Gerusalemme”.13
Durante il suo ministero, Gesù scelse dodici dei suoi discepoli perché fossero apostoli.14 I dodici apostoli erano quelli che erano con Gesù fin dai primi giorni del suo ministero, discepoli che erano costantemente con Lui, guardavano, ascoltavano e imparavano. Spesso non capivano il significato di ciò che Gesù insegnava e la loro idea del ruolo del Messia concordava con quella degli Ebrei del primo secolo in generale, quindi interpretarono male molte cose. Con il tempo, però, grazie ai pazienti insegnamenti di Gesù e come risultato del tempo passato con Lui, incominciarono a capire quel che bastava da rispondere quando Gesù chiese loro:
«E voi, chi dite che io sia?». E Simon Pietro, rispondendo, disse: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù, rispondendo, gli disse: «Tu sei beato, o Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli».15
Sebbene non capissero pienamente chi fosse Gesù né il significato di tutto ciò che insegnava, dopo la sua risurrezione Lui spiegò ulteriormente le Scritture, perché le capissero meglio: “Allora aprì loro la mente, perché comprendessero le Scritture”.16 Una volta pieni dello Spirito Santo, questi uomini predicarono la buona notizia del perdono dei peccati e della riconciliazione con Dio. La maggior parte di loro dovette pagare con il martirio per questo, ma tutti svolsero fedelmente l’incarico che Gesù aveva dato loro: «Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato».17
Come discepoli, come seguaci di Gesù, abbiamo ricevuto lo stesso incarico: «Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura».18Allo stesso modo dei primi discepoli, forse non comprendiamo pienamente tutto ciò che c’è da sapere su Dio, su Gesù, sulla teologia ecc.; ma, come discepoli, ne sappiamo più che a sufficienza per fare del nostro meglio per amarlo, vivere per Lui, applicare i suoi insegnamenti alla nostra vita e portare altri a Lui.
Anche se Gesù ebbe molti discepoli, sembra che gli scrittori dei Vangeli non abbiano sentito la necessità di raccontare come ognuno di loro lo conobbe e lo seguì. Nei casi specifici in cui lo descrissero, vediamo la reazione immediata delle persone chiamate e il cambiamento radicale operato nella loro vita. Da questo comprendiamo che seguire Gesù richiede più del semplice assenso del cuore – richiede un impegno. Mediante le loro azioni questi primi discepoli diedero l’esempio del discepolato, della volontà di sacrificarsi per seguire Gesù. Rimisero in gioco la loro vita cambiando le loro priorità. Non servirono più i propri interessi, ma si concentrarono su quelli della persona che li aveva invitati a seguirlo. Ciò sarebbe valso per tutti quelli che seguirono Gesù durante la sua vita.
La chiamata di Gesù a questi uomini non era solo un invito a credere ma anche ad agire – a seguirlo, a permettergli di trasformarli in persone che avrebbero “pescato uomini” e donne, che avrebbero cambiato cuori e vite. La chiamata a servire Dio e a seguire Gesù non fu rivolta solo due millenni fa. Lui la rivolge anche ai credenti di oggi. La domanda è: le rispondiamo? Siamo disposti a orientare verso di Lui noi stessi, la nostra vita, le nostre azioni e i nostri cuori? Siamo disposti a mettere in pratica i suoi insegnamenti nella nostra vita quotidiana? Stiamo pescando le persone che lo cercano? Se siamo discepoli, la risposta a queste domande è sì.
Pubblicato originariamente nell’aprile.
Adatto e ripubblicato sull’Ancora il 4 febbraio 2021.
1 Matteo 4,13; Marco 2,1.
2 Marco 5,21–43; 1,21–28; Matteo 8,14–15; 9,2–8; 8,5-13.
3 Matteo 13, 18.
4 Giovanni 6,56–66.
5 Matteo 4,18–22 NR.
6 Ann Spangler e Lois Tverberg, Sitting at the Feet of Rabbi Jesus (Grand Rapids, Zondervan, 2009), 51.
7 Matteo 8,1–5; 17,24.
8 Matteo 8,14–15.
9 1 Corinzi 9,5.
10 Matteo 20,20–21.
11 Luca 10,1.
12 Luca 8,1–3.
13 Marco 15,40–41.
14 Luca 6,12–16.
15 Matteo 16,15–17.
16 Luca 24,45.
17 Matteo 28,19–20.
18 Marco 16,15.
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