“Gesù ti ama davvero, Shirley!”
Maria Fontaine
Era il mio compleanno e stavo richiamando al telefono una delle mie parenti. Sono rimasta sorpresa quando dall’altra parte ha risposto al telefono una voce sconosciuta.
La donna dall’altra parte sembrava debole e intontita, come se non avesse l’energia per rispondere alle mie domande: “No, deve avere il numero sbagliato. Sì, è il mio numero, ma qui non c’è nessuno con quel nome”.
Ho avuto la sensazione che fosse oppressa da qualche grande problema. La mia prima reazione è stata di evitare d’infastidirla più di quanto non avessi già fatto, così stavo per salutarla in fretta e accomiatarmi. “Mi spiace molto d’averla infastidita”. Poi mi sono resa conto che non era successo per caso. Non era solo una coincidenza; il Signore mi aveva messo intenzionalmente in contatto con questa donna e non mi sarei dovuta preoccupare di passare un po’ più di tempo con lei; non mi sarei dovuta preoccupare di rubarle un po’ di tempo per offrirle incoraggiamento o una testimonianza.
Il giorno prima avevo riletto un articolo che avevo scritto alcuni anni fa, in cui avevo descritto come avevo quasi perso l’opportunità di testimoniare a qualcuno perché stavo aspettando una “buona occasione” che sembrava non presentarsi mai.
Sapevo che il Signore mi stava dicendo: “Non rischiare di perderla questa volta! Fallo adesso! Cerca un contatto!”
La mia mente si è messa a correre, pensando a cosa dovevo dire, ma tutto quello che mi veniva oltre a un “Dio ti benedica” (che a volte non sembra avere un grande significato per le persone) era “Gesù ti ama davvero”.
Mi è sembrato banale. Non potevo pensare a qualcosa di più profondo? Ma non mi veniva nient’altro e dovevo dirle qualcosa, così le ho detto con comprensione “Dio ti benedica. Gesù ti ama davvero!” Ho indugiato per un attimo quasi aspettandomi di sentire il clic del telefono messo giù. Ma ho sentito solo silenzio.
Alla fine, con una voce debole ed esitante, la donna ha detto: “Non hai idea di quanto avessi bisogno di sentirmelo dire oggi” — ed è scoppiata in un pianto incontrollato.
Questo ha dato il via a una conversazione che è durata più di mezz’ora, nella quale mi ha detto di chiamarsi Shirley e mi ha confidato che la sua migliore amica, la sua sorella maggiore, era appena morta, lasciando a pezzi la sua vita. Shirley ha settantun anni e aveva anche lei dei seri problemi di salute. Le altre due persone con cui divideva la casa se ne stavano andando e lei non aveva idea di dove andare o di dove trovare i soldi per farlo.
Le ho detto che non potevo offrirle una soluzione facile per i suoi problemi, ma conoscevo chi poteva aiutarla. L’ho incoraggiata a rivolgersi al suo Salvatore, confidando che Lui l’avrebbe aiutata a superare quei momenti bui e l’avrebbe riportata alla luce di un giorno nuovo. Le ho detto: “So che Gesù ti ama. Per questo hai risposto al telefono, perché vuole fartelo sapere. Si preoccupa di ogni tuo bisogno e ti aiuterà a superare questi momenti difficili”.
Dopo aver saputo da Shirley che sua sorella era salva, le ho parlato un po’ del paradiso. Ho sottolineato che ero certa che sua sorella l’aspettava là e che non si sarebbero più separate. Alla fine ho pregato per lei e nella preghiera ho citato diversi versetti da Giovanni 14, quando Gesù consola i suoi seguaci e dice che preparerà un posto per loro. Ho chiesto al Signore di tenersi stretta Shirley in questi momenti difficili, e le ho ricordato la promessa che Lui ci ha fatto di non lasciarci né abbandonarci mai. Le ho spiegato che Gesù voleva che lei si rivolgesse a Lui e confidasse in Lui, perché è il solo che ha il potere di trasformare in qualcosa di buono perfino l’esperienza terribile che stava vivendo.
Alla fine della telefonata Shirley sembrava una donna nuova. La voce le era diventata chiara e forte e sembrava che avesse riguadagnato la speranza e la fede che i suoi problemi si sarebbero risolti.
Quello che mi era sembra un modo inadeguato e quasi goffo di testimoniare, perché non era l’approccio “armonioso” e “professionale” che avrei voluto, si è rivelato esattamente ciò di cui questa donna disperata aveva bisogno.
Molte persone lottano contro difficoltà, lutti e problemi d’ogni tipo. A volte sembra che non ci siano vie d’uscita dalle valli buie del dolore e della disperazione. Ma anche se non abbiamo le risposte adatte a risolvere i loro problemi, abbiamo la verità e una connessione viva e attiva con chi sa esattamente come portare il suo popolo oltre le difficoltà, verso vittorie nuove e più grandi.
Dopo questa telefonata ero curiosa di capire com’era avvenuta questa misteriosa serie di eventi.
Shirley mi aveva detto che quasi non aveva risposto al telefono perché aveva visto che era un numero sconosciuto e di solito non rispondeva. Per giunta, si sentiva così disperata che non sopportava l’idea di parlare a qualcuno. Per qualche motivo, però, aveva risposto lo stesso.
Pensando che forse il numero della mia parente era sbagliato, ho chiamato suo marito e l’ho contattata attraverso di lui. Le ho raccontato l’incredibile storia di Shirley. Ho scoperto che quello che avevo chiamato era un numero vecchio che aveva in precedenza. Lo aveva cambiato di recente e si era dimenticata di dirmelo.
Questa esperienza si è rivelata una benedizione meravigliosa, un regalo prezioso che Gesù mi ha fatto per il mio settantunesimo compleanno. Non avrei potuto desiderare niente di meglio per il mio compleanno.
Mi ha riempito di stupore il modo in cui Lui prepara le situazioni perché coincidano con i bisogni dei suoi figli e per incoraggiarci e dimostrarci che ha una parte attiva nella nostra vita.
Dimostra anche come una frase semplice – che ci è così familiare – può essere molto potente e dare il via a una testimonianza che può trasformare la vita di una persona in un momento di crisi o di bisogno disperato. Ha rinnovato la mia visione per fare il possibile per smuovermi, testimoniare e pregare per chi si trova in circostanze tanto disperate e in mezzo a difficoltà quasi insuperabili.
Questo mi spinge a cercare qualsiasi opportunità per essere fedele alla mia chiamata come ambasciatrice di Gesù: essere il suo strumento per influenzare la vita degli altri. La manifestazione del suo amore per me ha riconfermato che, quando si tratta dei bisogni miei e di altre persone, Lui farà sempre il possibile per occuparsi di noi, proprio come esaudirà le mie preghiere per Shirley!
Di una cosa sono sicura: il Signore userà ognuno di noi in maniera inaspettata, se siamo aperti alle sue indicazioni. Una cosa che questa esperienza ha rafforzato in me è la consapevolezza di aver bisogno di più umiltà. Non posso preoccuparmi di ciò che la gente penserà o di come una cosa potrebbe suonare. Se voglio davvero seguire Gesù e il suo esempio di svuotare se stesso, allora devo essere disposta a fare la stessa cosa.1
Ha già fatto la parte difficile: ha messo il dono della salvezza a disposizione di tutti. Dobbiamo solo essere disposti a cogliere ogni opportunità che ci mette davanti per condividere il suo amore e la sua verità con gli altri. Qualsiasi approccio scelga di usare, ci dà la possibilità di migliorare la vita degli altri e rendere la nostra più appagata e benedetta.
Pubblicato originariamente nel dicembre 2017.
Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 31 agosto 2020.
1 Filippesi 2,7.
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