Gesù, il nostro Buon Pastore
Compilazione
Sia Matteo 18 che Luca 15 raccontano la parabola di Gesù sul pastore che lascia nell’ovile novantanove pecore per andare in cerca di una che si era allontanata. […] “Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e una di queste si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti per andare in cerca di quella smarrita? E se gli riesce di ritrovarla, in verità vi dico che egli si rallegra più per questa che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro che è nei cieli vuole che neppure uno di questi piccoli perisca” (Matteo 18:12-14).
Ai tempi di Gesù la gente comprendeva il rapporto tra pastori e pecore, ma a noi a volte sfugge il significato di un pastore che va alla ricerca di una pecora smarrita. Sembra strano che un pastore abbandoni il suo gregge per cercare una pecora smarrita. [...
Dio non abbandona le novantanove pecore. Sono già al sicuro nel suo regno, assistite dai suoi angeli e guidate dal suo Spirito Santo (Romani 8:14; Ebrei 13:5). Ma il suo cuore soffre per quelle che non sono ancora nell’ovile [...] Le novantanove sono ancora importanti per Lui, ma sa che il gregge non è completo senza la pecora smarrita. E un buon pastore va sempre alla ricerca della pecora smarrita. —GotQuestions.org1
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Ogni tanto, una pecora partorisce un agnello e lo rifiuta. Sono molte le ragioni per cui può farlo. Se l’agnello viene restituito alla pecora, la madre può addirittura cacciare via il povero animale. Una volta che una pecora rifiuta uno dei suoi agnelli, non cambia più idea.
Questi agnellini abbassano la testa. Il loro spirito è spezzato. Li chiamano “agnelli rifiutati”. Se il pastore non interviene, questi agnelli moriranno, respinti e soli.
Allora, sapete cosa fa il pastore?
Accoglie il piccolo rifiutato nella sua casa, lo nutre a mano e lo tiene al caldo accanto al fuoco. Lo avvolge con delle coperte e lo stringe al petto, in modo che l’agnello possa sentire il battito del suo cuore. Quando l’agnello è abbastanza forte, il pastore lo rimette nel campo con il resto del gregge.
Ma quella pecora non dimentica mai come il pastore si è preso cura di lei quando la madre l’aveva rifiutata. Quando il pastore chiama il gregge, indovinate chi corre da lui per primo? Proprio così, la pecora rifiutata. Conosce intimamente la voce del pastore.
Non è che l’agnello rifiutato sia più amato degli altri, semplicemente conosce intimamente colui che lo ama e ha sperimentato personalmente quell’amore.
Molti di noi sono agnelli rifiutati, respinti e spezzati. Ma Gesù è il Buon Pastore. Si prende cura di ogni nostro bisogno e ci tiene vicino al suo cuore per farci sentire il suo battito.
Io sono un agnello rifiutato, adottato e amato dal Buon Pastore! Alleluia! —Anonimo
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“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco” (Giovanni 10:27).
Gesù conosce quelli che sono suoi. In cosa consiste questa conoscenza?
Giovanni 10:3 è in stretto parallelo con Giovanni 10:27. Dice: “Le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le sue pecore per nome e le conduce fuori”.
Quindi, quando Gesù dice: “Le conosco”, significa quantomeno che le conosce per nome, cioè le conosce individualmente e intimamente. Non sono anonime, perse nel gregge.
Giovanni 10:14-15 ci fornisce un’altra informazione: “Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre”.
C’è una vera somiglianza tra il modo in cui Gesù conosce suo Padre nei cieli e il modo in cui conosce le sue pecore. Gesù vede se stesso nel Padre e vede se stesso nei suoi discepoli.
In qualche misura Gesù riconosce il proprio carattere nei discepoli. Riconosce il proprio marchio sulle pecore. Questo le rende più care a Lui. [...
L’apostolo Paolo la mette così: “Il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: ‘Il Signore conosce quelli che sono suoi’” (2 Timoteo 2:19).
È difficile sopravvalutare l’enorme privilegio di essere conosciuti personalmente, intimamente e amorevolmente dal Figlio di Dio. È un dono prezioso per tutte le sue pecorelle e racchiude in sé una comunione e un affetto profondi e personali e la promessa della vita eterna. —John Piper2
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Il Signore è il mio pastore: questo è il rapporto
nulla mi manca: è la provvidenza
Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli: è il riposo
mi guida lungo le acque calme: è il sollievo
Egli mi ristora l’anima: è la guarigione dello spirito
mi conduce per sentieri di giustizia: è la guida
per amore del suo nome: è lo scopo
Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte: è la sofferenza
io non temerei alcun male: è la protezione
perché tu sei con me: è la fedeltà
il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza: è la correzione
Per me tu imbandisci la tavola, sotto gli occhi dei miei nemici: è la speranza
cospargi di olio il mio capo; la mia coppa trabocca: è l’abbondanza
Certo, beni e bontà m’accompagneranno tutti i giorni della mia vita: è la benedizione
e io abiterò nella casa del Signore: è la sicurezza
per lunghi giorni: è l’eternità.
—Salmo 23, di Davide il Salmista, con commenti di autore anonimo
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Sei preziosa ai miei occhi. Perfino i capelli sul tuo capo sono contati. Conosco il tuo cuore e i tuoi pensieri. Voglio che tu sappia che sono qui al tuo fianco. Sono un aiuto sempre pronto nelle avversità. Non pensare di essere sola, perché la mia presenza è sempre con te e il mio Spirito ti aiuterà.
Vieni a me. Scaccia le apprensioni e le preoccupazioni. Il mio amore per te non ha misura, non ha fine, non ha limiti; è eterno. Tieni gli occhi puntati su di Me. Mantieni nel tuo cuore la certezza che sono sempre con te e ti tengo per mano.
Passa del tempo con me e ti sentirai rinnovata, rafforzata e ispirata. Io sono vicino a chi ha un cuore rotto; Io salvo chi ha uno spirito contrito. Confida nel mio amore per te. Non guardare gli ostacoli che incontri sul tuo cammino e che potrebbero scoraggiarti, rallentarti o perfino fermarti. Guarda Me, perché non ti deluderò mai. Non ti abbandonerò mai.
Il tuo cuore si riempia del mio amore, della mia gioia e della mia pace. Sei per sempre mia e niente ti separerà dal mio amore. —Gesù
Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 25 febbraio 2025.