Gesù al centro
Compilazione
Come cristiani, aspiriamo a modellarci su Gesù. Desideriamo essere devoti, nel senso di vivere in maniera da onorare Dio, basandoci sulla conoscenza della sua Parola, con la consapevolezza della sua presenza dentro di noi e il rispetto a ciò dovuto. In breve, ci sforziamo di vivere in modo da piacergli. La domanda da farsi è questa: come possiamo farlo in maniera efficace? Quali passi possiamo intraprendere per riuscire a condurre una vita devota?
L’apostolo Paolo scrisse a Timoteo, un giovane cui faceva da mentore, che avrebbe dovuto esercitarsi nella pietà [intesa come devozione religiosa], che avrebbe dovuto ricercarla perché in essa c’è un grande guadagno (1 Timoteo 4,7; 6,6.11). Il termine greco usato da Paolo per “esercitarsi” era gymnazō, da cui deriva la parola italiana “ginnastica” e che significa esercitarsi vigorosamente. In altre parole, Paolo stava dicendo che Timoteo avrebbe dovuto mettere energia e vigore in una maggior devozione.
Condurre una vita che riflette la luce e l’amore di Gesù, vivere secondo la volontà di Dio, essere in sintonia con lo Spirito Santo, fare le scelte giuste e coltivare un rapporto intimo con il nostro Creatore sono tutte cose che richiedono uno sforzo da parte nostra. Paolo voleva dire questo quanto disse a Timoteo di esercitarsi nella pietà.
Come possiamo esercitarci nella pietà? Applicandoci a fare le cose che ci permettono di ricevere da Dio forza e benedizioni; facendo il necessario per allineare il nostro atteggiamento interiore allo Spirito, alla Parola e alla volontà di Dio.
Condurre una vita incentrata su Dio non è una cosa che succede da sola; richiede uno sforzo e un impegno da parte nostra. Richiede una crescita spirituale che contribuirà a sviluppare una vita di questo tipo. Man mano che maturiamo nella fede, che camminiamo più vicini a Dio e secondo la sua volontà, ci trasformiamo interiormente e ciò si manifesta nella nostra vita esteriore, aiutandoci a essere più focalizzati su Dio e più simili a Cristo.
Ne consegue logicamente che, se vogliamo essere come Gesù, desidereremo seguire il suo esempio di vita, specialmente per quanto riguarda la comunione e connessione con il Padre, e fare del nostro meglio per essere un esempio dell’amore e della compassione divina.
Ci sono varie vie che Dio utilizza per aiutarci a diventare sempre più simili a Cristo. La prima è costituita dalle persone: i nostri cari, il marito, la moglie, gli amici, i colleghi, gli insegnanti, i consiglieri e perfino gli oppositori. Possono essere tutti dei catalizzatori per un cambiamento nella nostra vita.
Un’altra via per il cambiamento è costituita dalle circostanze: le sfide che ci troviamo di fronte, che si tratti di salute, situazioni finanziarie, perdita o riacquisto di un lavoro, trasferimenti o altri momenti particolari che ci chiedono di essere flessibili e di uscire dalla nostra zona di sicurezza. Dio usa le circostanze per invitarci a crescere e cambiare. Quando usa le persone e le situazioni per provocare una crescita spirituale, utilizza influenze esterne che in genere sfuggono al nostro controllo.
Mentre abbiamo un controllo limitato sulle influenze e le circostanze esterne che ci avvicinano a Dio, ognuno di noi può decidere personalmente di agire per ottenere un cambiamento e una crescita spirituale. Quanta comunione con Dio abbiamo, quanto siamo aperti alla sua influenza, quanto scegliamo di fare la sua volontà, quanto ci dedichiamo a far maturare la nostra fede, sono tutte cose che dobbiamo decidere personalmente. —Peter Amsterdam
Una vita incentrata in Cristo
Che cosa significa vivere una vita incentrata in Cristo? Una vita incentrata in Cristo, o Cristocentrica, può essere descritta in questo modo: una vita concentrata unicamente su un impegno preso con Gesù Cristo, il Figlio di Dio, come Signore e Salvatore. Una vita il cui unico scopo è onorarlo e glorificarlo eternamente. Il Catechismo di Westminster dice: Il fine principale dell’uomo è glorificare Dio e provare piacere in Lui eternamente.
Avere una vita incentrata in Cristo significa farne il centro assoluto di attenzione, energia, tempo e pensiero. […] “Ma come può la mia vita essere incentrata in Cristo?” Leggi le Scritture. Prega, concentrati sugli attributi di Dio, sull’opera redentrice di Gesù sulla croce. Innamorati dei Salmi. Renditi conto che sbaglierai e sbaglierai di nuovo e poi ancora […] Dio, invece, non sbaglia mai.
Alcune parole di una canzone che stavo ascoltando mentre scrivevo queste righe mi sono suonate interessanti. Dicono: “L’amore è quando tutta la tua felicità, la tua tristezza e i tuoi sentimenti dipendono da un’altra persona”. Riflettendoci sopra, sento che sia effettivamente vero […] almeno il gesto di amare. La mia riflessione su queste parole è che tutta la nostra felicità, la nostra tristezza e i nostri sentimenti dovrebbero dipendere da Dio. Le nostre speranze, le nostre gioie, il nostro dolore, dovrebbero essere tutti incentrati su Chi Cristo è e su ciò che ha fatto per noi con il suo sacrificio.
Cos’è che è importante nella nostra vita, dopotutto? La nostra casa, le nostre auto, i nostri apparecchi elettronici? Be’, la risposta migliore è di vedere ciò che Paolo disse alla chiesa di Filippi: “Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo” (Filippesi 3,8). —Chris Voeltner1
Il vero tempio
Se vogliamo capire a fondo ciò che vuol dire Giovanni quando parla di come Gesù incarna l’amore di Dio, il modo migliore è riflettere su come Giovanni affronta il tema del Tempio. Per capire questo, dobbiamo afferrare il significato del Tempio nella memoria e negli scritti del popolo di Israele.
Cominciamo dalla scena del Tempio più drammatica (Giovanni 2,13-15). Quando Gesù entra nel Tempio a Gerusalemme, scaccia gli animali e rovescia i banchi del cambiavalute, interrompendo il sistema sacrificale. Il punto non era semplicemente che i venditori di animali e i cambiavalute stavano trasformando la casa di suo Padre in un mercato, anche se era vero, come dice Gesù (Giovanni 2,16). Il punto era che adesso il Tempio era sottoposto al giudizio divino e sarebbe stato rimpiazzato.
Questo era vero già mezzo millennio prima, ai giorni di Geremia, e Gesù ripete i suoi avvertimenti e le sue promesse. Questa volta, però, il Tempio di Gerusalemme non sarebbe stato sostituito da un edificio di calce e mattoni, ma da un essere umano:
“Gesù rispose e disse loro: «Distruggete questo tempio e in tre giorni io lo ricostruirò».
Allora i Giudei dissero: «Ci sono voluti quarantasei anni per edificare questo tempio, e tu lo ricostruiresti in tre giorni?» Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi egli fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che egli aveva detto loro questo e credettero alla Scrittura e alle parole che Gesù aveva detto (Giovanni 2,19-22).
Ma egli parlava del “tempio” del suo corpo. Ecco uno dei principali indizi che Giovanni ci dà sul significato di tutto il suo libro, ma anche dei vangeli in blocco. Gesù è il vero Tempio. È il luogo finale in cui, e il mezzo con cui, il Dio vivente e creatore verrà a vivere in mezzo al suo popolo, al centro della sua creazione. Incarnerà la presenza vivente del vero Dio. Sarà, per così dire, l’amore di Dio incarnato.
Molti cristiani nel mondo d’oggi si chiedono perché questo sia così importante. Molti si sono abituati a pensare che non ci sia bisogno di edifici per adorare Dio – ed è vero. La risposta, però, è che in tutto l’Antico Testamento la suprema promessa di Dio non era che un giorno avrebbe portato via il suo popolo dalla attuale creazione così che potessero vivere da qualche altra parte. La promessa era che sarebbe andato a vivere con loro. Ecco com’è fatto l’amore divino. —N. T. Wright2
Una preghiera per mettere Gesù al centro della nostra vita
Signore, aiutami ad amarti con tutto il mio cuore, tutta la mia anima, tutta la mia mente e tutta la mia forza. Insegnami cosa significa occuparmi delle tue faccende. Non delle mie! In qualsiasi cosa succeda oggi, cedo a Te la mia vita, il mio tempo. Tutto quello che ti chiedo è che Tu venga a dirigermi nel mio culto e nel mio servizio per il tuo Regno. Quando il giorno sarà finito e prima che ne inizi un altro, prego che il mio ricordo più forte sia il tuo, la vicinanza del tuo amore, la potenza della tua Presenza.
Gesù, sei stato Tu a morire e a darmi una ragione per vivere e un modo di vivere. Sei stato Tu a spezzare le catene della morte e il potere della tomba quando sei uscito vittorioso sulla morte, sull’inferno e sulla tomba. Ti lodo per la maestosa speranza che vive in me a causa della tua risurrezione. Non sei più morto, così aiutami a essere “vivo” e pieno di una grande passione, disposto a proclamare il tuo grande amore alle persone che incontro sulla mia strada nella vita.
Mentre vivo questa giornata, aiutami a conservare nella mia mente questo pensiero: “Questo giorno non riguarda me; riguarda Te”. Le mie scelte lo riflettano. Questa è la mia opportunità di prendere posizione per Te, di aprire la bocca e parlare agli altri del tuo grande amore, oltre che della tua grazia, misericordia e bontà.
So che conosci i miei bisogni prima ancora che io chieda, ma chiedo perché sono tuo figlio. Mi hai dato la speranza attraverso la fede, dei sogni come una promessa per il futuro. Ti credo! E so che la tua mano è con me, per me e su di me per la tua gloria e per il mio bene.
Sia fatta la tua volontà nella mia vita oggi. —Dennis Langford3
*
Per una canzone di adorazione, “Jesus at the Center of It All” (Gesù al centro di tutto), vedi questo link: https://www.youtube.com/watch?v=cppk44JFVMk.
Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 3 gennaio 2023.
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