Distruggi quell’idolo
[Smash That Idol]
Compilazione
Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. —Esodo 20,4-5
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Figlioletti, guardatevi dagli idoli. —1 Giovanni 5,21
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Quando udiamo la parola “idolo”, spesso pensiamo a statue e oggetti che ricordano quelli adorati dai pagani delle culture più antiche. Comunque, gli idoli del 21° secolo spesso non assomigliano ai manufatti usati migliaia di anni fa. Oggi abbiamo sostituito al “vitello d’oro” uno stimolo insaziabile a raggiungere il gradino più alto della scala aziendale, o una di migliaia di altre ricerche appassionate. Purtroppo le persone che inseguono aggressivamente sogni e obiettivi, ignorando completamente Dio, sono spesso ammirate per il loro individualismo e la loro grinta. Alla fine, comunque, non importa quale piacere vacuo inseguiamo o davanti a chi o cosa ci inchiniamo, il risultato è sempre lo stesso: la separazione dall’unico vero Dio.
Capire gli idoli contemporanei può aiutarci a capire perché si dimostrano delle tentazioni così forti. Un idolo può essere qualsiasi cosa mettiamo prima di Dio nella nostra vita, qualsiasi cosa che tocchi il nostro cuore più di Dio: beni, carriera, relazioni, hobby, sport, divertimenti, obiettivi, avidità, dipendenza da alcol/droghe/gioco/pornografia ecc. Molte delle cose di cui facciamo un idolo possono essere ottime, come relazioni o carriere. Tuttavia le Scritture ci dicono che qualsiasi cosa facciamo, dobbiamo “fare tutto alla gloria di Dio”[1] e che dobbiamo servire solo Lui.[2] Purtroppo, spesso Dio è introvabile mentre cerchiamo zelantemente i nostri idoli. Peggio ancora, la grande quantità di tempo che spesso dedichiamo a queste ricerche idolatre ci lascia pochissimo tempo da passare con il Signore.
[…] Le gioie di questo mondo che troppo spesso cerchiamo non soddisferanno mai il cuore umano. Come dice molto bene Salomone nel libro dell’Ecclesiaste, senza un giusto rapporto con Dio la vita è vana. Siamo stati creati a immagine di Dio[3] e destinati ad adorarlo e glorificarlo, perché Lui solo è degno del nostro culto. Dio ha “messo l’eternità nel cuore degli uomini”;[4] avere un rapporto con Gesù Cristo è l’unico modo per realizzare questo desiderio di vita eterna. —S. Michael Houdmann[5]
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Quanti hanno trovato facile veder distrutti i propri idoli? Se a te è successo, sei un tipo insolito! Per la maggior parte della gente è una cosa difficile da accettare. Abbiamo la tentazione di dire. “Senti, Signore, non possiamo tenerci questo piccolo idolo? L’ho adorato per molti anni e mi era molto caro; pensavo che fosse fantastico. Adesso che ho scoperto che non lo è poi tanto, non posso semplicemente tenerlo da qualche parte in un angolino della casa? Dopotutto, ci ho speso un sacco di soldi e ha occupato molto del mio tempo. Se non serve a molto, se non è utile e non posso più adorarlo, posso almeno tenerlo in giro da qualche parte?”
Non ti sembra che sia così con molte cose? Non ti sembra che sia così anche nel tuo cuore? “Signore, perché devo rinunciarci? Non è poi così male — anzi, una volta andava molto bene. Pensavo che fosse stupendo. Magari non serve, ma per lo meno non fa male a nessuno! Non posso tenerlo da qualche parte in un angolo?”
Poi, bum! All’improvviso arriva Dio e distrugge quell’idolo. “Non avrai altri dei davanti a me”.[6] Se non è esattamente giusto, è sbagliato. Quando scopri che non è esattamente giusto e l’idolo viene distrutto, ti fa male. Non è facile accettarlo.
Puoi trovare nella Bibbia diversi esempi di come andavano in giro a distruggere idoli. E quando un re diceva: “Sì, avremo un risveglio religioso e torneremo ad adorare Yahveh”, ma poi non distruggeva gli idoli, non abbatteva gli altari e lasciava in piedi le statue… “ciò che egli faceva dispiacque al Signore”. Anche se avevano avuto un vero risveglio e tornavano alla vera religione, non facevano le cose fino in fondo e non distruggevano gli idoli. Non bruciavano i ponti dietro di sé. Non staccavano l’aratro per sacrificarci sopra i buoi.
È come nella storia dell’aquila che era stata incatenata così a lungo a un piolo in mezzo al cortile, che aveva finito con lo scavare un solco circolare. L’aquila stava invecchiando e alla fine il suo proprietario ne ebbe compassione e pensò: “Voglio liberarla”. Così le tolse l’anello dalla zampa, la prese in mano e la lanciò in aria. Che cosa pensi che sia successo? L’aquila non sapeva quasi volare. Svolazzò un po’, ricadde a terra e tornò al suo vecchio solco, dove riprese a camminare in cerchio. Nessuna catena, nessun anello – solo l’abitudine.
Distruggi l’abitudine. Distruggi l’opportunità di ritornare all’abitudine. Distruggi l’idolo! Aboliscilo dalla tua vita e sbarazzatene. —David Brandt Berg
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Una cosa che ci aiuta a osservare il primo e il più grande comandamento, quello di amare Dio, è il non avere idoli. Che cosa ami più di Dio? In cosa cerchi la sicurezza più di quanto la cerchi in Dio? Da dove trai il tuo senso di identità, se non lo trai da Dio? Sono queste le cose che devi mettere sull’altare. È qui che deve esserci il tuo pentimento più sincero. Queste cose potrebbero anche non essere cattive di per sé, ma se per noi hanno più importanza di Dio, ne abbiamo fatto un idolo e dobbiamo pentirci.
Da qualsiasi cosa tu ti aspetti sicurezza, conforto, rassicurazione o conferma, qualsiasi cosa ti aspetti che possa farti sentire meglio o darti piacere più di Dio o senza di Lui, è idolatria. […] Quando dici :”Amo Dio”, ma poi ti preoccupi maggiormente di quello che gli altri pensano di te, hai un problema. Quando dici: “So che Dio provvede per me”, ma tutta la tua speranza e la tua sicurezza sono nel tuo lavoro, quella è idolatria. Succede tutte le volte che vediamo come sorgente della vita qualsiasi cosa che non sia Dio.
Quando si tratta di Dio, dobbiamo semplicemente cominciare a esercitarci ad amarlo; farne il tesoro del nostro cuore ogni giorno. Comincia semplicemente la giornata dicendo: Gesù, sei il mio tesoro. Sei il desiderio del mio cuore. Ti amo. Aiutami ad amarti oggi. E poi ci prendiamo cura del nostro cuore, con il suo aiuto. Notiamo dove il nostro cuore va a cercare amore e approvazione, conforto o conferma, e in quel momento ci pentiamo. O Gesù, perdonami per questo idolo. Purificami adesso, concedimi la tua santità adesso. Rinuncio a questo idolo. Scelgo Dio. In quei momenti diamo il nostro cuore a Dio in maniera nuova e più profonda. —John Eldredge[7]
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Che tipo d’idoli adora oggi la gente? “Si sono prostrati davanti all’opera delle loro mani”.[8] Per che cosa va matta ai nostri giorni? Per che cosa s’indebita? Per ogni genere di oggetti di lusso, apparecchi elettronici, case belle e lussuose, splendidi edifici da milioni dollari. Cose, cose, cose! Per che cosa vive oggi molta gente? A che cosa dedicano la maggior parte del loro tempo e dei loro soldi? Per che cosa lavorano? “L’opera delle loro mani”, a cui dedicano la maggior parte del tempo, la loro devozione e le loro energie.
“Il mio popolo ha cambiato la sua gloria per ciò che non giova a nulla. Poiché il mio popolo ha commesso due mali: ha abbandonato Me, la sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne rotte, che non tengono l’acqua”.[9] Il messaggio dato attraverso Geremia era destinato a un popolo che aveva dimenticato il suo Dio e si era rivolto ad altri idoli.
Come dice la Parola di Dio, le persone “non hanno passatempo migliore che quello di dire o ascoltare qualche novità”.[10] Ma non trovano mai niente che le soddisfi sul serio, nessun amore che duri, nessuna felicità che appartenga loro per sempre. Sono infelici, affrante, ferite, legate, prigioniere delle loro passioni, delle loro speranze infrante, dei loro desideri e della loro fragilità umana.
Perché, anche se il corpo è terreno ed è soddisfatto solo dalle cose di questa terra, lo spirito umano – quella personalità intangibile del nostro vero essere che in quel corpo dimora – non può mai essere totalmente soddisfatto se non mediante la completa unione con il grande Spirito amorevole che l’ha creato. È l’energia e la vita dell’universo, che la Bibbia chiama amore, perché “Dio è amore”,[11] lo spirito stesso dell’amore – un amore vero, eterno, reale e sincero, che non finisce mai, che viene da un innamorato che non ci lascia mai, l’innamorato più grande di tutti, Dio stesso. —David Brandt Berg
Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 27 gennaio 2015.
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