Dio sa come ti senti
Compilazione
Forse pensi: “Nessuno sa cosa mi sta succedendo, nessuno prova il mio stesso dolore”.
Ma Dio lo sa!
Conosce i tuoi sentimenti e le tue frustrazioni. Vede la crisi nella tua anima. Nessun dolore passa inosservato a Dio. Il salmo 56,8 dice: “Tu conosci tutti i miei problemi; hai tenuto nota di tutte le mie lacrime”.1
Spesso, quando ci sentiamo feriti, ci sentiamo anche molto isolati e soli. Forse c’è stata una morte in famiglia o un divorzio, forse siamo stati licenziati e cominciamo a pensare: “Nessuno sa come mi sento; nessuno capisce cosa provo; nessuno prova il mio dolore”.
Ma Dio sa e “il Signore è come un padre per i suoi figli, tenero e pietoso verso quelli che lo temono”. 2
Dio non solo vede, ma ha cura di noi!
Conosce le cause, i motivi, le cose che ti hanno portato a questo punto. Ti capisce perché ti ha creato; vede le ferite del tuo cuore come nessun altro può fare.
Poiché Dio conosce le nostre frustrazioni e la nostra disperazione, possiamo affidare quelle sensazioni a Lui: “Gettate su di Lui ogni vostra preoccupazione, perché gli sta a cuore quello che vi succede”.3 Gettatele permanentemente su Dio, in modo definitivo, e non riprendetevele più. —Rick Warren
Dio capisce
Dei molti messaggi che Gesù ci diede sullo stress, il primo è: “Dio sa come ti senti”.
Leggete come J. B Phillips interpreta Ebrei 4,15:
Poiché non abbiamo un Sommo Sacerdote sovrumano che non riesce a comprendere le nostre debolezze; egli stesso ha condiviso pienamente ogni nostra esperienza umana di tentazione, tranne per il fatto che non ha mai peccato.
L’autore di Ebrei è preciso quasi al punto da ripetersi. È come se anticipi le nostre obiezioni. È come se sappia che diremo a Dio ciò che il figlio di un mio amico ha detto a lui: “Dio, è facile per te che sei lassù. Non sai come sono difficili le cose qui da noi”. Così proclama con decisione la capacità di Gesù di capirci. Date un’altra occhiata alle parole.
Egli stesso. Non un angelo. Non un ambasciatore, Non un emissario, ma Gesù stesso.
Ha condiviso pienamente. Non in parte. Non quasi. Non in larga misura. Pienamente! Gesù ha condiviso pienamente.
Ogni nostra esperienza umana. Ogni ferita. Ogni dolore. Ogni stress e ogni tensione. Nessuna eccezione. Nessun sostituto. Perché? Per poter simpatizzare con le nostre debolezze.
Un uomo politico si mette un casco ed entra in una fabbrica come se fosse uno degli operai. Un assistente sociale scende nelle vie cittadine e passa la notte per strada con i senzatetto. Un generale entra in mensa e si siede con i soldati semplici come se fosse uno di loro.
Tutti e tre vogliono comunicare lo stesso messaggio: “M’identifico con voi. Posso capirvi. Posso immedesimarmi in voi”. C’è un solo problema: gli operai sanno che l’uomo politico si toglierà il casco non appena la troupe televisiva si sarà allontanata. Gli emarginati sanno che l’assistente sociale domani sera dormirà in un letto caldo. E i soldati sanno bene che per ogni pasto che il generale fa nella mensa comune ne farà dozzine nella mensa ufficiali.
Per quanto ci provino, questi professionisti benintenzionati non riescono a capire fino in fondo. Quando dici a Dio che hai raggiunto i tuoi limiti, Lui sa cosa vuoi dire. Quando scuoti il capo davanti a una scadenza impossibile, anche Lui scuote la sua. Quando i tuoi piani sono interrotti da persone che hanno dei piani diversi, Lui annuisce comprensivamente. È successo anche a Lui. Sa come ti senti.
È diventato volontariamente uno di noi. Si è messo nella nostra stessa posizione. Ha sofferto i nostri dolori e provato le nostre paure. Rifiuto? L’ha sperimentato. Tentazione? L’ha avuta. Solitudine? L’ha provata. Morte? L’ha conosciuta. Stress? Potrebbe scriverci un libro.
Perché l’ha fatto? Per un solo motivo: perché quando proverai dolore, andrai da Lui — da tuo Padre e dal tuo Medico — e gli permetterai di guarirti. —Max Lucado4
Consolazione per chi è triste
La realtà è che quando qualcuno soffre non sappiamo che cosa sta provando. Anche se abbiamo fatto esperienza di circostanze simili a quelle della persona che soffre, non elaboriamo il mondo nello stesso modo in cui lo fa lei. E non abbiamo la stessa storia personale, la stessa composizione biologica o la stessa rete di sostegno. Quando qualcuno finisce nel tritacarne , possiamo renderci conto solo di una minima parte di ciò che soffre.
È la nostra limitata capacità di conoscere le sofferenze altrui che rende 2 Corinzi 7,6 così prezioso: “Dio, che consola gli afflitti…”
Gesù ci conosce fino in fondo. Conosce le nostre forze e le nostre debolezze, la nostra storia familiare, la nostra composizione biologica, la nostra prospettiva del mondo. Conosce ogni minima parte di noi. Ci conosce meglio di come noi conosciamo noi stessi. Conosce anche la sofferenza a un livello intenso e personale. Quella che Gesù ha della sofferenza non è una conoscenza astratta, libresca, da persona chiusa in una torre d’avorio. Gesù era un uomo di dolore. Fu deriso, tradito e umiliato. Mentre era sulla croce fu separato dal Padre. Gesù conobbe una sofferenza terribile, schiacciante, soverchiante.
La combinazione dell’onniscienza di Gesù con la sua esperienza personale di una profonda sofferenza gli permette di consolarci nelle nostre sofferenze. Sa veramente cosa patiamo ed è pronto a consolarci quando siamo tristi e abbattuti. Non ci lascia lì a sopravvivere e tirare avanti da soli in mezzo alle sofferenze. Non ci dice di rassegnarci, tirarci su di morale e rialzarci. Ci viene incontro giù dove siamo e ci avvolge nella sua grazia.
La sofferenza ci dà la tentazione di allontanarci da Dio, quando in realtà dovremmo avvicinarci ancora di più a Lui. Stai soffrendo? Ti sembra di essere stato masticato e sputato fuori? Ti senti come una noce di burro spalmata troppo fine su una fetta di pane? Avvicinata a Dio, che consola gli afflitti. Avvicinati a Dio, che ti conosce esattamente e sa perfettamente di cosa hai bisogno. Avvicinati a Lui nella tua debolezza, nella tua stanchezza e nella tua voglia di mollare tutto.
Nel suo cuore Dio ha un posto speciale per gli afflitti. Avvicinati a quel posto. —Stephen Altrogge5
Amore incondizionato
L’amore che prova per te è incondizionato. Non importa se ti senti debole o scoraggiato in questo momento, o se sei deluso di te stesso e degli altri; Lui ti ama lo stesso. Il suo grande amore, perfetto e incondizionato, non diminuisce a causa delle circostanze o delle condizioni, qualunque esse siano. Continua a darlo e riversarlo senza misura e senza limiti. Il suo amore è bellissimo!
Il suo amore è sempre lì a nostra disposizione; scaturisce in gran quantità, in enorme abbondanza! E noi possiamo fare esperienza di quell’amore; possiamo sentire che si manifesta nella nostra vita quando facciamo la nostra parte per creargli uno sbocco così che possa sgorgare fuori. Possiamo farlo quando gli restiamo vicini, quando viviamo nella sua Parola, quando lo amiamo. —Maria Fontaine
Pubblicato sull’Ancora in inglese l’11 settembre 2018.
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