Dio risponde!
di Rosalind Goforth
Sono convinta che Dio volesse che la preghiera fosse semplice e naturale, e una parte costante della nostra vita, come l’interazione tra un bambino e i suoi genitori. E gran parte di quell’interazione è fatta semplicemente di chiedere e ricevere, proprio come tra noi e il nostro Padre Celeste.
Forse, comunque, l’elemento più bello di questo chiedere e ricevere da Dio sta nel fatto che la fede si rafforza quando una richiesta precisa viene esaudita. Che cosa c’è di più utile e ispirante, di una testimonianza chiara di ciò che Dio ha fatto?
Ripensando al passato a proposito di queste occasioni, uno dei miei ricordi più preziosi è quello di una serata in cui avevamo ospitato a casa nostra diversi amici. La conversazione ha toccato l’argomento delle risposte alla preghiera. Per più di due ore abbiamo fatto a gara a raccontare eventi personali riguardanti le meravigliose opere di Dio, e l’ispirazione di quella serata continua tuttora.
Un ministro cristiano una volta mi disse: “Com’è possibile che il grande Dio dell’universo, il Creatore e Sovrano dell’umanità, possa o voglia, come dite voi, interessarsi di un’inezia come le decorazioni di un cappellino? Secondo me è assurdo!”
Tuttavia, nostro Signore Gesù Cristo non disse forse: “i capelli del vostro capo sono tutti contati”? — e: “non uno di essi è dimenticato davanti a Dio”? — e di nuovo: “il Padre vostro celeste sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate”?
È vero che “non c’è niente di troppo grande per la potenza di Dio”; ed è altrettanto vero che “non c’è niente di troppo piccolo per il suo amore!”
Se crediamo nella Parola di Dio, dobbiamo credere, come ha detto Dan Crawford in maniera bella e succinta, che “il Dio dell’infinito è il Dio dell’infinitesimale!” Sì,
“Colui che dissolve l’iceberg arenato
e guida il banco di ghiaccio alla deriva,
ode il cucciolo di volpe angustiato
e il lemming che corre sulla riva!”
Penso che non ci sia testimonianza più meravigliosa della volontà di Dio di aiutare in ogni emergenza della vita, di quella data da Mary Slessor quando le chiesero di spiegare che cosa rappresentasse per lei la preghiera. “La mia vita”, scrisse, “è una lunga testimonianza, giorno per giorno e ora per ora, di risposte alla preghiera. Per la salute fisica, per la troppa tensione, per indicazioni meravigliose, per errori e pericoli evitati, per la sconfitta dell’ostilità a Dio, per il cibo provveduto nel momento esatto in cui era necessario, per tutto ciò che contribuisce alla vita e al misero servizio da me reso. Posso testimoniare, con stupore e meraviglia, che credo che Dio risponda alla preghiera. So che Dio risponde alla preghiera!”
Mi è stato chiesto: “Dio ti ha sempre dato proprio ciò che gli hai chiesto?”
Oh no! Se lo avesse fatto, sarebbe stata una grande scortesia. Per esempio: quando ero giovane pregai per tre anni che Dio mi garantisse una certa richiesta. A volte l’implorai come se ne dipendesse la mia vita, da tanta intensità misi nella preghiera. Poi Dio mi mostrò molto chiaramente che stavo pregando contro la sua volontà. Mi rassegnai alla sua volontà sull’argomento e alcuni mesi dopo Dio mi diede qualcosa che era infinitamente migliore. L’ho lodato spesso per aver respinto la mia preghiera, perché se vi avesse risposto non avrei mai potuto venire in Cina.
Dobbiamo poi ricordare anche che molte delle nostre preghiere, anche se sempre ascoltate, non sono esaudite perché c’è qualche peccato nella nostra vita, o mancanza di fede, o mancata osservazione di qualche altra condizione che la Bibbia ci espone riguardo alla preghiera che prevale.
I seguenti esempi di preghiere esaudite non sono assolutamente un elenco completo [riferendosi al libro da cui sono stati tratti questi brani]. Come potrebbero esserlo, quando in questi cinquant’anni non se n’è tenuta nota? Se così fosse stato, non dubito che si sarebbero potuti scrivere interi volumi, alla gloria della grazia e della potenza divina nel rispondere alla preghiera. Ma da quel che riportiamo qui, anch’io posso dire dal profondo del cuore che Dio risponde alle preghiere.
“Ha risposto alla preghiera e sono avvolto
dalle benedizioni della sua mano santa,
meravigliandomi dei miracoli che vedo
e dei favori che il suo amore mi ha donato.
Prega per l’impossibile e osa portare
sul tuo stendardo questo motto audace:
‘Mio Padre risponde alla preghiera’ ”.
*
Nell’ottobre del 1887, mio marito fu incaricato dalla Chiesa Presbiteriana Canadese di aprire un nuovo campo di missione nella zona settentrionale della provincia di Honan, in Cina. Lasciammo il Canada il gennaio seguente, arrivando in Cina nel marzo del 1888. Solo allora ci rendemmo conto delle tremende difficoltà del compito assegnatoci.
In quel periodo il Dott. Hudson Taylor, della China Inland Mission, ci scrisse, dicendo: “Abbiamo sentito che il Nord Honan dovrà essere il vostro campo; la nostra missione ha tentato per dieci anni di entrare in quella provincia dal sud e ci siamo appena riusciti. È una delle province cinesi più ostile nei confronti degli stranieri. […] Fratello, se vorrai entrare in quella provincia, dovrai farlo in ginocchio”.
Queste parole furono il tema fondamentale dei nostri primi anni di pionierizzazione. Ah, se avessimo tenuto un resoconto fedele della fedeltà divina nel rispondere alle preghiere! In quegli anni così pieni di pericoli e difficoltà, la nostra forza come missione e come individui stava nel fatto che ci rendevamo conto della condizione disperata del nostro compito, se non fosse stato per l’aiuto divino.
*
Il seguente incidente avvenne mentre eravamo ancora fuori dall’Honan, studiando cinese in una missione affiliata. Illustra l’importanza delle preghiere fatte dalla base in patria per i missionari sul campo.
Mio marito aveva grandi difficoltà nell’apprendimento della lingua; studiava fedelmente molte ore al giorno, ma il suo progresso era penosamente lento. Insieme al suo collega andava regolarmente nella cappella sulla strada, per far pratica predicando in cinese alla gente; ma anche se era arrivato in Cina quasi un anno prima dell’altro missionario, la gente invece che a lui chiedeva a quest’ultimo di parlare, dicendo che lo comprendeva meglio.
Un giorno, appena prima di partire come al solito per la cappella, mio marito disse: “Se il Signore non mi dà un aiuto speciale per imparare questa lingua, temo che sarò un fallimento come missionario”.
Alcune ore più tardi ritornò con il volto illuminato dalla gioia. Mi disse che aveva ricevuto un aiuto molto insolito quando era arrivato il suo turno di parlare; le frasi gli venivano in mente come non era mai successo prima; non solo si era fatto capire, ma alcune persone sembravano molto commosse e si erano presentate in seguito per conversare ancora con lui. Era così felice e incoraggiato da questa esperienza che l’annotò accuratamente nel suo diario.
Circa due mesi e mezzo dopo, arrivò la lettera di uno studente del Knox College, in cui diceva che una certa sera alcuni studenti si erano riuniti specificamente per pregare per il Sig. Goforth. La potenza della preghiera era stata tale e la presenza divina sentita così chiaramente, che avevano deciso di scrivere per chiedergli se in quel momento gli fosse pervenuto un aiuto speciale. Riguardando nel suo diario, scoprì che il momento della loro riunione corrispondeva a quello in cui aveva ricevuto quell’aiuto speciale per parlare.
Non so per qual motivo dovrebbe giungermi
il pensiero di qualcuno lontano anni e miglia,
come un ricordo rapido e insistente,
se non perché dovrei pregare per qualche suo bisogno.
Siamo troppo affaccendati per pensare un attimo
ai tempi passati con un amico ormai lontano;
forse Dio lo fa per noi — e noi dobbiamo
leggere il suo segnale come un invito alla preghiera.
Forse in quel momento il mio amico ha una lotta più fiera,
una debolezza agghiacciante, una mancanza
di coraggio, o il buio, o la perdita del senso del giusto;
e dunque, in caso ne abbia bisogno, io prego.
Titolo originale: He Answers
Testo abbreviato da “Come so che Dio risponde alla preghiera. La testimonianza personale di una vita”, di Roalind Goforth, missionaria in Cina. (New York: Harper & Brothers, 1921).
Leggi il testo completo in inglese sul Progetto Gutenberg:
http://www.gutenberg.org/files/26033/26033-h/26033-h.htm.
Pubblicato originariamente sull'ancora in Inglese il 3 Maggio 2013.
Letto in Inglese da Tina Miles.
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