Dio abita nelle lodi del suo popolo
Compilazione
La frase “Dio abita nelle lodi del suo popolo” viene dalla versione Nuova Diodati di Salmi 23:3, che di Dio dice: “Tu sei il Santo, che dimori nelle lodi d’Israele”. Altre traduzioni dicono: “Tu sei il Santo, siedi circondato dalle lodi d’Israele” (NR), “Tu abiti la santa dimora, tu, lode di Israele” (22:4 CEI)
Il salmo 22 si ritiene sia stato scritto da Re Davide. È un grido d’angoscia ed è interessante vedere che presenta molti paralleli con ciò che successe alla crocifissione di Gesù, anche se fu scritto mille anni prima di quell’evento. […] Gran parte di questo salmo di lamentazione ha a che fare con Davide, intensamente depresso e con la sensazione di essere stato abbandonato dal Signore. Ricorda i momenti in cui è stato soccorso in passato ed implora l’aiuto di Dio. In sostanza, Davide dice a Dio: Tu sei santo, ma sembri così lontano; i nostri antenati, però, ti hanno lodato e hanno confidato in Te; Tu li hai liberati, quindi io farò la stessa cosa. […]
Ricordando che Dio realmente “abita nelle lodi del suo popolo”, Davide sembra ricordare a se stesso che deve lodare Dio in ogni circostanza, anche quando le cose sembrano senza speranza.
L’importanza di lodare Dio è menzionata centinaia di volte nella Bibbia, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. Lodare Dio significa dire o esprimere in altro modo quanto crediamo che Dio sia meraviglioso e grande e quanto lo amiamo. Lo si può fare con le parole — come la preghiera, l’insegnamento, il canto o la scrittura — o con altri modi di espressione, come la danza, la pittura o semplicemente aprendo il cuore a Lui con amore durante un momento di quiete. Può significare ascoltare i comandi di Dio e sapere che Lui è il Signore, oltre a ubbidire ai suoi comandamenti e capire che dobbiamo seguire suo Figlio, il nostro Salvatore, Gesù.
La lettera agli Ebrei ci indica un modo di vedere la lode, indicando che dovremmo “offrire continuamente a Dio un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo nome” (Ebrei 13:15). [...] Dobbiamo lodare Dio sempre, nella buona e nella cattiva sorte. Nella sua lettera alla chiesa di Tessalonica, l’apostolo Paolo ricorda ai cristiani: “Siate sempre allegri. Non cessate mai di pregare. In ogni cosa rendete grazie, perché tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1 Tessalonicesi 5:16-18).
La Scrittura ci dice che Dio ci ascolta sempre ed è sempre con noi. Come dice Isaia 65:24: “ Avverrà che, prima che m’invochino, io risponderò; parleranno ancora, che già li avrò esauditi”. [...] Poiché sappiamo che la sua presenza è certa, possiamo sapere nel nostro cuore che Dio è lì, nei momenti buoni e in quelli cattivi, sempre in ascolto, sempre con noi. Con le parole di Mosè: “Il Signore cammina egli stesso davanti a te; egli sarà con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non perderti d’animo” (Deuteronomio 31:8).
Il Salmo 22 ci ricorda questa verità. Perché, anche se Dio si sente lontano, non è così. Desidera le nostre lodi e la nostra adorazione in ogni cosa. È in ascolto ed è molto presente. Quindi lodate Dio col sole e nella tempesta: Lui è lì. —Jessica Brodie1
Un cuore allegro
Come seguaci di Gesù, la gratitudine dovrebbe essere la nostra impostazione predefinita, considerando che Gesù morì per salvarci da un’eterna separazione da Dio. Ciò dovrebbe renderci allegri e farci respingere come irrilevanti tutte le cose che non sono proprio piacevoli. Io però tendo a soccombere a reazioni che dimostrano poca gratitudine per questioni come il traffico, i problemi, lo stress, troppo di questo, troppo poco di quello ecc. Sapete come succede.
Comunque, so che nel quadro più ampio della vita tutti i piccoli particolari quotidiani hanno poca importanza; desidero avere un cuore pieno di gioia. Ci sono tre settori su cui mi sono concentrata per riuscire ad avere reazioni e mentalità più positive:
Essere grata per le piccole cose: Sto cominciando a notare le piccole cose che portano gioia e la lista non finisce mai: l’alba, il tramonto, un buon caffè, l’aria fresca del mattino, le risate dei bambini, le braccia forti di mio marito, un buon libro, il mio cuscino e così via. Ho scoperto che avere in mente un lungo elenco di piccole gioie può fare meraviglie per assorbire l’impatto di alcune delle cose difficili che incontro nella vita. Non contare su un risultato particolare: Questa è difficile! Ci sono momenti in cui ho avuto idee precise su come doveva risolversi una certa situazione, ma c’erano in gioco cose su cui non avevo alcun controllo. Spesso mi è difficile dire: «Sarò contenta lo stesso, succeda quel che succeda». Chi mai vuole essere grata per una brutta diagnosi o il rifiuto di una richiesta di lavoro? Ma ho imparato che la mia gratitudine non deve basarsi sul risultato, ma sul fatto che Dio è buono. Sempre. Anche quando la sua bontà sfugge alla mia comprensione.Ricordare la bontà di Dio: Nonostante tutte le mie preoccupazioni, tutti i momenti difficili, tutti i percorsi complicati, non è finita sempre bene? Nessuna difficoltà mi ha rovinato completamente. Non sono mai arrivata a un punto in cui l’amore di Dio non potesse raggiungermi. Come dice Paolo: «La pazienza ci rende forti nel carattere, e questa forza ci aiuta a confidare e ci porta alla speranza»(Romani 5:4). Quando mi fermo a pensare alla bontà di Dio, il mio cuore viene inondato da quella verità e posso avere di nuovo un atteggiamento grato. —Marie Alvero
Il tempio della lode
Il Cielo è un luogo in cui Dio è circondato dalla lode; nella Bibbia viene descritto come il tempio di Dio (Salmo 11:4; Abacuc 2:20). Tuttavia, la dimora definitiva di Dio è il suo popolo: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il ‘Dio-con-loro’” (Apocalisse 21:3; vedi anche Apocalisse 21:22). Gesù Cristo ha rivelato di essere il tempio del Signore (Giovanni 2:19-21) e la presenza di Dio ora abita nel suo corpo: la Chiesa (1 Corinzi 3:16-17).
La Scrittura afferma ripetutamente che i singoli credenti sono “il tempio del Dio vivente” e “templi dello Spirito Santo” in cui abita la presenza di Dio (1 Corinzi 6:19; 2 Corinzi 6:16). Tutta la Chiesa è “un edificio ben collegato insieme” che “si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore […] che ha da servire come dimora a Dio per mezzo dello Spirito”, spiega l’apostolo Paolo in Efesini 2:21-22. […]
Dio abita ancora le lodi del suo popolo. A prescindere dalle circostanze, sappiamo che Dio è santo e fa bene ogni cosa. Possiamo adorare il Signore anche nell’angoscia. —GotQuestions.org2
Vivere adorando
Sentiamo l’amore di Dio più intensamente quando siamo concentrati sulla sua volontà e ci siamo dedicati pienamente alla sua lode e al suo scopo per la nostra vita. Veniamo sollecitati a dimorare in Dio, il che significa che dobbiamo vivere e agire per adorare il suo Nome. La parola “dimorare” porta con sé un senso di residenza; ci viene ordinato di vivere alla presenza di Dio. [...
Dio cerca di effettuare la sua volontà in ogni ambito della nostra vita. Non lo fa per controllare direttamente le nostre azioni, come se fossimo privi di libero arbitrio, ma quando sottomettiamo la nostra volontà alla sua, Lui è libero di operare in noi in modi che non potremmo mai immaginare.
La nostra lode è uno dei modi principali in cui Dio opera nel nostro cuore e nella nostra mente. Quando adoriamo, dobbiamo rivolgere tutta la nostra attenzione a Dio. In parole povere, adorare significa attribuire a Dio un valore. Oggi la maggior parte di noi pensa al culto di adorazione come se si manifesti attraverso la musica, e questo è certamente un suo aspetto. Tuttavia, è molto di più.
Il vero culto, la vera adorazione, si vive ogni minuto di ogni giorno. Paolo ci dice in Romani che dovremmo presentare il nostro corpo in sacrificio e lasciare che la nostra mente sia costantemente rinnovata dallo Spirito Santo. Dice che questo è un atto di culto spirituale accettabile (Romani 12:1-2). Molto più grande di qualsiasi canzone che possiamo cantare, il culto svolto con tutto il cuore è una vita che loda Dio per la sua misericordia e la sua grazia e che cerca di mostrare agli altri ciò che quella grazia e quella misericordia hanno fatto per noi.
Dio può aiutare gli altri in molti modi e si occuperà sempre direttamente dei nostri cuori. Tuttavia, come suoi ambasciatori sulla terra, siamo chiamati a vivere una vita di lode affinché gli altri vedano per chi viviamo e glorifichino Dio in cielo. Quando ci dedichiamo completamente al proposito di Dio nella nostra vita e gli diamo tutto l’onore e la lode con le nostre parole e le nostre azioni, la forza e la potenza di Dio risiedono in noi e si irradiano sul resto del mondo. Lo Spirito Santo vive nei nostri cuori quando cominciamo a credere; la sua potenza si manifesta nei nostri pensieri, nelle nostre azioni e nelle nostre interazioni.
La parte più brillante di tutto questo è riconoscere che Dio entra nel nostro culto di adorazione e si glorifica attraverso di esso. [...] La presenza di Dio abiterà nel vostro cuore e risplenderà nella vostra adorazione. —ConnectUs[3
Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 17 settembre 2024.
Articoli recenti
- Non solo Adamo ed Eva
- Dio abita nelle lodi del suo popolo
- Conforto quando una persona cara si spegne
- È così perché Dio ha detto così
- Perseveranza nella preghiera
- Il ricco e Lazzaro
- Parole e gesti di bontà e apprezzamento
- La Parola duratura di Dio: la Bibbia
- Una delusione? O la sua chiamata?
- Trattenersi dall’ira (Salmo 37:8)