Cosa vuol dire portare l’immagine
Peter Amsterdam
In che modo la nostra vita quotidiana è influenzata dalla conoscenza che tutti noi esseri umani siamo individualmente fatti a immagine di Dio? È importante? Dovrebbe influenzare i nostri pensieri e le nostre azioni? La risposta è semplicemente sì, dovrebbe.
Il fatto che gli esseri umani siano la sola creazione che Dio ha detto di aver fatto a sua immagine e somiglianza dimostra che sono speciali ai suoi occhi. La Bibbia afferma che l’umanità è all’apice della creazione fisica e che Dio ha messo l’uomo lì perché regni sulla terra e se ne prenda cura.
“Che cosa è l’uomo, perché te ne ricordi, e il figlio dell’uomo, perché lo visiti? Eppure tu lo hai fatto di poco inferiore a Dio, e lo hai coronato di gloria e di onore. Lo hai fatto regnare sulle opere delle tue mani e hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi! Pecore e buoi tutti quanti, e anche le fiere della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, tutto quello che passa per i sentieri del mare” (Salmi 8:4-8).
Dio ha reso gli esseri umani diversi da tutte le altre creature fisiche. Li ha messi sopra alle altre creature e li ha distinti da esse. Anche se ci ha creato insieme a tutte le altre cose, ci ha reso diversi da esse facendoci a sua immagine. Ci ha creato come esseri unici e ha soffiato in noi la vita.
Dio ci ha creato come esseri dotati di personalità, in grado di avere un rapporto con Lui e con altri esseri umani. Ci ha creato come esseri con una combinazione di materiale e spirituale, dandoci corpo e spirito. Anche se tutti gli esseri umani hanno peccato contro di Lui, ci ama così tanto che ha fatto in modo che l’umanità potesse riconciliarsi con Lui grazie alla vita, morte e risurrezione di suo Figlio, Gesù.
Dio ama le creature che portano la sua immagine; noi abbiamo valore per Lui. Poiché Dio dà valore agli esseri umani, ognuno di essi ha un suo valore intrinseco ed essenziale. Questo dovrebbe spingere anche noi a valutare ognuno di essi. Tutti gli esseri umani, qualunque sesso, razza, colore della pelle, o religione abbiano, sono creati uguali. Ogni persona porta in sé l’immagine di Dio e dovrebbe essere rispettata e trattata come tale. Il posto di una persona nella società o il valore che la società le attribuisce non hanno niente a che fare con il suo valore intrinseco.
Gli autori Lewis e Demarest lo spiegano così:
Ogni persona ha un valore e un significato temporale ed eterno inestimabile. Ognuna d’esse ha questo valore interiore inalienabile in quanto creazione divina fatta a immagine di Dio. Il suo valore supera quello del suo corpo meraviglioso o quello di essere l’animale più intelligente sulla terra. Il suo valore non diminuisce quando per qualche motivo e per qualche periodo non è utile alla società — che si tratti della sua famiglia, della sua chiesa o della sua nazione. Ogni essere umano vivente — che sia povero o ricco, femmina o maschio, istruito o non istruito, più chiaro o più scuro — ha un suo valore intrinseco perché è una persona eternamente esistente, attiva e spirituale come Dio.1
I neonati, i bambini, gli anziani, gli ammalati, i disabili, i ritardati mentali, i nati morti, gli affamati, le vedove e i carcerati, quelli con cui non si va d’accordo e perfino i nemici — ogni essere umano, qualunque siano le sue condizioni, le sue circostanze, o le sue convinzioni religiose — hanno la dignità di essere portatori dell’immagine di Dio e meritano (e dovrebbero ricevere) pari onore e rispetto da parte di tutti gli altri esseri umani.
Vedere gli altri come portatori dell’immagine di Dio dovrebbe liberarci da pregiudizi razziali, religiosi e di ogni tipo. Dovrebbe spingere ognuno di noi, individualmente, nella nostra vita quotidiana, a vedere e trattare gli altri con rispetto, senza badare alle differenze.
Dovrebbe farci vedere noi stessi con rispetto e dignità. Renderci conto che Dio ci ama e ci stima dovrebbe aiutarci ad avere stima noi stessi mentalmente, fisicamente e spiritualmente. Dovrebbe spingerci a vedere noi stessi in modo positivo, a prenderci cura di noi stessi fisicamente e a nutrire il nostro spirito con elementi positivi e edificanti. Dovrebbe ricordarci la santità della nostra vita, impedendoci così di danneggiare noi stessi in qualsiasi modo.
Dovremmo riconoscere che, nonostante ogni debolezza o incapacità personale, o il modo in cui percepiamo il nostro valore o vediamo il nostro aspetto fisico, la nostra educazione o le nostre capacità mentali, abbiamo valore per Dio e quindi dovremmo averlo anche per noi stessi.
Renderci conto che Dio dà valore agli esseri umani, che ci ama e che si cura di noi, dovrebbe farci stimare l’umanità, farci riconoscere il valore di ogni persona, compresi noi stessi, e spingerci a fare il possibile per vivere in pace e armonia con gli altri. In breve, dovremmo amare il nostro prossimo perché anche Dio lo ama.
Oltre ad amare e prenderci cura degli altri e di noi stessi, avendo ricevuto dominio sulla terra siamo responsabili di prendercene cura e di usare con saggezza le sue risorse. Quando Dio creò la terra con tutto ciò che contiene, disse che era buono. Poi disse all’uomo di incaricarsene e di prendersene cura. Sta a noi che abbiamo ricevuto questo dominio essere buoni custodi dell’ambiente e usare le sue risorse saggiamente, giudiziosamente ed equamente a beneficio di tutta l’umanità. Dobbiamo riconoscere il valore della terra come parte della creazione divina e non sfruttarla avidamente, o danneggiarla, metterla in pericolo o distruggerla.
Il peccato portò alla separazione da Dio e causò nell’umanità un grave deterioramento della sua immagine e somiglianza. Il peccato ha influenzato negativamente la nostra coscienza, la nostra capacità di fare la volontà di Dio, il nostro desiderio di allineare la nostra volontà alla sua, i nostri processi mentali, le nostre decisioni, i nostri motivi e così via. La Parola di Dio dice che, poiché il peccato è entrato nell’umanità, noi ne siamo schiavi.
Grazie alla salvezza siamo nati di nuovo spiritualmente. Ciò ci rende nuove creature in Cristo e influenza grandemente la nostra vita. La salvezza spezza i legami del peccato; l’infusione dello Spirito Santo, Dio che vive in noi, ci permette di avvicinarci sempre più all’immagine di Cristo. Gesù era l’immagine di Dio sulla terra; diventando più simili a Lui ci avviciniamo all’immagine e alla somiglianza di Dio. “Egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio, in cui abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue e il perdono dei peccati. Egli è l’immagine dell’invisibile Dio, il primogenito di ogni creatura” (Colossesi 1:13–15).
Avvicinarci all’immagine di Cristo è una crescita progressiva che avviene con il tempo, a poco a poco, mediante l’opera dello Spirito Santo nella nostra vita. “E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore” (2 Corinzi 3:18).
Anche se come cristiani possiamo ancora peccare, la salvezza ci ha liberato dal dominio che il peccato ha su di noi. Diventiamo morti al peccato, perché abbiamo il potere di superare azioni o modelli di un comportamento peccaminoso.“Ora invece, essendo stati liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi avete per vostro frutto la santificazione e per fine la vita eterna” (Romani 6:22).
La salvezza non ci priva del peccato, però, man mano che facciamo progressi nella nostra vita cristiana e camminiamo con il Signore – un processo chiamato santificazione in teologia— siamo sempre più in grado di non peccare. In questa vita nessuno può raggiungere uno stato di perfezione priva di peccato, perché il peccato non sarà interamente sradicato. La santificazione, cioè la crescita nel nostro cammino con il Signore, è un processo in cui le persone rigenerate e dipendenti dall’amore di Dio cercano di raggiungere gradualmente la crescita spirituale, l’obbedienza alla Parola di Dio e l’attuazione della Parola nella loro vita.2Quando cresciamo spiritualmente, possiamo avvicinarci progressivamente all’immagine di Dio. Quando cresciamo e maturiamo nella fede, dimostriamo maggiormente i frutti dello Spirito di Dio nella nostra vita.
Come cristiani, crescendo nella fede possiamo diventare più simili a Gesù e così mostrare meglio l’immagine e la somiglianza di Dio a cui siamo fatti. Come portatori della sua immagine, dovremmo sforzarci di diventare più simili a Lui. Come suoi testimoni, dovremmo rispecchiare Lui, in modo che gli altri vedano Lui in noi e vogliano arrivare a conoscerlo.
“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5:16).
Pubblicato originariamente nell’agosto 2021.
Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 9 maggio 2022.
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