Che cos’è il peccato?
Peter Amsterdam
Il peccato influenza la vita di ogni essere umano ed è ciò che ha causato la separazione tra l’umanità e Dio. Per nostra fortuna Egli, nel suo amore e nella sua misericordia, ha reso disponibile all’umanità la salvezza dal peccato, mediante la sofferenza e la morte di Gesù. Come cristiani abbiamo l’incredibile benedizione di essere stati perdonati e redenti dai nostri peccati. Siamo stati salvati dalla punizione del peccato nella vita dell’aldilà — un dono di valore inestimabile, perché vivremo in eterno con Dio. Purtroppo viviamo in un mondo pieno di persone che non sanno di avere a disposizione la salvezza. La nostra missione di cristiani è di metterle a conoscenza della buona notizia del Vangelo.
Come Cristiani, è importante capire i vari aspetti ed effetti del peccato perché ci aiuta a capire e a spiegare meglio agli altri il motivo del male che avviene oggi nel mondo e l’origine di molti dei problemi e delle sofferenze che l’umanità si trova ad affrontare. Avere una chiara immagine del peccato ci fa capire e comunicare meglio agli altri la necessità e l’importanza della salvezza, aiutandoci allo stesso tempo ad apprezzare maggiormente il fatto di averla ricevuta e di aver evitato la punizione. Mentre noi abbiamo la benedizione di essere salvati, gli effetti del peccato su chi rifiuta la salvezza avranno serie conseguenze a lungo termine, non solo in questa vita ma in quella futura.
Il Nuovo Testamento usa varie parole quando si riferisce al peccato. Sono tradotte con violare, trasgredire, oltrepassare, cadere, errare; sviarsi, uscire dalla retta via, deviare dalla verità e dalla giustizia, cadere; iniquità del cuore e della vita, sregolatezza, empietà, incredulità, ribellione, disubbidienza e apostasia.
Sebbene i peccati commessi dagli esseri umani siano spesso peccati contro il prossimo, come il rubare o il mentire su qualcuno, e sebbene possano danneggiare anche la persona che li commette, sono innanzitutto peccati contro Dio. Fare cose simili vuol dire infrangere le leggi morali di Dio; cosa più importante, comunque, è che sono peccati contro lo stesso Legislatore. Costituiscono un affronto alla sua santità e alla sua giustizia e causano la separazione tra gli esseri umani e Lui.
La Bibbia insegna che il peccato è universale; che ogni essere umano, a eccezione di Gesù, è stato ed è un peccatore. Sia il Vecchio sia il Nuovo Testamento affermano che tutti sono peccatori e che nessuno è del tutto giusto. “Nessun vivente sarà trovato giusto davanti a Te”.[1] “Non c’è infatti alcun uomo giusto sulla terra, che faccia il bene e non pecchi”.[2] “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi”.[3]
L’universalità del peccato è un concetto presente anche in molte religioni pagane, a conferma del fatto che l’umanità ha una conoscenza intuitiva della legge morale divina e della condizione corrotta dell’uomo. Nel corso dei secoli le religioni hanno offerto sacrifici perché credevano di aver contrariato i loro dei.
Da che cosa ha avuto origine il peccato?
Prima che Dio creasse l’universo, non esisteva il peccato, perché esisteva solo Dio — Padre, Figlio e Spirito Santo. Dalle Scritture è chiaro che Dio è santo, che non tollera il male e non pecca. Il peccato, quindi non sarebbe stato presente prima che Dio creasse gli angeli.
Quando Dio creò gli esseri morali — angeli ed esseri umani — diede loro il libero arbitrio. Li creò con la capacità di fare scelte morali e così facendo permise loro di scegliere di fare ciò che è bene e ciò che è giusto. Dare loro la libertà di scelta, però, lasciava anche spazio alla possibilità che scegliessero di fare il male. Da questa scelta libera di disubbidire a Dio ebbe origine il peccato. Dio non indusse al peccato gli esseri morali che aveva creato. Furono loro a scegliere liberamente di disubbidire ai suoi comandamenti e alla sua manifesta volontà, e di conseguenza peccare.
Dio non è l’autore del peccato. È santo; si separa dal peccato. Non commette peccati, non compie azioni cattive o sbagliate e non tenta le persone a fare il male. Il male è assenza di bene. Non è una creazione fisica. Il male, in un certo senso, è assenza di Dio, proprio come il buio è assenza di luce. Dio non poteva creare il male, perché, se l’avesse fatto, avrebbe agito contro la propria natura e il proprio carattere, cosa che non fa e che in effetti non può fare. Diamo un breve sguardo a ciò che dice la Bibbia sulla santità e la giustizia di Dio e sul modo in cui vede il peccato:
“Egli è la Roccia, l’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio di fedeltà e senza ingiustizia; Egli è giusto e retto”.[4] “L’Eterno è giusto; Egli è la mia Rocca e non vi è alcuna ingiustizia in Lui”.[5] “Nessuno, quando è tentato dica: ‘Io sono tentato da Dio’, perché Dio non può essere tentato dal male, ed Egli stesso non tenta nessuno”.[6]
Sebbene Dio non abbia creato o causato il peccato, tuttavia creò un universo con creature dotate di libero arbitrio, il che significava che esse potevano scegliere di fare il male. Nella sua onniscienza e preveggenza, sapeva che sarebbe successo; nel suo amore e nella sua misericordia diede modo all’umanità di riconciliarsi con Lui.
Come Cristiani, non siamo condannati per i nostri peccati, perché la morte di Gesù sulla croce ci ha garantito il perdono; comunque, ciò non significa che non pecchiamo, che peccare non abbia importanza, o che non soffriamo le conseguenze del peccato nella nostra vita, nel danneggiamento che esso porta al nostro rapporto con Dio, o nel male che causa ad altri e a noi stessi.
Come Cristiani, il peccato non influenza la nostra posizione legale davanti a Dio. Siamo salvati, siamo suoi figli adottivi, siamo membri della sua famiglia e non perdiamo queste caratteristiche; non siamo condannati. “Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù”. [7]
Il peccato, però, contraria Dio. Egli non smette di amarci, proprio come noi non smettiamo di amare i nostri figli anche quando disubbidiscono o fanno cose sbagliate. Potremmo sentirci un po’ “distanti” dai figli che ci hanno disubbidito intenzionalmente e forse li dovremo correggere in qualche modo, ma sono pur sempre i nostri figli e continuiamo ad amarli. Ciò è simile al rapporto tra noi e Dio quando pecchiamo. È pur sempre nostro Padre, continua ad amarci, ma il nostro rapporto con Lui si è in qualche modo danneggiato e si è creata una certa distanza tra noi.
Egli si aspetta che gli chiediamo perdono quando pecchiamo. Poiché Gesù ha già pagato per tutti i nostri peccati, chiedere perdono non ha niente a che fare con la nostra salvezza, ma è un modo di riparare al danno che i nostri peccati hanno causato al rapporto con Dio. Quando i suoi discepoli gli chiesero di insegnar loro a pregare, Gesù insegnò loro il “Padre nostro”, che dice tra l’altro: “Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano; e perdonaci i nostri peccati”.[8] Gesù disse ai suoi primi discepoli di chiedere al Padre di perdonare i loro peccati; come suoi discepoli di oggi, dovremmo fare lo stesso.
Come Cristiani, dovremmo avere il desiderio di crescere nella fede e nel nostro rapporto con il Signore. Il peccato nella nostra vita impedisce la crescita spirituale e danneggia il rapporto con Dio; questo ci influenza negativamente in questa vita e ha possibili ripercussioni anche nell’aldilà.
La vita che conduciamo d’accordo con la volontà divina, il nostro rapporto con Dio, le nostre decisioni di peccare o non peccare, il frutto che portiamo: sono tutti fattori che contribuiscono alla nostra vita presente e a quella nell’aldilà. Come cristiani dovremmo stare molto attenti ai nostri pensieri e alle nostre azioni, se vogliamo condurre una vita religiosa. Non potremo essere liberi dal peccato e non lo saremo, ma possiamo fare uno sforzo per non peccare e, quando succede, possiamo chiedere regolarmente a Dio di perdonarci.
Essere riconciliati a Dio mediante Gesù, essere perdonati per i nostri peccati ed essere redenti, è il dono più meraviglioso che si possa ricevere — un dono personale, direttamente dalla mano di Dio. Non solo cambia la nostra vita oggi, ma anche per l’eternità. È un dono che ognuno di noi ha ricevuto e che ci viene chiesto di passare agli altri. È la buona notizia che siamo incaricati di dare agli altri, affinché anch’essi possano essere liberati dalla stretta del peccato e diventare figli del Dio eterno, amorevole, benigno e misericordioso.
Pubblicato originariamente in Inglese il 12 settembre 2012.
Adattato e ripubblicato il 12 settembre 2016.
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