Cambiamenti nel ruolo delle donne nei Vangeli
Compilazione
Nei Vangeli leggiamo dappertutto le interazioni di Gesù con persone provenienti da ogni strato sociale – maschi e femmine, giovani e vecchi, ricchi e poveri, sani e malati, religiosi e non religiosi. Come Figlio di Dio, il suo modo di interagire con gli altri e quello che diceva o faceva con le persone rifletteva il modo di vedere di suo Padre.
Quando nei Vangeli leggiamo dei rapporti di Gesù con le donne, vediamo il suo atteggiamento nei loro confronti — e di conseguenza quello di Dio. Vediamo che parla con loro, le guarisce, ha compassione di loro, le istruisce e rivela loro alcuni aspetti della sua natura. Le donne sono ritratte come buoni esempi nelle parabole, furono testimoni della sua morte e furono le prime a entrare nella tomba vuota dopo la sua risurrezione. La differenza tra l’atteggiamento di Gesù nei confronti delle donne e quello della cultura dei suoi giorni è sorprendente, quando vediamo la posizione che le donne avevano nella Palestina del primo secolo.
Nella società ebraica le donne avevano una condizione inferiore a quella degli uomini. Le opere ebraiche di quell’epoca offrono una veduta costantemente negativa delle donne, dipingendole come esseri inferiori in tutti i campi e obbligate a essere sottomesse agli uomini. Tra le varie preghiere ebraiche ce n’era una in cui gli uomini ringraziavano Dio per non essere nati come pagani, schiavi o donne. Nelle opere rabbiniche s’indicava chiaramente che le donne erano considerate più sensuali e meno razionali degli uomini, delle ammaliatrici; di conseguenza gli uomini evitavano di avere contatti sociali e conversazioni con loro al di fuori del matrimonio.
Anche se le Scritture insegnavano che tutti gli Israeliti dovevano ascoltare la Legge,1 le donne in genere ricevevano un’istruzione religiosa minima. Il loro ruolo nel culto era limitato, perché non potevano entrare nel settore interno del tempio e non potevano avere funzioni di sacerdozio. Né potevano essere rabbine. Le loro attività principali erano domestiche ed erano considerate come se avessero poco da offrire nella vita pubblica o religiosa.
Quando nei Vangeli leggiamo dei rapporti e delle interazioni di Gesù con le donne, è chiaro che la sua era una prospettiva molto diversa. Gesù vedeva le donne come persone piene di dignità, valore e spiritualità. Si vede nel modo in cui le guarì,2 oltre che nel suo perdono e nella sua accettazione di donne che erano ritenute ritualmente impure e socialmente indesiderabili.3
Gesù non si limitò a dimostrare rispetto e a interagire con le donne ebree, ma anche con delle straniere, come vediamo nel suo incontro con la Samaritana al pozzo di Giacobbe. Gesù conversò con la donna e durante la discussione le rivelò di sapere che era stata sposata molte volte e che l’uomo con cui viveva al momento non era suo marito. Man mano che la conversazione proseguiva, Gesù le disse di essere il Messia. Da questa descrizione delle azioni di Gesù apprendiamo che una donna — e non solo donna, ma perfino non-ebrea, impura e peccatrice — può diffondere il messaggio divino agli altri.
Gesù dimostrò amore e compassione per le donne guarendo loro o i loro cari. Non era neanche particolarmente preoccupato di poter diventare ritualmente impuro toccando quelle che erano tali a causa di malattie, mestruazioni, peccati o morte. Infranse la Legge mosaica guarendole di sabato e rimproverò un capo religioso per aver obiettato alla sua guarigione di una “figlia di Abraamo” di sabato. Insegnò a Maria come a una discepola; e rivelò qualcosa di drammatico su di Sé e sulla propria natura a Marta. Queste parole e queste azioni da parte di Gesù dimostrano che le donne sono persone complete e con uguali diritti agli occhi suoi e del Padre.
Nei Vangeli vediamo che Gesù capovolse l’idea che il posto di una donna fosse limitato alla casa e propose che avessero un posto anche nella vita pubblica e religiosa. Leggiamo delle sue interazioni con le donne e che nei suoi insegnamenti le presentò come esempi positivi di come proclamavano il suo messaggio, di come diedero una corretta interpretazione della sua identità e di come diedero testimonianza della sua morte e risurrezione. Tutto questo presenta l’idea fondamentale che agli occhi di Dio, nel suo regno e nelle questioni spirituali, le donne hanno un valore e uno stato pari a quello degli uomini. Grazie a Gesù il vecchio ordine religioso patriarcale cominciava a essere rimosso e rimpiazzato dalla nuova interpretazione del valore e dell’uguaglianza delle donne nel regno. —Peter Amsterdam
L’uomo che lei seguì
Maria Maddalena ha ricevuto molta pubblicità fin dai suoi giorni e, come nelle riviste di gossip, poche di quelle cose sono vere. Le asserzioni che fosse sposata con Gesù o che avesse fondato una comunità impregnata di idee gnostiche sono pretese storicamente infondate alla luce delle fonti più antiche. Non hanno basi nel Nuovo Testamento e non sembrano avere alcun fondamento nelle tradizioni precedenti il secondo secolo.
Quello che invece sappiamo di Maria è che prima di incontrare Gesù era posseduta da spiriti maligni – sette, per l’esattezza. Si sono fatte molte congetture sul significato di questa possessione. Alcuni hanno sostenuto che fosse una prostituta e di conseguenza piena di spiriti impuri, anche se non vi sono menzioni di questo. A prescindere dal tipo di vita che avesse condotto in precedenza, è chiaro che tutto cambiò quando incontrò l’uomo che la guarì. Maria si unì ai ranghi dei seguaci di Gesù e non l’abbandonò mai fino alla fine.
Gli studiosi fanno notare che questo la dice lunga su Maria, ma ancor più sull’uomo che lei seguì. […] Gesù entrò in un mondo che discriminava ampliamente le donne. Era loro proibito superare un preciso punto all’interno del tempio; erano escluse dalle conversazioni in pubblico e relegate al ruolo di spettatrici. Gesù non si limitò a rifiutare questa pratica, ma agì radicalmente contro di essa. Scandalizzò i suoi discepoli parlando con donne che generalmente erano tenute lontano: una donna incontrata per strada, che aveva un’emorragia, una Samaritana che attingeva acqua da un pozzo. Non prese in considerazione discriminazioni e ingiustizie e accolse le donne coraggiose che presero parte a ogni avvenimento descritto nel Nuovo Testamento.
Gesù dichiarò di essere il Figlio di Dio, un’affermazione imperscrutabile da fare su di sé. Ma questa non è l’unica affermazione inconcepibile che fece. Studiandolo, quasi come una mina vagante in mezzo alla folla, scopriamo una persona totalmente controculturale, che sostiene le persone respinte e trascurate, che dà alle donne una voce e un posto sicuro in cui essere ascoltate, che chiama tutti alla trasparenza, parlando a un mondo lacerato, con tutti suoi dolori e le sue mancanze, le sue malattie e i suoi peccati. Se questo è davvero il Figlio di Dio, è un Dio che non solo può gestire le nostre storie non censurate, ma le esige — perché Lui stesso non rifiutò di vivere in mezzo a esse.
Quella di Maria Maddalena è una storia del genere. Lei abbandonò la vita che conosceva per seguire un uomo che la conosceva. Ancora oggi la sua storia di fede e discepolato rimane una storia che Dio ha ritenuto degna d’essere raccontata. —Jill Carattini4
Gesù e la sua visione controculturale delle donne
Per Cristo le donne hanno un valore intrinseco uguale a quello degli uomini. Gesù disse: “Il Creatore, da principio, ‘li creò maschio e femmina’”.5 Le donne sono create a immagine di Dio tanto quanto gli uomini. Come gli uomini hanno autocoscienza, libertà personale, una certa autodeterminazione e la responsabilità personale delle proprie azioni. […] Esempi di questo equo trattamento delle donne da parte di Gesù si trovano nei quattro vangeli.
Per prima cosa, Gesù si rivolgeva regolarmente alle donne in maniera diretta anche in pubblico. Era una cosa insolita per un uomo.6 I discepoli si stupirono nel vedere Gesù che parlava con la Samaritana al pozzo di Sicar.7 Parlò liberamente anche con la donna accusata di adulterio.8 […] Allo stesso modo Gesù si rivolse a una donna tutta curva da diciotto anni9 e a un gruppo di donne sulla via della croce.10
Vediamo un secondo aspetto del rispetto che Gesù aveva per il valore intrinseco delle donne nel modo in cui parlò a quelle cui si rivolgeva. Parlava in modo premuroso e pieno d’attenzione. Ognuno degli scrittori sinottici racconta come Gesù si rivolse alla donna con l’emorragia in maniera tenera, chiamandola “figlia”, e come si riferì alla donna curva come a una “figlia di Abraamo”. 11 Bloesch ne deduce che “Gesù chiamò le donne ebree ‘figlie di Abraamo’,12 accordando loro in tal modo uno stato spirituale uguale a quello degli uomini”. 13
Gesù dimostrò una grandissima considerazione per le donne, sia nella sua vita che nei suoi insegnamenti. Riconobbe l’intrinseca uguaglianza tra uomini e donne e dimostrò continuamente il valore e la dignità delle donne come persone. Gesù valutò la loro compagnia, le loro preghiere, il loro servizio, il loro sostegno finanziario, la loro testimonianza e la loro evangelizzazione. Onorò le donne, insegnò alle donne e prestò assistenza alle donne in maniera premurosa. —James A. Borland14
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 29 settembre 2020.
1 Deuteronomio 31,12.
2 Marco 1,30–31; Luca 13,11–12.
3 Luca 8,54–55; Giovanni 4,9.
4 https://www.rzim.org/read/a-slice-of-infinity/the-one-she-followed.
5 Matteo 19,4; cf. Genesi 1,27.
6 Giovanni 4,27.
7 Giovanni 4,7–26.
8 Giovanni 8,10–11.
9 Luca 13,11–12.
10 Luca 23,27–31.
11 Luca 13,16.
12 Luca 13,16.
13 Donald Bloesch, Is the Bible Sexist? (Crossway Books, 1982), 28.
14 https://www.crossway.org/articles/how-jesus-viewed-and-valued-women.
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