Blackout
Virginia Brandt Berg
Stavo pensando a come sarà meraviglioso quando le ombre terrene fuggiranno e il cielo apparirà sopra di noi in tutta la sua luce e il suo splendore —le tenebre saranno sparite per sempre!
Stavo ascoltando le notizie riguardanti il blackout nella zona di New York,1 e alcune delle persone là presenti in quel momento hanno fatto dei commenti che mi hanno molto colpito. Un uomo ha detto che era impossibile esprimere la sensazione che aveva avuto quando sono tornate improvvisamente le luci, luci che aveva sempre dato perscontate e di cui non era mai stato veramente grato in precedenza.
Mi ha fatto pensare ad alcune lettere che ho ricevuto e che parlano di blackout personali, periodi di malattie gravi da cui sembrava impossibile guarire, ma poi un giorno la guarigione era avvenuta e la salute ritornata. Che gioia essere nuovamente fuori dalle tenebre e nella luce, liberi da dolore e malattie!
Solo chi ha sperimentato simili blackout sa com’è bello quando le luci ritornano. Voglio assicurarvi che le luci torneranno di nuovo, se non vacillate ma vi aggrappate alle promesse della Parola di Dio e confidate implicitamente in Dio in mezzo al buio. Quando c’è oscurità, la cosa che la rende più buia è il pensiero che si possa non uscirne più. Naturalmente, è qui che il cristiano ha un grande vantaggio, perché ha fede, e sa che verrà il giorno in cui Dio ci libererà!
La fede è la vittoria. Fu un periodo piuttosto buio per Paolo, quando era in prigione, ma lui aveva così tanta fede da poter vivere a prescindere da circostanze e condizioni, tanto che in Filippesi 4,11-13 disse:
“Non pensate che lo dica perché mi trovi nel bisogno, poiché, dovunque mi trovi, ho imparato a non dipendere dalle circostanze. So vivere in umili circostanze e so gestire la prosperità; attraverso esperienze umane d’ogni tipo ho imparato a vivere nell’abbondanza e ad aver fame; a essere nella prosperità e nell’indigenza. Io posso ogni cosa nella forza di Colui che mi fortifica!”2
L’atteggiamento di Paolo non cambiava secondo le circostanze. La gioia del Signore era la sua forza.3 Perfino in carcere continuò a vivere al di sopra della circostanze. Per questo in Filippesi 1, 12 e 13 dice: “Vorrei che capiate, fratelli, che le cose che mi sono successe hanno portato all’avanzamento del vangelo; tanto che in tutto il pretorio e dovunque si sa che sono in catene per Cristo”. Pensate soltanto all’influenza che ebbe in quel carcere, in quel posto incredibile!
Questi nostri “blackout” personali rappresentano opportunità meravigliose per mostrare al mondo che la nostra gioia e il nostro senso di sicurezza non dipendono da condizioni o circostanze naturali. Billy Bray, famoso minatore della Cornovaglia, un giorno andò nell’orto a cavare patate. Disse che udì Satana parlargli: “Suvvia, Billy, non è una paga piuttosto misera per aver servito tuo Padre come hai fatto tutti questi anni? Guarda come sono penose quelle patate!” Billy replicò: “Ah ah, Satana. Ci provi di nuovo a parlare contro il mio Padre celeste, sia lodato il suo nome. Quando servivo te non raccoglievo nessuna patata!”
E Billy continuò a zappare e a lodare il Padre per quelle piccole patate penose. Billy Bray era come Paolo; era un cristiano inamovibile. Satana non poteva smuoverlo; le circostanze non potevano smuoverlo dall’amore per suo Padre e dalla fiducia nella sua fedeltà.
Non c’è da stupirsi che Paolo potesse dire: “Nessuna di queste cose mi smuove”4 — che era poi anche l’atteggiamento di Billy Bray. Sono sicura che nel recente blackout ci sono state persone che hanno provato le stesse cose. Quell’oscurità non ha incusso terrore nei loro cuori né le ha private del loro senso di sicurezza. Avevano una fonte di forza interiore superiore a ogni circostanza.
Per questo Paolo poté scrivere: “Noi siamo afflitti in ogni maniera, ma non ridotti agli estremi; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; abbattuti, ma non distrutti, portando del continuo nel nostro corpo il morire del Signore Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Noi che viviamo, infatti siamo del continuo esposti alla morte per Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale”.5
Qualcuno ha detto: “Quando sei allo stremo delle forze, continua a mettere un piede davanti all’altro”. Quando Paolo arrivò allo stremo, invocò una promessa e andò avanti.
Dio ci ha dato moltissime promesse meravigliose a cui aggrapparci, che brillano come stelle nel vostro blackout. È un’altra cosa che ha detto una persona che ha sperimentato il blackout: la cosa che l’ha colpita di più è stata che aveva potuto vedere le stelle. A New York le stelle non si vedevano da molto tempo.
So che ci sono persone che leggeranno questo e che staranno passando un periodo nero. Ecco alcune “stelle” che vi aiuteranno. Vengono dalla preziosa Parola di Dio. Ascoltatele attentamente e rivendicatele per voi.
“Temete l’Eterno, voi suoi santi, poiché nulla manca a quelli che lo temono. Quelli che cercano l’Eterno non mancano di alcun bene. Molte sono le afflizioni del giusto, ma l’Eterno lo libera da tutte. L’Angelo dell’Eterno si accampa attorno a quelli che lo temono e li libera”.6
“In verità, in verità vi dico: chi crede in me farà anch’egli le opere che io faccio; anzi ne farà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. Se chiedete qualche cosa nel nome mio, io la farò”.7
“Io vi dico in verità che, se avete fede quanto un granello di senape, direte a questo monte: ‘Spostati da qui a là’, ed esso si sposterà; e niente vi sarà impossibile”.8
“Egli perdona tutte le tue iniquità e guarisce tutte le tue infermità”.9
“Il nome dell’Eterno è una forte torre; a lui corre il giusto ed è al sicuro”.10
“L’Eterno sarà un rifugio inespugnabile per l’oppresso, un rifugio inespugnabile in tempi di distretta”.11
Queste promesse sono le stelle che possono brillare nel blackout di un cristiano. Che sensazione meravigliosa quando ci troviamo in mezzo al buio e possiamo sapere che Dio è lì! È lì con noi; sappiamo che è lì e non c’è niente si cui avere paura.
Ecco una poesia che mi è sembrata molto bella:
Un bambino giaceva a letto nel buio
non conosceva la stanza, niente vedeva.
Aveva paura, ma poi chiamò:
“Papà, sei lì?”
Sentì il calore di una mano forte
che stringeva la sua, poi calma e sicura
udì la voce tenera del padre:
“Sì, bimbo mio, sono qui”.
Come quel bambino a volte sentiamo
d’essere al buio, privi di attenzioni;
timorosi di qualche pericolo chiamiamo:
“O Padre, sei lì?”
Stendiamo la mano e troviamo
una dolce risposta al nostro timore;
la sua mano prende la nostra, e udiamo:
“Non temere, perché sono qui”.
Così, pur tremando nel buio,
bisognosi di forza, d’aiuto e sostegno,
abbiamo le dolci parole del Padre:
“Non temere, perché sono qui”.12
Nel buio dei problemi che incontriamo ogni giorno, dobbiamo ricordare che Dio è con noi e ci sta preparando per la vittoria e per problemi più grandi, quando arriveranno. I problemi di oggi sono una prova generale che ci indica come reagiremmo di fronte a qualche tragedia veramente grave. Se però possiamo vivere sorvolando su questi problemi della vita quotidiana e ottenere la vittoria qui, saremo pronti a qualsiasi grande blackout che potrebbe arrivare.
La Parola di Dio dice: “La mia grazia ti basta”.13 È una grazia che ci dà il potere di sopportare con coraggio la battaglia senza lamentarci, la grazia di riposare pienamente nella potenza di Dio e di confidare in Lui.
Dalla trascrizione di una trasmissione di Meditation Moments, adattata e ripubblicata sull’Ancora in inglese il 6 settembre 2021.
1 Questo programma radiofonico è stato registrato nel 1965 e si riferisce al blackout del 1965 che “lasciò circa trenta milioni di persone su oltre 200.000 kmq senza energia elettrica per circa 12 ore. A quell’epoca era la più grande interruzione di corrente della storia mai avvenuta e colpì nelle ore di punta della sera. Più di 800.000 viaggiatori rimasero bloccati nelle metropolitane”.
2 20th Century New Testament.
3 Neemia 810.
4 Atti 20,24 TCNT.
5 2 Corinzi 4,8–11.
6 Salmi 34,9.10.19.7.
7 Giovanni 14,12.14.
8 Matteo 17,20.
9 Salmi 103,3.
10 Proverbi 18,10.
11 Salmi 9,9.
12 “Padre, sei lì?” di Dinnie McDole Hayes.
13 2 Corinzi 12,9.
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