Ambasciatori per Cristo
Il tesoro
In 2 Corinzi 5:20 Paolo insegna che “siamo ambasciatori per Cristo, e Dio fa il suo appello attraverso di noi”. In altre parole, siamo rappresentanti di Cristo. Come cittadini del cielo, rappresentiamo il regno di Dio. Siamo in missione temporanea sulla terra per rappresentare il nostro Paese e il nostro Re. Rappresentiamo il Principe della Pace e abbiamo la vocazione e il privilegio di trasmettere il suo messaggio al mondo, come dice la seconda metà del versetto: “Vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio”.
Tanti nel nostro mondo sono persi, soli, oppressi, deboli e stanchi. Ci sono quelli che sono calpestati e oppressi: i poveri, i perseguitati, gli affamati e le vittime della guerra, del crimine e dello sfruttamento. Ci sono quelli che non dispongono di un capitale politico o sociale e hanno pochi beni terreni o sono privi dei beni di prima necessità.
Ci sono altri che hanno beni materiali, ma sono prigionieri dei propri desideri, sono stanchi e oppressi da stress, paure e fobie. C’è chi indossa un sorriso ma soffre interiormente; chi è sommerso da un mare di vuoto; chi soffre per il dolore, il senso di colpa e di condanna, il risentimento; chi prova rimorso per il passato o teme il futuro. Ci sono tantissime persone nel mondo che vivono nella disperazione.
Un evento dopo l’altro spinge la gente a chiedersi: “Perché tutto il dolore e il conflitto nel mondo? Perché la guerra e la morte di innocenti? Perché i problemi e i dispiaceri?” Le persone hanno un disperato bisogno di conoscere la verità e di vedere la luce. Come rappresentanti di Cristo sulla terra, siamo chiamati a condividere il messaggio del Vangelo in modo che le persone abbiano l’opportunità di “conoscere la verità che li renderà liberi” (Giovanni 8:32) e di far risplendere la sua luce e il suo amore su quelli che ci circondano.
Gesù disse: “Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta. […] Allo stesso modo risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5:14-16)
Attraverso i suoi figli, Dio cerca di mostrare al mondo come è fatto. “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Gesù disse che il secondo dei due comandamenti più grandi è “amare il prossimo come se stessi” (Matteo 22:37-39) e ai suoi discepoli disse che “da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri” (Giovanni 13:35).
L’ultimo messaggio di Gesù ai suoi discepoli, dopo la risurrezione e prima della sua ascensione al cielo, enuncia quello che è noto come il Grande Mandato: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate” (Matteo 28:19-20). I primi cristiani ubbidirono a questa chiamata e cambiarono per sempre il mondo e il corso della storia con l’amore e la verità di Dio.
Il loro modo di vivere convinse altri che la loro fede era reale. Persino i loro persecutori romani si meravigliavano dell’amore che i cristiani avevano gli uni per gli altri e per tutte le persone, e del modo in cui servivano e davano disinteressatamente alle persone bisognose. Nel giro di duecento anni, una persona su cinque nel mondo occidentale si professava cristiana.
Oggi, più di duemila anni dopo, il cuore dell’umanità è ancora lo stesso. Molte persone cercano amore, verità e risposte alle grandi domande della vita, ma raramente le trovano. Noi che abbiamo conosciuto Dio e il suo amore abbiamo ciò di cui gli altri hanno disperatamente bisogno. Nella Bibbia troviamo le risposte alle più grandi domande della vita, ad esempio: Perché sono qui? Qual è lo scopo della mia vita? Esiste un Dio? Perché c’è sofferenza nel mondo? Qual è il senso della vita? Come cristiani, siamo stati incaricati di condividere queste verità con gli altri.
Opere più grandi
Gesù disse ai suoi primi seguaci: “Chi crede in me farà anch’egli le opere che io faccio; anzi ne farà di più grandi, perché io vado al Padre” (Giovanni 14:12). Questo messaggio profetico si realizzò, perché i suoi interlocutori portarono il Vangelo molto più lontano di quanto Gesù avesse potuto fare durante il suo breve ministero pubblico, e le persone che loro raggiunsero lo portarono ancora più lontano.
Ma alcuni cristiani oggi guardano i miracoli compiuti da Gesù e pensano: “Di cosa stai parlando, Signore? Non potremmo mai fare cose più grandi di quelle che hai fatto Tu durante il tuo ministero terreno! Hai risuscitato i morti, guarito i malati, sfamato le folle. Come potremmo fare cose più grandi di queste?”.
Tanto per cominciare, potremmo sfamare una folla più grande di quelle che Gesù sfamò. Gesù moltiplicò cinque pani e due piccoli pesci per sfamare cinquemila persone per un giorno (Giovanni 6:5-13), ma molti cristiani impegnati hanno sfamato più persone di così nel corso della loro vita. Possiamo contribuire a fornire cibo a chi è privo del suo sostentamento quotidiano, e i seguaci di Cristo sono stati attivi nel nutrire i bisognosi del mondo nel corso della storia.
Gesù risuscitò i morti. Come suoi seguaci, possiamo svolgere un ruolo centrale nel risvegliare le persone a una nuova vita spirituale per vivere per sempre con Dio. Le persone che il Signore risuscitò finirono per morire di nuovo fisicamente, ma quando portiamo le persone a credere in Gesù e a ricevere il suo dono della salvezza, entrano nel regno di Dio per sempre.
Nel mondo odierno, i cristiani hanno i mezzi per continuare a fare “cose più grandi” per Dio. I mezzi per condividere la Buona Novella sono di gran lunga maggiori con la parola stampata, internet, la televisione, la radio e il sistema postale. Abbiamo a disposizione le opportunità più grandi e i mezzi più grandi per diffondere il Vangelo nella storia.
Siamo una generazione privilegiata, perché siamo i primi a vedere il Vangelo predicato in tutto il mondo come testimonianza a tutte le nazioni (Matteo 24:14). Il Vangelo viene predicato in ogni parte del mondo, ma ci sono ancora milioni, se non miliardi, di individui che non hanno mai sentito una chiara presentazione del Vangelo. Anche se hanno sentito parlare del cristianesimo e udito il nome di Gesù, non comprendono chi Lui sia veramente — il Figlio di Dio — e cosa abbia insegnato e perché sia importante.
La Bibbia dice che “la fede viene dall’ascolto della Parola di Dio” (Romani 10:17). Come ambasciatori e testimoni di Cristo, abbiamo un ruolo importante da svolgere affinché le persone ascoltino la Parola di Dio, perché “come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?” (Romani 10:14). Ognuno di noi ha l’opportunità di condividere la Buona Novella della salvezza in Gesù con quelli con cui entriamo in contatto ogni giorno.
L’unico modo in cui le persone possono giungere a una fede salvifica in Gesù è credere nella Parola di Dio. Come testimone, tu diventi un esempio vivente della Parola di Dio ogni volta che trasmetti agli altri l’amore e la Parola di Dio e il messaggio della salvezza. Se lo Spirito di Dio abita in te, manifesterai l’amore di Gesù man mano che vieni trasformato nella sua immagine (2 Corinzi 3:17-18).
Ci sono tantissime persone che non hanno mai sentito come possono essere salvate o non hanno mai avuto la possibilità di comprendere ciò che Gesù ha fatto sulla croce, perché non hanno mai sentito il messaggio o visto un esempio vivente del Vangelo. Come disse una volta l’evangelista americano Dwight L. Moody (1837-1899): “L’unica Bibbia che il mondo legge è quella rilegata in pelle di scarpe”. Edward D. Kimball condusse Moody al Signore nel retrobottega del negozio di scarpe dove il ragazzo lavorava. Moody non sarebbe mai diventato un grande predicatore del Vangelo se quell’insegnante di catechismo, praticamente sconosciuto, non gli avesse parlato.
Ogni volta che parli della tua fede a qualcuno, gli dai l’opportunità di diventare un figlio di Dio, di entrare in relazione con Dio e di ricevere il dono della salvezza eterna. Gesù è l’unica via di salvezza. “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12). Sono tante le persone che non hanno mai sentito o avuto la possibilità di capire ciò che Gesù ha fatto con la sua morte sulla croce.
Ogni cristiano è tenuto a essere la Bibbia rilegata in pelle di scarpe, perché molte persone non leggono la Bibbia o altre pubblicazioni cristiane se prima non vedono un esempio vivente. Siamo tenuti a essere l’amore di Cristo per il mondo e a far sì che gli altri vedano Gesù in noi e attraverso la nostra vita. Quale opera più grande possiamo fare se non mostrare Gesù agli altri e parlare di Lui attraverso la nostra testimonianza, aiutandoli a trovare Gesù e a entrare in relazione con il Dio, “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità” (1 Timoteo 2:3-4).
Non dimentichiamo che il requisito principale di ogni seguace di Cristo dovrebbe essere l’amore che ha motivato l’apostolo Paolo, i discepoli di Gesù e ogni grande uomo o donna di Dio. Come disse Paolo: “L’amore di Cristo ci costringe”. E il brano prosegue dandoci la ragione di questa motivazione: “Egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro” (2 Corinzi 5:14-15).
Nel libro di 1 Giovanni, leggiamo che “in questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo” (1 Giovanni 4:9). E Gesù ha detto: “Come il Padre ha mandato me, così Io mando voi” (Giovanni 20:21). Gesù venne con amore per riconciliare il mondo con suo Padre e ci chiede di esprimere il suo amore in ogni aspetto della vita, ovunque ci troviamo e con chiunque incontriamo, per essere per gli altri un esempio vivente dell’amore di Dio. Mi auguro che possiamo essere fedeli alla nostra chiamata e al privilegio di essere suoi ambasciatori e di rappresentare il Re dei re e il Signore dei signori (Apocalisse 19:16).
Da un articolo in Il tesoro, pubblicato dalla Famiglia Internazionale nel 1987. Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese l’8 maggio 2025.
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