Alla ricerca di santità
Peter Amsterdam
La santità è uno degli attributi divini; fa parte della sua essenza fondamentale. Dio è distinto, separato e diverso da qualunque cosa e da chiunque sia mai esistito; è più grande di tutto e di tutti; è anche moralmente puro. La sua santità è la differenza essenziale tra Dio e l’uomo.
Anche se potremmo rispecchiare Dio compiendo azioni sante, Dio è santità. La sua santità è l’assenza del male, la libertà perfetta da ogni male. Come esseri umani, non siamo capaci di questo. In 1 Giovanni 1,5, leggiamo che Dio è luce e in Lui non vi è tenebra alcuna. La luce e il buio, quando usati in questo modo nelle Scritture, hanno un significato più profondo del semplice alternarsi di giorno e notte. Giovanni ci dice che Dio è assolutamente libero da ogni male morale e che è di per Sé l’essenza della purezza morale.1
Dio è sempre perfettamente conforme al suo carattere e agisce sempre e uniformemente secondo il suo carattere santo. Poiché è santo, tutte le sue azioni sono sante. Possiamo quindi avere la certezza che le sue azioni nei nostri confronti sono sempre giuste e perfette. Dio non può in alcun caso essere ingiusto, perché se lo fosse sarebbe contrario alla sua natura essenziale.
Poiché Dio è santo, anche noi siamo invitati a essere santi. L’apostolo Pietro scrisse: “Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell’ignoranza; ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: ‘Siate santi, perché io sono santo’”.2
Il termine greco qui tradotto con condotta significa “modo di vivere, atteggiamento, comportamento”, il modo in cui una persona si comporta e agisce. In un altro punto le Scritture ci insegnano che dobbiamo cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore.3 Ovviamente ci è impossibile essere completamente santi, perché siamo umani e pecchiamo. Tuttavia, la santità fa parte del nostro percorso con il Signore e del diventare più simili a Lui.
Santità ha due significati. Il primo si riferisce a separazione o distacco. Nel Vecchio Testamento Israele era chiamato un “popolo santo” perché apparteneva esclusivamente a Dio ed era separato dalle altre nazioni. Ciò seguiva un parallelo con la separazione o la “diversità” di Dio da tutte le cose create. Il concetto dei Cristiani come popolo santo è visibile anche nel Nuovo Testamento: “Voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce”.4
Il popolo di Dio è santo perché appartiene esclusivamente a Lui.
Il secondo significato di “santo” si riferisce alla purezza e alla virtù. Il Vecchio Testamento contiene molti riferimenti alla purezza rituale, comprese la purificazione cerimoniale e la distinzione tra cibi puri e impuri. Parla anche di essere purificati dal peccato.5 Nel Nuovo Testamento Gesù eliminò la purezza rituale/cerimoniale e concentrò la sua attenzione sulla purezza interiore e morale, la purezza del cuore.6
Grazie alla salvezza diventiamo santi o santificati.7Tuttavia, anche se i nostri peccati sono stati perdonati, non siamo completamente privi di peccato. Anche se il peccato non regna più nella nostra vita, è ancora presente in noi. “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi”.8 Chiaramente commettiamo ancora peccati; tuttavia, “se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità”.9
Il peccato non ha più su di noi la stessa presa che aveva prima della salvezza, ma continuiamo a lottare ancora contro di esso. In un certo senso, al momento della salvezza siamo fatti “santi”, ma c’è anche un processo graduale di trasformazione che dobbiamo attraversare per il resto della nostra vita: uno sviluppo in santità. L’apostolo Paolo lo descrisse così: “E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria”.10
Questo sviluppo in santità non è automatico; richiede uno sforzo, come si vede dall’immagine del correre una gara: “Anche noi dunque, essendo circondati da un così gran numero di testimoni, deposto ogni peso e il peccato che ci sta sempre attorno allettandoci, corriamo con perseveranza la gara che ci è posta davanti”.11 C’è una continua “deposizione” del peccato durante tutta la “gara” della nostra vita. Non raggiungeremo mai una completa somiglianza con Cristo né sradicheremo il peccato durante la nostra vita terrena. Tuttavia, pur sapendo che ciò avverrà pienamente solo nella vita futura, siamo comunque invitati a impegnarci per continuare a farlo nella vita presente.
Dovremmo sforzarci di conformarci interamente all’immagine di Dio –cuore, emozioni, mente, anima e spirito. Man mano che questi si trasformano, le azioni del nostro corpo rispecchieranno la trasformazione interiore; le nostre azioni, le nostre parole e le nostre interazioni con gli altri rispecchieranno Cristo. Come scrisse l’apostolo Paolo: “Avendo dunque queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio”.12
Le Scritture indicano il bisogno di trasformazione mediante un continuo rinnovamento della mente: “Non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente”.13 Siamo invitati a sviluppare una mentalità conforme alle Scritture, in maniera che i nostri valori, i nostri desideri e le nostre morali siano basati sugli insegnamenti della Bibbia invece che sulle norme della società.
Questa religiosità richiede anche la trasformazione della nostra volontà in modo che sia in linea con la sua volontà così com’è rivelata nelle Scritture. Accettiamo la volontà di Dio e diciamo di no a ciò che si oppone a Lui. Le nostre scelte, decisioni e azioni sono in armonia con la sua volontà e la sua natura così come sono rivelate nella sua Parola. La grazia di Dio ci aiuta a fare le scelte morali giuste.
La trasformazione nell’immagine di Cristo è olistica, in quanto trasforma l’intera persona. È un processo che inizia al momento della salvezza e continua per tutta la vita. Si ottiene mediante la grazia di Dio e l’opera trasformatrice nello Spirito Santo, ma ciò non significa che Dio ci trasformi a somiglianza di Cristo senza sforzi da parte nostra. Quando vogliamo seriamente essere più simili a Gesù, ovviamente preghiamo che il Signore ci cambi, ma prendiamo anche decisioni che ci spingono verso la santità, poi le mettiamo in pratica.
Il voler essere simili a Cristo ci spinge ad autodisciplinarci e a prendere posizione, nel cuore e nella mente, contro le azioni, gli impulsi e i pensieri negativi che portano al peccato; e ad accettare le virtù, i valori e le morali che riflettono la natura divina.
Pubblicato originariamente nel settembre 2009.
Brani adattati e ripubblicati in inglese il 5 dicembre 2019.
1 Questo articolo si basa su alcuni punti chiave del libro The Pursuit of Holiness [La ricerca della santità], di Jerry Bridges.
2 1 Pietro 1,14–16. NR
3 Ebrei 12,14.
4 1 Pietro 2,9.
5 Levitico 16,30.
6 Matteo 5,8.
7 Ebrei 10,10.
8 1 Giovanni 1,8.
9 1 Giovanni 1,9.
10 2 Corinzi 3,18.
11 Ebrei 12,1.
12 2 Corinzi 7,1.
13 Romani 12,2.
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