Affari costosi
David Brandt Berg
Quella che costa di meno non è necessariamente la cosa migliore. I cosiddetti “buoni affari” spesso non ne valgono proprio la pena e potrebbero rivelarsi una fregatura più grande del prodotto vero che costa di più. Forse avrete pagato meno per quel buon affare, ma avrete ottenuto molto meno che se aveste pagato un po’ di più per avere una qualità migliore.
È come quello che diceva sempre mia madre a proposito dei posti dove andare a mangiare: perché andare in una bettola dalla cucina puzzolente e mangiare porcherie a buon mercato, solo per risparmiare un paio di dollari? Perché andare lì e mangiare cibo scadente, privo di sapore, schifoso e pieno di grasso, solo per salvare qualche centesimo, quando la vostra vita vale di più? Mentre pagando un po’ di più per lo meno spenderete bene il vostro denaro. Il locale economico non vale nemmeno la spesa!
Questo vale per quasi tutti i tipi di compere: la roba più economica non è per forza l’affare migliore. Potrebbe non valere i soldi spesi. Abbiamo comprato questo set di attrezzi che costavano poco e adesso quasi tutti i cacciaviti sono rotti; non siamo nemmeno riusciti ad aprire le pinze. Era solo robaccia fatta per sembrare buona. Abbiamo scoperto che non era affatto acciaio. Appena lo scalfivi, quel piccolo rivestimento cromato si graffiava o si scheggiava e sotto sembrava che fosse fatto di piombo. Quello non è un buon affare.
Mentre se aveste pagato un po’ di più, avreste trovato degli attrezzi buoni, ben fatti, di acciaio forte, che funzionano e sono utili. Lo stesso vale per quasi tutto: vestiti, gioielli, cibo, roulotte, automobili, qualsiasi cosa. Il prezzo più basso non è per forza il migliore.
Potete andare in una rivendita d’auto usate e comprare una macchina che costa poco, ma poi salta fuori che è un catorcio. Ha bisogno di un sacco di riparazioni immediate o non sta nemmeno insieme e non va da nessuna parte; e ben presto quella carretta che avete pagato a metà prezzo vi costerà in riparazioni più di quello che avreste pagato per una macchina migliore, un po’ più nuova, meno usata e in condizioni migliori, un modello più recente a un prezzo un po’ più alto. Per lo meno ne sarà valsa la spesa!
Quando comprate roba economica a metà prezzo, potrebbe non valerne la spesa. È vero per quasi tutto nella vita: ciò che ha il prezzo più basso non è necessariamente quello che costa meno. Alla fine potrebbe costarvi di più.
Mi ricorda quello che diceva mia madre a proposito della religione da banco delle occasioni: non ti costa molto. Ma Davide ha detto: “Non offrirò al Signore ciò che non mi costa nulla”.1 La sua religione doveva costargli qualcosa; doveva costare qualcosa di valore, un sacrificio.
Se non costa niente, è una religione a basso prezzo, in un certo senso, una fede facile, qualcosa per cui ti basta andare in chiesa qualche minuto la domenica, per poi pensare di aver ripagato il tuo debito a Dio e di non dover vivere come un cristiano, di non dover vivere per Dio, di non dover testimoniare.
Molte chiese che conosco affermano di vendere alla gente della merce pregiata, mentre in realtà è un imbroglio! Ma la gente è disposta a comprarla perché non le costa molto; non richiede grandi sacrifici. Può vivere egoisticamente per conto suo, senza mai testimoniare, senza mai aiutare gli altri, senza aiutare i missionari, senza dare, senza mai fare niente per il Signore, dedicandogli soltanto un po’ del suo tempo.
Fanno conto che: “È una religione piuttosto economica. Non mi costa molto. Non richiede molto del mio tempo, non devo pagare molto per averla, ma ha un bell’aspetto”. Ci sono molte persone che mettono soldi nella loro religione e nella loro chiesa perché fanno conto che è un buon affare, che costa poco e che non devono fare veri sacrifici o servire Dio o rinunciare a qualcosa, o che non costa molto in confronto a quello che ricevono.
Come tutti quei ricconi che mettevano grandi tesori nel forziere del tempio. Dio non li giudicava per quanto avevano dato, ma per quanto gli era rimasto. E in confronto a quanto era rimasto, pensavano di cavarsela a poco prezzo. Mentre la vedova che aveva solo pochi spiccioli, ma era tutto quello che aveva, aveva dato più di tutti loro messi insieme. Cercavano di comprare una religione a buon mercato, ma Gesù non ci stette!2
Ovviamente, l’imbroglio peggiore è la salvezza a buon mercato che non salva; si finisce all’inferno anche quando si pensa di essersi pagati il viaggio in cielo, con i soldi, le penitenze, la frequenza in chiesa o quel che sia.
Prendete il caso del fariseo e del pubblicano.3 Il Signore disse: “Chi pensate sia giustificato? Chi pensate sia perdonato?” Fu il pubblicano, il peccatore, il cattivo, a essere salvato, mentre il fariseo fu condannato perché confidava nella propria giustizia. Aveva una religione da banco delle occasioni. Pensava di essersi salvato grazie alla propria bontà, ma la nostra bontà non è abbastanza!
La salvezza ha un prezzo inestimabile e l’ha pagato Gesù con il suo sangue; ricevere Lui è l’unica cosa che salva. È il dono più costoso che si possa ricevere, il prezzo più alto che chiunque potesse pagare per la nostra salvezza e solo Gesù poteva farlo. Qualsiasi altra cosa inferiore a quello è una religione da banco delle occasioni; non ne vale la pena e non vi salverà; non vale nemmeno il prezzo che pagate, perché non serve a niente. Non vi dà la vera salvezza.
Solo Gesù poteva pagare per darvela, perché il prezzo era troppo alto per voi; non potevate permettervelo. È per questo che dovette pagare Lui e poi darvela, perché non ve la potevate permettere. Le vostre opere non potevano pagarla. Non avevate nessuna possibilità di farlo. Non avete pagato abbastanza.
La salvezza costa così tanto che nessuno di noi può permettersi di pagarla. Solo Gesù poteva comprarla per noi a costo della sua vita. Qualsiasi altro tipo di religione non è un buon affare. Potrebbe sembrare un affarone, potrebbe sembrare a buon mercato, ma non lo è. Anche se l’avete presa in occasione, avete pagato più di quanto valesse, perché non vale niente. Non vi salverà!
Vedete, questo si applica a tutto, in qualsiasi campo della vita. Non fidatevi dei “buoni affari”. Potrebbero non valere nemmeno quello che avete pagato, specialmente se non valgono niente, come la religione da banco delle occasioni, che non è affatto una salvezza. La portate a casa e non dura; sicuramente non dura tutta la vita e certamente non vi farà arrivare in cielo. Quello non è un affare; ed è piuttosto costoso, se non serve allo scopo!
Solo Gesù era sufficiente. Solo l’amore di Dio era grande abbastanza da pagarla. Così, anche se date tutto quello che avete, compresa la vostra vita, non è abbastanza; non potete pagarla. Il prezzo è troppo alto; non potete permettervela. Dovete soltanto accettarla in dono dal Signore.
Se servite il Signore, se vi sacrificate per Lui, se portate la sua vita agli altri, la sua Parola dice che finirete per avere una corona di vita eterna migliore dell’oro, con diamanti e gioielli che brillano come stelle in cambio delle anime eterne che avrete vinto per il regno di Gesù Cristo, e in più la vita eterna in una città celeste che va ben al di là di quello che possiamo immaginare.4 Quando diamo tutto a Dio, scopriamo che è stato un prezzo molto basso da pagare per la ricompensa che riceveremo. E la salvezza che abbiamo ricevuto è un dono vero e proprio. Non abbiamo dovuto pagare niente per averla, perché è inestimabile! Ma la ricompensa che riceveremo è così preziosa, che tutto quello a cui rinunciamo non può essere paragonato a quello che riceveremo in cambio.
In realtà siamo noi a fare un buon affare. Siamo noi a ottenerla a buon mercato!
Mi ricorda quello che disse il Dottor Moody, che era un uomo molto occupato, quella volta che volevano che andasse a parlare a una riunione. Gli dissero: “Saranno solo dieci minuti. Non le porterà via molto tempo, Dott. Moody. Non le costerà niente, solo alcuni minuti”. E lui rispose: “Se non mi costerà niente, non voglio venire. Se non mi porterà via abbastanza del mio tempo prezioso da farne valere la pena, non verrò”.
Il tempo sprecato è perso per sempre e, anche se è stato facile sprecarlo, può essere piuttosto costoso. Il tempo speso bene può essere costato molto in sforzi, sacrifici e amore, ma quando vediamo come sarà la nostra ricompensa anche qui adesso, oltre che nell’aldilà, è certamente un buon affare! Questo è quello che chiamo un buon affare; anche se ti costa tutto, è un buon affare. Scoprirete che la vostra ricompensa è un buon affare, perché non avete pagato nemmeno la metà di quello che vale.
Potremmo finire per scoprire che molte delle cose che abbiamo fatto e del tempo che abbiamo sprecato non erano un buon affare. Abbiamo pagato molte volte più di quanto valesse quel piacere, o quel tempo sprecato, perché era piuttosto costoso. Non è così? E la religione di certa gente, scopriranno che è piuttosto costosa! Pensano che non costi molto, ma quando scopriranno quanto hanno perso con queste religione facile, questa fede facile, si accorgeranno che era piuttosto costosa.
Mentre le persone a cui è costato tutto, quando vedranno cosa riceveranno in cambio, penseranno: “Caspita, che affare! Abbiamo dato tutto, ma quello che riceviamo in cambio vale molto più di tutto quello che avremmo potuto dare”. Questo è quel che chiamerei un buon affare, quando si riceve in cambio molto più di quanto si è pagato, qualcosa che vale molto di più; quando si è pagato tutto, ma si riceve in cambio più di tutto — non quando si è pagato poco e si riceve in cambio ancora di meno.
Dio vi benedica e continui a farvi vivere per Gesù. Le anime sono un affare inestimabile. E la vostra ricompensa nei cieli è grande.5 Vivere in paradiso per sempre con Gesù è l’affare migliore di tutti. Per noi è gratis, ma Lui l’ha pagato molto! Siete abbastanza grati da servire Lui e gli altri in cambio?
1 2 Samuele 24,24.
2 Vedi Marco 12,41–44, Luca 21,1–4.
3 Luca 18,9–14.
4 Daniele 12,3.
5 Matteo 5,12.
Titolo originale: Expensive Bargains
Pubblicato originariamente nel Dicembre 1980.
Aggiornato e ripubblicato in Inglese il 12 Agosto 2013.
Letto in Inglese da Jon Marc.
versione italiana affissa il 5 Ottobre 2013;
statistiche: 1.758 parole; 8.451 caratteri
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