Risvolti positivi
Patricia Fortner
Ricordo che mia madre ricordava spesso a noi figli di “guardare il lato positivo” e di “essere grati per le piccole cose”. Se ci lamentavamo del caldo a metà giugno, lei ci faceva notare: “Almeno possiamo andare a nuotare, no?” Se ci lamentavamo di non avere il dolce una sera, ci chiedeva: “Questo non vi rende grati per le sere in cui abbiamo il dolce?” Cercava di insegnarci a prendere ogni situazione apparentemente “brutta” o “triste” e cercare qualcosa che potessimo apprezzare o di cui potessimo essere felici. Chiamava questo concetto “cercare il risvolto positivo in brutte situazioni “.
È un’espressione che indica ottimismo e significa che ogni situazione difficile o triste ha un aspetto confortante o più speranzoso, anche se forse non è subito evidente. Ho scoperto che, con il passare degli anni, sono riuscita a superare quasi tutte le situazioni difficili perché questo concetto di gratitudine mi è stato inculcato fin da bambina.
Molti nel popolo di Dio si sono trovati di fronte a circostanze difficili o disagevoli e per sopravvivere hanno avuto bisogno di trovare il “lato positivo” della situazione. Prendiamo ad esempio Paolo e Sila. Nel libro degli Atti, capitolo 16, leggiamo che l’apostolo Paolo e il suo compagno di missione Sila predicavano il Vangelo e portavano le persone a Cristo a Filippi. Alcuni anziani della città, che non erano d’accordo con il messaggio che predicavano, scatenarono una folla inferocita e gli apostoli furono picchiati e gettati in prigione.
La folla insorse allora contro di loro; e i pretori, strappate loro le vesti, comandarono che fossero battuti con le verghe. E, dopo aver dato loro molte vergate, li cacciarono in prigione, comandando al carceriere di sorvegliarli attentamente. Ricevuto tale ordine, egli li rinchiuse nella parte più interna del carcere e mise dei ceppi ai loro piedi (Atti 16:22-25).
Paolo e Sila avrebbero potuto passare il tempo in prigione a lamentarsi. Avrebbero potuto arrendersi e maledire Dio per aver permesso che venissero picchiati e imprigionati, proprio come la moglie di Giobbe gli aveva consigliato di fare quando era gravemente malato (Giobbe 2:9). Invece, Paolo e Sila trascorsero il loro tempo in prigione e “pregando, cantavano inni a Dio” (Atti 16:25). Il Signore ricompensò le loro lodi con un terremoto che scosse le mura della prigione e ne spalancò le porte.
D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito tutte le porte si aprirono e si sciolsero le catene di tutti (Atti 16:26).
Era la loro grande occasione! Potevano fuggire! Non era forse quello che il Signore aveva progettato per loro con quel terremoto? Ma invece di andarsene di corsa rimasero e dissero al carceriere: “Siamo tutti qui!” (Atti 16:28). Trovarsi in prigione è una circostanza terribile, ma invece di concentrarsi sulle nuvole di tempesta della loro condizione attuale, Paolo e Sila cercarono il lato positivo. E grazie al loro arresto e alla loro prigionia, poterono predicare il Vangelo al carceriere e portare la salvezza a lui e alla sua famiglia (Atti 16:31-34).
La nostra famiglia ha dovuto affrontare una sorta di “nube di tempesta”. Un nostro amico ha preso in prestito il nostro veicolo mentre eravamo in vacanza e lo ha distrutto. Oltre al fatto che dipendevamo da quell’auto per andare al lavoro, non avevamo nemmeno finito di pagarne le rate. Inoltre, la compagnia assicurativa non ha voluto elaborare la richiesta di risarcimento, perché il nostro amico non rientrava nel nostro piano assicurativo. Potete quindi immaginare che per noi è stato molto difficile vedere il lato positivo di quella situazione.
Un giorno, dopo aver parlato per l’ennesima volta al telefono con la nostra compagnia assicurativa, mi stavo lamentando della situazione generale: l’auto, le bollette, i problemi di salute e nel complesso la mia triste sorte nella vita. Poi mi è capitato di dare un’occhiata al giornale sulla mia scrivania, che evidenziava alcuni dei terribili avvenimenti recenti a livello locale e globale. Allora ho pensato ai miei amici e ai miei cari:
- Quelli che non hanno ancora trovato un lavoro stabile per mantenere sé e la loro famiglia.
- Quelli che sono stati disconosciuti dai parenti.
- Quelli i cui genitori sono malati e dipendono completamente da loro.
- Quelli che al momento si trovano in difficoltà economiche.
- Quelli la cui casa è bruciata, insieme a tutto ciò che possedevano.
È stato allora che ho visto che ho molto, molto di cui essere grata:
- Anche se abbiamo dovuto investire una bella somma per acquistare un’altra auto, l’auto è eccellente e molto migliore della precedente. E la compagnia di assicurazione ha finalmente accettato di pagare il 50% del valore della nostra auto vecchia.
- Anche se dobbiamo ancora restituire dei prestiti, abbiamo persone care che si fidano di noi e ci vogliono bene al punto di aiutarci.
- Anche se devo fare orari assurdi, ho un buon lavoro che mi garantisce un reddito costante.
- Anche se abbiamo avuto spese mediche elevate a causa di problemi di salute precedenti, sia miei che di mio marito, la cura fisioterapica è utile e la nostra salute sta migliorando.
Quindi, sì, perdere l’auto non è stato facile e nemmeno indebitarsi per pagarne una nuova è divertente, ma nessuno ha detto che la vita sarebbe stata una passeggiata. Siamo molto grati per i nostri numerosi amici e parenti che ci hanno dato una mano e ci hanno ascoltato in quest’ultimo anno. Non ce l’avremmo fatta senza di loro! Dovremmo sforzarci tutti di essere più simili a Paolo e Sila. Quando ci troviamo in una situazione difficile (e so che probabilmente anche voi ne avete avuta qualcuna), dobbiamo scegliere di ringraziare Dio per il lato positivo, invece di contestarlo per le cose spiacevoli che ha lasciato accadere nella nostra vita. Se scegliamo di tenere gli occhi sul lato positivo, scopriremo che le difficoltà hanno un grande potenziale per aiutarci a crescere.
Se non altro, possiamo sempre ringraziare il Signore per tutte le cose che abbiamo e che rendono la vita bella, felice e confortevole, oltre che per la nostra famiglia, i nostri amici e per la gentilezza da parte di estranei che, ne sono sicura, tutti abbiamo sperimentato una volta o l’altra.
Per ogni nuvola scura, c’è un risvolto positivo – forse nascosto a prima vista – che facilita il nostro cammino nei momenti difficili.
Vi incoraggio a prendervi il tempo di guardare in alto e trovare il vostro lato positivo. Potreste scoprire che il vostro sorriso si allargherà e la vostra mente sarà più serena quando vi renderete conto di quante cose avete per essere grati.
Adattato da un podcast di Just1Thing, un sito cristiano per la formazione dei giovani. Ripubblicato sull’Ancora in inglese il 9 ottobre 2024.